Sul tema giovani e lavoro pubblichiamo oggi una nuova, toccante testimonianza, arrivata alla nostra redazione. Susanna Giustozzi rappresenta tanti “under 35” alle prese con il tempo negato della disoccupazione. Diplomati, laureati e dottori di ricerca specializzati. Tutti devono fare i conti con la crisi delle imprese, con i tagli nel settore pubblico e con la poca lungimiranza della classe politica.
di Susanna Giustozzi
La risposta è no. Non posso più far finta di nulla, fingere che tutto stia andando per il meglio. Si parla tanto di “flessibilità”, ma non sempre si dice cosa sia davvero, come agisce sulle concrete esperienze dei singoli e quanto influisca sulla persona. Uno scenario lavorativo deprimente è quello che ci attende, ai noi giovani disoccupati. Una specie di gioco d’azzardo in cui un gran numero di giovani scommette sulla possibilità di entrare a far parte della ristretta cerchia dei fortunati. Ma quale coincidenza? Anche in questo caso, i compensi vengono attirati dai più potenti, pertanto la flessibilità accentua solo l’ineguaglianza attraverso questo tipo di mercato. Dopo questa premessa le domande che mi pongo spesso sono: quale futuro? Quale lavoro? Quale famiglia? Quale carriera? E quale sogno? Se neppure le esperienze passate possono più servire da guida per il presente!? Tutto ormai è in via di cambiamento, ma non per questo scompaiono le forme di potere e di controllo né le disuguaglianze nelle opportunità e tanto meno le mancanze di rispetto per un giovane laureato e qualificato che almeno meriti la possibilità di mettere a disposizione le proprie competenze e contribuire alla riuscita di una buona prestazione lavorativa. Voglio raccontarvi la mia ultima esperienza, che con tanta rabbia, ma anche ironia, mi costringe a scrivere queste righe, per descrivere non solo un’ingiustizia o una sconfitta, ma ancor di più l’amarezza e la delusione di vivere in un posto dove certe cose accadono e non hai nemmeno l’illusione che sia un momento passeggero. Pochi giorni fa ho svolto una selezione in una nota agenzia per il lavoro internazionale sita nella provincia, per una posizione da stagista interna alla filiale. Per chi se ne intendesse poco, le agenzie per il lavoro dovrebbero supportare tutte quelle attività relative al settore Human Resources, cercando il candidato ideale per ogni posizione lavorativa. Offrono, pertanto, un servizio di incontro tra domanda-offerta di lavoro. In pratica, tutto fanno meno che aiutare la persona a cercare occupazione. Ritornando alla mia esperienza, dopo aver superato un primo colloquio con la responsabile della filiale, sono passata allo step successivo incontrando la capo area di Marche e Abruzzo. Ricordo che la posizione offerta è uno stage formativo non retribuito per 3 mesi +3 mesi rinnovabili, con nessuna prospettiva futura di inserimento. Per una ragazza come me laureata da 3 anni e con esperienze affini, assai significative, in tutta sincerità, non è di certo quello che avevo sperato in questi anni di sacrificio, spesi in periodi di studio all’estero, laurea, specializzazioni, master, stage, tirocini e collaborazioni. Ma le circostanze non consentono diversamente, dovevo per forza accettare una proposta del genere a quelle condizioni, pur di rimanere senza nulla, anche se la scelta era di per sé poco stimolante e motivante. E le ragioni si spiegano da sole: continuare a formarmi per realizzare la mia professionalità. Il bello arriva quando ricevo l’esito della selezione. Vi sareste mai aspettati una risposta simile? : “Lei , è troppo qualificata per questa posizione, pertanto non l’abbiamo scelta”… e continua “la terremo in considerazione per posizioni più concrete”…. E continua “lei merita di più, non può accontentarsi di uno stage”… E la mia risposta? Silenzio. Che dire? Mi sono laureata nei tempi accademici con ottimi voti. Sono psicologa del lavoro e delle organizzazioni, specializzata nella gestione delle risorse umane, ho maturato esperienza svolgendo in diversi contesti attività di ricerca, reclutamento, selezione, formazione e altre attività di valutazione del personale. Sono regolarmente iscritta all’albo (pagando ogni anno la relativa tassa), il quale dovrebbe assicurarmi l’esclusività e la tutela della mia professione. Sono adatta oppure no per questo tipo di lavoro? Troppo qualificata… risuona ancora nella mia testa come una imprevedibile risposta. Facendo un rapido calcolo tra i tirocini curriculari e quelli post- laurea ho accumulato circa 31 mesi di stage. Tre mesi in più avrebbero fatto la differenza? E poi, cose del genere, succedono solo in Italia? La risposta non la conosco, ma di certo posso affermare che in Italia vivi bene solo se appartieni a determinate categorie: politico, escort, calciatore, grosso imprenditore, nullatenente e infine se sei carcerato, vedi il caso “Dalle bestie di satana alla lode” o il caso di Erika e Omar. Laureate a piene voti in carcere e con una buona prospettiva di lavoro. Questa è la giustizia. Sentirsi offesi è un complimento. Spero nel sentimento di ribellione di noi giovani affinché qualcosa possa cambiare, da subito
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Hai provato a fare la tessera del PD??????
