di Alessandra Pierini
Le telecamere del Tg1 sono arrivate nella nostra provincia per parlare di fotovoltaico. Proprio nella nostra regione e in particolare nella Provincia di Macerata, tanti sono gli impianti già realizzati o che saranno autorizzati nei prossimi mesi e molti di questi occuperanno grandi superfici agricole. Gli stranieri residenti nella zona hanno manifestato la loro contrarietà e la situazione ha incuriosito la giornalista Carlotta Angeloni che ha deciso di verificare personalmente la situazione. Accompagnata da Cronache Maceratesi e da Luigi Verdecchia, fondatore del gruppo di Facebook “No agli impianti fotovoltaici a terra”, le telecamere Rai hanno ripreso le nostre campagne alla scoperta dei bellissimi paesaggi, già corrotti negli ultimi mesi dall’installazione degli antiestetici pannelli solari. La giornalista ha anche incontrato rappresentanti di enti pubblici e soggetti privati danneggiati dalla realizzazione degli impianti, che rappresentano solo una parte di quelli che presto invaderanno il territorio.
La prima tappa del giro, oggetto di un servizio che verrà trasmesso dal Tg1, è stata la Fabi Shoes i cui titolari hanno chiesto di poter installare un impianto sul tetto della loro azienda ma si sono sentiti rispondere dall’Enel che la centrale è satura, perciò non potranno farlo.
Poi le telecamere Rai si sono spostate in contrada Paterno dove sono state intervistate Donatella Batocchi e Tiziana Forconi, proprietarie di due abitazioni immerse nella natura della zona: «Fino a luglio non ci siamo accorte di niente, poi nel giro di 3 mesi siamo state circondate dai pannelli fotovoltaici e ce li troviamo quasi fino alla porta di casa». Il panorama di cui potevano godere le due signore e le loro famiglie è stato definitivamente deturpato e nessuno può farci niente visto che le autorizzazioni sono in regola.
Carlotta Angeloni ha poi intervistato Nelia Calvigioni, sindaco di Corridonia, comune che ha recepito le linee guida dettate dalla Regione Marche: «Finora non potevamo far niente – ha detto la Calvigioni – ora con il regolamento abbiamo tutelato le valli, i crinali e l’area archeologica di San Claudio e abbiamo obbligato le aziende a mitigare l’impatto degli impianti».Sono stati gli stranieri, però, i primi ad accorgersi dell’emergenza di tutelare il paesaggio, una delle motivazioni principali per cui hanno scelto di vivere nelle Marche. Carlotta Angeloni li ha incontrati nel Casale I fichi, country house di Robert Garner e Ian Richards che dall’Inghilterra si sono trasferiti a Francavilla d’Ete per operare nel turismo. Un bel giorno, però, tornando dal loro paese di origine, si sono trovati i pannelli proprio nella valle che si vede dal loro giardino e hanno subito capito che il problema era grave.
Bob conserva anche delle immagini che mostrano il panorama prima dell’installazione e soprattutto teme che la situazione potrebbe degenerare e che nel giro di poco tempo ne saranno autorizzati altri che comprometterebbero definitivamente il loro business. Dall’altra parte della valle vive una famiglia olandese che lamenta la svalutazione della loro casa, sulla quale avevano investito più di 800.000 euro. Nella loro country house si sono ritrovati australiani, olandesi e altri inglesi che non riescono proprio a capire come il governo e i comuni possano essere così poco lungimiranti. «La mia impressione – ci dice una residente australiana – è che siete così abituati a vivere nella bellezza da non riconoscerla più. E’ un vero peccato». «Non capisco – le fa eco il marito – come si possano privilegiare gli interessi di pochi privati a scapito dell’ambiente e del bene della comunità».
Le telecamere di Rai Uno si sono fermate anche a Monte San Giusto dove sorgerà nei prossimi mesi un impianto da 5 Megawatt. «Accanto a questo impianto – ha precisato Luigi Verdecchia – ne sorgerà un altro, così tutta la valle sarà ricoperta. Per gli impianti già autorizzati non c’è via di uscita e non so se i regolamenti comunali potranno essere risolutivi».
Punto di arrivo è stato il fiume Chienti e la zona di Sarrocciano dove sorgerà un maximpianto di 12 ettari, pari a 12 campi da calcio, per impedire il quale nulla hanno potuto i comitati che si sono organizzati né il Fronte Verde da mesi attivo nella lotta al consumo di territorio agricolo.
