MACERATA - Il segretario nazionale Giovanni Caciolli ribatte all'intervista rilasciata da Stefano Monachesi. Gianluca Corvatta. "Io ed altri imprenditori del settore abbiamo querelato Sciapichetti per aver definito sistema malavitoso la nostra categoria". Monachesi: "Potremmo riaprire la vendita di quote con un aumento di capitale"

Il raduno dei carri funebri nel settembre 2011 a Macerata
di Alessandra Pierini
C’è nell’uomo, ormai da generazioni, la tendenza a considerare la morte come un tabù, quasi che dolore e sofferenza vadano esorcizzati col pudore e col silenzio. “Così è la vita” è il titolo di un libro in cui la giornalista Concita De Gregorio si interroga sul perchè e come la morte è svanita dal quadro mentale dell’uomo occidentale diventando così ancora più presente. A conferma di quanto la morte sia messa in un angolo, basta pensare a quanto poco gradito è stato il raduno dei carri funebri che si è svolto a Macerata nel settembre 2011(leggi l’articolo). E’ forse per questo che le agenzie funebri, che dalla morte traggono profitto, vengono guardate con sospetto, d’altronde vi sarà certo capitato sentir dire, di fronte al passaggio di un carro funebre, da bambini e non solo: “E’ vuoto, porta sfiga”. Così in pochi tra i non addetti ai lavori hanno il coraggio di addentrarsi a scoprire le dinamiche di un settore che ognuno di noi spera, caldamente, di tenere più possibile alla larga.
L’imbarazzo, però, è stato superato in questi giorni tra i maceratesi che, per indole ma anche per un passato da agricoltori lungimiranti nello spendere e nel risparmiare, tengono molto al controllo dei conti. E’ così che dal punto di vista del profitto possibile si può affrontare anche il delicato tema della morte.

I controlli della Finanza alla Croce Verde
CROCE VERDE TRA ACCUSE E DIFESE – L’occasione è stata data dalla bufera piombata sulla Croce Verde di Macerata (leggi l’articolo) che, dopo decenni di trasporti sanitari e salvataggi, «per salvaguardare economicamente la onlus » dicono gli ideatori Angelo Sciapichetti e Stefano Monachesi, si è avventurata nel settore delle onoranze, conquistando nel giro di qualche anno una fetta importante di mercato pari a 200 dei 500 funerali che si fanno attualmente a Macerata città. Giovedì scorso è stata costituita la Croce Verde srl che affitterà con contratto annuale il ramo aziendale relativo alle onoranze funebri: c’è da dire che le onlus, le quali godono di sgravi fiscali in virtù dei loro obiettivi, possono svolgere attività commerciale di tipo marginale e che il giro d’affari sta diventando importante. Molto scalpore ha fatto tra i maceratesi anche la notizia della visita di Guardia di Finanza e Direzione provinciale del Lavoro nella sede dell’associazione (leggi l’articolo), anche se aveva già fatto discutere l’esposto presentato nei mesi scorsi dalla Federcofit, associazione che raccoglie le imprese funebri italiane e conta 196 aderenti nelle Marche e una trentina in provincia di Macerata, contro la Croce Verde a tutela del mercato e della concorrenza.

Il responsabile Federcofit Marche Gianluca Corvatta
AGENZIA FUNEBRE TRA REGOLE E SERVIZI – Insomma intorno ad un settore normalmente “silenzioso” si è fatto questa volta un gran vociare e alle accuse mosse da più parti ha risposto nei giorni scorsi. Cronache Maceratesi ha quindi voluto innanzitutto capire come funziona tecnicamente un’agenzia funebre e a spiegarcelo è Gianluca Corvatta, titolare di un’agenzia funebre e responsabile Federcofit per le Marche.
«L’agenzia funebre – spiega – è una struttura che si forma in seguito al rilascio di un’autorizzazione amministrativa che comprende agenzia di affari, trasporto e commercio, solo in caso di decesso. Ciò vuol dire che nessuno può vendere un cofano ad esempio se non c’è una persona morta. L’agenzia ha la sua sede e un direttore abilitato che è l’unico abilitato a trattare affari nella sede deputata, se va in vacanza o si allontana deve comunicare il nome di un sostituto».