Beh, non si può che essere indignati nel vedere come si sia sbattuta in faccia ad una persona titolata di 35 anni una realtà tanto vergognosa che identifica l’italia all’estero.
Trovo comprensibilissimo il senso di disorientamento e di disperazione che possa assalire una persona che, dopo aver preso il famoso “pezzo di carta” ed essersi specializzata, si trovi a dover scoprire che quel pezzo di carta non serve a niente e che il lavoro è un utopia che richiede compromessi.
Sono dispiaciuto e preoccupato.
Dispiaciuto perchè esperienze come queste ti costringono ad aprire gli occhi ed a mettere in discussione ideali di una vita.
Preoccupato, perchè dopo aver visto la reazione dopo aver appreso che un titolo non porta un lavoro, ho il timore che non prenderà bene neanche la notizia che Babbo Natale non esiste e che i bambini non si trovano sotto i cavoli…
Ciò, nonostante, è soltanto una mia opinione
credo che lei non abbia compreso a pieno la mia riflessione. certo non cado dalle nuvole, sono consapevole della realtà e del valore di una laurea. ma il pensiero va al di là di tutto. è un’analisi del mondo che stiamo vivendo e di come il limite sia stato di gran lunga superato. Poi non ho 35 anni, ma 28 e c’è una bella differenza!!! la sua ironia è fuori luogo e da persona poco dotata intellettivamente. sottoscrivo da psicologa.
X sasa.giusto
Le chiedo venia per averle affibbiato i 35 anni al posto dei 28, colpa di una svista.
Mi cruccio per aver interpretato l’articolo come un annuncio di una scoperta e non come una riflessione sull’etica e sulla civiltà odierna che, seppur conosciuta, può sempre arricchirsi di nuovi punti di vista.
Trovo che la motivazione datale per il mancato impiego sia facilmente comprensibile come una dolce bugia, una delicatezza in un rifiuto, un modo cortese per rendere accettabile un dinniego.
Forse la preparazione era troppa o troppo poca, forse i titoli non rispecchiavano la preparazione o la preparazione non era quella cercata.
Possibile, anche, che si ricercassero per quell’impiego determinanti conoscenze, e forse tali conoscenze, come troppo spesso accade, non volevano essere squisitamente cognitive ma interpersonali.
In ogni caso è un po la scoperta dell’acqua calda che però è e rimane una condizione di disagio per la maggioranza dei giovani e meno giovani.
A volte, ed ovviamente non ho motivo di pensare che possa essere il suo caso, i titoli non rispecchiano un adeguata preparazione e pur se importanti, non hanno peso sulla qualifica della persona e non riescono a giustificare un assunzione.
Ad esempio potrei portarle l’esperienza di una mia parente che, quando colpita nell’orgoglio, tendeva a far suo il concetto secondo cui la miglior difesa è l’attacco, finendo irreparabilmente a voler ostentare il proprio titolo sol perchè iscritta ad un ordine, senza degnarsi di comprendere chi fosse l’incauto interlocutore di turno.
Giusto a dover di cronaca, la mia parente trovò lavoro non appena l’umiltà e la maturità fecero da compagni alle sue qualità intellettuali.
Ciò, tuttavia, è soltanto una mia opinione
le agenzie interinali e tale sistema ha rovinato il mercato del lavoro!!
Beh…anche io mi sono sentito dire “sei troppo qualificato”quando,dopo un anno di ricerche,mi proponevo per fare qualsiasi lavoro.É una risposta che non può che alimentare la rabbia.É una risposta che ti fa valutare ancora peggio le inefficienze negli uffici pubblici…di cui però ti giustifica le lentezze (forse “quelli qualificati” non li hanno presi…).So purtroppo quindi cosa si prova.Una generazione di troppo qualificati in un mondo mediocre.Dovrebbe farci sentire orgogliosi.Per me fa solo incazzare di più…In bocca al lupo.Di cuore.
grazie mile!! grazie x la comprensione e la condivisione di esperienze. x mamo, lei continua a non capire e mi dispiace da un lato ma dall’altro dovrei essere contenta perchè in un mondo di persone così poco sveglie ci dovrebbe essere meno competizione. ma forse lei è già ben occupato o magari fa parte di una delle categorie che ho menzionato nell’articolo.
Mi spiace di averla fatta nuovamente alterare (e, mi creda, non era mi intenzione).
E’ ovvia la mia comprensione per una situazione che conosco bene ed in cui lei si ritrova al pari di molti altri e non vorrei che pensasse che non condivido la sua indignazione.
