Sono stati assegnati 7 alloggi di edilizia economica e popolare Erap.
L’assegnazione è stata suggellata nel corso di un incontro tra il Sindaco Sergio Paolucci, l’Assessore ai Servizi Sociali Giancarla Benedetti e il Direttore Amministrativo dell’Erap(Ente Regionale Abitazione Pubblica) Daniele Staffolani che si sono detti soddisfatti di un intervento che va a fornire una risposta alla corposa domanda di appartamenti proveniente da una fascia di cittadini sempre più numerosa e bisognosa.
Quattro dei 7 alloggi sono di nuova realizzazione e si trovano in vicolo del Forno 1, in centro storico, annessi alla Casa di riposo. Per quanto riguarda gli altri 3 alloggi si tratta di subentri di nuovi assegnatari presso unità abitative occupate in passato.
“Le sette nuove assegnazioni rappresentano un intervento importante per venire incontro alle classi sociali con precaria condizione economica – dice l’Assessore ai Servizi Sociali Giancarla Benedetti – l’intervento risulta ancora più importante in considerazione del momento di generale difficoltà”.
L’assegnazione dei 7 alloggi Erap si affianca ad altri interventi mirati a dare delle risposte in termini abitativi alle classi in difficoltà. Stanno infatti proseguendo i lavori di realizzazione della palazzina che ospiterà i nuovi alloggi di edilizia economica e popolare, nella parte sud di via Lombardia. Il primo stralcio di questo intervento prevede la realizzazione di 12 dei 24 alloggi che sorgeranno in quell’area.
Altro intervento di realizzazione di edilizia economica e popolare si sta conducendo in via Silvio Pellico, in centro storico, laddove stanno sorgendo 7 nuovi alloggi nella palazzina in prossimità dell’ex Cinema e dell’ufficio postale.
I 31 nuovi alloggi di edilizia economica e popolare sono in via di realizzazione in virtù delle convenzioni stipulate dal Comune con l’Erap e andranno ad ampliare l’offerta di unità abitative di edilizia residenziale sovvenzionata nel territorio comunale.
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Ed io pago…mi auguro almeno che le assegnazioni avvengano rispettando delle liste “credibili” per individuare lo stato di necessità e non come in altri casi (vedi servizi sociali) dove la fila è sempre composta da una moltitudine di etnie (albanesi e macedoni in primis) che approfittano dei servizi messi a disposizione con i soldi della comunità.