Dall’ex sindaco di Macerata Gian Mario Maulo:
Il restauro della Chiesa di San Giovanni e il suo adeguamento funzionale per eventi culturali ed artistici, permanendo l’originario carattere di spazio sacro, proposto dal Vescovo e accolto in un protocollo di intesa fra Diocesi e Fondazione Carima, che lo finanzia, costituisce l’esito più intelligente del confronto, dialettico, orientato più all’antitesi che alla sintesi, sulla stampa locale e perfino per la strada. Su questa proposta si trovano d’accordo laici e cattolici, Chiesa e Istituzioni civili, persone di cultura e gente comune: si realizza così un dialogo fra istituzioni e un’integrazione fra arte, scienza e fede, tipici dello stile ricciano.
San Giovanni, armonico esempio di architettura tardo rinascimentale, sorta nel 1600 per opera dei Gesuiti a fianco al primo istituto di formazione del giovane Matteo Ricci, si integra in modo funzionale con il palazzo della Biblioteca Mozzi-Borgetti appena restaurato e con il vicino Istituto Matteo Ricci per le Relazioni con l’Oriente da poco avviato e in attesa di allestimento con materiale librario e scientifico soprattutto relativo a Padre Matteo Ricci.
La nuova destinazione della Chiesa, inoltre, amplia l’offerta culturale del centro storico e fa ‘pendant’ con il San Paolo che da 13 anni vive di attività convegnistica e didattica dell’Università, sulla base di un analogo protocollo di intesa fra Università e Comune.
Essa, inoltre, completa attivamente il percorso museale e culturale del centro storico: Duomo, Chiesa della Misericordia, Palazzo Buonaccorsi, Palazzi dell’Università e dell’Accademia delle Belle Arti, Loggia dei Mercanti, Teatro Lauro Rossi, Galleria degli Antichi Forni, librerie del Corso, Istituto per le Relazioni con l’Oriente e infine, nella ‘ piazza della cultura’, Biblioteca, Palazzo Ricci, San Giovanni e San Filippo (ormai prossima al restauro) La piazza, restituita al suo volto originario, dopo la parziale ‘liberazione’ dalle auto (imposta almeno dal sottostante nuovo deposito di libri), può aprirsi ad una nuova stagione di convivialità.
Si realizza, così, un monumento ‘dinamico’ a Padre Matteo Ricci, integrato nella città ‘vivo’ nella ricerca, nella divulgazione e nell’attualizzazione del pensiero ricciano, aperto ad un turismo culturale attivo.
Per completare il progetto, si aggiunga l’apertura sistematica della Pinacoteca di Palazzo Ricci, con analogo protocollo di intesa tra Fondazione e Comune.
Questo ‘monumento dinamico’ può costituire il più significativo ‘miracolo’ di Padre Matteo Ricci.
Allora Macerata si potrebbe denominare a ragione ‘città di Padre Matteo Ricci’, non solo perché ha dato i natali all’illustre missionario che spesso la ricorda nelle sue lettere dalla Cina, ma anche in quanto città del dialogo, dell’integrazione culturale e perciò della pace, più di qualsiasi insegna stradale.
Questa ‘piazza della cultura’, infine, potrebbe avere un logico completamento in una statua sobria per proporzioni e per costi, decisa con le dovute procedure, finanziata in tempi più floridi da Istituzioni e da privati, collocata ad altezza d’uomo più che su un piedistallo alto e lontano, rivolta alle persone che vanno verso San Giovanni o verso la Biblioteca.
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Al museificio manca soltano un giardino zen al centro della piazza della cultura.
Sulla facciata delle Chiesa di San Giovanni ci sono 2 incavi che si potrebbero utilizzare.
Quello a sinistra per mettere il busto di Matteo Ricci, che già abbiamo, a destra invece si potrebbe utilizzare per una raffiguarazione, per una modesta statua (modesta come statua, non certo come “personaggio”) di Colui che non ha avuto parua di portare la Croce, che sicuramente ama Macerata ma non solo, che certamente non ha dimostrato paura davanti al martirio….
La proposta di Cerasi mi intriga..non è poi male.
Certo non la statua esistente di padre Matteo Ricci (un bronzo stilizzato sulla facciata di una chiesa del XVII sec.è un pugno in un occhio) ma due “modeste” (meglio dire economiche) statue in marmo di P.Matteo Ricci e San Giuliano non sarebbero poi male. Dopo tutto San Giovanni era una chiesa dei gesuiti, il suo stile è classico delle chiese dell’Ordine dei Gesuiti e P.Matteo Ricci era un gesuita.
Non ho capito la contestazione dell’Arch.Bonifazi! Un museo su P.Matteo Ricci sarebbe un bel gioiellino, sempre se curato e attrezzato bene! Non mi sembra che Macerata strabocchi di Musei, anzi come capoluogo di Provincia è un pò carente…abbiamo un Museo della Carrozza (ma guarda caso regalato dai Lions), un bel museo del Risorgimento ma messo male, un misero museo di piccole antichità (quello di Colfiorito è più fornito)e mediocre pinacoteca…ci vuole qualcosa in più o no?