Mi spiace che abbia tanto astio verso il mondo che la circonda, a suo dire popolato da persone poco sveglie ed in cui mi inserisce ma posso confermarle che rispetto al suo mondo esiste davvero molta meno competizione.
Avrei piacere e sarei onorato, quindi, qualora volesse abbassare i suoi target, di accoglierla nel mondo che mi ha accolto, quella dei poco svegli dove probabilmente potra avere maggiori possibilità di inserimento… e chissà che non ci si trovi anche bene.
ciò, tuttavia, è soltanto una mia opinione
Prima di tutto potrebbe presentarsi così ho l’onore di conoscere una persona del “suo mondo”. Mi sembra scorretto da parte sua nascondere la sua identità. Mi fa alterare perchè le insinuazioni sono totalmente prive di logica e di buon senso. può per favore spiegarmi perchè tanto accanimento?non le ho chiesto aiuto. Comunque la ringrazio ugualmente per i preziosi consigli. Capisco che non tutti possono aprire la loro mente e capire delle riflessioni che spiegano ben altre cose. Pazienza. Me ne farò una ragione. buona serata.
salve ho letto l’articolo e vorrei invitare la giovane ragazza disoccupata ad un colloqui per un lavoro. io cerco persone giovani e creative che hanno voglia di lavorare e creare. forse questa ragazza sarebbe la persona giusta o forse mi sbaglio con lasolita persona che cerca il posto fisso. scordate i lposto fisso e tiratevi su le maniche per lavorare sodo. se vuole gentile signorina può contattarmi al 347.3569129 di iorio gianluca ditta cirix. grazie
La ringrazio, molto gentile. La contatto domani mattina se non la disturbo!!! Non sta a me dire se sono la persona giusta, ma lo spero. Di certo, non credo alla favole del posto fisso, piuttosto ho solo voglia di lavorare!!!! grazie ancora!!!! cordiali saluti
Susanna
Mi permetto di dire quello che penso nel pieno del suo rispetto e di coloro che hanno deciso di studiare, perché capisco che alcune cose sono fondamentali per il progresso. Se invece di perdere tempo a diventare più colti, cosi per dire qualcosa. Perché se diventare più colti ci ha portato a quello livello non credo che si possa definire tale. e se andavamo tutti a imparare a fare i contadini e gli artigiani e avere cura di tramandare la cultura e le tradizioni oggi non avremmo bisogno di questi geni che hanno rovinato il globo e a METTERCI COSE DENTRO LA TESTA CHE NON SERVONO NE A ANDARE AVANTI O A VIVERE NE TANTO MENO A AVERE LA DIGNITÀ’ DI UN POSTO DI LAVORO… poi se sbaglio a mettere un accento o un apostrofo chi se frega visto i grandi capoccioni le scemenze che dicono e fanno e qualcuno non sa neanche parlare e pretendono di comandarci.. poi sono bravi a farle pagare a tutti e farci pagare tasse dei loro errori. La sua situazione uguale per molti a meno che….. non si è figli di qualcuno e dopo a cosa conta la laurea se si entra dappertutto anche senza conoscere l’ italiano o altro.. capito perché l’Italia si trova cosi.
per vincere si deve essere fuori dalle regole!
hai perfettamente ragione!!!! ma ognuno scegli la strada che più gli interessa e a volte si fanno pure le scelte sbagliate. infatti non sai quanto vorrei tornare indietro…. ma non è possibile, allora cerco di romboccarmi le maniche lo stesso e spero che anche senza conoscenze e senza privilegi e tanto meno senza scorciatoie possa riuscire a realizzare i miei sogni.
Ho una figlia come te e sicuramente sarei felicissimo anzi di più se poteste raggiungere gli obbiettivi e sopratutto essere felici e sereni il vostro buon lavoro significa il nostro futuro da persone anziane.. Quindi siamo nelle vostre mani sarà dura ma sono certo che i giovani faranno quello che noi non siamo stati in grado di fare per voi.
La mia riflessione è semplice: il Mercato comanda e detta le regole del gioco. Con la fine dell’ assistenzialismo italico (che sta presentando il conto guarda caso), o si è utili al Mercato oppure non si riceve reddito da esso. Studiare prima significava posto fisso e reddito, oggi no, o meglio non vicino casa.
Finto Travaglio, non capisco cosa possa cambiare nel fare la tessera in una sede ‘magnate’ politica.
Susanna Giustozzi, hai versato molto del tuo tempo per costruire un validissimo elemento sociale, ma lasciando fluttuare in pensieri sfocati su cosa fosse la nostra realtà sociale.
