di Matteo Zallocco
Da viale Trieste a piazza della Libertà senza fare un passo. Dal palazzo dell’ex Distretto, oggi sede degli uffici comunali, al Municipio restando fermi. Per battere la pigrizia e riportare gente in centro, dalle stanze del Comune di Macerata è nata un’idea che ha del sorprendente: le scale mobili lungo Piaggia della Torre. Secondo i ben informati sarebbe un progetto concreto, uno dei più ambiziosi del sindaco Romano Carancini. E lui conferma: <<Sì, ci stiamo pensando seriamente ma dovremo fare i conti con un bilancio ingessato. In settimana guarderemo bene le risorse e capiremo che tipo di disponibilità abbiamo. In ogni caso bisognerà trovare un progetto compatibile con le caratteristiche storiche della Piaggia>>. L’obiettivo, ovviamente, è quello di ridare vita ad una zona del centro storico che soffre, con le saracinesche abbassate e i cartelli “vendesi” e “affittasi” di Corso della Repubblica che ne sono l’esempio più lampante. Il cuore di Macerata (come quello di un po’ tutte le città italiane) ha un battito sempre più lento e bisogna trovare nuove idee per rivitalizzarlo. Il famoso parcheggio di Rampa Zara, nei piani dell’Amministrazione comunale, è solo uno dei tasselli.
Piaggia della Torre all’alba vista da piazza Mazzini
Si sta pensando anche a un grande evento culturale, incentrato su una serie di mostre, da realizzare per il prossimo inverno. Ma il grande sogno per la Macerata del futuro sembra essere proprio la scala mobile sulla storica scalinata di Piaggia delle Torre, 300 metri di storia maceratese. Quelle scale mobili che dalla fine degli anni Ottanta hanno fatto la fortuna di Perugia (oggi in verità il centro storico del capoluogo umbro è diventato un deserto e, un po’ come a Macerata, solo gli universitari lo tengono in vita) e che a Hong Kong, da quest’anno, sono diventate un vero e proprio sistema di trasporto pubblico lungo ben 800 metri.
A Macerata servirebbero per evitare la classica sfacchinata delle Scalette. L’idea c’è e non a tutti piacerà, ma soprattuto bisognerà fare i conti con un bilancio che, dopo la manovra finanziaria del Governo, lascia ristrettissimi margini di movimento a tutti i Comuni.
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Lasciando da parte il bilancio ingessato,il problema più grande sarà far superare il trauma che molti maceratesi avranno a tale notizia…. da fastidio il lumacone, figuriamoci delle scale mobili che arrivano fino al centro. Non sia mai che a Macerata si cambi qualcosa.
Per quanto mi riguarda reputo che sia un’ottima idea e voglio dire al Sindaco di continuare su questa strada di rinnovamento il quale però non sia solo teorico, ma anche pratico.
PS: Carancini inizi con cose fattibili, cambiando le orrende lampade mortuarie per Corso della Repubblica e faccia illuminare di luce colorata i nostri bellissimi monumenti.
Ricordi LUCE E COLORI portano allegia.
Penso sia una delle idee più insensate che abbia mai sentito. Forse non vale nemmeno la pena commentare.
soldi sprecati!!!!!! ma facciamo 2 passi!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Oltre che insensata, architettonicamente e storicamente sarebbe deturpante ai massimi livelli. Spero sia una bufala
Iniziativa eccellente per Macerata.
La prima volta che sentii parlare di scala mobile fu nel 1986 quando feci la visita militare a perugia(li gia esisteva) e si vociferava che si sarebbe dovuta realizzare anche da noi.Ora dopo 24 anni si ritira fuori questa balla…….ma per favore sindaco se ne inventi una migliore piu al passo coi tempi.
Magari ditare Rampa Zara di TELETRASPORT.
RAMPA ZARA PIAZZA DELLA LIBERTA’.
Complimenti al sindaco per il progetto ambizioso.
Se queste sonoi le ambizioni figuraimoci il reale.
Una cosa che riuscirebbe ad essere contemporaneamente brutta, inutile, spropositatamente costosa e che fa venire il sospetto che qualcuno debba mangiarci alle nostre spalle.
ma… allora che li hanno messi a fare gi ascensori????
e poi uno che ci salirebbe a fare a macerata??????
Io non so se il Sindaco sbagli, oppure no, a lanciare quasta idea. Trovo, invece, l’ipotesi comunque positiva poichè non si dovrebbe, a-priori,condannare o mitizzare una proposta di questo tipo. Appare chiaro che il Sindaco, ferme restando le ingessature di Bilancio,desideri dare uno stimiolo e avviare un dibattito. Trovo l’intervento di J.P. “illuminante” e sono in totale accordo con lui. Esiste una “estetica della luce” che è davvero tutto, o quasi tutto. Il clima ( e la luce) cimiterial-obitoriale che avvolge il Centro è detestabile, lo stesso si può dire di alcune luci o fuochi fatui in alcuni rioni. Certo, “aumentare l’energia” della luce è fondamentale. Ritornando al progetto della scala mobile, lo ritengo uno stimolo interessante, così come il dibattuito che, intermittentemente, si fa avanti sulla copertura dello Sferisterio. Ho già rappresenrtato al Sindaco che si doverbbe tentare “anche” la via di aluni finanziamenti europei.Ed inoltre ritengo che, prprio nei tempi di vacche magre, fare delle ipotesi e trovare i fondi rappresenti una ottima performance amminiustrativa.Vale la pena ricordare come, in alcuni settori, debbano essare fatte le dovute aperture ai privati che non sempre “inquinano” ma, se debitamente coinvolti, possono entrare in ottima sinergia con il Comune. In questa direzione “leggo” lo Sferisterio nei confronti del quale la Politica dovrebbe fare qualche passo indietro.
Le scale mobili potrebbero dare un tono alla città (anche Camerino ne ha una), ma se le si considera come la soluzione al fenomeno che sta trasformando Macerata in Machu Picchu mi sembra un bel buco nell’acqua
Siamo tutti bravi a giudicare ma..si sa, in Italia siamo così: tutti navigatori quando c’è la coppa america, tutti allenatori ecc… 😉
Io mi limito a dire una cos: è vero che il blancio sia ingessato e…credo che le priorità della città siano ben altre. Già a livello nazionale stiamo assistendo a una gestione davvero pessima delle problematiche nazionali di carattere sociale ed economiche.
