Un giro in città: parcheggi vuoti
e spreco di risorse

A Macerata serve un vero piano della Mobilità

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ciclostiledi Alberto Cicarè (Associazione Ciclostile)

Mercoledì mattina, il giorno della settimana in cui è maggiore l’afflusso al centro di Macerata. Faccio un giro per la città a caccia di conferme delle mie convinzioni. Mi reco al ParkSì, il parcheggio sotto i Giardini Diaz: nel primo piano una cinquantina di auto, mentre il secondo piano è desolatamente chiuso. Risalgo in sella alla mia bici e passo per la strada che scorre sotto le mura nord, l’incompiuta di Longarini. Un unico serpentone di auto, che si interrompe solo quando le strisce diventano blu. Vado a Fontemaggiore e la scena si ripete: decine e decine di auto parcheggiate “alla viva il parroco”, con specchietti e paraurti a sfidare la sorte del traffico di passaggio.

 

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Il mio giro si conclude a Rampa Zara, dove ci sono diversi autobus in sosta: vedo transitare mezzi quasi vuoti, poi inquadro il tabellone delle fermate e constato che praticamente tutte le linee urbane passano di lì e fanno il giro delle mura. Scientificamente parlando, credo che le mie ipotesi abbiano trovato conferma nell’esperienza, per cui posso azzardare la seguente teoria: a Macerata non esiste un’idea complessiva per la gestione di mobilità e sosta; c’è un grande, ingiustificabile spreco di risorse; i cittadini non sono messi nella condizione di conoscere e scegliere i modi più economici e comodi per muoversi. Aggiungo anche che il centro della nostra città contiene per fortuna ancora sufficienti punti attrattori da spingere tante persone a farsi una bella sfacchinata, dopo aver lasciato la macchina, per entrare dentro le mura.

 

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Tutti parlano di far entrare le auto in centro storico per farlo rinascere, ma sembra che nessuno si accorga di quanto stiamo oggettivamente complicando la vita a chi per tanti motivi vuole giungere a Macerata. Quelle centinaia di auto parcheggiate così lontano dimostrano che c’è voglia o necessità di arrivare in centro, ma la reale accessibilità è effettivamente molto scarsa; basti pensare alle difficoltà praticamente insormontabili che incontrano negli attraversamenti stradali  i cittadini con difficoltà motorie o mamme con passeggini. Con i tempi che corrono trattare in questo modo gli utenti è una vera e propria follia.
parksi-ciclostileNon capisco per esempio come si possa permettere che il ParkSì rimanga sostanzialmente inutilizzato: è la struttura che consente l’accesso più rapido alla parte più alta del centro, il cui declino forse si spiega proprio con il disuso di questo parcheggio che doveva essere (mi ricordo i tempi della sua inaugurazione) la porta principale di accesso dentro le mura. Con l’apertura della Galleria è venuta meno anche la lacuna della difficile raggiungibilità, per cui è assolutamente necessario riprendere l’interlocuzione con la ditta concessionaria affinché quel parcheggio ritorni ad essere uno strumento della politica della mobilità a Macerata, piuttosto che un peso morto per tutti. Un’altra considerazione: se tanta gente è disposta a mettersi le gambe in spalla e fare diverse centinaia di metri pur di non pagare la sosta, non capisco come si possa vedere la necessità di un altro parcheggio a pagamento sotto Rampa Zara, concedendo spazi e denari pubblici a un privato.

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Se è un dato certo che oggi tutti i parcheggi in struttura di Macerata sono in perdita (considerando anche il costo delle risalite), da dove verrebbe la remunerazione dell’investimento? Pare poi che lo studio commissionato di recente alla ditta Sintagma contenga dati che mostrano la sostanziale inutilità di un altro contenitore di auto a pagamento (sarebbe bello se lo studio venisse reso pubblico: in fondo l’abbiamo pagato noi cittadini!). Perché allora non puntare sull’unica vera soluzione alternativa, che è quella di sfruttare al meglio un servizio che noi tutti paghiamo, anche non utilizzandolo: il trasporto pubblico urbano. Il costo del TPU è coperto per due terzi da finanziamenti regionali (pubblici, quindi), mentre solo il restante terzo è pagato dai biglietti venduti. Chi prende l’autobus quindi paga due volte, mentre chi non lo usa  paga lo stesso.
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A questo punto vale la pena  utilizzarlo al meglio, rendendo più efficaci le linee (è difficile, considerando la dispersione che è stata prodotta nella struttura urbana, ma in fondo Macerata rimane una piccola città in cui è pensabile progettare una razionalizzazione dei percorsi: non è possibile ad esempio che tutti gli autobus passino lungo le mura!), più attraente sia dal punto di vista economico (privilegiando abbonamenti e pacchetti famiglia, stipulando convenzioni con le attività produttive e commerciali) che da quello dell’immagine (con efficaci campagne promozionali), realizzando i presupposti per lo sviluppo dell’intermodalità (quante persone sarebbero disponibili a lasciare l’auto in periferia, risparmiando stress e soldi per il parcheggio, per utilizzare dei bus navetta ad elevata frequenza?). Riordino del sistema della sosta, incentivi all’utilizzo del trasporto pubblico, ma anche una diversa concezione della città: strade e piazze devono ritornare ad essere luoghi di relazione, spazi dove il cittadino non deve sentirsi ospite, ma dove si crea l’identità urbana, si passeggia, si guarda la gente in faccia, ci si incontra e ci si siede al bar, si ammirano le vetrine, si vivono le atmosfere di una città a misura d’uomo. L’unico sistema che può consentire al centro storico di prevalere sul centro commerciale sta nella sua capacità di far vivere un’esperienza a chi vi accede. L’invadenza delle auto in un tessuto così fragile impedisce tutto ciò. Queste sono solo alcune proposte di un progetto che dovrebbe essere più complessivo, perché la mobilità può trasformarsi da problema a vero e proprio fattore di sviluppo; in Comune e in APM ci sono sensibilità capaci di cogliere questa urgenza, fatevi avanti! Migliorare il sistema della sosta e dei trasporti consente di aumentare la domanda dei servizi che Macerata può offrire, purché riesca a rimanere un centro di attrazione. Mobilità, politiche di rilancio del commercio e della residenzialità, diffusione delle iniziative culturali e valorizzazione delle bellezze della città si intrecciano quindi in un circuito che dobbiamo far diventare virtuoso;  la semplificazione più auto in centro uguale più gente in giro ha il fiato corto e ci fa perdere del tempo prezioso, che invece dovrebbe essere investito nelle ricerca delle soluzioni più adatte a una città unica come la nostra.


 
 
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