Nel 2010 la Provincia di Macerata ha concluso 30 procedure di valutazione di impatto ambientale e dovrà esaminarne altre 23. Potenzialmente potremmo ritrovarci con 170 Megawatt di energia in più ma molti sono gli interrogativi. Davvero questi impianti saranno allacciati per produrre energia? Chi garantisce che nei prossimi 10 o 20 anni le cose non cambieranno? Chi smaltirà il silicio di cui sono fatti i pannelli?
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L’argomento è particolarmente difficile da affrontare se non ci liberiamo di pregiudizi e preconcetti che appaiono in qualche modo anche nell’articolo della Pierini con le domande finali . Perchè non dovrebbero essere allacciati gli impianti se il reddito deriva proprio dalla produzione di energia ? Cosa dovrebbe cambiare fra 10 o 20 anni ? Di certo per 20 anni esiste un contratto di fornitura garantito dal GSE. Per quanto riguarda il riciclo dove esiste già il problema (la germania che ha iniziato molto prima di noi) si sta verificando che i materiali utilizzati , nobili e rari , giustificano la formazione di una filiera per il riciclaggio. Detto questo considero legittima l’attenzione al fenomeno e anche l’opposizione ad alcune installazioni che appaiono esagerate (l’impianto di sarrocciano ad esempio) . Però invito tutti a non generalizzare. L’attuale normativa italiana prevede un obiettivo di energia elettrica da fotovoltaico da raggiungere entro il 2020 che qualora fosse anche ottenuta tutta con impianti a terra (e non lo sono , incidono oggi per meno della metà) si occuperebbe una porzione della Superfice Agricola disponibile inferiore allo zero virgola. Certo non trascurabile; ma allora ben diverse e ben maggiori reazioni dovrebbero aver provocato e dovrebero provocare le devastazioni realizzate dalla cementificazione per capannoni industriali, centro commerciali , periferie urbanizzate. Il rapporto è forse di 1 a 10 se non uno a 100 . Allora poichè è fondamentale difendere il territorio , la sua biodiversità , le sue tradizioni e dei suoi paesaggi , facciamolo in modo razionale , dando la priorietà ai fenomeni che sono sicuramente più gravi e minacciosi. E tutt’altro che esauriti! E poi difendiamo il reddito dell’agricoltura che , pari a zero, provoca le condizioni di base per accettare le proposte per utilizzi differenti ed inappropriati. saluti
UN GRAZIE ad Alessandra per gli articoli, un grazie a Cronache Maceratesi, un grazie ai quotidiani (purtroppo non tutti e non si capisce il perchè….) un grazie ai comitati, ai cittadini stranieri, ai cittadini che con il loro impegno e la protesta hanno permesso che l’argomento diventasse di rilevanza Nazionale e obbliga la politica ad intervenire e regolamentare la materia. la vicenda è di tale importanza che anche la RAI realizza un servizio, bene benissimo un grazie ai giornalisti RAI. Sulla vicenda resta solo il silenzio dei politici, amministratori locali e partiti. Da questi nessun commento, nessuna presa di posizione (solo qualche scarso decisionismo per “lavarsene le mani” e passare il “cerino acceso” in altre mani).
Detto questo passiamo alle dichiarazioni: Il sindaco di Corridonia Calvigioni dichiara di non aver strumenti in mano, MA quando si è concessa la modifica del vincolo dell’alveo fluviale per permettere l’autorizzazione al mega impianto di Sarrocciano si è proceduto con celerità e nel silenzio. Bastava negare la modifica e forse qualcosa si poteva fare a difesa del territorio di Corridonia. Alle richieste di impianti si poteva far rispettare le distanze minime già esistenti nell’edilizia per impedire certi scempi, invece si autorizza in terreno agricolo, con regole agricole, impianti che di agricolo non hanno niente e non portano niente alla produzione agricola.
Bastava fare questo? forse non era sufficiete, ma qualcosa si poteva e si puo ancora fare, Basta volerlo. STILARE UN REGOLAMENTO, VOTARLO IN CONSIGLIO COMUNALE E APPLICARLO A TUTTE LE RICHIESTE IN ESSERE E AGLI IMPIANTI CONCESSI E NON ANCORA COSTRUITI.