Non ripetiamo lo stesso errore anche a livello locale.
A macerata sono anni se non decenni che si interpreta male, a sempre a mio modesto avviso, la gestione del centro storico.
Tutte le amministrazioni che negli anni si sono susseguite sembravano avere un desiderio unico: PORTARE LA GENTE AL CENTRO STORICO.
Nobile idea ma..peccato che la gente non è paragonabile a un gregge di pecore.
Non si deve credere che se un posto sia facile da raggiungere deve essere anche interessante o comunque attraente, ne tantomeno pensare di muovere i cittadini maceratesi semplicemente agevolando un tratto di strada.
Per attirare e dar vita al centro è inutile spendere milioni di euro per un’opera “faraonica” per la città di macerata.
Un’opera del genere è paragonabile allo stretto di Messina: Opera bella, ma costosa che..permette di portare merce e persone dalla Sicilia alla Calabria risparmiando 45 minuti di traghetto ma…poi? vogliamo ricordare che strade ci sono a un capo e l’altro del ponte? Le autostrade siciliane? o la Salerno Reggio Calabria?…teniamo a mente questo…
Per dar vita al nostro amato centro lo si deve rendere interessante.
Allora basta parcheggi fatti a macchia, serve un lavoro più organico e meno approssimativo.
Ci si lamenta che il centro è vuoto? che i negozi chiudono? Domandiamoci perché…perché a Macerata l’economia, le attività non sono al centro, sono fuori..
Si dovrebbe creare economia, creare un indotto al centro…
Non sono molto al corrente dei dati ma..credo che il centro abbia molte abitazioni sfitte..questo che comporta: meno popolazione che potrebbe riempire i negozi o che potrebbe avere bisogno di acquisti alimentari ecc.. iniziamo a rendere maggiormente appetibile vivere e animare il centro…365 giorni l’anno.
Credo che ciò che sto per dire non sia fattibile ma…se non si può incentivare la gente ad a vivere in centro…può essere che non si possa disincentivare (dal punto di vista fiscale ad esempio) a lasciare abitazioni vuote e all’abbandono?
Per ora mi fermo qui…
Saluti
Stefano Nardi
32 Anni…Maceratese
cioè.. rovinare la bellissima Macerata ” il paesaggio” con la Scala Mobile!!! Stile Perugia??? non mi piace come proposta. ci sono altre mille cose da sistemare!! in primis le Strade,che sono Penose,piene di buche e scivolose…. poi fate vobis!!1
Non importa che se ne parli bene o male, basta che se ne parli.
Questo, riassumendo in termini commerciali, è il copiaticcio maceratese di quello che Berlusconi fa da anni a livello nazionale.
Sparate, ipotesi fantasiose, progetti faraonici ed irrealizzabili: non occorre che si ponga la prima pietra, basta dare la notizia, basta fare un po’ di pubblicità all’idea (per quanto folle possa essere) che il risultato è raggiunto perché se ne parla, quindi il messaggio “del (ipotetico) fare” è passato.
Anni fa, mi sembra di ricordare, che un assessore (evidentemente in vena di carnevalate fuori stagione) disse del progetto di trasformare Piazza Libertà con una pavimentazione di vetro dove, sotto, doveva scorrere un ruscello.
Periodicamente si parla della copertura dello Sferisterio.
Poi la metropolitana di superficie.
Oramai è quasi trentennale la palla della “città dei centomila” (recentemente ribattezzata “città diffusa da Macerata a Civitanova).
Non è importante realizzare qualcosa di utile: basta che si faccia finta di avere un’idea, basta che si accenda l’interesse attorno ad un progetto (più è inattuabile ed assurdo e meglio è, poiché se ne parlerà per lungo tempo ma non vedrà mai la luce).
Ultimo, in ordine di tempo, la proposta di spendere 650.000 euro per una statua di Matteo Ricci: poiché non ha suscitato grande clamore ed interesse ecco allora che si rilancia con la scala mobile alle Scalette (palla gigantesca supera palla piccola, così come la moneta cattiva scaccia la buona).
Quindi in un prossimo futuro ci sarà da considerare l’ipotesi di una funivia che colleghi l’altro versante maceratese ( sotto Rampa Zara fino a Piazza Libertà).
Dopodiché un bravo poker-pallista rilancerà con l’idea di coprire Piazza Libertà e, in contemporanea, di fare un parcheggio pluriplano sotto Piazza San Giovanni.
E Perché non eliminare il traffico in transito a Macerata costruendo un mega-gigantesco cavalcavia che dal cimitero “salti” la città e si biforchi verso Villa Potenza e Sforzacosta??
Oppure potrebbe anche essere interessante farsi le strapipp@ mentali sull’ipotesi di un sofisticatissimo sintema di parcheggi sotterraneo al Centro Storico (del resto Macerata è tutta una galleria e l’impresa non dovrebbe costare poi molto), con ingresso in 2/3 settori attorno alle Mura, con risalita con ascensori silenziosissimi e idropneumatici fino dentro il Palazzo Comunale.
O ancora una mega struttura mobile, con piscine e cambi di calcetto (e annesso palasport da 10.000 posti), che (con qualche problemino, ma superabile) si sposti per i quartieri di Macerata quando serve (oggi la sagra del raviolo a Collevario, ecco la tecnostruttura piazzata all’ingresso, domani la processione al Duomo e la struttura piazzata in Piazza Libertà, e così via)
Quasi dimenticavo: al Funivia alle Fosse, sia per pedoni che per autoveicoli: indispensabile strumento c@zz@ro per sviluppare e qualificare la zona sotto il Duomo.
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.BRA: Ma smetterla di aprire bocca (con il cervello disconnesso) e andare a lavorare, no?
e se invece togliessimo i parcheggi a pagamento? è mai possibile che appena si esce di casa con l’auto c’è da pagare? e in piazza cosa andiamo a fare a vedere quegli ultimi 3 gatti, perchè il quarto va ai centri commerciali, o i negozi che chiudono a causa dei piccioni che fanno la cacchetta?
