Patrimonio Ircr, ancora interventi dopo l’inchiesta di CM (leggi l’articolo). Il presidente Paola Agnani, nel suo ruolo di presidente del Cda difende il proprio operato e manifesta il proprio impegno a guidare l’azienda finchè il Comune non deciderà il da farsi. La Agnani, contattata dalla nostra redazione, aveva definito l’Ircr un vestito rattoppato: “Se mi danno un vestito rotto, io non posso fare altro che rattopparlo, a meno che non voglia buttarlo via» (leggi l’articolo).
Oggi, invece, la Agnani scrive: “I fiumi d’inchiostro che sono stati versati in questi giorni a proposito delle Ircr di Macerata, dopo l’articolo di denuncia dell’avvocato Giuseppe Bommarito, rischiano di “macchiare”, nell’immaginario collettivo, l’azienda che rappresento. E’ per questo motivo, difendere le ragioni della neo-azienda, e solo per questo, che mi accingo a intervenire, con l’intento di evitare ogni facile polemica e nella speranza di non cadere in una altrettantopericolosa autocelebrazione. Se ci sono provate responsabilità su ciò che è stato, che si agisca attraverso le istituzioni competenti, altrimenti evitiamo “tante parole” che possono portare a giudizi facilmente strumentalizzabili da fazioni o soggettivi punti di vista. Le Ircr sono dal primo gennaio 2012 un’azienda di servizi alla persona in cui lavorano circa 75 “persone” che servono un’utenza formata da 104 “persone”. Uso la parola “persona” perché voglio uscire dal concetto delle liste o delle appartenenze di categoria, considerando i nomi legati a dei volti che pongono in quest’azienda attese e speranze per una vita migliore, siano essi lavoratori o ospiti. L’azienda Ircr è presente in un contesto territoriale dove opera in una economia di mercato, analogamente ad altre realtà e, pur non perseguendo strategie di utile, deve perseguire strategie che coniughino efficacia ed efficienza delle risorse umane e materiali. In questo quadro è importante per ogni azienda inseguire una visibilità positiva che purtroppo oggi le Ircr di Macerata rischiano di vedere compromessa. L’attuale Cda presieduto dalla sottoscritta, in questi tre mesi di vita aziendale si è profuso per iniziare un “cambio sistemico” che possa portare l’azienda a dei traguardi di sviluppo, con la finalità di attuare una progettazione dei servizi alla “persona” in ambito territoriale e non vorrebbe vedere appannato il lavoro iniziato che ci si augura, possa essere il testimone da passare al nuovo Cda”.
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Intervengono con forza sulla vicenda Francesca D’Alessandro e Fabrizio Nascimbeni, consiglieri comunali di Macerata è nel cuore:
“Nessuno ha smentito Bommarito. Non ci sono state dichiarazioni da parte di nessuno degli interessati chiamati in causa dall’inchiesta dell’avvocato. Nessuno che sia stato capace di smentire quello che si documenta nella vicenda! Nessuno che abbia smentito il valore di 75€ a metro cubo strappato dalla ditta costruttrice. Nessuno che ci abbia spiegato perché gli oneri di urbanizzazione sono finiti incredibilmente a carico dell’Ircr che vendeva, e non della ditta che costruiva! Si è certificata allora l’inutilità della politica locale: come poteva non avvedersi in questi ultimi 10 anni di quanto avvenuto alle spalle dell’Ircr, così ben descritto dall’inchiesta di Giuseppe Bommarito e Cronache Maceratesi? A cosa servono 40 consiglieri comunali, 8 assessori e 1 sindaco, un cda e una squadra di consulenti al seguito, se poi non si è riusciti a comprendere ciò che oggi appare così drammaticamente chiaro? Perché questi errori non vengono mai commessi da aziende private? Perché non possiamo annoverare un solo caso di un’azienda privata che abbia commesso simili errori senza che i suoi amministratori se ne avvedessero? Perché non è avvenuto il contrario, con l’IRCR a ritrovarsi 10 milioni di euro in più?! Avrebbero potuto non accorgersi gli amministratori della ditta costruttrice e farsi sfuggire denaro? E che dobbiamo pensare allora noi dei nostri amministratori? Che hanno combinato nei 10 anni passati? Il nostro gruppo civico, con le mille difficoltà di accedere ai documenti per ricostruire la vicenda passata, si era comunque da subito accorto delle stranezze della stessa, e da subito si era messo al lavoro con un’interrogazione scritta e interessando la stampa locale per chiedere chiarimenti sulla vicenda. Sarebbe bastata un po’ di volontà, da parte di tutti!
