Situazione delle scuole durante l’emergenza neve: ecco l’intervento dell’Assessore Stefania Monteverde:
“Questa straordinaria ondata di neve e gelo ci ha obbligati a sospendere le attività didattiche per una settimana. I bambini sono contenti di stare a casa e giocare con la neve. Tuttavia, è un loro diritto studiare, per questo abbiamo fatto di tutto per permettere il ritorno a scuola fin da lunedì. Il calendario scolastico prevede almeno duecento giorni di scuola all’anno: i dirigenti scolastici hanno assicurato che siamo dentro i giorni previsti ma, eventualmente, si può fare un recupero di qualche giorno. Dunque, il diritto allo studio sarà garantito. In questi giorni ho avuto modo di spiegare in molte occasioni come le Amministrazioni procedono alla decisione di sospendere le attività didattiche. Non è una decisione arbitraria di sindaco e assessori, ma si assume sulla base delle informazioni raccolte dalla Protezione civile e delle previsioni dell’Osservatorio metereologico. Nessuno ha la palla di cristallo, e talvolta le previsioni non sono coerenti con quanto accade in seguito. Ma sono comunque fonti oggettive per valutare i possibili rischi per la sicurezza dei cittadini. La decisione di sospendere le attività didattiche consente anche di evitare che il traffico impedisca la pulizia delle strade e la gestione dell’emergenza. La decisione matura anche dal confronto con le altre istituzioni, Prefettura in primis, per un coordinamento delle azioni. Il principio che ci ha guidato è stato sempre lavorare sulla prevenzione.
Molti, soprattutto il personale Ata delle scuole, mi hanno chiesto perché non si procede alla chiusura piuttosto che alla sospensione. La chiusura degli uffici pubblici, e dunque anche delle scuole, si fa in situazioni molto gravi, concordata con Prefettura e altre istituzioni. Gli uffici pubblici aperti hanno permesso la gestione dell’emergenza, e chiuderli non avrebbe garantito la città. La gestione del personale della scuola è competenza degli Uffici Scolastici e dei dirigenti scolastici nell’ambito dell’autonomia scolastica e dei contratti nazionali, che prevedono che in caso di sospensione dell’attività didattica il personale docente sia autorizzato a stare a casa, mentre il personale amministrativo è obbligato al lavoro regolare. Molto del personale in servizio in questi giorni è stato di grande aiuto soprattutto per la gestione delle caldaie nelle scuole, per il controllo degli edifici, per rimuovere la neve dagli ingressi, per la comunicazione diretta con le famiglie che chiedevano informazioni. Dunque la chiusura totale della scuola non sarebbe stata utile.
Abbiamo chiesto ai dirigenti scolastici se fosse possibile organizzare un sistema di accoglienza dei bambini per le famiglie che per bisogno non sanno a chi lasciare i figli. I dirigenti si sono detti disponibili a studiare la possibilità di fare accoglienza con i bidelli, ma certamente non è facile visto che scopo della scuola non è l’assistenza ma la formazione.
Al momento non ci sono le condizioni per attivare un servizio di questo genere. Le famiglie che per motivi di lavoro hanno avuto difficoltà per la gestione dei figli debbono comprendere che la situazione di emergenza va gestita nella sua complessità, e non sempre si trovano soluzioni a tutto. Da considerare anche che la sospensione delle attività didattiche è stata necessaria anche per la sicurezza degli studenti che vengono nelle scuole superiori del capoluogo e non avrebbero potuto raggiungerle facilmente dal territorio provinciale. Dunque, non crediamo che sia stato esagerato sospendere per sette giorni. Ci pare invece di essere stati attenti innanzitutto alla sicurezza dei bambini e dei ragazzi. Un loro diritto! Oggi comunque abbiamo deciso di riaprire le scuole lunedì. Se torna l’allarme meteo, valuteremo di nuovo la situazione”.
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E’ molto semplice, posticipare al 15 giugno la chiusura delle scuole. Non credo sia un problema. Non lasciamoci infinocchiare dagli insegnanti che contano i 200 giorni. Bisogna mettere in conto la ripresa del ritmo scolastico dopo questa inaspettata lunghissima vacanza. Farò un comitato di genitori affinchè venga approvata questa soluzione.
…Ci lamentiamo della crisi del nostro paese, dei politici che rubano soldi e della disoccupazione , poi ci facciamo bloccare da 50 cm di neve, saltando scuola, lavoro e quant’altro!
1. il recupero dei giorni, oltre i giorni già possibili all’interno del calendario ufficiale. con la posticipazione della chiusura della scuola è di difficile attuazione:il calendario delle scadenze successive alla fine dell’attività didattica ufficiale (scrutini, esami delle scuole medie, esami delle scuole superiori, avvio delle procedure delle iscrizioni e trasferimenti….) è, infatti, serrrato e non permette spazi di recupero. –
2. ma, per garantire l’assistenza ai bambini che non possono restare a casa (se non con aggravio di spese di baby sitter) perchè i genitori vanno a lavoro, le singole scuole potrebbero organizzare attività culturali (teatro, musica, danza, pittura, lavoro al computer, film….)in gruppi informali con animazione affidata a docenti a turno (che non possono fare attività didattica rivolta a tutti, ma sono in ogni caso in servizio), in modo da garantire valenza educativa e assistenza, che non possono essere affidate al personale ATA: la scuola ha un compito formativo e culturale ma, di fatto, assume sempre anche una funzione sociale , soprattutto per i più piccoli, che d’altra parte, essendo le scuole elementari e dell’infanzia normalmente vicine alle abitazioni, sono raggiungibili facilmente, anche in condizioni meteorologiche precarie.
Io non ho figli a scuola ma mi permetto di pensare che, quanto suggerito dal Sig. Maulo, sia una soluzione, a dir poco, splendida per le scuole dell’obbligo!
Liana Paciaroni