Sig.na Susanna… ha provato ad iniziare con il network Marketing…??? visto che a me ha cambiato la vita… e la parola crisi e’ ben lontana per noi ormai.. se come leggo e’ cosi’ qualificata… e poiche’ nella mia rete commerciale ci sono notai,avvocati, imprenditori.. commercialisti, che stanno lasciando la propria attivita’ tradizionale, per seguire non piu’ part time ,,ma full time l’attivita’ di network marketing che avevano iniziato.. pensavo che una ragazza del suo calibro abbia tutte le potenzialita’ per avere successo nel nostro business.. e dare una vera svolta alla propria vita.. NON STO SCHERZANDO.. E NON E’ UN GIOCO!!!! se interessata puo’ contattarmi… altrimenti le auguro buona fortuna per tutto.. distinti saluti… Amedeo Di Giacomo .
mail : amedeodigiacomo.acnshop.eu [email protected]
La Costituzione italiana considera il lavoro un diritto-dovere di ogni cittadino. È qui che la politica ha fallito. Bisogna costruire una società in cui il lavoro è un diritto per tutti rinnovando le regole per uno sviluppo sostenibile ed equo. Questo modello sociale privilegia pochi e rifiuta molti. L’opportunità di lavoro per sopravvivere deve essere dato a tutti.
Si dovrebbero creare aziende con finalità sociali senza scopo di lucro sostenute dallo stato per un lavoro di base minimo garantito di sostentamento, che dia una dignità alla persona senza dover elemosinare un lavoro senza esito. Si possono studiare anche dei contratti specifici nel merito.
condivido l’analisi di Javier. L’errore è stato “il pezzo di carta” a tutti invece che la possibilità di studiare a tutti e “il pezzo di carta” a chi meritava. Ma ve lo siete scordati il voto politico? o la sociologia riguardante il contadino, l’artigiano, lo scopino ecc. ecc?. tutte attività preziose e rispettabili come lo studio e la laurea ma messe all’indice da una mentalità retrograda e tutta italiana. Già negli anni ottanta avvertivo i miei alunni dicendo loro che sarebbero stati il sottoproletariato della cultura. Ecco, ci siamo arrivati e a discapito dei migliori.
Cara Susanna, secondo la mia esperienza personale, in Italia non ti serve essere preparata per lavorare. Devi solo avere le conoscenze (qualcuno che ti raccomanda). Se cerchi invece qualcuno che premi la tua preparazione e i tuoi studi, lo troverai andando all’estero.
Qualcuno magari si illuderà che questo non è vero, ma credimi, ho lavorato all’estero e ora lavoro in Italia e la mia impressione è proprio questa.
Secondo me le Università dovrebbero essere ogni anno a numero chiuso, tutte.
Allora il discorso è questo: abbiamo bisogno di X ingegneri perchè abbiamo X posti per tale professione —> facciamo laureare allora solo X ingegneri, anzichè X + 1000, che resteranno disoccupati.
Poi c’e’ sempre bisogno di tanti altri lavori, che nessuno vuole più fare, apparte gli extracomunitari, che si accontentano, perchè magari al paese loro stavano, purtroppo, anche peggio.
Tutti vogliono studiare, ma non c’e’ abbastanza lavoro per tutti i laureati…pertanto, talvolta viene premiato dalla vita maggiormente, chi anzichè studiare è andato ad imparare un mestiere.
Ragazzi date retta: NON ANDATE A LAVORARE GRATIS! Non accettate le proposte di stages non retribuiti. Questa cosa esiste, nella vergognosa compartecipazione silente dei sindacati,solo in Italia.
La cosiddetta “esperienza” serve solo a chi vi sfrutta, aziende e agenzie comprese!
@ianluca: Un vero imprenditore investe moneta sui collaboratori: PA-GA-RE!! Le partecipazioni a percentuale si fanno con i SOCI non con i dipendenti:
Partendo dal presupposto che si danno per acquisite e comprovate sulla fiducia le competenze e le dichiarazioni della dott.ssa Giustozzi, non mi sembra di leggere nell’articolo, o forse mi è sfuggito, la descrizione delle attività che lo stagista sarebbe andato in concreto a ricoprire, nè tanto meno viene indicato se lo stage in questione era destinato (o cmq rivolto per la propria intrinseca natura) a soggetti alla loro prima esperienza (proprio per garantire loro l’accesso ad un primo step di formazione), oppure se per partecipare alla selezione occorreva essere in possesso di determinate caratteristiche e qualifiche maturate attraverso pregresse attività formative.
Tanto per intenderci nella testimonianza della dottoressa viene indicato che la stessa ha già effettuato 31 mesi di stage. ora si pone il dubbio.
dove sono stati effettuati questi stage? hanno avuto ad oggetto attività analoghe o similari a quelle proposte dall’agenzia per il lavoro che ha scartato il curriculum della predetta proprio perchè troppo qualificata?
perchè se così è non avrebbe avuto senso, ai fini formativi, effetuare un nuovo ed ulteriore stage finalizzato a far svolgere al candidato cose che già sa o sa fare!
