di Alessandra Pierini
La Regione Marche è, in Italia, quella che ha speso di meno per i consigli regionali. Il governatore delle Marche Giammario Spacca ha subito approfittato del primato per pubblicare sulla sua bacheca di Facebook e per diffondere le tabelle proposte ieri sera da Porta a Porta, la trasmissione televisiva di Rai Uno che si è occupata dello scandalo dei contributi ai gruppi regionali nel Lazio. «Le Marche fanalino di coda, ma è un vanto in questo caso» ha commentato il presidente con orgoglio.
La Regione Marche “ha fatto parte dell’obbligo suo”, viene da dire invece a chi ogni giorno lotta per far quadrare i conti. In effetti la normalità non è certo quanto accaduto in Lazio, con lo spreco di denaro pubblico per interessi assolutamente personali dei consiglieri, e vantarsi di aver destinato “solo” 531.574 euro sembra quanto meno una forzatura. Come abbiamo già sottolineato (leggi l’articolo) non tutte le spese della Regione sono esattamente contenute e calibrate ai tempi che corrono: tralasciamo le indennità dei consiglieri che oscillano tra i 7.334 e i 10.154 euro, ma 400 mila euro annui di rimborsi chilometrici, 84 mila euro di parcheggio privato e 4 milioni di euro annui di vitalizi sono cifre che non fanno pensare ad una gestione sobria della spesa pubblica. Lo stesso vale per la manovra per la conferma di 16 dirigenti regionali a tempo indeterminato e senza concorso. Piuttosto che guardare ad esempi negativi per poter sottolineare le proprie virtù, non sarebbe forse il caso di ispirarsi ad esempi eccellenti che, ahimè, in Italia non si trovano così facilmente?
Spacca, sempre attraverso la sua pagina Facebook, propone anche la sua ricetta per ridurre i costi della politica: «Applicare i costi standard delle Regioni più virtuose anche ai costi della politica, allineando le spese in tutt’Italia a quelle delle Regioni più sobrie e virtuose: è quanto propongo in vista della Conferenza delle Regioni di domani. In una fase drammatica come questa è necessaria una immediata e forte reazione delle Regioni, con un’autoriforma condivisa e basata non su proclami ma su atti concreti. Non si può fare “di tutta un’erba un fascio” perché sui costi della politica le situazioni sono molto differenziate, come dimostrano anche le varie classifiche che stanno uscendo in questi giorni. Dunque, la definizione di un rigoroso benchmarking di virtuosità, con l’applicazione dei costi standard più bassi, insieme ad altri criteri, può offrire un utile contributo per la drastica riduzione delle spese e, soprattutto, per evitare una crisi di credibilità che può travolgere il Paese. Del resto tale metodo si sta applicando in sanità, non vedo perché non dovremmo estenderlo anche ai costi della politica. In particolare, è necessario individuare in modo condiviso tra le Regioni un sistema di parametri di spesa riconducibili ai costi della politica e su questi effettuare un confronto oggettivo tra Regioni, rendendo applicabili per tutti i parametri di quelle più parsimoniose. È vero che esiste il limite dell’autonomia regionale, ma credo che una fase drammatica come questa sono necessarie scelte forti, coraggiose e immediate». Giusto, esattamente quelle scelte forti, coraggiose e immediate che ci aspettiamo dal nostro Consiglio regionale.
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c’è da ke essere orgogliosi veramente
io dico quanto ancora potremmo tagliare senza che questi poveri cristi che ci comandano cambino il loro stile di vita? nel parlamento, nel senato, nelle regioni, nelle provincie, nei comuni….ma quanti ne sono che spendono e spandono a loro piacimento senza fare un …..?!?!?!?
C’è poco da gongolare, nessuno dice che le indennità dei Consiglieri regionali delle Marche ammontano ad € 11.263.639/anno ed incidono per 720 euro ogni 100 abitanti.