Perciò ora si puo fare, vediamo se le dichiarazioni del sindaco Calvigioni sono reali o solo parole per lasciare tutto e permettere tutto.
@ mario iesari
certo che l’argomento è difficile da affrontare, soprattutto quando “certi” interessi economici ne sono artefici. MA i preconcetti non devono sempre e solo valere per i cittadini. La sua prima domanda -“Perchè non dovrebbero essere allacciati gli impianti se il reddito deriva proprio dalla produzione di energia ?”- dobbiamo aggiungere un’altra domanda: il reddito è legato (solo) alla produzione o bastano (e si vogliono) solo gli incentivi e le sonvenzioni pubbliche?
Sulla sua seconda domanda -“Cosa dovrebbe cambiare fra 10 o 20 anni ?” dobbiamo aggiungere la domanda: le società di gestione saranno ancora operanti fra 20 anni? Alla sua terza domanda” – “Di certo per 20 anni esiste un contratto di fornitura garantito dal GSE.”- la risposta è si, sulla carta certamente, ma ci sarà ancora la produzione?
Per quando riguarda lo smaltimento e la filiera per il riciclo c’è una normativa Europea e anche Italiana. Ma anche sui rifiuti di Napoli c’è la normativa, ma i rifiuti sono per le strade. NON SAREBBE OPPORTUNO STABILIRE PRIMA I SITI E LO SMALTIMENTO E POI AUTORIZZARE GLI IMPIANTI?
Il nostro impegno come Fronte Verde forse non è sufficiente, come si afferma nell’articolo, a fermare lo scempio. Ma per Noi è importante farlo e batterci, e poi non è detta l’ultima parola perchè continuiamo nel nostro impegno, se serve siamo pronti a continuare la battaglia, anche con forme dimostrative, sicuramente pacifiche e aperte al dialogo e al confronto, ma chiare e determinate. C’è chi è salito sui tetti, chi sulle gru, chi ha avviato scioperi della fame e chi ha manifestato con l’occupazione, anche NOI possiamo farlo. NON servirà? Forse, MA Noi continuiamo a batterci.
In ultima considerazione: sono d’accordo con il sig. Iesari, Difendiamo l’agricoltura e il reddito agricolo, chiediamo alla politica di operare e legiferare alle regole.
CHIEDIAMO di rivedere la realizzazione dell’impianto di Sarrocciano, in fordo si chiede di ridimensionare la grandezza da 12 a 2/4 ettari, di ridure l’impatto paesaggistico col vietare i pannelli alti 3,37 metri, portandoli a 1,30, prescrivendo una distanza di almeno 100 metri dalle abitazioni, dalla strada provinciale, dalla superstrada e dal fiume.
COMUNQUE GRAZIE A TUTTI.
Buon Anno
Tonino Quattrini
Fronte Verde
p.s.
Due parole sull’obbiettivo, stabilito dagli accordi comunitari del 2020, sull’incremento della produzione di energia tramite il fotovoltaico. Si può fare anche meglio: se si finanziasse e incentivasse la realizzazione dei pannelli sugli edifici gia esistenti.
Coprendo solo UN TERZO di abitazioni, edifici pubblici, centri commerciali, capannoni industriali avremmo molto più di quel 20% stabilito dalle convenzioni Internazionali.
Certo così facendo avremmo utilità per i cittadini e consumatori, per il paesaggio e la bellezza ambientale, MA NON per le speculazioni di “certi” interessi economici.
Di nuovo Buon Anno a tutti.
Relativamente alla questione delle installazioni dei pannelli fotovoltaici sui tetti purtoppo la situazione è estremamente sfavorevole. La lobby delle aziende che si sono date una verniciata di verde sta lavorando al massimo delle sue possibilità. Illuminante l’intervista del TG1 di ieri agli amministratori del calzaturificio FABI di M.S.Giusto: hanno dichiarato che l’Enel si è presa 420 giorni LAVORATIVI prima di dare una risposta sulla possibilità di connessione con la rete per l’impianto che avrebbero voluto realizzare sul loro moderno capannone con un tetto di 11.000 mq appositamente realizzato per installare i pannelli. Sembra che nella bassa vallata del Chienti le capacità attuali della rete siano insufficienti a garantire nuovi allacci. Per contro, a poche centinaia di metri dal calzaturificio Fabi, oltre la collina, nei prossimi giorni inizieranno i lavori per un impianto di 8 ettari da 6 MWp che non ha avuto difficoltà ad ottenere l’autorizzazione ad allacciarsi alla rete, afferente alla sottostazione di Villa San Filippo, quella, per intenderci, sottodimensionata che non consente a Fabi di coprire di pannelli il suo tetto.