@Tommaso Martello
Come avrà capito sono contrario al proliferare dei musei in genere, in quanto molto spesso risultano tristi raccolte e sottraggono spazio a nuove e vitali residenze. Tuttavia avevo già suggerito di destinare il complesso di S. Giovanni (chiesa, canonica e piano seminterrato) a questo benedetto museo dedicato a Padre Matteo e Palazzo Trevi alla residenza di giovani coppie. Abitando in via Crescimbeni, ho la fortuna/ sfortuna di osservare l’inesorabile morte del centro. Quindi non capisco perché la lettura del cuore della nostra città è fatta da chi l’aggredisce esclusivamente per superare la noia della periferia. Perché non realizzare un piccolo museo nella chiesa intitolata alla Gran Madre di Dio? Perché non chiudere al traffico via Mameli? Perché non togliere i posti auto da via Barilatti? E così via. Non è un caso se in quella piazza Vittorio Veneto di cui tanto si parla c’erano ben trentasei posti auto. Ecco perché vorrei un centro storico vivo e non solo un itinerario museale.
Alcuni dati sul decremento della popolazione del centro dovuto in parte ad un utilizzo non sempre appropriato dei palazzi di rappresentanza:
Nel 1960 -> 6.000 ab.
Nel 1980 -> 3.000 ab.
Nel 2010 -> 1.000 ab.
Pertanto sono convinto che per i turisti, ammesso che verranno, non sarà piacevole aggirarsi in un città morta.
@Bonifazi
sullo stato “cadaverico” della città sono perfettamente d’accordo. Sulla inutilità dei musei come raccolta di tristi ricordi…non sono molto d’accordo, anzi affatto. I ricordi sono vita e vitalità, sono la storia e la cultura…le radici da dove deriviamo. Sono strumenti di studio per sviluppare il futuro evitando gli errori e migliorando i successi. La penso un pò alla anglosassone dove sorgono musei per ogni tema e danno molti spunti per lo sviluppo culturale e sociale. Anzi penso proprio il contrario un museo (o meglio più musei) servirebbero a rivitalizzare, o meglio possono essere la base per rivitalizzare, il centro storico e così anche altre iniziative! Comunque rispetto il suo pensiero, anche se penso che 20 posti in più per auto (Macerata è piccola e si possono fare anche due passi a piedi) e dedicare palazzi storici a giovani coppie (necessità da sviluppare in periferia perchè al centro non esistono i servizi primari) non siano utili a rivitalizzare il centro.
Si cominci dal museo, poi se questo attira ci sarà bisogno del barachetto per vendere i souvenir, i ristoranti, gli alberghi ecc……e da lì sviluppare tutto ciò che è necessario per accogliere gente.
@ Martello
“Un centro vivo” dal notes dell’avv. Magnalbò (Il Messaggero del 25/05/86)
Sento di dover intervenire in difesa degli abitanti del centro storico, in riguardo alla polemica che anche questa volta insorge a causa del fatto che nell’area in questione circolino e vengano lasciati in sosta mezzi di vario tipo. Domandiamo in primo luogo a chi non abita in centro se per tornare a casa in auto abbia bisogno di un permesso speciale o debba fare ciò abusivamente, se per far salire gli anziani di famiglia debba attendere l’orario prefisso dal Comune, se per prendere un fascicolo in ufficio, luogo di immensa frequentazione e cui si accede mille volte al giorno, debba avere il timore delle dodicimila; o se per prelevare o scaricare un pacco abbia necessità ogni volta di controllare le fasce orarie o di un permesso speciale. Oppure ci dica se ritiene non giusto che in centro esistano abitazioni, uffici, commerci, affetti.
So per certo che un diritto si può affievolire ma non del tutto sopprimere, e dunque il libero accesso alla casa in centro dovrà essere perlomeno simile a quello di chi la casa la fruisce in altra area urbana (gli starebbero bene a costui perpetue transenne in mezzo alla via per far passeggiare puerpere e giocare bambini?).
Camerino tradizioni, ha fatto in merito al centro una delibera esemplare (n. 15.475 del 13.9.’85); a Macerata il comandante Bianchi si rende conto delle varie difficoltà quando dice che il problema non è di facile soluzione perché le situazioni sono e vanno diversificate.
Sanno tutti che sono un abitante del centro, più esattamente un fruitore, non occorrono per questo ricerche o confessioni, e naturalmente tiro l’acqua per il mio molino.
Riconosco che non erano esatte e gratificanti le vecchie invasioni di auto che lo riducevano ad un contenitore di latta, anche per l’uso smodato di alcuni che pretendevano di entrarvi al caffè, ma tra questo ed il deserto vi sarà pure una misura di mezzo.