Per inciso a fronte di 31 mesi di stage già svolti a cosa sarebbero serviti ulteriori tre mesi (più eventuali altri tre ) ?
obbiettivamente a niente.
Il soggetto in questione, a fronte della formazione universitaria ricevuta e delle esperienze formative maturate dopo 31 mesi di stage, avrebbe dovuto cercare non uno stage, ma un lavoro retribuito perchè, così come per l’università. anche queste esperienze devono essere compiute in un dato periodo di tempo limitato e non prorogarsi per tutta la vita.
Un futuro selezionatore del personale, infatti, si troverà a valutare un curriculum fatto di soli stage, circostanza questa che deporrà sicuramente contro l’assunzione del candidato.
Qualora poi non si riuscisse ad essere assunti per le attività per cui si è studiato, sarebbe opportuno anche valutare la possibilità di rivedere le proprie decisioni e considerare la possibilità di scegliere altre vie lavorative, magari impiegandosi in attività che non si era pensato anzitempo di svolgere.
L’università e il relativo titolo di studio conseguente, al giorno d’oggi, non sono un punto di arrivo, ma una mera condizione di partenza.
cortesi saluti, Lucrezio.
x lucrezio. Ma secondo lei se mi sono proposta x un ulteriore stage, non crede che siamo arrivati al limite? evidentemente un lavoro retribuito come dice lei ancora non l’ho trovato e come si permette di giudicare senza sapere. Che ne sa lei dei lavori che ho fatto al di fuori delle mie competenze? Evidentemente le condizioni esistenti non mi consentono di fare le scelte che lei mi suggerisce. per sua conoscenza lavoro da quando avevo 18 anni! Ma penso che sia normale continuare a sperare di poter svolgere un giorno il lavoro che più mi interessa, se ciò non avverà pazienza. Ma per lo meno devo tentare!
dottoresa giustozzi, mi sono solo permesso di esprimere un’opinione e personale e spero di averlo fatto con la massima diplomazia e cortesia possibile senza incorrere in possibili incomprensioni.
Peraltro le avevo chiesto di chiarire, ove possibile, la natura dell’attività chelo stagista era chiamato a svolgere e magari che tipo di attiivtà formative aveva già espletato.
Con questo volevo significare il fatto che il responsabile dell’Agenzia, forse, col dirle che era troppo qualificata voleva esprimere il concetto che l’attività di stage riguardava in concreto mansioni che lei aveva già svolto e che pertanto non avrebbero arricchito le sue competenze.
le ricordo che lo stage costituisce un mero strumento di formazione e di conseguenza diventa inutile svolgerne di continui che magari hanno la stessa natura.
meglio mandare curricula volti alla ricerca di lavoro, curricula che magari non ricevano risposta, piuttosto che candidarsi a continui percorsi formativi destinati ad allungare inutilmente un curriculum che risulta già denso di esperienze.
d’altro canto queste cose, essendo uan psicologa del lavoro, dovrebbe conoscerle meglio di me.
saprà benissimo, infatti, in che modo vengono valutate le esperienze dei candidati.
Cortesi saluti, Lucrezio.
E ora di cambiare perché ci si lamenta poi si cade sempre nello stesso gioco. Chi ha il potere lo usa e ti sfrutta stages non retribuiti o cose simili, indovinate chi li fa? sono sempre loro e la cosa non cambia sta andando tutto in rovina e questi continuano con la scusa della cultura che credo non sappiano neanche cosa è. Ci tengono sotto e loro crescono sfruttando i giovani che se non sei il figlio di qualcuno non farai mai nulla anche se il più intelligente e sei un genio non gli frega nulla e non ti faranno mai fare nulla se non sotto di loro. Questa è la schiavitù del loro potere che si sono creati appositamente per non far emergere le persone con qualità e magari che scoprono i loro progetti. Per me sono tutti uguali dai preti ai politici ai finti insegnati questi hanno creato questo casino con i loro insegnamenti e il loro comportamento e la loro cultura e guardate come ci hanno conciato, perché si deve credere a loro?.. e non all’indiano o quei popoli che diciamo che sono ancora incivili ma che vivono in armonia con la natura? cosa sappiamo noi più di loro? oggi non sappiamo più neanche coltivare l’orto, piantare una pianta o seminare o fare un lavoro manuale, o un mestiere, queste cose hanno permesso di sopravvivere e rispettare la terra che ci da la vita per millenni. OGGI I DAL DOPO GUERRA IN POI ABBIAMO DISTRUTTO TUTTO E SENZA RIMEDIARE A NULLA SE NON A FAR ARRICCHIRE I GRANDI PADRONI E I PICCOLI SCHIAVI OBBEDIENTI A LORO. Io non ho nulla con la conoscenza ATTRAVERSO LE SCUOLE MA L’ABUSO CHE NE FANNO E IL POTERE CHE SI CREANO INGIUSTAMENTE E chi vuole averla e giusto, ma credo che sia ora aprire gli occhi, visto