– Risulta anche che qualche grande azienda che si occupa di installazione di pannelli stia artatamente ritardando i tempi per la redazione dei preventivi richiesti dalle aziende interessate alle installazioni sui tetti. Si tratta di un evidente tentativo di favorire le installazioni a terra molto più facili e soprattutto più redditizie rispetto a quelle sui tetti. E poi è meglio trattare con un agricoltore che con un imprenditore! La politica, latitante o quanto meno disattenta sulla questione, avrebbe dovuto capire per tempo la portata del fenomeno e porre rimedio prima dell’uscita dei buoi dalla stalla, come sta avvenendo in questi tempi. Nonostante tutto molti amministratori fanno ancora fatica a recepire le normative e si dimostrano eccessivamente prudenti verso soluzioni di maggior tutela del territorio; per contro, dall’esame degli atti preparatori delle autorizzazioni rilasciate, emerge in molti casi una inusuale velocità della burocrazia locale nel far “girare le carte” e nel rilascio dei pareri previsti, tale da far sorgere qualche dubbio al semplice cittadino spesso vessato da quella stessa burocrazia.
Quello che sta accadendo dimostra l’incapacità di programmare e di gestire. Si sarebbe dovuto ragionare in termini più ampi, di area vasta, organizzando le cose in maniera tale da dare la priorità alle installazioni sui tetti e, una volta esaurite queste, verificare la possibilità di autorizzare installazioni a terra in aree marginali o degradate.
Ma quando la politica è assente, su temi importanti e sentiti, non sulle ca22ate quotidiane di quelli di Roma, la base si organizza e fa da sè. E prima o poi si ritrova davanti a un’urna elettorale.
Un grazie a tutti gli amici del gruppo fb “no al fotovoltaico a terra”.
Luigi Verdecchia
Giovani e rampanti imprenditori ,grandi proprietari terrieri industriali e speculatori , tutti a caccia del nuovo modo di fare soldi: gli incentivi e le sovvenzioni pubbliche riservate a chi installa impianti fotovoltaici di grandi dimensioni.La speculazione ormai dilaga , ogni giorno sorgono altri impianti e la politica come al solito arriva tardi . Non sono bastati anni di cementificazione selvagge sulle nostre vallate , ora si passa ad invadere con il fotovoltaico anche le nostre colline correndo il rischio di compromettere seriamente quel che resta del nostro paesaggio agrario.
Per chiarire come la penso. Sono convinto che è sempre meglio installare un Kwh di fotovoltaico su un tetto piuttosto che su un terreno agricolo. Detto questo è necessario rimanere sui dati oggettivi e non sulle ipotesi o le illazioni. Gli impianti sui tetti sono GIA’ favoriti rispetto a quelli sui terreni godendo di una tariffa di incentivazione riconosciuta dalla legge più favorevole. E di conseguenza (anche se i costi di installazione sono più alti) hanno una redditività migliore. E tutto sommato questo viene confermato dal fatto ,come ho già avuto modo di dire ,che fino ad ora la quantita di produzione fotovoltaica installata su tetti di capannoni ed abitazioni è superiore a quella installata sui terreni. Parlo di dati nazionali. Considero legittimo difendere il territorio e ragionare per un più opportuno impiego della opportunità del fotooltaico (perchè è una opportunità non va dimenticato) . Credo però che vada fatto senza demonizzazioni e cercando di mantenere la discussione su ragionamenti razionali . Come si fa a pensare che ci sia una manovra dietro un “singolo” comportamento dell’ENEL provocato probabilmente da una situazione di saturazione locale (non conosco il caoso nello specifico ma parliamo appunto di un caso) Quanto poi al fatto che le aziende produttrici ritardino ad arte i preventivi per le installazioni sui tetti , beh francamente questa credo sia una “leggenda metropolitana” . Non hanno nessun motivo per farlo! I prezzi dei moduli sono a Kwp e non differiscono dalla localizzazione mentre l’installazione sui tetti , più complessa è di solito più lucrosa di quella a terra per le aziende di installazione. Sono d’accordo sulla necessità di un ruolo della politca più attivo, trasparente ed univoco. Chiudo con una piccola provocazione . Perche non passare dal messaggio “No fotovoltaico a terra” a quello “Fotovoltaico, meglio sui tetti” ! Mi hanno sempre insegnato che i messaggi volti in positivo sono più efficaci di quelli di negazione. Buon anno a tutti!