Corvatta insiste anche sulla sicurezza e sulla formazione: «La Regione Marche, più di altre, ha regolamentato il settore ponendo importanti paletti sulla sicurezza dei lavoratori e del luogo di lavoro in cui siamo chiamati ad essere incaricati di pubblico servizio per questo un’agenzia deve investire anche sulla formazione del personale. I necrofori non sono volontari, ma inquadrati come tali e hanno anche un equipaggiamento specifico per la funzione che è un costo notevole. L’agenzia deve anche avere mezzi che devono essere molto eleganti e ben fatti, perciò sono costosissimi e non sono regalati».
A proposito di funerali, Corvatta parla di infiniti servizi possibili: «Si va dalla fornitura di capi di vestiario, dell’intimo dell’accessoristica, alla ricomposizione fatta da persone abilitate alla tanatoestetica, alla fornitura della camera ardente fino al cofano che di solito nelle agenzie è made in Italy, c’è poi l’addobbo floreale, la stampa di epigrafi personalizzate, foto di varie dimensioni e su qualunque supporto, personale in numero idoneo per il trasporto del feretro in sicurezza in base alle condizioni. Le agenzie possono occuparsi anche della progettazione di lapidi, di monumenti cimiteriali e anche delle pratiche per l’installazione. Tutti questi servizi possono e non possono incidere sul costo finale di un funerale che si basa sulle regole di un mercato e che, come risulta dagli studi di settore per le nostre regioni centrali, si aggira tra i 1.600 e i 2.800 euro a servizio funebre.. Le agenzie devono avere anche un magazzino per ogni evenienza e questo rientra nel rischio d’impresa».
Corvatta commenta anche la vicenda Croce Verde: «Ho querelato Angelo Sciapichetti e come me una decina di imprese funebri perchè ritengo che un politico, che tra l’altro ho votato per rappresentarmi in Consiglio Regionale, non possa diffamare con l’affermazione “sistema malavitoso” pubblicamente una categoria che, per quanto mi riguarda, come responsabile del settore nella Regione Marche, investe su risorse umane, capitali, paga imposte, tasse e non ultimo, non ha mai avuto pendenze di carattere giuridico /penale. Nessuno ce l’ha con la Croce Verde e il lavoro classico del volontario è a dir poco ammirevole ma staremo a vedere i bilanci. Tra l’altro neanche per me le cose sono facili: Sciapichetti ha ricevuto i proiettili ma negli ultimi 3 mesi io ho avuto piccoli furti, vetrine rotte e scherzi telefonici (leggi l’articolo), che dovrei dire?».

Il segretario nazionale Federcofit Giovanni Caciolli
“NESSUN ATTACCO ALLA CROCE VERDE, SOLO RISPETTO DEL MERCATO E DELLA CONCORRENZA» – Giovanni Caciolli, segretario nazionale di Federcofit, ha manifestato sin dall’inizio della vicenda la sua opinione sull’attività di onoranze funebri della Croce Verde, attraverso l’esposto presentato. Dopo l’intervista rilasciata da Stefano Monachesi, presidente della Croce Verde (leggi l’articolo) nega che ci sia qualsiasi disegno o attacco contro la onlus. «La deformazione è quella che vede in tutto l’aggressione quando in realtà l’aggressione è quella fatta dagli operatori. La Croce Verde per 5 anni ha operato abusivamente quindi prima deve mettersi in regola per quanto fatto in passato e poi per il futuro».
Caciolli, perchè avete deciso di presentare un esposto contro la Croce Verde di Macerata?
«Il fenomeno delle onlus che operano nel settore nacque 20 anni fa con le Misericordie toscane e da allora noi controlliamo le situazioni come queste e a Macerata ce n’è una . Ho letto il giudizio di Monachesi sul settore onoranze, non solo è poco sereno ma non si basa assolutamente nè su cose provate, nè su un criterio giusto.Quello che Monachesi afferma mi sembra metta in evidenza una cosa importante, sempre evidenziato dalla Legge Regionale, e cioè che il settore delle onoranze commercialmente ha regole precise che non possono essere non rispettate da tutti coloro che lo esercitano Questo non lo dice Federcofit ma l’Agenzia delle Entrate che regola anche il settore del volontariato. In Toscana, dove la presenza delle onlus nel settore è più marcato, in un convegno a Lucca, i tecnici dell’agenzia delle entrate sottolinearono che la norma che prevede condizioni di favore per la onlus ha anche il chiaro scopo di isolare e contrastare l’uso distorto dello strumento associazionistico laddove intralcia la concorrenza. Non lo diciamo perchè ce l’abbiamo con la Croce Verde di Macerata ma lo ripetiamo da decenni, lo abbiamo detto anche all’ex sindaco Giorgio Meschini quando si trattava di convertire le vecchie autorizzazioni nelle nuove. Oggi guarda caso diventerà il presidente della srl».