che tutti sanno ma non si riesce a cambiare nulla, questa cosa non vi suona strano o magari qualche campanello, dalla politica a scuole tutto arte e cosi! Ha dimenticavo per qualche donna forse e più facile se vai a letto con qualcuno o fai dei lavoretti per loro maschi un po’ di meno, però ci si può provare se si vuole fare carriera. Poi quando tutta questa cosa finirà chi ha soldi continuerà a comprarselo e noi toccherà essere ancora più schiavi perché se non vi siete accorti stanno rovinando anche l’agricoltura e solo chi sarà indipendente da loro potrà sopravvivere. PERO’ SE SEI INDIPENDENTE C’E’ DA PAGARE IL PREZZO! IO PARLO D’ARTISTA DATO CHE NON HO FATTO L’ACCADEMIA NON HAI NESSUNA POSSIBILITA’ ANCHE SE SEI BRAVO O HAI TALENTO SE FOSSI UN DOTTORE SAREBBE UGUALE PERHE’ SONO LORO CHGE DECIDONO CHI SEI VERAMENTE. MA POI DICO UN DOTTORE CHE STA IN CINA O IN AFRICA CHE NON HA FATTO LE NOSTRE SCUOLE NON E’ UN DOTTORE? MIO ZIO E STATO 15 ANNI CON GLI INDIANI E GUARISCE LA GENTE CON LE ERBE CHE TROVA NEI CAMPI, E VERO NON OPERA NE Può FARE UNA LASTRA E QUINDI GIUSTO CONOSCERE QUESTE COSE PER METTERLE A SERVIZIO DELL’UMANITA’ NOI INVECE PER CURARCI DOBBIAMO FAR ARRICCHIRE LE CASE FARMACEUTICHE E FARMACISTI DOBBIAMO DIPENDERE DA LORO COMPRANDO QUELLO CHE CI DANNO AVVOLTE ANCHE SPERIMENTANDO SULLA NOSTRA PELLE. PER CAMBIARE LE COSE DOBBIAMO CAMBIARE NOI LORO QUESTO NON LO VOGLIONO PERCHE LE ARMI CHE LORO USANO NON SERVIREBBERO GLI TOCCHERA’ UCCIDERCI.
x lucrezio. SE scelgo di candidarmi x uno stage formativo è perchè ormai l’unico strumento di valutazione che le aziende hanno a disposizione e poi perchè questo strumento ha come scopo primario l’inserimento lavorativo.
I tirocini formativi e di orientamento (ex art. 18 L. 196/1997) sono soggetti ad una serie di requisiti di validità, espressi con D.M. 142/1998.
In particolare, in caso di giovani laureati è previsto che la durata massima dello stage possa essere 12 mesi (invece dei 6 imposti in caso di lavoratori inoccupati o disoccupati, alla cui categoria essi, senza esplicita distinzione, apparterebbero), purché effettuati entro i 18 mesi dal termine degli studi.
In poche parole, viene esteso il regime previsto per gli studenti universitari (durata di 12 mesi anziché 6) “anche” a coloro che studenti non sono più, “nei 18 mesi successivi al termine degli studi”.
La ratio della norma è evidente: i tirocini (di orientamento, se parliamo di soggetti che abbiano completato la propria formazione) hanno per espressa previsione legislativa lo scopo di “agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro”.
Naturalmente non devono, invece, trasformarsi nello strumento di precarizzazione di soggetti i quali, al contrario, tali scelte hanno già maturato e semplicemente sono alla ricerca di rapporti veri e propri di lavoro.
Per questo è previsto che il tirocinio – più lungo – di 12 mesi sia consentito solo nei confronti di soggetti che ancora stiano studiando ovvero abbiano “appena” conseguito i titoli finali di studio.
x mamo. Si dovrebbe vergognare
mi scusi, dottoressa, ma lei nel suo articolo aveva specificato che la posizione offerta per lo stage chiaramente indicava che non c’era nessuna prospettiva d’inserimento, quindi tale opportunità formativa si rivelava a prescindere più adatta ad un soggetto privo di esperienza, magari neolaureato.
Pertanto dopo tanta formazione che lei ha acquisito (mediante tirocini e 31 mesi di stage) che senso avrebbe avuto partecipare a questo ulteriore stage se non c’erano prospettive di assunzione fin dall’inizio?
per quanto riguarda la possibilità di “agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del lavoro“. credo che il tempo di tirocinio da lei espletato sia più che sufficiente per avere un’idea e, quindi, è ora di monetizzare la sua conoscenza (o almeno di cercare offerte che le permettono di monetizzarla).
poi ovviamente ognuno è libero di voler fare tutti gli stage che vuole per tutto il tempo che desidera, ma una tale scelta, alla lunga, può anche risultare controproducente.
ovviamente è una mia mera opinione personale
cortesi saluti. Lucrezio.
lei hai ragione! sono completamente d’accordo, entrambi stiamo dicendo le stesse cose. Vorrei monetizzare e non fare per tutta la vita stage. Spero che le condizione del mercato possonano migliorare
di conseguenza aveva ragione il responsabile dell’agenzia a dire che lei era troppo qualificata per quello stage.
d’altronde è meglio sentirsi dire di essere troppo qualificati per qsa, piuttosto che vedersi respinti perchè non si ha alcuna competenza per l’attività per cui ci si candida.
senon altro le rimane la speranza di venire chiamata per posizioni più concrete.
