di Maria Stefania Gelsomini
L’entusiasmo contro la ritrosia. L’apertura contro l’arroccamento nella proprietà privata. La stagione lirica di Macerata compie quarantotto anni e torna finalmente a sorridere alla città intera, a coinvolgere non solo il pubblico fedele dei melomani d’una certa età ma i ragazzi, i bambini, le scuole, le strade, le piazze, i quartieri. È una signora matura ma ancora giovane, che negli ultimi anni viveva isolata e intristita, abbandonata dagli amici, miseramente avviata a un invecchiamento precoce. Una bellezza che mostrava qualche ruga di troppo, c’era il pericolo che senza una rapida e tonificante “remise en forme” perdesse qualche pezzo, o forse addirittura se stessa, in maniera irreversibile. Un peccato? Di più, un delitto. E Francesco Micheli che ha fatto? Una terapia d’urto (del resto inevitabile, visto il tempo a disposizione): l’ha spedita dritta dritta in una speciale beauty farm del corpo e dell’anima che per ora sta dando ottimi frutti.
Grazie alle salutari iniezioni di vitamina prescritte dal vulcanico dottor Micheli la signora stagione lirica maceratese si è tolta quegli antiestetici segnacci dal volto e ha perso ben quarantadue anni in un colpo solo (tanti quanti sono gli anni di differenza fra il precedente e l’attuale direttore artistico)!
Via quel velo di pallore dovuto a una prolungata chiusura in se stessa, via la depressione che coglie chi non ha più fiducia nei propri mezzi. La ricetta Micheli ha portato quella sferzata d’energia indispensabile per credere all’avvento di una seconda giovinezza: la nostra quarantenne è tornata in forma smagliante, rinfrescata, rinvigorita, ha ritrovato l’allegria, la voglia di fare, di uscire, di incontrare le persone, di farsi avvicinare. Ed è così che si presenta al suo debutto, fra poco più d’un mese.
Qui per una volta non ci interessa affatto parlare di bilanci, di fondi, di compensi, di buchi neri, di conti in rosso, di amministratori ciechi o più o meno incapaci, di politici, di enti pubblici, di sponsor e chi più ne ha più ne metta. Qui semplicemente si parla di sensazioni, di percezioni, si fotografa lo stato dell’arte così com’è al termine dei pochi mesi di lavoro concessi al nuovo direttore artistico. Ci interessa annusare l’aria in questo preciso momento e rintracciare l’odore del cambiamento, il fervore che pervade l’attesa della novità. Nonostante quel leggero (e forse scaramantico) disfattismo che caratterizza in ogni suo aspetto questa città, l’impressione – stavolta bisogna dirlo – è incoraggiante.
Ma non si è bravi semplicemente per il fatto di essere giovani, se si è bravi si è bravi e basta, a qualsiasi età. E per ora vince l’entusiasmo, vince la giovinezza del progetto, vince l’atteggiamento di rottura rispetto all’andamento del recente passato. Tra l’altro, che un quarantenne venga considerato un giovane è una bizzarria tutta italiana, ma così è, com’è innegabile che rispetto agli ottantadue di Pizzi parlare di giovinezza viene comunque spontaneo. Ma se volessimo provare a divertirci dando i numeri scopriremmo che quarantotto, appunto, sono gli anni della stagione; quaranta gli anni di Francesco Micheli; quarantadue gli anni di differenza fra Micheli e Pierluigi Pizzi; tre le opere in cartellone, dodici gli spettacoli, più un balletto e un gala lirico. La combinazione sembra vincente e la sfida del “prima” è vinta, l’unico augurio è che Macerata risponda come deve e reagisca come le compete, nel rispetto di un tesoro culturale unico e ineguagliabile che va amato e tutelato come lo Sferisterio. Quale sarà la fotografia del dopo festival? Ne riparleremo, appuntamento a metà agosto.
Intanto, da stasera fino a domenica, lo Sferisterio ospita la XXIII edizione di Musicultura, una manifestazione che da quando si è trasferita da Recanati a Macerata ha portato un’aria giovane e decisamente nuova. E da qualche anno – grazie alle iniziative della Controra durante l’arco della settimana – Musicultura è diventato un vero Festival coinvolgendo la città con appuntamenti molto interessanti e grandi ospiti (quest’anno il cartellone delle tre serate è indubbiamente molto interessante!). Il Festival, appunto, con cui Francesco Micheli ha voluto trasformare la stagione lirica portandola fuori dall’Arena. Per farla entrare nel cuore della città.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
DAVOLI A MERENDA fuori programma
*
Non sono mai stato bravo in matematica, ma a me pare che se una Stagione lirica di 48 anni ne perde 42 – come è scritto nell’articolo – si ritrova ad averne 6: una botta d’infanzia, dunque, più che di giovinezza. E in effetti, la grafica dei manifesti della presente Stagione sembra realizzata dai bambini di un asilo della città: bravi, i bambini, sia chiaro! Il manifesto è allegro, caruccio; oddio, un po’ (tanto) dejà-vu, ma cosa si può pretendere dai bambini di un asilo, un quadro di Monet?