La Regione più virtuosa è l’Emilia Romagna, in cui la spesa per le indennità dei 50 consiglieri incide per 162 euro ogni 100 abitanti; poi viene la Lombardia (€ 183), il Veneto (€ 236), la Toscana (€ 251), il Piemonte /€317), la Calabria (€ 349), la Puglia (€ 385), il Lazio (€ 422), la Icilia (€ 442), l’Abruzzo (€ 669), ecc. (Vedi l’inchiesta sui costi della politica del sole 24 ore)
ah che onore!!!!
Oltre a gongolare, questo signore offre addirittura le ricettine, dopo che i consiglieri della sua regione beccano indennità da nabbabbi e dopo aver approvato una legge estiva con cui confermare a tempo indeterminato l’incarico di dirigente a ben 16 dipendenti regionali (alla faccia dell’obbligo del concorso pubblico).
dovrebbe spiegarle a tutti quelli che hanno la sfortuna di lavorare e a quelli che non hanno nemmeno quella.
dovrebbe pure spiegarle ai giovani laureati che hanno a disposizione i centri per l’impiego, gli stages e i vouchers della sua regione. chissà se continuano a credere nella meritocrazia e nella parità di accesso agli impieghi pubblici.
Li aspettiamo tutti con pazienza e memoria alle prossime elezioni. Gli auguro di portare a casa pochi, pochissimi voti. Toh, ….. 16 al massimo.
Signori, diffidate da quello che ha detto porta a porta: le cifre vanno rapportate agli abitanti . E’ chiaro che Regioni molto più grandi delle Marche come Lombardia, Sicilia, spendono più di noi. Ha ragione enossam che mi ha preceduto. Qui in Regione c’è poco da ridere!!!!!!!!!!
I gruppi consiliari regionali hanno sempre oscillato tra organo istituzionale ed organo di partito (o di lista civica eccetera) “a statuto speciale”. Il finanziamento delle loro attività è progressivamente divenuto anche finanziamento indiretto ai partiti e alle liste civiche di riferimento. I gruppi consiliari rientrino nei ranghi; i finanziamenti pubblici coprano solo le attività interne legate al ruolo istituzionale; i partiti (dirigenti, eletti e militanti) si abituino ad autofinanziarsi.
Se i nostri consiglieri regionali, se il nostro governatore con i loro “miseri” stipendiucci proprio non ce la fanno a tirare avanti glieli trovo io parecchi volontari disposti a sostituirli…
Vogliamo parlare chiaro una volta per sempre ?
Questi tromboni che ambiscono ad entrare quali amministratori in regione (consiglio, presidenza, giunta) per
poter avere la poltrona sono pronti a vendere l’anima al diavolo. Una volta occupato il posto, il loro primo pesiero
è di recuperare quanto speso e guadagnadoci su. Ma mi domando se tanto hanno fatto per essere eletti, e
nessuno li ha obbligati, per quale motivo i cittadini gli debbono pagare di tutto e di più, oltre uno stipendio che comunque
lo si veda è sempre il doppio di quanto meritano. Se debbono fare la strada per andare in regione, per quale
motivo gli dobbiamo anticipare le spese. Tutti lavoratori che vanno a lavorare in altre citta, anche fuori regioni
le spese se le pagano, non hanno rimborsi, perche a questi tromboni, dobbiamo rimborsare le spese viaggio
oppure i buoni benzina e quantaltro, nessuno li obbliga a restare se ci rimettono, se ne vadano, nessuno
piangerà, per un magnaccia in meno.
Ci aumentano i tiket, ci fanno la caccia per lo scontrino, ci fanno pagre farmaci, ci chiudono ospedali, poi
vediamo questi tromboni di tutta Italia, che mangiano a quattro ganasce.
Uno stipendio di 4000 € è quattro volte quanto guadagna e ci vive un operaio, quindi riduciamo quanto intasca
no, e spendiamo per servizi ai cittadini. Che cosa hanno di più di un comune lavoratore questi signori?
Forse uno stomaco da riempire come quello di un maiale?
Basta se non si accontentano di 4000 € mese tutto compreso se ne vadano, il popolo è stato ridotto alla
fame e questi non si vergognano di farsi vedere in giro. Debbono fare la vita di un cassintegrato, ed è già
troppo, visto come hanno ridotto il paese.