Non c’è uno e dico un solo cittadino maceratese che, libero da speculazioni, privilegi o tornaconti personali, piace questo scempio, questa vergogna, diciamola tutta questa schifezza che in pochi fanno come al solito a danno della moltitudine. Mi vergogno agli occhi degli stranieri che ci insegnano la civiltà, il buon senso e sia chiaro, nella più totale ragione. La facessero loro la rivoluzione, sarebbero più bravi noi che non sappiamo abbozzare la minima protesta civile. Ma se chiedete all’opinione pubblica vedrete dove vanno a finire questi pannelli! Il problema serio di questa povera italia è che nessun politico si mette mai nei panni dei cittadini ma sempre in quelli degli imprenditori che sguazzano e continuano a sguazzare alle spalle della collettività. Una puntata di Report e quante ne scoprirete ogni volta in ogni ambito. Questo è in piccolo lo stesso schifo che si verificherà quando ci troveremo con le centrali nucleari a due passi dai più bei luoghi del mondo che solo l’italia possiede. I fatti è che stanno rovinando l’ultima risorsa che ci rimane e cioè LA NATURA, IL PAESAGGIO, LA CULTURA, IL TURISMO! Non sò se vi rendete conto: se andiamo in crisi e falliamo (e con questo andazzo avverrà molto presto)noi tutti potremmo ancora contare su questo ben di dio che grazie ai nostri più avveduti e rispettosi avi, ancora abbiamo immacolato tra le mani. Che poi dovrebbe corrispondere alla nostra fierezza collettiva: il paesaggio immacolato delle verdi collinette maceratesi! E allora perchè lasciamo rovinare secoli e secoli di opera umana e millenni di opera della natura per quattro pannelli fotovoltaici e visto che ci siamo non fermiamo anche la speculazione edilizia che stà riempiendo le nostre valli incantate di capannoni inguardabili il più delle volte vuoti? Di questi tempi dobbiamo svegliarci!! Ci stanno portando via tutto, sveglia!!
Si ringrazia Onda Anomala per il loro impegno e per le iniziative prese. Più siamo più è congreta, forte e positiva l’opposizione allo scempio del territorio.
Sono d’accordo con il commento del sig. Iesari, e sulla validità del Fotovoltaico e sulla “positivita”, MA stiamo attenti a chi dà, una positività vuol cogliere il nulla osta ad imporre impianti devastanti per il territorio e il paesaggio. La logica del “marketing” accantivante non deve far passare tutto e il contrario di tutto.
La politica deve intervenire non solo a regolamentare la materia ma deve invertire la logica degli incentivi. Attualmente è troppo assente per gli impianti sui tetti (quasi assente e di poco conto rispetto agli impianti a terra).
Comunque grazie a tutti e di nuovo Buon Anno,
Tonino Quattrini
Non diciamo sciocchezze!
Ogni Maceratese si è subito accorto dello scempio che si sta compiendo sul ns. territorio ma non può parlare per non essere tacciato come anti ecologista, mentre gli stranieri che portano molta pecunia sono più autorevoli!!
Io propongo semplicemente di cambiare l’ormai noto appellativo: “Terra delle armonie” nel più attuale: “Terra dai mille riflessi”
da internet riguardo l’impianto fotovoltaico di Paterno….
http://www.italianostra.org/?p=6197
Caro Tonino, come ben sai ,quando in consiglio comunale a Corridonia, mi sono battuto per l’approvazione dei regolamenti prima del rilascio delle autorizzazione per impianti fotovoltaici, sono rimasto solo; il Carlino unico giornale, fece un titolo a carattere cubitali riportando una mia frase detta in consiglio “15 CAMPI SPORTIVI A SARROCCIANO”.
Forse se allora qualcuno non contro le energie verdi e rinnovabili , bensì accorto regolamentatore della materia , avesse proseguito sulla strada che avevo intrapreso , forse oggi ci sarebbe un atteggiamento diverso anche dalla Regione , che ha emanato le linee guida a settembre. Comunque ciò che a suo tempo dissi , vedo che sta muovendo altre sensibilità condivisibili.