Non ci rendiamo conto, purtroppo, e ciò in ogni campo, e l’ho scritto e nessuno si è dato la pena di rispondere (i talami sono molli e assonnati) che il tempo scorre in maniera più veloce dei tempi occorrenti ai politici per deliberare; la normativa sul centro storico ha ormai 10 anni ed è come se ne avesse cento. Quando i nostri parvi senatori avranno finito di discutere sui parcheggi non esisteranno più le automobili, nessuno dovrà più parcheggiare secondo gli schemi di nessun partito, perché con la banca, con il negozio, con il professionista e con l’amministratore (si spera) avremo rapporti di diverso tipo.
Comunque fino ad allora accontentiamoci di modi di transizione ed accettiamoli. Salvaguardiamo quindi gli interessi delle marmoree giovani mamme e dei loro mariti post-adolescenti che spingono le carrozzelle, tutti desiderosi di un centro vivibile; salvaguardiamo, ma un po’ meno, gli interessi del nullafacenti per istituzione che perdono il loro tempo trascinandosi per questo centro; salvaguardiamo, ma ancora meno, gli interessi di chi senza ragione pratica, ma solo in un’ottica di fruibilità estetica, collegata ad antichi schemi socialmente ed urbanisticamente irripetibili – e tale parziale salvaguardia va ammessa unicamente nel riconoscimento che da questi stimoli trae vita una certa cultura – vuole il centro sgombro.
Salvaguardiamo però in via prioritaria gli interessi di chi nel centro ha la sua anima e la sua vita, di chi nel centro deve lavorare e far lavorare, di chi nel centro spende soldi per tenerlo in piedi, fornendo i vari servizi a tutti coloro che lo vorrebbero asettico; non frequentato, senza rumori e senza fumi, veramente soft, un salotto pubblico dove discorrere tra magnifici ed architettonici sfondi, ma, al tempo stesso, servito a puntino.
Ma insomma, questi soldi bisogna proprio sprecarli eh?
Non possiamo utilizzarli per qualcosa che tutti i cittadini possono usufruire? Come ad esempio migliorare i trasporti pubblici o qualsivoglia servizio di pubblica utilità?
Vogliamo aiutare i giovani disoccupati con l’istituzione di fondi, indennizzi, sovvenzioni?
Vogliamo aiutare i commercianti del centro storico?
No, restauriamo una chiesa che alla fine della fiera non ci serve assolutamente a niente (scopi religiosi a parte).
Tanto in Italia c’è la tradizione dello spreco.
E voi pensate che quei 300 mila euro bastino? E di questi 300 mila euro quanti saranno impiegati nel reale restauro della chiesa?
Meditate gente.. Meditate.
@Bonifazi,
a prescindere dalla “attempata” (e un pò egoistica) denuncia del caro amico Magnalbò (sono trascorsi 24 anni) la situazione che lamentano gli abitanti del centro è la stessa che lamentano gli abitanti delle periferie, con qualche problemino (sic!) in più. Io abito in via Verga/Via Caldarelli (Collevario): non ci sono parcheggi per servire tutti e spesso le auto devono essere lasciate in sosta vietata (o farsi chilometri a piedi) con il rischio di beccarsi una multa (capita di frequente) non ci sono bar vicini, il primo da casa mia è a circa un km in salita, non ci sono negozi, un paio di rivendite di giornali e tabaccherie (per una occorre attraversare Via Roma o parcheggiare al complesso dell’Eurospin)…al contrario però abbiamo tre bei supermercati! Pertanto i problemi sono gli stessi! Per non parlare di Via Spalto, ove ho lo studio, per trovare un parcheggio occorre “azionare il radar di bordo” (che non eiste) e rischiare la pelle quando si attraversa la strada! Così il rione Colleverde, Santa Croce, La Pace, Via Cairoli (forse un pò meno) ecc…), Co.rso Cavour poi..non ne parliamo!
Macerata purtroppo, chissà perchè (?!?!?) si è trasferita a Piediripa!
Il centro storico deve sicuramente ritornare a vivere, ma non solo per chi vi abita, ma per tutti come in tutte le città antiche.
Ancona, Perugia ecc…sono vive e vitali al centro e le macchine sono ugualmente “out of limits”, è vero ci sono dei parcheggi funzionali (a Perugia anche una comodissima, ma quanto mai inestetica metropolitana di superfice).
Il centro di Macerata mi sembra sia ben servito da parcheggi (quello sotto i giardini permette di raggiungere facilmente il centro con due passi senza aprire l’ombrello – se piove, premere il bottone dell’ascensore, attendere un pochino e ci si trova in fondo al Corso)certo dovrebbero essere aperti anche di notte.
Quindi la mancanza di servizi e parcheggi non vedo che cosa c’entri con la vitalità del centro, forse è un problema residenziale come in tutti i quartieri della città!!!! Di certo adeguare un palazzo alle coppie giovani (ottima iniziativa) porterebbe ad aumentare il numero dei residenti da 1000 a 1040 (più di venti coppie non credo possano essere accontentate) o rimettere venti posti auto in P.zza San Giovanni (o meglio Vittorio Veneto) servirebbe solo alle seconde auto dei residenti.