Ha ragione Guido Garufi, l’idea e il progetto andrebbero valutati bene prima di sparare sentenze! Le scale mobili si sono rivelate molto utili in tante città!! Non siate sempre troppo critici e diffidenti….
al momento non so se tale proposta sia giusta o sbagliata, sarebbe da fare uno studio approfondito sui costi, fattibilità e potenziale uso della scala mobile.
Due consigli li voglio dare comunque: il primo, che la scala sia alimentata da energie ottentute da fonti rinnovabili (perché credo che resterà in funzione 24 ore su 24); il secondo che preveda il trasporto delle bici (per spostarsi più comodamente in centro, alla faccia delle ingombranti e puzzolenti auto!)
Cambiare,innovare, per i maceratesi è tabù. E’ una idea sicuramente valida e da sviluppare, ma purtroppo i maceratesi non accettano le innovazioni e preferiscono restare all’età della pietra!
Faccio delle semplici osservazioni che pongo all’attenzione del sindaco, degli amministratori e dei cittadini per un confronto costruttivo.
Crediamo davvero che la gente non vada in centro perché la città è in salita? Secondo me questo tipo di problema è inesistente e dimostrato da alcuni dati di fatto:
-quando al centro si organizzano eventi i maceratesi rispondono in massa
-nei pressi di Fonte Maggiore c’è un vergognoso parcheggio selvaggio che dimostra che i maceratesi non cercano di arrivare vicino al centro, ma cercano la gratuità del parcheggio.
Il recarsi o meno al centro dipende dal potere di attrazione del centro stesso, non certo dai mezzi per arrivarci.
Il nostro centro storico è quasi totalmente scarno di negozi di “nicchia” o di alta qualità e quando un cittadino può trovare i medesimi prodotti al grande centro commerciale è quasi ovvio che scelga il parcheggio comodo e gratuito piuttosto che la salita in città.
Credo che questa mia osservazione sia testimoniata dall’ottimo successo di 2 librerie di qualità della nostra città che non hanno alternative valide nel centro commerciale.
Non entro nella valutazione specifica della scala mobile perché non riesco neanche ad immaginare come si possa far passare una scala mobile in un posto così bello senza compromettere per sempre la sua unicità.
Chiedo a questa nuova amministrazione soluzioni diverse, economiche e soprattutto logiche diverse dalle solite.
Ci hanno appena regalato una delibera (MINITEMATICA) che vedrà nascere palazzi nei luoghi più improbabili, ci evitino, per cortesia, di massacrare un centro che è ancora una perla.
Se al centro ci fossero settimanalmente iniziative culturali, concerti e incontri sarebbe pieno di gente che passeggiando si gode la città, come del resto è avvenuto in questo fine settimana grazie al Trekking urbano ed a Cioccolaltro, la bella iniativa di Mondosolidale.
Abbandonate le vecchie idee di grandezza proponendoci statue o scale mobili costosissime, cominciate a dire forte che una città non vive di strade, parcheggi, palazzi ed inceneritori, ma vive di relazioni tra le persone, quelle relazioni che sembra abbiate smarrito.
Il problema di macerata è la rassegnazione dei cittadini.
Mentre la città riesce sempre a meravigliarci, i cittadini sono scontenti, rassegnati, sfiduciati, hanno perso la speranza nel futuro.
Ed ammetto che stavo rassegnandomi anche io. Iniziavo a credere che nulla sarebbe riuscito a meravigliarmi ancora, ed invece eccolo qua.
Quandoo ormai credevo che nulla avrebbe potuto surclassare il gravissimo “problema delle serrandine della prefettura”, ecco ce arrivano le scale mobili su piaggia della torre!
Ed è forse grazie a questo che la vita a macerata è così piacevole, perchè c’è l’impegno quotidiano da parte dell’amministrazione per favorire l’ilarità cittadina.
Ora non mi meraviglierò più neanche a fronte di uno sferisterio trasformato in parking multipiano o di un televisore sulla torre civica.
Ciò, tuttavia, è soltanto una mia opinione
In piazza non ci vado da anni dato che vedo una cosa idiota andare a spendere i soldi nei negozi e spendere anche soldi per parcheggio!
La scala mobile serve solo ad alcune persone per fare soldi alle nostre spalle… come sempre…vorrei sapere l’utilità di quest’opera
buona iniziativa, sono favorevolissimo!
@ Roberto,
pur concordando sul fatto che non si possa affidare la rinascita di un centro storico alla realizzazione di una scala mobile ti invito a guardare la proposta da un’altra prospettiva. L’accessibilità è un indicatore importante nella definizione del livello di qualità della vita di una città ed è giusto che il problema sia affrontato anche nei centri storici. La città storica è sempre stata, nei secoli, soggetta a trasformazioni: il problema non è, secondo me, se sia giusto o sbagliato realizzare dei percorsi accessibili ma il come.
I centri storici in generale, e il nostro in particolare, non sono stati deturpati da ascensori e scale mobili ma da decenni di interventi impropri: quelli più eclatanti che, dal dopo guerra fino agli anni 80, hanno interessato la ricostruzione di interi isolati ma sopratutto quelli diffusi di manutenzione che hanno profondamente compromesso le caratteristiche dell’edilizia storica, sia estetiche che non. Dalle insegne selvagge, alle ristrutturazioni sciatte, alla distruzione del softisticato sistema di pozzi e cisterne che garantiva l’equilibrio del sistema idrogeologico della città stessa.
Quello che invece potrei criticare è l’approccio circoscritto al problema dell’accessibilità che meriterebbe di essere considerato in maniera più estesa: proprio oggi ho potuto leggere su un quotidiano locale l’intervento di Fabrizio Nascimbeni, consigliere comunale, che risolleva l’annoso problema dell’atraversamento pedonale di Piazza Garibaldi: avrei preferito si cominciasse a ragionare sull’accessibilità partendo da questo problema, molto più grave ed eclatante.
Solo per onore di verità in realtà di questa proposta si parla da anni ma ci sono diverse problematiche tecniche per realizzarla (credo anche che vada chiesta una autorizzazione della Sovraintendenza); io in realtà non sono stato mai troppo d’accordo in giunta perché le scalette rappresentano da sempre un emblema di questa città e, come in molti hanno detto, il problema del centro storico ovviamente è ben altro. Siccome per natura non sono contrario alle novità credo che possa essere studiato un altro sistema di attracco meccanizzato in altre zone del centro storico.