*
Sì, la Stagione lirica quest’anno esce dal chiuso delle mura dello Sferisterio ed entra in città. Speriamo non facciano altrettanto gli auspicati spettatori. In città, tuttavia, qualora disgraziatamente andasse così, li accoglierà una serie di rivoluzionarie notti bianche (un’iniziativa ineditissima e sconosciuta in Italia, con apertura delle botteghe oltre l’orario canonico e qualche spettacolino per le strade). E’ dato credere che, per l’emozione di vivere un evento o più eventi così singolari e irrintracciabili altrove, codesti turisti vorranno tornare a Macerata tutti gli anni, o addirittura trasferirsi qui per sempre.
*
Il giovanilismo per forza non mi è mai piaciuto: mi pare un’offesa all’intelligenza che, come sappiamo, non ha anagrafe. Anche perché, se dovessimo tener per buono il modello under 40, sarebbe fuori tempo massimo anche Micheli. Così, del tempo della “pizzeria”, non mi viene da contestare l’anagrafe del grande scenografo che ha firmato le ultime Stagioni liriche, quanto piuttosto certe decisioni. Come in poesia – dove da un po’ di tempo va di gran moda il criterio generazionale, quali che siano i frutti che producono gli appartenenti alle generazioni più giovani – ho sempre paura che con categorie di giudizio tematiche e non estetiche si finisca per dare cittadinanza alla cattiva poesia. E – quel che è peggio – senza accorgersene.
*
Sugli esiti della “Stagiovane” lirica diremo comunque in seguito. Già possiamo, invece, magnificare gli esiti cittadini della Controra di Musicultura: begli spettacoli, di buon gusto, di buona musica, di forte attrattiva. A cominciare da Gianluca Guidi (figlio di quel magnifico Johnny Dorelli che sarebbe stupendo ascoltare in Piazza Battisti, dal momento che canta ancora inossidabilmente, ed ha la voce – se possibile – più bella di prima), fino ad Enzo Avitabile, passando per i finalisti del Concorso. Ma che sarebbe stato inserire qua e là un bel concertino di jazz strumentale (per esempio in omaggio alla canzone d’autore)? Una stilettata di gran classe. Chissà che il prossimo anno non accada?
La nuova storia Micheli ha affinità con la nuova storia di qualcun altro che conosciamo.
Che ha fatto di tanto rivoluzionario Micheli?
ve lo dico io:
ha chiamato 2 suoi amici a dirigere opere di cui nn sappaimo nulla.
si è appropriato di un’opera di ORAZI – Svoboda in cartellone.
ha fatto una nuova veste grafica decisamente peggiore della precedente (Era difficile riuscire nell’impresa)
ha messo una NOTTE BIANCA!!! WOW!!! in caretllone (Idea rivoluzionaria) il 9 agosto quando ci sarà lui e pochi altri.
INFINE
Micheli e il giovanilismo.
A me non dispiace il giovanilismo, ma DICO IO:
con tutti i giovani bravi che ci sono in Italia ci doveva arrivare proprio Micheli???
Micheli non mi sembra bravo, anzi, Micheli a me sembra solo una tessera di partito che cammina, l’ennesimo regalo di questa città dal sindaco romano che nessuno ama più a Macerata…
Il commento della Gelsomini mi sembra molto appropriato oltreche ben fatto!!! Ho visto una serata al cinema Italia di Incontra l’Opera e Micheli mi è piaciuto moltissimo!!! Ha una grande simpatia e anche a me è sembrato riesca a portaree la lirica tra la gente e non è una cosa facile!!! Certo speriamo che la nuova storia non duri pochi mesi come quella di Carancini e dei suoi “assessori”!!!!
tutte queste proposte mi piacciono cosi si movimenta un pò la città.Tanto che manderò mia figlia al laboratorio musicale .Bisogna coinvolgere un pò tutti.
Intanto complimenti a Musicultura che, bisognerà ricordarlo,è stato l’Assessore Bianchini a portarla a Macerata, poichè un po’ di storia non guasta. Dunque e Bianchini ebbe un’aottima intuizione su un prodotto che funziona ( e bene). Così bene che altrettanto bene riempie con i suoi concerti e appuntamenti le piazze e gli angoli della Città. Come Davoli ricorda. Relativamente a Micheli, mi auguro che il “prodotto” funzioni altrettanto. Varrebbe la pena, ma lascio il compito a qualche altro con maggiore memoria di me, elencare le star che, in tempi non sospetti, ci hanno “premiato” con la loro presenza.Quelle, ad esempio, chiamate a Macerata da Rodolfo Craia: Sarah Waugan, Dizzie Gillesbie, Ray Charles, grandiosi complessi ( perdonate il mio inglese non corretto ma non ho tempo di rettificare) e tantissime altre.