Secondo lei la costituzione della Croce Verde srl può sanare la situazione che avete denunciato?
«Innanzitutto, il Comune deve intervenire su quello che è successo finora. Non è possibile che non si rispettino e poi ci si rimetta a posto, poi bisogna poi verificare se l’attività viene svolta in termini corretti. Aggiungiamo a questo il fatto che si approfitta dell’immagine, giustamente consolidata e importante della Croce Verde, per vendere servizi che alla onlus non spettano e questo problema si ripeterà con la Croce Verde srl che ne utilizza persino il nome. Una onlus che deve tutelare il patrimonio ma è legittimo che fondi una srl e se ne riservi una fetta importante? Una srl è una struttura per fare utili, ma la onlus non deve lavorare per fare utili. Vorrei anche sapere se i cittadini avranno la consapevolezza di affidarsi a dei volontari o a una srl che ha l’obiettivo di creare utili e ancora mi chiedo dove sarà la sede della srl, dove sarà collegata telefonicamente. Il giochino mi sembra quello di coprire cose che ormai non è più possibile fare in altro modo ma questo non è trasparenza. Noi siamo per tutelare le onlus che sono importantissime e hanno una loro funzione fondamentale ma nel rispetto dei vincoli imposti, non dai concorrenti del settore, ma dalla legge. Tra l’altro non meraviglia che tra i soci ci sia qualcuno che fornisce cofani o presta o fitta il carro alla Croce Verde? Più della metà dei sottoscrittori è riconducibile a lui. Ci sono conflitti di interesse piuttosto evidenti».

Lo striscione all’ingresso della sede della Croce Verde
E’ vero che in molti casi, in provincia di Macerata, specie nei paesi più piccoli, si opera in regime di monopolio?
«In un settore tanto difficile i parenti sono in una condizione contrattuale particolarmente debole per questo le deleghe vanno sottoscritte nella sede perchè siano frutto di una scelta, per assicurare garanzie di sicurezza del dolente, quindi non si può assolutamente trattare altrove quindi nel momento della scomparsa di un familiare è difficile che si possano fare centinaia di chilometri per cercare un servizio di pompe funebri altrove. Si deve sapere poi che l’attività di agenzia presuppone che ci sia in ogni sede almeno un direttore tecnico che può trattare solo personalmente il servizio e che i familiari del defunto devono recarsi personalmente in agenzia a firmare la necessaria delega. E’ bene anche che si sappia che per la Croce Verde i direttori tecnici abilitati sono Lauro Ricotta e Michele Maccari per la sede di viale Indipendenza ma ci risulta che anche altri appartenenti all’associazione vendano funerali».
Una delle accuse mosse contro la Croce Verde, assolutamente respinta dal presidente Monachesi, è che siano in una posizione vantaggiosa visto che andando a soccorrere i malati possono avere un contatto immediato con i familiari degli eventuali defunti. Che ne pensa?
«La questione è molto discussa in tutta Italia. L’Autorità Garante ad esempio ha decretato l’incompatibilità tra chi ha la gestione delle camere mortuarie e chi gestisce le pompe funebri per evitare che si creino posizioni dominanti. Alcuni Comuni hanno deliberato che chi fa recupero salme non può fare pompe funebri, perchè questa posizione non risponde nè alla deontologia professionale nè alla correttezza di rapporto. I volontari della Croce Verde hanno accesso all’ospedale e soccorrono i malati, mi sembra che ci sia qualcosa che non va. In Emilia Romagna la legge ha escluso le onoranze funebri dagli ospedali, la Croce Verde resta e ha la possibilità di analizzare in modo capillare tutte le situazioni di degenza. capisco che le associazioni hanno un grande consenso elettorale ma sono queste situazioni che fanno dimenticare il rispetto per la gente, queste situazioni non favoriscono scelte consapevoli e vanno ricondotte alla regolarità».
Il presidente Monachesi parla però di diverse consorelle in tutta Italia che si occupano di onoranze…
«Non tutte le consorelle si muovono allo stesso modo, verso quelle che lo fanno siamo in battaglia. Ad esempio a Reggio Emilia c’è una consorella che fa quasi 1500 servizi funebri e questo è elemento di scandalo. Comunque non mi risultano consorelle diventate srl, per ora sono rimaste onlus».