…Spesa inutile…
spero che la piaggia della Torre non venga deturpata da un’opera assolutamente inutile. Ricordiamoci che l’uomo è dotato di due gambe, a volte sarebbe piacevole usarle!!!
capirai che scoperta futuristica!!! ahhahahah
a Perugia è pieno di scale mobili che raggiungono il centro!
e cmq..non ci vuole una scala mobile per riportare gente in centro;
ci vogliono bei negozi, iniziative,e parcheggi che non costano 2€ l’ora!
Personalmente non sono favorevole a questa idea ma non mi piacciono nemmeno le derisioni e le critiche a prescindere. Sono convinto , come altri d’altronde, che il recupero del centro storico (e non solo di quello ) richieda per prima cosa di riportare le persone, le famiglie a vivere in questo luogo . Quindi agevolazioni per ristrutturazioni e affitti a giovani coppie e tutto quello che è necessario per far vivere la gente LI! Questa è la base , credo , poi si può discutere su tutte quelle iniziative ed opere che sono funzionali a questo obiettivo. Il mio invito è che questa venga presa come una utile provocazione che porti però ad andare al cuore del problema.
Io abito in via piave da anni, e se devo andare in centro mi viene il fiatone ancor prima di iniziare l’ascesa; quando poi mia figlia era piccola, andare in piazza era praticamente impossibile, e quindi non restava che fare lunghi giri alternativi. Ho sempre sognato un ascensore che mi facesse arrivare in Piazza senza la tachicardia e sulla soglia dell’infarto; trovo straordinaria la rocca Paolina di Perugia, geniale l’ascensore di Osimo e meraviglioso quello di Camerino, ma nessuno di questi ha seriamente danneggiato un patrimonio architettonico che c’era prima. NO! NO! E POI NO! ad un orrido aggeggio di ferro ed acciaio che vada a spezzare per sempre l’armonia delle nostre bellissime, sbilenche e sinuose “scalette”!
Se non vado spesso in centro è perché i negozi sono piccoli e con scarso assortimento, la maggior parte poi crede di trovarsi in via Montenapoleone, a partire dalle marche con costi proibitivi, per finire con proprietari e commesse che se entri per “fare un giro” ti guardano con sospetto ed ironia, facendoti sentire un pezzente che tanto non può permettersi di comprare un bel niente. Non serve l’ascensore, servono eventi, sagre, feste popolari, rievocazioni storiche, mercatini, teatro di strada, bar aperti la domenica (eh eh eh), tutte cose che i commercianti invece hanno sempre osteggiato, tutte cose semplici, che magari puzzano di patatine fritte ma che fanno muovere gente, tanta gente…che magari col fiatone ma in Piazza ci andrebbe volentieri!
Allora la statua di PMR c’è la spesa ma non c’è un preventivo d’opera, qui c’è un preventivo d’opera ma non c’è un preventivo di spesa. Ma la gente è favorevole o contraria in base a cosa? cmq premettendo ceh sia una spesa fattibile io dico che (anche se non frega a nessuno) l’architettura di hong Kong è prettamente moderna. Bisognerebbe trovare nel caso un modo INVASIVO per non rovinare l’architettura medievale presente in città. Difficle da dirsi e da farsi e non vedo luce per questo progetto con le “illuminate” menti maceratesi che hanno rovinato un pò tutto senza timori.
Io credo che non ci sia bisogno di una scala mobile anche perchè arrivare fino in centro passando per le c.d. scalette rappresenta anche un soffermarsi a vedere le vetrine, prendere una pizza, un caffè.
Quello che dovrebbe fare l’amministrazione comunale è creare un centro di ritrovo per i giovani, un’area dove far giocare i più piccoli e animare con negozi che rispondano alla domanda di tutti- dai costosi ai più accessibili, dai griffati ai discount-
Al di sopra di tutto rendere gratuiti i parcheggi o creare dei mini bus che facciano avanti e indietro.
So che non costano molto e sono molto comodi.
Tornare a far respirare la “piazza” togliendo il ruolo ai centri commerciali che sono fisicamente alienanti e mentalmente annebbianti.
A quando una proposta seria per ripopolare il centro?
Vorrei ricordare che una delle principali cause dello spopolamento del centro storico sta nella chiusura dell’Upim.. Inoltre, le banche che se ne sono andate, storici negozi che hanno chiuso (Petrarelli, Taffetani).. A breve dovrebbe riaprire lo storico bar Venanzetti, che spero riesca ad attirare gente, non solo nelle prime settimane di attività… Poi non dimentichiamo il pullulare dei centri commerciali (uno nuovissimo inaugurato poco fa a Tolentino)…
Tutti ciò rappresenta un ostacolo al ripopolamento del centro storico e sarebbe sbagliato pensare che sia sufficiente una scala mobile a risolvere il problema..
Personalmente, le novità non mi spavaentano, anzi… Ad ogni modo penso che la scala mobile possa cotituire al più l’ultimo tassello di un lungo prgetto..
Gianfrà, non insiste con tutte quelle ipotesi: quissi adè capaci che le pija in consideraziò per daéro…
L’idea risale alla metà degli anni ’80 e, per la verità, credo vi sia traccia di un progetto preliminare redatto dall’Arch. Palmieri e/o dall’Ing. Fidani. Non se ne fece nulla per difficoltà tecnico-economiche che mi sembra sia rimaste intatte se non più gravi (almeno per i profili economici). Ciò non vuol dire rinunciarvi a priori, ma si tratta di capire quale obiettivo si vuole raggiungere. Un dato è certo al di là di ogni dubbio, come dimostrano tutte le più avanzate teorie urbanistiche sui Centri Storici: tali ambiti urbani si rivitalizzano solo riportandoci gli abitanti a viverci. Tutto il resto viene di conseguenza…..o si adottano politiche in questa direzione oppure si sogna e, forse, si sprecano soldi.