L’Articolo 9 della nostra Costituzione recita:La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
TUTELA IL PAESAGGIO! Quindi, a rigor di logica, gli impianti fotovoltaici deturpanti potrebbero (dovrebbero) essere considerati FUORI LEGGE! Non solo gli impianti fotovoltaici ma anche tante lottizzazioni (un nome a caso: Valleverde).
solo politiche miopi ed interessi economici di pochi
hanno fatto del fotovoltaico un arma a doppio taglio , trasformandolo da elemento a salvaguardia della natura a scempio della stessa.
Quale territorio lasceremo ai nostri figli?
Qualcuno e’ responsabile per tutto cio’?
Caro Sandro, certo che so del tuo impegno e della posizione che hai assunto in consiglio comunale. Certamente se il sindaco avesse sostenuto la tua posizione oggi avremmo avuto la possibilità di bloccare l’impianto di Sarrocciano. Ma io non mi arrendo, oramai mi conosci da tempo e sai che è così, poi ci sono altre persone che si stanno impegnando insieme a me. Ti ringrazio per quello che hai fatto e fai in consiglio, continua con impegno (anche se conoscendoti non c’è bisogno di dirtelo) so che dai sempre il massimo. Comunque sto sempre in contatto con Claudio che mi informa su Corridonia.
Importante è non mollare.
Ti auguro un sorridente 2011, a presto.
Tonino
ABBIAMO SPESO CIRCA UN MILIONE DI EURO IN PROMOZIONE TURISTICA SERVENDOCI DI ATTORI AMERICANI PER FAR CREDERE AGLI ALTRI, CHE NELLE NOSTRE VALLI, OLTRE AI GRILLI C’ERANO SOLO MANDRIE AL PASCOLO…FORSE PERO’ QUEI GRILLI E QUELLE MANDRIE…. ERANO IN FUGA?
E’ MANCATA UN’OCULATA E PREVIDENTE PIANIFICAZIONE NON SOLO A LIVELLO COMUNALE MA, E QUESTO E’ MOLTO PIU’ PREOCCUPANTE,A LIVELLO REGIONALE.
OCCORREREBBE SECONDO ME STRAVOLGERE DA SUBITO L’IMPALCATO NORMATIVO INTRODUCENDO NORME COGENTI RIGUARDANTI NON SOLO LA MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI,MA PIUTTOSTO LA COMPENSAZIONE DEGLI STESSI, PROPRIO COME CAPITA NELLE ATTIVITA’ ESTRATTIVE CON LA LEGGE FORESTALE 6/05.
PER IL RESTO RINGRAZIO CON AMMIRAZIONE TUTTI QUANTI, A PARTIRE DA TONINO QUATTRINI E DAGLI ALTRI FAUTORI E SOSTENITORI DEL FOTOVOLTAICO SUI TETTI.
ANCORA GRAZIE DA CHI VIVE IN CAMPAGNA, QUELLA PRIMA DELLE MANDRIE….DELLO SPOT.
AVANTI TUTTA.
non c’e’ solo il mega impianto di Sarrocciano a Corridonia , che giustamente ha avuto tanta rilevanza sui giornali locali, ma venendo in via Paterno, sempre a Corridonia si possono vedere tre impianti di meno di un megavat che insistono nella stessa vallata.Uno sulla collina di Piedicolle, uno sulla collina a ridosso di due abitazioni ,di chi aveva scelto di vivere nella campagna dello spot regionale,ed un terzo al margine della strada provinciale .
Tre impianti che per la loro realizzazione non e’ stata necessaria nessuna autorizzazione provinciale poiche’ inferiori al megavat ma che visivamente si cumulano .
Tre impianti che deturpano una vallata con un panorama bellissimo .Vi invito tutti a passare in questa vallata per toccare con mano lo scempio concesso “nel rispetto delle normative “.
http://via.sinp.net/qpresenter/home.action
cliccando sul link sopra possiamo informarci sugli impianti in valutazione e le pratiche già concluse.
Come sempre, purtroppo, ciò che percepisce la gente è molto inferiore alla realtà.
Ricordo a tutti che nella nostra città sono state autorizzate costruzioni per più di 1milione di metri cubi (ancora da fare!!!) tramite piano casa e minitematica.
Mangeremo asfalto!!!!