di Bruno Mandrelli
Per quanto, come è naturale che sia, il dibattito politico in periferia sia incentrato soprattutto su questioni di carattere locale, vi sono argomenti di interesse generale sulle quali mi sembra utile concentrare l’attenzione. Uno, tra i tanti, è quello relativo alla riforma della legge elettorale, argomento sul quale stiamo assistendo in queste settimane ad un balletto davvero indecoroso.
Da un lato emergono tra le forze politiche vistose contrapposizioni sulla misura del cosiddetto “premio di maggioranza”, quasi che sia esiziale fissare l’asticella al 40% o al 42,5% dei consensi per aggiudicarselo (e pensare, lo ricordava Massimo Teodori sul Corriere della Sera del 10 novembre, che sessanta anni fa la proposta di dare un “premietto” alla coalizione che superasse il 50% dei consensi venne etichettata come una “truffa”), dall’altro sembra che tutto ed il contrario di tutto sia possibile ipotizzare e magari fare salvo che abrogare la vergognosa normativa che impedisce ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti (sotto forma di voto di preferenza come alle elezioni comunali o di scelta su collegi uninominali con candidati contrapposti), obbligandoli a votare per liste bloccate con un metodo di designazione – o nomina – degli eletti che ricorda l’impudenza dei tristi sistemi elettorali del ventennio.
C’è quindi da augurarsi che, in un rigurgito di coscienza e di etica politica, i partiti siano in grado, in questo scorcio di legislatura, di porre rimedio a questa orribile situazione e spero che il PD sia la forza politica che più di tutti possa impegnarsi in tal senso, dando un contributo di responsabilità ed autorevolezza determinante per la modifica dell’attuale meccanismo.
Credo che ben si comprenda come, a prescindere dai principi generali, sia necessario per tutti, soprattutto nei momenti di crisi grave come quelli che stiamo vivendo e che vivremo nei prossimi anni (siamo solo all’inizio, purtroppo) ritrovare anche un rapporto fecondo con i rappresentanti del territorio impegnati a livello parlamentare facendo in modo, come prima cosa, che siano effettivamente rappresentanti del territorio e non scelte imposte dall’alto.
Ma se, per un motivo o per un altro ed anche a prescindere dalle responsabilità di questa o quella forza politica, l’attuale indecenza rimanesse tale e quale ed ancora una volta i cittadini venissero chiamati ad esprimere consenso su scelte fatte da altri (non si sa come, non si sa dove e non si sa perchè) abbiamo a mio avviso la necessità di individuare meccanismi correttivi che pongano un freno al già rilevante fenomeno della fuga dalle urne (le elezioni regionali in Sicilia, in termini generali, sono state un esempio in tal senso) e restituiscano un minimo di potere di scelta ai cittadini elettori.
Il PD, a livello locale, può fare qualcosa in tal senso: ad esempio e sulla scorta di ragionamenti già in atto nella zona di Pesaro, esigere quantomeno che i candidati inseriti nella lista bloccata – in posizione eleggibile – siano comunque espressione del territorio sulla base di una selezione preventiva e pubblica, non delegata a questo o quell’organo superiore. Se si è adottato il principio delle Primarie come elemento qualificante (e, per altri aspetti, fondativo) del PD, nulla ci impedisce di scegliere i nostri candidati al parlamento nazionale con questo sistema: se Primarie devono essere lo siano quindi sino in fondo, non è sufficiente limitarsi all’indicazione del futuro candidato alla Presidenza del Consiglio.
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Se non ci sarà una nuova legge elettorale a vincere sarà il partito del non voto. In questo il Pdl e il Pd hanno una grossa responsabilità
Io non penso che sulla legge elettorale i partiti abbiano tutti la stessa responsabilità . Il Pd da tempo propone il maggioritario a doppio turno con collegi uninominali che sarebbe di gran lunga il sistema migliore perché garantisce governabilità e possibilità di scegliere il proprio rappresentate al parlamento . Ma gli altri partiti sono alla ricerca della soluzione che più li favorisce o meno li polemizza . Detto questo se la legge rimanesse l’attuale sarebbe davvero auspicabile che il centro sinistra desse l’opportunità di pronunciar si anticipatamente ai suoi elettori per scegliere chi debba ottenere poi la “chiamata” del partito . Almeno quello . Bersani lo aveva detto ma poi non se ne è più sentito parlare
Unica soluzione per cambiare la politica di questo paese è il sistema elettorale che vige in Gran Bretagna e Stati Uniti: Maggioritario uninominale a turno unico. Il resto sono solo stratagemmi più o meno grossolani per salvare le poltrone di corrotti, ignoranti e delinquenti.
ANCORA CI CREDETE??????????????????LARGO AL NUOVO E AI GIOVANI
Caro pigi78,
se mi leggi, sai che io tratto da ladri i politici e da pezzi di mxxda la Casta.
Però, onestamente so che la stragrande maggioranza dei politici ad ogni livello sono persone oneste e magari pure capaci. Solo che esiste la logica del partito a tenerli uniti, insieme alla preoccupazione di perdere la poltrona. Certo, avvengono errori come quello delle Centrali a Biogas. Gli errori avvengono o per incompetenza, o per corruzione: da qui non si esce. Ma c’è qualcosa di superiore a queste piccole cose umane ed è l’interesse della Nazione.
Forse il PD dovrebbe dire a chiare note che ridurrà del 50 per cento il numero dei parlamentari e le loro retribuzioni. Il Movimento 5 Stelle sta conquistando consensi con questa prospettiva.
Nel 2013, la gente non andrà a votare, oppure voterà il Movimento 5 Stelle.
Ma, sarebbe un danno se una forza politica organizzata come il PD, con una storia dietro, che non ha un leader maximo che può crollare come è avvenuto col PdL, non avesse una stabilità al suo interno, rappresentata da un leader di provate capacità governative come Bersani. Il giovane Renzi vuole rottamare tutto. Forse, è solo un gioco della parti pr recuperare quelli che potrebbero andarsene altrove. Le primarie del PD di domenica prossima sono comunque importanti e le iscrizioni avvengono in una forma burocratica molto pignola, che dovrebbe garantire i vari concorrenti.
Caro Bruno,
se le primarie per scegliere i prossimi candidati al Parlamento saranno organizzate come quelle attuali finalizzate a scegliere il candidato premier, allora è meglio non farle. Non è possibile, infatti, organizzare le primarie per rendere più partecipi i cittadini, e poi, con regole di voto assurde, limitare strumentalmente al massimo la partecipazione per favorire l’oligarchia dominante. Sa tanto di presa in giro.
Al Parlamento per il Pd?
Dalle voci che girano saranno coloro che, negli ultimi anni, hanno fatto molto: Spacca, Comi, Giannini, Sciapichetti….
Poi si potrebbe aprire un discorso su per/a chi ano fatto molto…..
Ottimo. Condivido appieno.