San Gniulià jutece tu…
Al dibattito vorrei aggiungere che anche l’Amministrazione Meschini aveva pensato a qualcosa di simile ma, mi pare, che fosse stato definitivo il veto della Sovrintendenza.Ma dallo stesso dibattito, Normanjanbaker, tocca un punto centrale: perchè la gente, con tachicardia o senza, dovrebbe salire al Centro?E sempre Norman si lamenta, e giustamente,di una “stile inerziale” che caratterizza il Centro, “servono feste, sagre,negozi aperti, rievocazioni storiche, mercatini, scrive,e a questo aggiungo una “luce vera” contro l’illuminazione cimiteriale alla quale ho fatto riferimento. I negozi chiudono ma altri aprono.La verità è che macerata ha perso il suo primato “grazie” alla necessaria superstrada che ti collega in 20 minuti al mare. Si fa presto a dire Atene delle Marche quando non ci sono vie di scorrimento veloci e quando non c’è il cellulare e la TV con i suoi venti canali, quando non si sa cosa sia Internet e via discorrendo. Il Castello è bello nei limiti in cui “nei paraggi” non c’è nulla o quasi. Ma se “altrove” o ” negli immediati dintorni” la vita pullula ( con i suoi pregi e difetti)l’alternativa (politica) sta solo nel recuperare la nostra funzione di Capoluogo di cultura e d’arte ( altro non abbiamo). In questa direzione ogni possibile ipotesi ( rampa meccanica, copertura dello Sferisterio, etc) non può che essere benvenuta.Il Governo della Politica turistica è difficile e anche inedito, ma è l’unica scommessa possibile e da tentare.
Al di là della scala mobile (proposta,a mio parere, non proprio assurda ma più che altro irrealizzabile dal punto di vista economico secondo un ordine di priorità delle spese), occorrerebbe ravvivare il centro storico (negozi e locali aperti magari (!) anche la domenica, eventi in grado di attirare gente (quindi di grossa portata, anche se ciò comporta dei rischi, soprattutto all’inizio. Di solito quei piccoli eventi proposti vengono seguiti dalle poche persone che restano a Macerasta nel fine settimana e proprio se non hanno nulla da fare ci fanno un salto. Il resto, sapendo anche dell’esigua “portata” dell’evento, preferisce dirigersi altrove), agevolare i giovani nell’affitto o nell’acquisto di una casa, ma soprattutto fare in modo che le persone possano entrare nel centro storico!!! tra telecamere e PARCHEGGI tassativamente a pagamento sfiderei chiunque a lamentarsi se poi è come se fosse il centro storico stesso a tenerti lontano!
Occorrono idee nuove!!
E con questo mi viene da aprire un altro discorso: idee nuove si, ma sappiamo come i maceratesi stessi reagiscono alle novità! semplicemente le rifiutano o le utilizzano come capro espiatorio per qualche lamentela… il mio consiglio è quello di dare più spazio a quei giovani (pochi, ma ci sono) che tentano di avvicinarsi all’amministrazione locale…almeno ascoltateli, visto mai che esca fuori una buona idea!
Dal sarcasmo con cui è stata accolta questa iniziativa devo supporre che i maceratesi siano tutti atleti oppure tutti masochisti, oppure, più semplicemente, non frequentino il centro storico che pure tanto decantano quasi fosse quello di Siena (paragone al quale – ovviamente – non credono neppure i proverbiali “pistacoppi” che sono gli unici, oramai, a popolare in frotte sempre più produttive – di cacca – il centro storico “de quo”).
Io, invece, devo purtroppo farmi la salita delle scalette diverse volte al giorno, poichè sono uno dei pochi professionisti che (obtorto collo, per fattori troppo lunghi da spiegare) ancora lavora nel cuore della città vecchia, e, considerato che la macchina devo lasciarla dove c’è posto e dove posso evitare per quanto possibile di farmi rapinare dalle esosissime gestioni dei parcheggi, sono costretto a lunghe scarpinate su quel maledetto costone.
Ora, capiamoci: si può rimpiangere quanto si vuole la Macerata “d’antan”, quando c’era la Befana del vigile, quando si faceva la passeggiata per le Mura da sole, quando ….. quando il mondo girava diversamente da come gira oggi.
La vita reale, infatti, è un’altra.
Piaccia o non piaccia, la gente a Macerata non ci viene più.
Al centro storico ancora meno.
Macerata è una città sfavorita dalla natura: non è un caso che le vere “città” (almeno sotto un aspetto urbanistico) siano tutte pianeggianti e non è un caso che proprio le città della pianura padana siano le più ricche, sviluppate e floride d’Italia.
Macerata invece è un paesotto arroccato su un cucuzzolo, il che può forse andare bene quando sei circondato da barbari con intenzioni bellicose, perchè infatti proprio la posizione ti rende irraggiungibile, ma va meno bene quando devi lavorare e devi scarpinare su e giù come un forsennato.
La situazione di Macerata è – per forza di cose – già tragica, visto che la città/paesotto è moribonda.
Ora, sono d’accordo che ci siano tantissime cose da fare: prima fra tutte cambiare la mentalità spocchiosa di molti maceratesi (forse non tutti) che vedono ogni novità come la violazione di uno status storico che peraltro non c’è più.
Il centro storico di Macerata fa schifo, fra guano di piccioni e raccolta differenziata della spazzatura che viene oramai abbandonata in strada.
L’isola pedonale è un miraggio: non può entrare nessuno (guai se io un giorno dovessi accedere con l’auto sotto il mio studio), ma in compenso il centro è pieno di camion e furgoni che sono lì perchè …. “ci lavorano”!
I parcheggi sono comodissimi: puoi lasciare l’auto a Piediripa e poi fare l’autostop, oppure attendere 3 ore e prendere la “navetta” ……. ma siamo seri!
I mezzi pubblici non ci sono: non c’è neppure un autobus ad attendere fuori dalla stazione i treni che arrivano con cadenza oraria …. (non siamo mica alla stazione Termini ….)
Allora, e concludo: ben vengano queste scale mobili, anche se so che non si faranno mai.
Io, pur essendo nato e cresciuto a Macerata, dove ho vissuto per 34 anni, mi sono trasferito 6 anni fa a Civitanova Marche e sto benissimo: la città di certo non è attraente architettonicamente, ma ci si vive bene.