Uno dei mezzi della Croce Verde onlus
Per quanto riguarda invece la “rete” di cui parla il presidente…
«L’agenzia funeraria è un’attività diversa dalle altre, per questo non si mettono manifesti o cofani in vetrina e non abbiamo mezzi sui quali promuovere la nostra attività come fa la Croce Verde. Per questo gli operatori hanno una grande capacità di relazioni sociali, pagano il caffè a tutti, sanno che succede nel paese. Quando si parla di rete però si intendono scambi a pagamento. E’ vero che si è diffuso in diverse città un malcostume che noi stiamo combattendo per cui le agenzie che si fanno passare defunti dagli infermieri. E’ inaccettabile».
E la calmierazione dei prezzi?
«Sinceramente non mi sembra che ci fosse il bisogno di calmierare i prezzi. Io non so come Monachesi possa conoscere il listino prezzi delle altre agenzie che normalmente viene solo esposto in sede, se si basa sul sentito dire non ci siamo proprio. Le tariffe delle agenzie maceratesi, comunque, per quanto risulta a noi sono come quelle della Croce Verde se non minori e tanto più che la Croce Verde con quei prezzi comprende dei servizi basilari».
Cosa pensa della richiesta dei due dipendenti e dell’ex dipendente che chiedono 200mila euro di rimborsi per stipendi e straordinari non pagati?
«I dipendenti non hanno fatto un polverone per distruggere la Croce Verde, il lavoro è sacro e va tutelato. Quello che ripeto a tutti i nostri associati è che se utilizzo un contratto a progetto per un necroforo, ha tutti i diritti di contestarlo perchè sono io astabilire il suo orario. Se un dipendente contesta perchè aspira anche lui ad avere un posto fisso è un perverso o è uno che difende un diritto banale? Mi preme anche sottolineare delle dichiarazioni fatte dal presidente Monachesi che proprio non mi quadrano. Lui dice “noi abbiamo sempre pagato le tasse” ma se la Croce Verde è una società non commerciale con fini no profit che tasse avrà pagato? Monachesi poi spiega il controllo fiscale della finanza dicendo che si tratta di una verifica a fini Iva ma come lo spiega se i servizi di trasporto sanitario e di onoranze funebri sono in base alla legge totalmente esenti da Iva?»

il presidente della Croce Verde Stefano Monachesi
LE PRECISAZIONI DEL PRESIDENTE STEFANO MONACHESI – Dopo l’intervista dei giorni scorsi, Stefano Monachesi precisa quanto dichiarato, anche in risposta ai quesiti posti nei commenti: «La Croce Verde srl non verserà un corrispettivo alla onlus perchè non ci sarà la cessione di un ramo d’azienda ma l’affitto con durata annuale eventualmente rinnovabile, non trattandosi di cessione non possiamo parlare di avviamento acquisito perchè il contratto è temporale. In merito alla pubblicità della sottoscrizione, abbiamo dato la più completa informazione con circa 1500 raccomandate inviate ai soci, lasciando a tutti il tempo di intervenire. Abbiamo accolto tutte le richieste pervenute ma non è da escludere una riapertura delle sottoscrizioni con un aumento di capitale sociale, può essere un’idea per il futuro che raccoglieremo. Per finire 160 sono le sottoscrizioni complessive, 64 sono in capo alla Croce Verde mentre 96, che corrispondono al 60%, sono state distribuite ai privati. Una quota non corrisponde all’1%. Teniamo conto che i detentori vanno da un minimo di una quota a 5 quote massimo».
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Qundi la Croce Verde se per 5 anni ha operato abusivamente come dice Caciolli Giovanni deve prima mettersi in regola con quanto guadagnato poi pensare al futuro SRL, perchè altrimenti per il prof. Monti siamo sempre noi pensionati gli evasori che non pagano le tasse.
in regola o no si preoccupano perchè gli portano via il lavoro loro costano troppo la croce verde fa risparmiare (spero)
la lobby de li cassamortari……
C’e’ crisi pure li! La gente campa de piu’!
è una indecenza che le aziende private, le libere imprese, debbano subire una concorrenza così sleale !
Se e’ cosi’ (io non ne so niente e quindi potrebbe anche essere come dicono) cioe’ che la croce verde opera abusivamente da 5 anni… perche’ non l’hanno denunciato prima il fatto?
Se lor signori permettono…
mi toccherei quel tanto che basta…
Sembra evidente il giochino sporco, sembra..