C’è un libro recente di Pino Puglisi dedicato all’imbecillità: in esso, l’autore sostiene che, al nostro tempo, più uno è imbecille e più fa strada. Temo che abbia ragione (ovviamente non solo per l’esperienza della Dott.ssa Giustozzi qui sopra): potrei fornire una lista ampia di aneddoti ed episodi che comprovano la tristezza di quella sintesi.
Nello specifico della Sig.na Susanna, tento di consolarla con un ricordo personale: quando il mio socio e sodale Giovanni Cara, ispanista, lasciò il mondo accademico per non cedere alle pastette concorsuali per le quali aveva pronta la cattedra (come generalmente accade all’Università) e dedicarsi totalmente alla militanza letteraria trasferendosi da Cagliari a Macerata, tentò di trovare un lavoro normale senza riuscirci: tutte le agenzie gli ripetevano la stessa cosa che è stata scritta alla nostra Giustozzi. “Lei ha troppi titoli per questo lavoro, non le conviene, dia retta!”, ma quella eventuale sconvenienza era un problema suo, mica poteva essere dell’agenzia! Si salvò andando a fare l’imbianchino con un mio amico che cercava un aiutante.
A prescindere dal fatto che mi piacerebbe vedere se in giro ci sono scrittori e studiosi (non necessariamente del calibro di Giovanni) disposti a farsi il c. pur di salvare il proprio convincimento, appare evidente che vi sia una discriminazione all’incontrario che fa da contraltare perfetto a quella tradizionale: ci sono, cioè, un’infinità di lavori per i quali è richiesta esperienza (ma se uno non se la comincia a fare mai, quando lavora???) e altrettanti per i quali la troppa esperienza è invalidante. La conclusione – temo e tremo… – è che 1. o sei sufficientemente imbecille (Puglisi) o 2. hai santi in Paradiso. O tutte e due.
condivido!!!
e tante grazie per la comprensione!
oppure si scrive un curriculum adatto per quella posizione lavorativa.
mi spiego. se un 25enne neolaurato vuole andare a lavorare in banca fa bene ad inserire nel curriculum che durante gli anni dell’università ha fatto il cameriere, almeno dimostra che si è dato da fare e ha voglia di lavorare.
se lo stesso ragazzo a 35 anni vuole sempre andare a lavorare in banca diventa controproducente inserire quell’esperienza nel proprio curriculum, soprattuto se non ci sono state esperienze adatte a quella posizione, perchè in tal caso dimostra che in 10 anni non ha ottenuto niente di attinente al profilo professionale richiesto.
così a contrario se si vuole andare a fare la/il commessa/o non si può scrivere che, oltre alla laurea si ha un master e due anni di stage presso una grande impresa.
Insomma questa è psicologia spicciola e, ribadisco, ogni curriculum deve essere redatto in funzione delle posizioni per cui si concorre.
insomma se il suo amico, con i suoi titoli, voleva lavorare per una piccolissima realtà avrebbe dovuto rimodulare al ribasso la sua esperienza.
Un datore di lavoro infatti ragiona in questo modo:
questo soggetto così qualificato vuole lavorare per me che posso offrirgli posizioni di livello molto inferiore rispetto a quelle che merita, ok. però se lo assumo non corro il rischio a vedermelo andar via appena trova qsa di suo gradimento?
A pensar male si fa peccato ma di solito ci si azzecca.
Leggendo l’articolo, mi chiedo, quest’agenzia cercava esattamente una persona qualificata professionalmente come la dottoressa oppure cercava un’amministrativo senza qualifiche particolari, perchè allora le questioni sono due:
1) se non cercavano qualifiche dovrebbero spiegare perchè dovrebbe essere uno stage formativo (non retribuito), era soltanto un modo di avere un’impiegato gratis per sei mesi?
2) se cercavano un collaboratore professionalmente qualificato, probabilmente il capo area ha visto in lei un potenziale concorrente troppo forte e non dico di più per il fatto che ha il difetto di essere anche una donna.