A breve sposterò anche la mia attività professionale fuori dal cucuzzolo: è inutile insistere a restare a Macerata, perchè tanto queste benedette scale mobili non le faranno mai …..
ai maceratesi non piacciono …… storcono il naso, senza accorgersi che non sono ad una festa, ma ad un funerale …….
Antonio Maria Golini, lei dice:
” Macerata è una città sfavorita dalla natura: non è un caso che le vere “città” (almeno sotto un aspetto urbanistico) siano tutte pianeggianti e non è un caso che proprio le città della pianura padana siano le più ricche, sviluppate e floride d’Italia.
Mi viene in mente Urbino,al momento, che non mi risulta sia così sfavorito dalla natura. Non mi dica che è diverso perchè ha una storia, Palazzo Ducale, la Galleria, le opere d’arte, l’Università…la prego. Infatti non di handicap di natura si tratta, ma di cultura, semmai, e Macerata da questo punto di vista non è per niente sfavorita, nè ha nulla da invidiare a nessuna città padana, solo che come vedo, la sua bellezza, la sua ricchezza non sa essere compresa, valorizzata e sfruttata.
Vogliamo spianarla come voleva fare quel famoso inventore di Portobello col Monte Turchino per ” favorirla” ? A parte che ci hanno già pensato negli anni , a farlo i nostri “inventori “locali, trasferendo uffici , servizi e locali commerciali nella piana di Piediripa, col risultato che s’è visto e che oggi comporta anche inventarsi le scale mobili per far tornare la gente in centro .
Mi sembra di capire inoltre, che lei faccia un lavoro sedentario: dovrebbe ringraziare tanto più “la provvidenza” di quella sfacchinata su e giù più volte al giorno per le scalette. Ma oggi, la realtà lei ci ricorda , è un’altra, e si preferisce spendere un’ora in palestra sui tapis ruoulant ( uso il francese, perchè rispetto le altre lingue e per non cadere in ridicole autarchie linguistiche ) per sudare e mantenersi in forma, che affrontare una vera salita a piedi.
Punti di vista.
Saluti
@Tamara Moroni: dal tenore delle sue osservazioni comprendo tre cose:
1) che non ha ben compreso il senso della mia affermazione secondo cui Macerata è sfavorita dalla natura, evidentemente riferita al fatto che è oggettivamente più scomodo fare un percorso in salita rispetto al farne uno in pianura; quanto alle bellezze artistiche, ne sono anche io un estimatore (pensi un po’!), ma un conto è visitare un museo e un altro conto è viverci, essendo costretti a fare lo slalom fra i proverbiali “cristalli” quando magari si ha fretta di andare al … cesso ……;
2) che lei, come molti maceratesi, non è esente dall’abitudine di giudicare o comunque etichettare chi non conosce: mi attribuisce un lavoro sedentario quando in realtà, come le dicevo, devo muovermi spesso fra vari uffici dislocati nella città/paesotto ….
3) che lei, come molti maceratesi, non è esente dall’abitudine di spiegare al prossimo cosa è bene per lui o cosa non lo è: se permette decido io dove fare le mie sfacchinate, e se ringraziare o meno la provvidenza per quelle che mi impone Macerata …. per ora ho deciso di abbandonare Macerata quanto a luogo di residenza, e spero presto di abbandonarla anche come luogo di lavoro.
Spero di essere stato chiaro, anche se so che è una battaglia persa ……
anche lei , non sa, che io nono sono propriamente maceratese.
@Tamara Moroni: abbia pazienza se ho detto che lei opera “come [=nello stesso modo di] molti maceratesi” (cosa evidentemente possibile anche per chi, come lei secondo quanto mi dice, di Macerata non è) …. in realtà, io proprio non so chi sia lei, tanto è vero che non sono io ad averla commentata ma viceversa …..
Ma allora è vero che c’ete li sordi da vuttà via!
@Golini
Se il problema è evitare l’arrancamento per le Scalette sulla prima rampa, subito dopo il negozio alimentare, c’è una viuzza che senza troppo affanno porta fino alla piaggetta in fondo a Corso della Repubblica.
Lei sta benissimo in una città “in piano” così come milioni di altri italiani stanno altrettanto bene (e, guarda un pò, usando addirittura la bici!!!) in centinaia di città, paesi, borghi in piano dove non ci si affanna per arrivare in Piazza.
. . . . . . . . . .
Come ha giustamente scritto Garufi e come ho sostenuto più volte l’assetto strutturale della città è cambiato negli ultimi 25 anni e primna Macerata era il centro di quasi tutta la Provincia, ora non lo è più.
Prima “andare a Macerata” dalle città intorno (Treia, Tolentino, Appignano, Montecassiano, Montefano, ecc.) era normale così come era normale avere centinaia di studwenti universitari in città poihpè le sedi (in tutta Italia) erano meno di 30 e nion esistevano corsi distaccati.
Se volevi fare acquisti e avere ampia scelata andavi a Macerata perchè 25 anni fa nei paesetti intorno (e perfino a Citanò) la scelta era inferiore; stesso dicasi per il cinema: se non volevi aspettare mesi che la prima visione arrivasse a casa tua andavi a Macerata.
Ora come giustamente dice Garufi bisogna ripensare al futuro e smetterla di farsi le pippe mentali su quello che era ma che non è più.
Se si vuole avere una qualche vocazione culturale ed artistica bisogna investire energie (ed intelligenze) nel turismo.
Ad esempio la Stagione Lirica andrebbe pubblicizzata meglio (come avveniva anni fa) poichè è ridicolo che i manifesti giganti siano stati piazzati -in sovrannumero- in Provincia (dove si sa che c’è la Stagione) ed appena fuori Provincia (non diciamo poi a livello nazionale) si dovevano cercare con la zeppetta.
Ridiciolo, sempre sulla Stagione, andare a fare shopping a New York o pubblicizzarla malamente come è avvenuto in questi ultimi anni; e semopre sulal Stagioen bisogna investire sul territorio (accademia, sartorie, ecc.) ed avere una programmazione differente.
Poi ci sarebbe da organizzare, così come si fa per l’estate, una serie di eventi anche d’inverno: mostre, spettacoli, poesie, ecc. per poter attirare turisti anche per il periodo autunno/primavera.