Non sono questi i problemi da risolvere per rivitalizzare il centro. I problemi sono altri: organizzare eventi, aprire attrazioni come musei, mostre ecc (problema primario), poi a seguire, visto che il centro ritornerebbe ad essere centro di interesse va da se che si potrebbero aprire attività e servizi per TUTTI I CITTADINI, per i residenti e per gli eventuali auspicabili turisti!
@Vanilù la Chiesa di San Giovanni non serve solo per le cerimonie religiose è un patrimonio artistico culturale della città, a prescindere dal credo……cosa facciamo per due autobus in più facciamo crollare il centro storico? Senza centro storico i commercianti del centro cosa fanno, spalano le macerie? Senza un centro vivo e vitale, restaurato come si possono organizzare eventi pubblici fonte di lavoro e opportunità per i giovani!
Caro Tommaso, il problema del centro storico prima, e della disoccupazione poi, li ho vissuti da vicino. E ti giuro che la chiesa di San Giovanni non mi avrebbe di certo ridato il mio lavoro.
Anzi, sono stata letteralmente abbandonata da tutti.
Quindi, con tutti i rispetti a San Giovanni, non è così che si risolvono le cose. Rendiamo TUTTA Macerata vivibile, prima, per evitare che ci sia diaspora, poi.
@ Martello,
proprio perché ho vissuto un’adolescenza da pioniere nell’anonimo quartiere San Francesco, quando dove abita Lei c’erano i campi della contessa Santafiora, sostengo da anni che la vera necessità sia quella d’innalzare le periferie e non ridurre il centro storico ad un impossibile presepe napoletano o ad indefinito outelet di musei.
Rispondo a entrambi Vanilù e Bonifazi, con una domanda anche se le risposte hanno profili diametralmente opposti …non vi sembra che i vostri interventi siano molto soggettivi e personalissimi?
A Vanilù: la chiesa di San Giovanni e il centro storico, non ti danno lavoro, sicuramente, ma un centro storico abbandonato e cadente toglie le poche possibilità ad altri. Al contrario un centro storico vivo, vivibile e vitale e restaurato potrebbe dare occasione anche a te!
A Bonifazi ma quale presepe napoletano o outlet di musei per ora è diventato solo un deserto di pietra. Attirare gente significa ridare vita e vitalità al centro e per attirare gente occorre organizzare qualcosa che “attiri”…anche i musei, ma non solo ci vogliono negozi, mostre d’arte, organizzare eventi…Faccio un esempio un pò “blasfemo” (vista la differenza tra le città) a Firenze ove le auto non hanno posti in centro per i numerosi abitanti e uffici, oltre ad una moltidudine di musei (e non mi riferisco solo agli Uffizi, sarebbe ridicolo, ma al museo di storia naturale, il museo antropologico, a quello di scienze naturali ecc.) ogni domenica organizzano un evento: dalla marcialonga a favore di malattie alle mostre artigianato alle sagre per prodotti tipici. Il centro, ripeto senza posti auto per i residenti, turisti e impiegati, è pieno zeppo di negozi, bancarelle, ristoranti,pizzerie ecc. e il sabato pomeriggio e tutta la domenica non si cammina dalla folla. Certo il paragone potrebbe sembrare improponibile ma nel nostro piccolo potremo fare qualcosina!
Qui l’errore è che tutti pensiamo al nostro orticello, ma non al campo della collettività…ma il nostro orticello produce solo per noi, mentre il campo della collettività serve tutti!
@ Martello,
l’esempio di Firenze, oltre che blasfemo, non regge per via della diversa morfologia urbana e sociale. Infatti Lei dimentica che Macerata è in collina. Comunque prima di chiudere questa conversazione, fatta di idee contrapposte e non orticelli, le dimostro tutto ciò che sta al di là dell’Arno e che si verificherà irrimediabilmente da noi quando lasceremo i contenitori vuoti e altri li occuperano perdendo irrimediabilmente quella cultura immateriale che costituisce l’identità di una città.
Proprio dietro agli Uffizi c’è una via che conduce a Santa Croce: via dei Neri. Negli anni Settanta era un pò il cuore di Firenze, un quartiere vivace descritto da Vasco Pratolini. Una via piena di botteghe artigiane e commerciali come la pasticceria Ruggni. Qualche anno fa il titolare mi ha raccontato che i fiorentini che avevano superato il bombardamento e l’alluvione e che acquistavano le paste all’uscita della messa se ne erano andati ed il quartiere era ora abitato per lo più da extracomunitari. Questo è solo un esempio, perché oltre a fare l’elenco telefonico dei musei, potremmo spostare il discorso di là d’Arno. Borgo Santo Spirito, Piazza del Carmine e San Frediano della Toschina e della Rificolona.
