Il Consiglio di Stato dà ragione al Tar
La discarica di Cingoli si farà

I rifiuti potranno essere abbancati per un tempo massimo di 7 anni e 4 mesi, e comunque in quantità non superiore ai 450mila metri cubi. Soddisfatto il presidente della Provincia, Antonio Pettinari

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Fosso Mabiglia (foto del Comitato contro la discarica di Cingoli), luogo deputato ad ospitare la discarica provinciale

Il Consiglio di Stato, con il dispositivo di sentenza del 7 novembre 2012, respinge gli appelli presentati al Tar Marche in merito alla discarica di Fosso Mabiglia a Cingoli. In seguito alla prima decisione favorevole del Tar, la Provincia aveva concesso la Via (valutazione d’impatto ambientale) e l’Aia (autorizzazione integrata ambientale).
Lo scorso 10 febbraio il Tar delle Marche aveva respinto i 4 ricorsi che erano stati presentati contro la realizzazione della discarica di rifiuti urbani, destinata a funzionare come sito di smaltimento d’appoggio al Cosmari. Si trattava di quattro distinti ricorsi che i giudici del Tar Marche avevano esaminato singolarmente e deciso con separate sentenze emesse tutte in un’unica udienza. I diversi ricorsi erano stati proposti dal Comune di Cingoli, da uno dei proprietari terrieri interessati all’esproprio e da due comitati di cittadini residenti nella zona. Diversi erano anche gli atti di cui i ricorrenti chiedevano l’annullamento. Tra questi, in particolare, la delibera delle Giunta provinciale di Macerata, primo atto compiuto dall’Amministrazione Pettinari, appena insediatasi, con la quale il 18 luglio 2011 era stato approvato il progetto della discarica presentato dal Cosmari, l’autorizzazione paesaggistica, nonché l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Provincia al Cosmari per la realizzazione dell’impianto, a sua volta preceduta dalla provvedimento di Via.  Nel confermare la piena legittimità delle procedure seguite e delle valutazioni espresse dalla Provincia e dal Cosmari il Consiglio di Stato, con tale pronuncia, ha messo fine ad un complesso e lungo contenzioso, iniziato nel 2008, dal Comune di Cingoli e da alcuni soggetti privati rendendo finalmente realizzabile da parte del Consorzio l’impianto nella località prescelta ponendo così fine allo smaltimento in altre discariche marchigiane attive al di fuori dell’Ato 3 ed ai maggiori costi conseguenti. L’Amministrazione provinciale, convenuta in giudizio insieme al Cosmari, è stata difesa dagli avvocati Franco Gentili e Silvia Sopranzi, entrambi dell’ufficio legale interno.
Il presidente della Provincia, Antonio Pettinari, che aveva più volte ricordato la necessità di smaltire i rifiuti all’interno della territorio provinciale, mettendo fine all’inevitabile, quanto costosa, attuale “emigrazione”, aveva già dato istruzione ai propri uffici di serrare i tempi e seguire costantemente la procedura avviata dal Cosmari affinché si arrivasse quanto prima alla disponibilità della discarica.  “La realizzazione della discarica è un atto fondamentale – commenta Antonio Pettinari – per lo smaltimento dei rifiuti non solo per i costi, ma anche per la gestione del loro intero ciclo. La discarica sarà realizzata nel massimo e rigoroso rispetto delle normative e della sicurezza dei cittadini, oltre che nel rispetto dell’ambiente. La creazione della discarica prevede, infatti, il massimo rigore sulle prescrizioni imposte dalla Provincia così come la gestione seguirà le procedure e le modalità di massima sicurezza con un monitoraggio di controllo in tutte le sue fasi”.
In base al progetto approvato – e sul quale c’è ora anche l’avallo di una sentenza favorevole del Tar e del Consiglio di Stato – l’impianto di Cingoli si estenderà su una superficie di circa dieci ettari, comprese la viabilità interna. Gli abbancamenti di rifiuti saranno limitati ad una quantità di 450 mila metri cubi, in un periodo massimo di 7 anni e 4 mesi. Questo limite temporale – come indicato dalla Giunta provinciale nell’autorizzazione rilasciata – dovrà esser rispettato anche se la quantità abbancata dovesse risultare inferiore a quella massima prevista.



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