Di cose da fare ce ne sarebbero tante, non so se chi è deputato abbia le capacità, la cultura, la mente aperta, l’intelligenza, l’umiltà per farle…
@Cerasi: la ringrazio per il suggerimento, ma credo che non si possa ragionare così: volendo evitare la scalinata delle scalette si può partire dalla stazione ferroviaria, andare per le mura, poi salire dai cancelli … e magari perdere un’ora in più.
Concordo al 100% sul fatto che l’era delle “pippe mentali” sia finita: mentre Macerata si masturba, il resto del mondo va avanti e noi restiamo al palo.
Infine mi permetto di dissentire sul fatto che per rendere attraente Macerata bisogni creare ad hoc delle iniziative.
Tutto ciò mi sa di occasionale e di artificiale e non risolve il problema che per pochissimo.
Io non credo che sia auspicabile che a comando la gente venga “convocata” a Macerata con iniziative più o meno eterogenee (dalla proverbiale Sagra della porchetta ad occasioni culturali di vario genere), e poi ripiombi nel deserto appena finisce questa iniziativa.
Un po’ come avviene a Sagnulià ….
La città dovrebbe vivere sempre, e questo perchè magari la gente va a prendersi il suo semplice caffè in piazza e non da Nino o da Delizie (contro i quali, beninteso, non ho nulla).
Per fare ciò la città deve aprirsi e divenire accessibile ….
La gente va dove riesce ad andare facilmente, la storia dell’uomo si è svolta tutta lungo le grandi vie di comunicazione (strade, fiumi, il mare).
Negare ciò sarebbe miope ed antistorico.
Una volta che il posto è accessibile, automaticamente ci si piazza spontaneamente il punto di interesse (negozio, bar, etc. etc.).
Non avviene il contrario, o almeno io la penso così.
Quanto allo Sferisterio, non dico nulla pur lavorandoci da 11 anni come corista e conoscendo benissimo la situazione, se non che il declino a cui abbiamo assistito in questi ultimi anni fa da degno pendant al declino complessivo di questa città/paesotto ……
Come al solito mi trovo in accordo con quanto riassunto negli interventi di Roberto Cherubini e Marta M.
Aggiungo che riproporre il vecchio progetto ( modello rampa attrezzata Perugia degli anni 80_90)rappresenta solo l’annesima conferma che cerchiamo di andare avanti navigando a vista.
Giusto anche il personalismo di stampo Berlusconiano stigmatizzato da Gianfranco Cerasi, pertinente come al solito,in riferimnto al fatto che l’importante è proporre qualcosa, purchè di questo qualcosa se ne parli.
Quello che aggiungo e che l’esternalità positiva arrecata dal progetto sul centro storico probabilmente porterebbe l’ipotetica matrice di impatto su valori tendenti a 0.
In altre parole, ben vengano le scale in salita che connotano da sempre la Piaggia della Torre, ben vengano quei minuscoli scalini messi li’ a posta quasi per preannunciare vie e viuzze di collegamento.
Ben vengano le nostre tradizionali code al mercato del mercoledi’dove, quando da bambini si poteva andare per mano con i genitori d’estate, con la scuola chiusa, si approfittava del vociare e delle persone intente negli acquisti per guadagnare la strada del tabaccaio, per rimpinguare adeguatamente di caramelle le tasche dei pantaloni.
Mi chiedo perchè ci si vuole nascondere dietro una foglia, quando si è appena riusciti con diversi accadimenti di dominio cittadino,( Mintematica tanto per citarne uno, non tirando in ballo minimamente epr adesso il piano casa), nell’aggravare ulteriormente l’assetto urbanistico della nostra città.
Perchè non vogliamo capire che solo nel rispetto delle tradizioni e del nostro valore aggiunto legato ai luoghi cari alla nostra cultura, si potrebbe ridare fiato al centro storico, evitando di abbandonarlo a se stesso, con divieti, con il traffico limitato…
Vogliamo capire che se non investiamo per i giovani e non lasciamo da parte gli interessi di pochi( delle solite lobby della città) rischieremo non solo di non coronare l’obiettivo degli anni ’90 per Macerata: ” la Macerata dei 100.000″ ma rischieremo di contribuire, come stanno facendo le ultime Amministrazioni Comunali, compresa la presente, all’esodo verso paesi limitrofi dove case, attrattive, possibilità di impiego, sono molto migliori di qeulle presenti in città?
Basta vedeere cosa accaduto nei comuni limitrofi al nostro, quali Corridonia o Pollenza.
Visto che ronziamo introno al problema di rilanciare il rilanciabile, vogliamo avere almeno la compiacenza di risparmiare cio’ che può essere risparmiato?
D’altra parte se il Comune per comperare nuovi banchi per le scuole materne si indebita con mutui per coprire le spese, non sarebbe forse il caso di ripensare con il criterio del costo_opportunità tutti gli eventuali nuovi capitoli di spesa in bilancio?
Credo che forse prima della scala mobile di problemini da risolvere se ne potrebbero trovare degli altri..
Il primo ? Cambiare le teste.. pensanti
@Golini
Lei mi sembra vorrebbe la moglie ubriaca e la botte piena.
Se siamo d’accordo che il tessuto sociale/economico è profondamente mutato negli ultimi 25 anni bisogna anche riconsocere che il parco macchine è più che raddoppiato nello stesso periodo.
Pertanto 25 anni fa dopocena alle 22 si parcheggiava in Piazza senza problemi; oggi provi a salire alle 22 e -se va bene- troverà posteggio a Villa Potenza, ma non certo in Piazza.
Però qui si critica lo svuotamento senza rendersi conto che non si può analizzare l’esistente con gli occhi di 25 anni fa e provare a dare soluzioni guardando ad una situazione che era ma che oggi non c’è più
@Cerasi: io non voglio proprio nulla, per me Macerata può tranquillamente morire, oppure trasformarsi in una città museo nella quale, però, io non entrerò.
Detto ciò, alcune riflessioni.
1) di tutto mi si può accusare, tranne che di provare una qualche nostalgia per la Macerata di 25 o di 40 o 50 anni fa.
Anzi, io dico proprio il contrario, e cioè che pensare di trasformare il centro di Macerata nel salotto buono (quello stantio del buffet e del controbuffet, che tutte le nostre nonne aprivano solo in occasioni eccezionali) in virtù delle glorie del passato (ed in qualche caso anche delle “pigne” delle scalette, che qualcuno ritiene addirittura emblema della città …..) è fuori dal mondo.