Oppure si potrebbe arrivare in Borgo Allegri abbandonato dopo l’alluvione. Insomma il paragone con Firenze è improponibile. A Firenze c’è la cultura dei cibi (crostini toscani, ribollita, bistecca, Chianti), dei canti (Maggio Musicale)e degli sport storici (Calcio in Costume). Comunque Firenze come Macerata registra un forte decremento della popolazione. Chiudo con un aneddoto:
intorno alla metà degli anni Settanta frequentando “Le Giubbe Rosse” di Firenze ho avuto la fortuna di conoscere i veri amici miei: l’architetto Manetti, l’ingegner Materassi e altri. Allora il caffè storico era gestito dal dottor Arnaldo Pini, un bibliofilo eccellente, con bottega di libri antichi dalle parti di Santa Croce. Ringrazio Sgarbi di avermi fatto ricordare le infinite discussioni di quei burloni architettate per tirarle fino all’alba. Pertanto non mi rimane che segnalare una battuta esilarante dell’architetto Manetti quando qualcuno si lamentava per via della situazione politica: ” ‘i che tu voi la democrazia cristiana t’ha dato la Cinquecento volevi anche la benzina?”.
@Bonifazi,
dalle sue parole invece mi sono accorto che il confronto non è poi tanto blasfemo. Qui siamo al riparo delle alluvioni pero anche qui abbiamo la cultura dei cibi (vernaccia, ciavuscolo, verdicchio, lasagne eccc. le ricette di Ermete on scordiamocele) come sport storico non abbiamo nulla da invidiare a Firenze abbiamo il miglior stadio per la palla al Bracciale (indegnamente trasformato ma c’è)…..il centro storico può quindi rinascere….si organizzi una settimana in costume storico con torneo di palla al bracciale, aprendo taverne e osterie…sarebbe l’apoteosi del centro per un periodo e da lì piano piano la rinascita. Altro che 20 posti auto e 20 appartamentini da dare a giovani coppie avrempo parcheggi vicini e lavoro e case per molte più coppie!
Se anche Firenze soffre di un decremento della popolazione (al centro) però non soffre di vita e vitalità del centro. Per il resto sono tutti ricordi antichi oramai superati, la vita gli interessi sono cambiate, volenti o nolenti, ma l’unica volontà (penso sia comune) sia quella di rivitalizzare il bellissimo centro di Macerata e non quella di avere un posto auto!
Ripropongo in questa sede una mia opinione espressa in calce alla storia della “scala mobile” per le Scalette.
Una città deve “vivere” la propria normalità. Deve essere normale, se si vuole, andare al centro per prendere un caffè oppure per lavorare, oppure per cercare un paio di pantaloni da acquistare, oppure ancora per andare al ristorante.
E’ nato prima l’uovo o la gallina?
Tradotto: le persone vanno dove ci sono attrattive o le attrattive vanno dove ci sono le persone?
Il cliente va dove c’è il negozio o il negozio si stabilisce dove c’è il (potenziale) cliente?
Da che mondo è mondo, tutto si svolge lungo le vie di comunicazione, agli incroci fra strade trafficate, la ricchezza cresce là dove c’è scambio di genti.
Nel socialismo reale, si crea il negozio e poi si obbligano i clienti ad andarci.
Nella realtà – invece – il cliente va dove vuole, e quindi il negozio deve scegliersi un posto frequentato o frequentabile facilmente.
Il declino del centro storico di Macerata è tutto qui.
Il centro storico è irraggiungibile, scomodo e costoso.
Per andare al centro devo decidere se salassarmi di parcheggio oppure sudare sette camicie.
La gente di oggi non ha intenzione di parcheggiare lontano, prendere la navetta, prendere l’ascensore, e poi magari una scaletta, e poi chissà cos’altro, per trovarsi in fondo al corso.
La gente di oggi fa prima: va al Cityper per i suoi acquisti e a Piediripa pure per il commercialista e l’avvocato …….
La soluzione è una sola: aprire (o meglio: sblindare) il centro storico, agevolare l’accesso, abbattere tutte le barriere (architettoniche???) e fare sì che andare al centro sia più facile che andare al Cityper (nei limiti del possibile consentito dalla posizione sfavorita dalla natura).
Mi pare però che la miope (o cieca) politica maceratese sia andata per quindici anni in direzione contraria.
d’accordissimo con il sig.golini che tra l’altro propongo futuro sindaco per manifesta saggezza.
raggiungere il centro storico e’ semplice?no!
la gente ha voglia di ritornare al centro?forse si se incentivata!
ci sono sistemi ottimi per facilitarne l’accesso?si,le scale mobili appunto!
nel precedente dibattito in questione le persone erano perlpiu’ favorevoli?….purtroppo no!
meditiamo gente meditiamo.si tratta di 2 semplici rampe neanche tanto invasive ma di sicurissima utilita’
@ Martello,
niente da dire sul compianto Mario Buldorini alias “Ermete”, a cui ero legato da antica amicizia.. Potrebbe indicarmi tre ristoranti dove, al di là della retorica del del Nebbia e del cibusculum tipiche della Camera di commercio, si può trovare il ciabuscolo e i vincisgrassi?