Sentire dalle dichiarazioni rilasciate dall’allora sindaco Meschini, dall’allora capogruppo Ds poi Pd oggi sindaco Romano Carancini e da esponenti sia della maggioranza che dell’opposizione che non si potevano conoscere analiticamente avvenimenti così eclatanti, ci lascia esterrefatti sulle reali capacità di chi c’era! Tra l’altro l’allora presidente dell’Ircr Foresi ha confermato che tutta la vicenda, passo dopo passo, è stata continuamente concordata con i vertici comunali. A cosa serve, allora, la politica a livello cittadino? Solo per discuteredi un palazzetto dello sport che non si amplierà mai, o di piscine che non verranno mai realizzate perché pensate su presupposti folli? Qui conosciamo alla perfezione progetti per opere che non si realizzeranno mai, lì nessuno conosceva niente riguardo ad opere che si stavano realizzando sulle terre della casa di riposo?!
Le inchieste di Bommarito devono prima di tutto aprire una profonda riflessione tra coloro che hanno rivestito e rivestono cariche pubbliche di qualunque tipo. Prima di tutto chi sa parli, perché tacere equivale ad essere conniventi con una storia non di cattiva amministrazione, ma della peggiore amministrazione! Noi di Macerata è nel cuore, nel nostro piccolo, ci stiamo battendo per ottenere un consiglio comunale aperto sull’ex Ircr, anche perché per il futuro di questa struttura si dissolva questa coltre di fumo che rischia di favorire chi, nell’omertà o nel finto perbenismo, vuole perseguire i propri interessi personali, ben nascosti dietro le apparenti necessità dell’ex Ircr.
Il patrimonio dell’ente è ancora cospicuo, circa 30 milioni di euro, ed il personale dell’Ircr non è riserva di voti per nessuno! Nella prossima conferenza dei capigruppo diventerà improcrastinabile fissare una data per il Consiglio Comunale aperto sull’Ircr”.
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La piccola rammendatrice dei buchi da 10 milioni di euro…….
Mi auguro, visto he sembra che sull’IRCER tutti cadano dal pero, che sotto vi sia un bel palo appuntito….
Signora Agnani , quello che rischia di macchiare l’immagine dell’azienda IRCR che lei rappresenta non sono i fiumi di inchiostro versati ma i dubbi, molto fondati, che nel passoto più e meno recente essa abbia agito non per tutelare i suoi interessi e quelli della colletività ma di altri “privati” . Dubbi che , come è stato giustamente fatto notare, nessuno ha smentito arrivando al massimo ad affermare di non poter sapere e conoscere. Quindi quelli che c’erano non sapevano e quelli che ci sono ora non possono ! Sig.ra Agnani il mio modesto consiglio, se vuole giustamente tutelare l’immagine della società che lei rappresenta è di contribuire in maniera decisa a fare luce sul passato e di agire per recidere oggi tutti gli effetti di quelle decisioni. Spetta a lei, e non ad altri, dimostrare che l’attuale azienda di servizi alla persona non ha più a che fare con il suo “grigio” passato. Ne ha voglia ?
Compito di presidente e cda delle Ircr non è lamentarsi e accusare il dibattito pubblico ma agire, vigilare e comunicare secondo buona amministrazione proprio per garantire la “visibilità positiva”.
il vestito rattoppato va gettato se continua ad essere rattoppato senza fare tanti qualunquismi tipici di certi cittadini italiani che non hanno il coraggio di agire seriamente e si inventano di tutto pero’ la tipa ha accettato di essere presidentessa ..che pensava di dover fare con quel ruolo,sicuramente non la splendida in un ente locale.