Se si vuole aprire una impresa funebre, perché implicare la croce verde? Perchè non aprirne una di proprio conto e fare concorrenza normale a quelle già esistenti? In tal caso si potrebbero fare prezzi più bassi, rompere il ‘cartello’, ammesso che esista, ma in piena lealtà e correttezza. Anzi!! Ciò farebbe bene al mercato poiché farebbe abbassare i prezzi.
Se, invece, si sceglie la strada che passa dalla Croce verde, si dà la netta impressione che lo si faccia apposta per sfruttare la posizione di vantaggio che si ha, per sbaragliare la concorrenza.
La solita italietta dei furbi??
Capisco gli operatori del settore che perdono profitti, pero’ capisco anche i cittadini che si rivolgono alla Croce Verde per risparmiare sensibilmente. Mica tutti i cittadini navigano nell’oro!!! A volte, per tante famiglie, il decesso di un congiunto è un dolore grandissimo, ma anche una fortissima preoccupazione non sapendo dove trovare i soldi per pagare. Non voglio entrare nel merito dell’operato della Croce Verde non conoscendo come stanno le cose.
Come cittadino pero’ sento che se una onlus si impegna per calmierare i prezzi dei funerali fa una cosa importantissima.
Purtroppo non è possibile, altrimenti sarebbe bene che i cittadini facessero sentire la loro voce …..SMETTENDO DI MORIRE.
Io non credo che il sistema sia malavitoso, limitatamente alla nostra zona. Ma che il rachet del caro estinto
esista nella maggior parte d’Italia, è un fatto acclarato, da noi non è cosi? Menomale, sarebbe proprio l’unica
istituzione o ente o privato che si salvano, in mezzo ad una illegalità che ogni giorno viene certificata.
Ma che ci sia il connubio, tra agenzia delle pompe funebri, determinati personaggi ospedalieri, ed altri, in Italia
è un fatto riscontrato. Da noi non è cosi? Onore al merito.
Vorrei dire sommessamente agli operatori del settore, che in Italia già da tempo siamo arrivati al funerale
con pagamento rateale, cioè dilazionato anche ad un anno. Se gli operatori, riescono a riservare queste
condizioni, significa che in realtà, tanto male non va. In un momento in cui le banche non danno un centesimo
c’è chi ha la possibilità di erogare prestiti per questo genere di investimenti.
Onestamente arriviamo alle assurdità, una volta era il comune a farsi carico di chi non era in condizioni di
far fronte all’ultima spesa della sua vita, ora ci pensano le agenzie a costo…………………………………………….
Se come si evince dall’articolo risultasse vero che la Croce Verde, relativamente al “caro estinto”, ha operato abusivamente per 5 anniciò significa che dovrebbe aver violato l’art. 348 del codice penale (abusivo esercizio di una professione)
Ma se (il condizionale è d’obbligo) ha esercitato abusivamente perchè gli aventi diritto hanno atteso (sembrerebbe) ben lunghi 5 anni prima di attivarsi???
E perchè poi l’esposto e non la denuncia??
Allora signori facciamo un po’ di chiarezza… Sono cinque anni che la Federcofit, federazione del comparto funerario italiano, ha intrapreso un’attività di controllo su lo svolgimento dell’attività funebre da parte di soggetti che non rispondono ai requisiti che lo stato e poi le regioni hanno emanato per questo tipo di attività. Tra i tanti anche la Croce Verde “ONLLUS” rientra, a suo e a nostro parere, tra quei soggetti, che per la POSIZIONE PREDOMINANTE NEL MERCATO, non possano svolgere attività funebre. Quindi in questi cinque anni si è tanto denunciato che esposto che pubblicato ma sempre trovando amministratori comunali, dirigenti asur e politici d’accordo con le nostre idee ma che non hanno mai preso iniziative importanti. Ora che è cambiato, che la GdF a intravisto, forse, un’attività illecita e si è passati, finalmente dalle parole ai fatti. Così magari si potrà sciogliere questo luogo comune del risparmio, che non corrisponde assolutamente a verità, in più, tanto per aggiungerlo, le imprese, per chi non lo sapesse, possono già da tempo, dilazionare con forme di credito al consumo i costi dei propri funerali. Concludo affermando che per fortuna, nell’isola felice marchigiana, non esiste ne cartello ne lobby del caro estinto e mi ripeto, non lo dico io personalmente ma la storia giudiziaria della nostra grande regione.