Per quanto riguarda il folklore e non la storia della palla al bracciale non ha che andare a Treja, dove i sindaci si travestono da gonfalonieri e gli assessori da priori.
Purtroppo la Macerata che entrambi amiamo è in una irreversibile decadenza in parte causata dai nostri amministratori da anni senza una strategia di governo e in perenne competizione con le varie Pro loco confondendo spesso cultura con spettacolazione.
Per quanto riguarda “taverne e osterie” dell’amena città l’invito a leggere “L’Osteria dei Pettorossi” dove potrà trovare una parte dedicata alla morte del locale più storico di Macerata, un locale fondato dai garibaldini nel lontano 1872: “Il Giardinetto”.
Sulle scale mobili credo si possa meglio approfondire quando avremo un progetto concreto di fattibilità architettonica, tecnica ed economica e sopratutto quando avremo un quadro di insieme , una strategia complessiva . Quando cioè sapremo chiaramente dove si vuole arrivare e con quale risorse. Allora si potrà valutare se convengono più le scale mobili (è solo un esempio) oppure una politica degli affitti o incentivi per le ristrutturazioni al centro Tenendo conto che , a mio parere, la soluzione non sarà determinata da una sola “arma letale” , ma più probabilmente da tante azioni convergenti . Vincolo principale ovviamente i soldi ! Mi sento di aggiungere che un centro vivo non è solo un posto in cui entrare , ma anche da cui uscire (se ci vivo e lavoro altrove) in modo agevole e sostenibile, che il centro cittadino è anche un centro commerciale ma può e deve essere tanto di più e quindi “il confronto” con il Cityper , per fortuna, può essere vinto anche con altre armi (voglio dire non solo quella del consumo facile e veloce).
E qui rispondo a tutti.
Prima al carissimo amico Antonio Maria Golini: Antò l’accesso al centro è sicuramente poco economico, ma non diciamo che non è comodo. Ci sono due parcheggi (e mezzo), collegati con il centro con strutture meccaniche (ascensori). Ora se vogliamo parcheggiare sotto il portone di casa è un fatto, ma questo non è possibile da nessuna parte, innessuna città o quartiere! Fare due passi non guasta.
E allora rispondo alla tua domanda “le persone vanno dove ci sono le attrattive o le attrattive vanno dove ci sono le persone?”
Facile! Le attrattive sono poco mobili le persone invece hanno capacità di spostarsi…quindi se ci sono attrattive la gente và, e poi se ci sono attrattive, altre (poco mobili) si sforzano a raggiungere i luoghi con le persone. Un cerchio!
Di conseguenza se non si organizza nulla il centro rimarrà sicuramente un deserto di pietra….e non sono i posti auto (quanti se ne possono organizzare in tutto il centro 100-200 e che ci fai con 200 posti auto che sarebbero occupati dai residenti o da chi lavora in centro?); posti auto che non risolverebbero il problema…quindi prima occorre attirare gente al centro..e non con i parcheggi, e poi sorgerebbe la necessità dei parcheggi che a quel punto diventerebbero una priorità. Attirare come, organizzando qualcosa che invogli la gente a portarsi al centro….altrimenti??? Nulla!
Rispondo anche all’Arch Bonifazi.
Non ci sono ristoranti tipici in centro….ma perchè? Che ci stanno a fare se al centro non c’è nessuno e non và nessuno? Si attiri gente, ci si impegni a propagandarli come in tutti i luoghi (Toscana, Umbria, Romagna eccc.), non è che i nostri prodotti sono inferiori come qualità e gusto agli altri quindi….!Quindi la responsabilità è di chi non si impegna nel settore.
Per quanto riguarda la palla al bracciale…e si lasciamola Treia..a Treia lasciamogli anche la Lube e magari con qualche artifizio anche P.Matteo Ricci e poi…che facciamo ci trasferiamo tutti a Treia? Ecco vede se si attira viene gente, se viene gente si aprono parcheggi, si aprono negozi, si organizzano manifestazioni su tutti i temi per dare soddisfazione a tutti….e con questo l’economia gira il lavoro aumenta ecc…!
Ripeto sembra che per lei e per Antonio tutto si limiti ai parcheggi (che ci sono basta organizzarli meglio e diminuire i prezzi – che diminuirebbero con maggiore domanda)ma i posti macchina in centro potrebbero essere pochi e servirebbero esclusivamente a voi che ci vivete e lavorate e di certo non porterebbero persone al centro che continueranno ad andare al Centro Commerciale di Piediripa perhcè i negozi del centro sono inaccessibili ai più!
Occorre più iniziativa pubblica e meno tutelare l’orticello privato!