La società italiana è molto basata sulla custodia del proprio orticello, non c’è, ne da parte della politica ne da parte del pensiero comune la lungimiranza e l’ambizione al bene comune, per questo ci troviamo in questa situazione di stallo, si tende a tenere ogni attività ad un livello mediocre, le eccellenze sono eccezioni viste con diffidenza e mal tollerate, a partire dalla scuole medie inferiori fino al mondo del lavoro. Inoltre chi amministra a tutti i livelli (pubblici e privati), generalmente over 50, è conscio che le nuove generazioni sono più preparate e aperte al mondo e quindi è meglio tenerli nel sottoscala per mantenere il proprio status. Quando queste nuove generazioni arrancando riusciranno a darsi un futuro, spero che ricordino quello che hanno passato e non facciano lo stesso errore, io ci credo e lo spero. Forza dottoressa, il futuro, nonostante noi, non può essere che vostro.
Come ti capisco. Anche io sono nella tua stessa situazione. Sono una persona che ha studiato, si è qualificata e i meriti se li è guadagnati sul campo. La “crisi” mi tiene a casa e moltissime volte ricevo telefonate di complimenti al mio curriculum però poi quando si tratta di quagliare tutti che accorciano le braccia. Cosa preferiscono? Ragazzini stolti e con poca voglia di lavorare a cui non pagano i contributi. Poi si lamentano perché l’attività prende una piega indesiderata. IL PERSONALE QUALIFICATO CHE LAVORA, PRODUCE E OTTIENE RISULTATI VA RETRIBUITO SIGNORI! Io, dal canto mio, sto pensando di lasciare l’Italia.
x susa.giusto
Ho notato che il signor Iorio, ti ha dato la possibilità di lavorare; facci sapere se avrai raggiunto la tua aspetativa.
sono curioso di sapere come andrà a finire questa vicenda.
Ciao e buona fortuna!
ho già fatto il colloquio. e ne farò altri…
come volevasi (purtroppo) dimostrare. Auguri Susa!
@susa ricordati di noi quando sarai famosa o avrai trovato lavoro.. forse e meglio del’ufficio di collocamento cronache maceratesi!
… far sentire la propria voce, a volte, è utile. o forse sono tutte casualità, chissà…
Per far capire ancora meglio la discriminazione degli under 35-40 vi porto un esempio eclatante effettuato dalla ditta Conbiple di Cocconato -At- che ha circa 150 sedi in tutta Italia: alle vice-responsabili e commesse di 2 e 3 livello gli è stato chiesto di ritornare al 4° livello altrimenti si va in cassa integrazione per 1 anno e poi mobilità. Ci sono donne che alla fine hanno accettato altre sono andate in cassa integrazione soprattutto perché stanche di lavorare per 10-15 anni tutte le domeniche compreso 1° maggio e 25 aprile. Queste commesse, ovviamente sono state sostituite da tutte apprendiste. Purtroppo queste persone over 35 se andranno fuori dal mondo del lavoro il nuovo posto, anche precario, con la crisi che c’è non lo ritroveranno più. Saluti
La vicenda di Susanna Giustozzi, comune a tanti giovani laureati, a tanti giovani senza avvenire, a operai sempre più sfruttati, a quelli che perdono lavoro o sono disoccupati cronici, mi ha fatto stare male e mi ha fatto avvampare di sdegno, per non dire di peggio.
Mentre avviene l’ingiustizia verso il Popolo italiano, abbiamo una Casta politica che, quando non ruba in modo plateale (pezzi di m. furbastri e privi di scrupoli) , finendo poi a pagare il debito verso la Giustizia in un arioso monastero ove si mangia da dio, campa comunque e sempre molto bene.
Ad esempio, un nostro consigliere regionale si fa dare dal popolo marchigiano ben 8.078,00 euro mensili tra stipendio base e indennità varie. Per fare cose che i marchiagiani non sanno, accorgendosi poi, come nel caso delle centrali a Biogas, che i nostri consiglieri regionali la democrazia – ossia qualla cosa che tiene conto della volontà popolare – se la stropicciano nel basso ventre.
Questo andazzo da Basso Impero finirà male. Ormai i politici – TUTTI – sono ODIATI. Basterà che il Popolo vada su COLLERA e si metterà dietro a qualcuno che farà fare ai politici la fine di Maria Antonietta. Certe cose uno psicologo, come la giovane Susanna Giustozzi, le capisce meglio di me. Non c’è scampo.
IN riferimento al mio post, scrivendo velocemente ho scritto male la ditta: si chiama Conbipel sempre di Cocconato -At-
Buon giorno sig.ra Giustozzi,vedo che è aperta ad eventuali opportunità di guadagno,se le fà piacere può contattarrmi al 3473478636 per un colloquio,cordiali saluti Gabriele Torelli
Buon giorno sig.ra Giustozzi,le rinnovo l’invito a contattarmi, per un colloquio,responsabile Care Financial.
Ma non è la stessa Susanna Giustozzi candidatasi nella “scelta civica” di monti alle elezioni di febbraio? vabe’ dai, vorrà dire che ti accontenterai dello stipendio da parlamentare