Una piccola precisazione: il riferimento al Cityper era solo un esempio, accompagnato anche dal rilievo che oggi a Piediripa non c’è solo il “Cityper” (da intendersi come metafora del commercio “comodo”), ma ci sono anche studi commerciali, studi notarili e legali, uffici pubblici e banche: cioè tutta quella tipologia di “esercizi” che un tempo (ed anche oggi, in altre città, però) si posizionavano al centro, inteso come espressione di prestigio e magari anche “comodità”.
Se tutti costoro se ne sono andati, forse sarebbe utile chiedersi perchè, io la risposta la so perchè ancora sono lassù, sul “cucuzzolo”, e quindi non la ripeto.
D’altra parte non snobberei con sufficienza il commercio, come mi pare di intravedere in alcuni commenti, perchè commercio zero significa anche negozi sfitti, bar che chiudono per mancanza di clienti, insomma ….. quel deserto di cui l’unica a non essersi accorta è l’amministrazione maceratese.
@Tommy: con altrettanta amicizia, caro Tommy, ti dico che dobbiamo intenderci sul concetto di “comodo”.
Se dobbiamo fare una passeggiata per vetrine, allora potrà anche essere comodo lasciare la macchina ai giardini, poi salire rampe, rampette, ascensori, per arrivare dietro a San Giovanni.
Ma se una mattina sei in udienza e ti accorgi che hai dimenticato un documento in studio, tu puoi facilmente prendere la macchina ed andartene nel tuo studio ed in 10 minuti sei in Tribunale di nuovo. Io, che sto sul cucuzzolo, devo rinunciare immediatamente alla macchina (e questo può anche starmi bene …. non sono un accanito lettore di “Quattroruote”), poi devo rinunciare ad un mezzo pubblico che non c’è (e già qui …. il discorso fa acqua), in sostanza devo per forza fare la solita scarpinata a piedi ……
Ora, una parte della soluzione (non la totalità, ma questo mi sembrava chiaro) del problema potrebbe essere rappresentata da questa famosa scala mobile; ma come altri hanno rilevato, i maceratesi fanno speculazioni e preferiscono …. “attendere”.
Ecco perchè tutti fuggono dal centro, e non sono solo i venditori di mortadella ma, come rilevavo all’inizio di questo post, anche i professionisti, le banche e gli uffici pubblici.
Vorrei solo far notare che il Banco di Roma, nel 2001 o 2002, aprì una filiale a Piediripa che affiancò quella “storica” di Via Gramsci, che alla fine lavorava pochissimo. Bene, dopo la fusione con Unicredit, i nuovi proprietari, gente pratica poco avvezza a spendere soldi per i “sentimentalismi”, la filiale di Via Gramsci è stata chiusa in “quattro e quattr’otto”.
Cosa vorrà dire ciò?
La perdita dei posti auto in piazza Strambi e in piazza Vittorio Veneto è solo un esempio di una politica scellerata di quella sinistra (catto/ ambientalista) che vorrebbe mandare a piedi e in tutina tutti i cittadini. Non c’è nulla di personale in certi concetti che ripeto inutilmente da anni. “Il diritto alla città” non è solo il titolo di un libro di Henri Lefebvre, uno dei filosofi della Scuola di Francoforte ma anche una reale quotidianità. Altro che effetto Nimby! La pavimentazione è sempre più sconquassata, le bacheche degradate, i negozi abbassano le saracinesche. Altro che effetto Nimby! Mentre si continua a parlare di Sferisterio, Palazzo Buonaccorsi, musei, itinerari turistici ecc., la diaspora continua e il centro muore. Chiudo definitivamente con l’argomento parafrasando Pannaggi, un futurista dimenticato:
MACERATA NATURA MORTA
MACERATA NATURA VIVA
VIVA MACERATA
Aggiungo alle considerazioni dell’Arch. Bonifazi, che condivido quasi al 100% (soprattutto nella menzione del “diritto alla città”: non è lecito porre ostacoli alla fruizione di una città), la constatazione di come la c.d. “isola pedonale” o “z.t.l.” che dir si voglia consenta assurdamente il passaggio continuo di furgoni, camion, mezzi di idraulici/muratori/imbianchini etc. etc. che restano letteralmente parcheggiati per ore nei punti cruciali: un esempio? il marciapiede davanti all’ex UPIM perennemente occupato appunto da mezzi di siffatte categorie di lavoratori autonomi.
Se io segnalo questa situazione al vigile urbano (se ne trovo uno: anche i vigili hanno abbandonato il centro storico …..) mi sento paradossalmente rispondere “Ma quello ci lavora ….”
E io cosa ci faccio, invece, in Vicolo Ferrari nel mio studio?
Ecco: questo è solo un esempio di una mentalità che sta conducendo Macerata al cimitero ……
Rispondo alla seguente domanda di Martello:
…non vi sembra che i vostri interventi siano molto soggettivi e personalissimi?
Risposta: SI.
D’altronde l’esperienza serve anche a questo no?
Se avessi aspettato la fine dei lavori di restauro di San Giovanni per sperare di riavere un lavoro, beh, sarei morta di vecchiaia. Per questo ho dovuto lasciare Macerata. E presto tutti lasceranno Macerata per spostarsi a Piediripa, dove non bisogna lasciare metà dello stipendio per parcheggiare, oppure farsi diversi km a piedi per lasciare la macchina senza l’incubo di ritrovarla con un messaggino d’amore lasciato sul parabrezza dalla Polizia Municipale, anzi, mi correggo, dagli ausiliari APM. E potrei fare altri millemila esempi
Fin quando i nostri politicanti non penseranno all’utile, anziché al futile, non avranno fatto altro che firmare la condanna a morte di Macerata.
Innazi tutto mi congratulo con l’onestà intellettuale di Valinù, con chiarezza esprime che i suoi interventi sono frutti di probemi soggettivi e personali (rispettabilissimi ai quli mi associo). Ma qui si parla d’altro.
Caro Antonio, sei sicuro che io dal mio ufficio prendo, esco e trovo la macchina parcheggiata comodamente davanti alla porta e in quattro e quattr’otto raggiungo i miei obiettivi? Allora conosci male via Spalato! Trovare un posto in via Spalato è molto più arduo che trovarlo in Via Armaroli (sotto il tuo studio), anzi se per caso trovi il posto, visto che non è più una strada ma una pista da formula 1, rischi che ti portano via lo sportello…o ti portano via direttamente da questo mondo. Pensa che talvolta, il pomeriggio preferisco andare a piedi da casa a circa 800 (collevario – metà via spalato non è una collinotta ma ha il dislivello di una montagna) con i rischi detti prima. Ed anche i pochi negozi che ci sono, stanno messi male proprio perchè manca parcheggio! E pensa via Roma (Le Mans) dove non ci sono tre istituti bancari come al centro ma circa otto e pochissimi parcheggi !!!!! Quindi i probemi personali sono uguali. Io qui mi interesso di Macerata, la mia città, che sta morendo a favore di Piediripa (ha ragione Valinù). Quindi le mie proposte sono quelle per rivitalizzare il bellissimo centro medioevale e non quelle personali, al contrario avrei denunciato i difetti logistici di via Spalato (molto più gravi di quelli del centro!).
Detto questo vi lancio anche una provocazione….se si serve il centro con all’interno un bel parcheggio con 100 auto che cosa si risolve se il centro rimane “out of the bound” da qualsiasi manifestazione o organizzazione pubblica…? Assolutamente nulla!! E’ chiaro che quei parcheggi sarebbero a pagamento, se no chi li finanzia?. E’ chiaro che gli affitti dei negozi rimarrebbero elevatissimi, 100 auto possono fare 400 persone massimo su una città di 43.000= cioè nulla, anche perchè se uno vuole andare in centro non ha pazienza di attendere che si liberi uno dei 100 posti auto e quindi è chiaro che la gente se ne andrebbe sempre a Piediripa, dove non paga parcheggio, lo trova senza difficoltà e trova tutto quanto gli serve! Diverso se ci fosse un parcheggio meccanizzato sotto Rampa Zara e organizzare la vitalità del centro, a quel punto la gente si sacrificherebbe pure per trovare un posto!!!!!!
@Tommy: due sole considerazioni, rapidissime perchè altrimenti si innesca una “classifica” su quale dei vari quartieri di Macerata sia il più disastrato.
1) Non sono d’accordo su quello che dici, Via Spalato sarà anche trafficata, ma nessuno ti impedisce, se hai fretta, di lasciare 2 minuti la macchina, magari con le proverbiali “4 frecce” (si lo so, non è molto civile, ma quando ne hai veramente bisogno lo puoi fare ….), anche davanti alla porta del tuo studio. Questo lo puoi fare praticamente in tutti i quartieri, tranne che al centro storico anche perchè per grandissima parte è chiuso al traffico, anche se non per i proprietari di camion e furgoni (come dicevo in precedente commento).
2) Infatti il problema del parcheggio è sicuramente gravissimo, ma per me il vero problema è l’inaccessibilità del centro storico.
Se anche non ci volessimo occupare dei parcheggi “dentro” le mura, perchè non parlare di quelli immediatamente “fuori”, che sono tutti a pagamento, tutti a disco orario, così che per parcheggiare veramente gratis per una buona frazione della giornata bisogna arrivare a Piediripa o allo stadio “Helvia Recina”??????
Il punto è che questo centro storico è IN-AC-CES-SI-BI-LE, e come tutte le cose inaccessibili viene abbandonata.
Un po’ come il “salotto buono” della nonna, quello che siccome non si apriva mai e magari era pure chiuso a chiave, non si accendeva neppure il riscaldamento, insomma: alla fine era come se non ci fosse …….
Sulla situazione dei parcheggi a Macerata siamo perfettamente d’accordo..ci mancherebbe. Il fatto è che qui si parla di altra cosa la situazione “cadaverica” della città di Macerata….un problema che non può essere risolto con i parcheggi, quelli risolvono altri problemi ma non la vita e la vitalità del centro storico!