2) devo contraddirla: 25 anni fa non so, ma dal 1988, anno in cui presi la patente, ho frequentato regolarmente il centro storico di Macerata, di sera, con l’auto o senza, era sempre pienissimo, la vita brulicava, c’era gente a piedi, macchine in coda (uh … che orrore!) fino a dopo mezzanotte, il tutto fino a quando la sciagurata decisione della giunta Maulo di chiudere il centro ne decretò la morte.
3) il suo ragionamento, consistente in sostanza nel dire: “troppe macchine, non si può andare in centro con la macchina”, dovrebbe concludersi con un plauso all’idea delle scale mobili, o di ogni altra idea che consenta a chiunque di andare in centro senza imprecare ad ogni maledetta “scaletta” della oramai celebre Piaggia della Torre: non comprendo quindi la sua contrarietà, che mi pare contraddittoria con le premesse che lei pone;
4) infine: un conto è il diporto, cioè un’attività piacevole ma non indispensabile. Un altro conto è il lavoro e l’attività economico/produttiva che oggi, al centro, sono fisicamente impediti dalle insormontabili difficoltà di accesso. Se si può anche “tollerare” che il centro di Macerata, la sera, sia noioso perchè non c’è nessuno, anche se ovviamente sarebbe auspicabile il contrario,per i motivi di cui stiamo discutendo, di certo è intollerabile ed inaccettabile che chi ancora lavora nel centro storico sia costretto a sudate olimpioniche ogni volta che accede al proprio ufficio o studio, che in definitiva altro non è che un posto di lavoro.
Ora, è questa normalità che manca a Macerata: si discute di come popolare artificiosamente il centro con iniziative lodevoli ma occasionali, e si dimentica che viverlo normalmente è impossibile.
Ecco a cosa potrebbero servire le scale mobili, ma a quanto pare …. ai maceratesi non piacciono …….
Sig. Golini ; continua a disprezzare quella Macerata (forse più i maceratesi) che ha il torto storico di essere cresciuta in collina e che lei si sta lasciando alle spalle . Ma la tenacia con cui partecipa a questo dibattito dimostra che il suo distacco forse è meno totale di quello che vuole dimostrare. Io non condivido molte delle sue argomentazioni e non credo che sia cosi”intolleraile e inaccettabile(addirittura…) dover percorrere le scalette di piazza un paio di volte al giorno. Io per più di venti anni ho speso tutti i giorni un’ora della mia vita (quando non succedeva nulla) in auto per raggiungere il posto di lavoro e mi creda fra le due situazioni non ci sono paragoni, potendo scegliere. Ma non sempre possiamo farlo. Le riconosco però di toccare un nervo “scoperto” del nostro modo di essere “maceratesi” rispetto ai problemi del cambiamento . Critici, direi negativi, rispetto all’oggi ma incapaci di immaginare una nuova dimensione della nostra città ; e di fronte alle proposte di innovazione prevale la stroncatura sulla apertura al ragionamento. In pianura è più semplice è vero , e non ci possiamo fare nulla. Ma possiamo trovare la strada per “rivitalizzare” la nostra città 24 ore al giorno 365 giorni all’anno(anche su questo le do ragione , ma mi fermo qui accidenti) senza cercare di rincorrere un modello di sviluppo che insomma un pò di danni ha provocato e non mi sembra che poi funzioni cosi alla grande no …. A proposito le do una dritta; anche a Civitanova stanno incominciano a pensare che è venuto il momento di lasciare a casa la macchina per i brevi spostamenti cittadini ! Attenzione, non vorrei che dovesse essere di nuovo costretto a fare qualche centinaio di metri a piedi ogni giorno . Già ma li sono in pianura! Con simpatia.
@Iesari: con altrettanta simpatia le rispondo.
1) la mia partecipazione a questo dibattito deriva solo dal fatto che ancora oggi, tutti i giorni, salgo sul cucuzzolo per raggiungere il posto di lavoro.
Mi creda: quando si ha fretta e si deve correre a prendere un documento o a fare una cosa urgente, e magari si ha addosso una giacca, una cravatta (insomma: non una tuta o più comodi shorts …..), si arriva in cima con il fiatone e con delle scomode “pezzature” che non fanno piacere ….. e mi fermo qui: mia nonna, ultraottantenne, cardiopatica grave, negli ultimi anni della sua vita usciva di casa ed arrivava in cima con la tachicardia ….. perchè non assistere lei e tutti noi con una scala mobile?
2)le garantisco che nel tragitto quotidiano fra Civitanova Marche dove risiedo e l’ufficio dove lavoro, tragitto che tra l’altro nel 90% dei casi copro in treno (poichè non amo l’auto …..), la parte più sgradevole ed odiosa è quella che va dalla stazione al centro: spesso infatti lascio la macchina in V.le Don Bosco o nelle adiacenze della stazione per tornare a casa in treno(poichè a Civitanova non mi serve, almeno fino al week end che trascorro integralmente lì e comunque abito nella zona più centrale), e quando ritorno a Macerata in treno la mattina lì devo lasciarla perchè spostarla sarebbe inutile …. ebbene: arrivato in stazione, non resta altro che scarpinare …. le ripeto: chiunque come me deve farlo diverse volte al giorno trova inaccettabile ed intollerabile l’assenza di un mezzo pubblico (basterebbe un autobus ogni ora ….) oppure non può che auspicare e benedire l’adozione di un’iniziativa come queste scale mobili di cui si parla;
3) le do io un’altra dritta: sono anni oramai che a Civitanova M. chiudono il centro la domenica, ma come lei stesso riconosce, fare mezzo chilometro a piedi in pianura è sempre più agevole che fare i 100 m delle scalette …… senza alcuna polemica, è comunque un dato di fatto, ovvero un problema che necessita di una soluzione che non sia il semplice “non ci si può fare nulla”;
4) il giorno in cui io – come moltissimi altri professionisti hanno già fatto: infatti oggi al centro sono rimasti solo quelli che hanno un immobile di proprietà, magari di famiglia, e sono POCHISSIMI – me ne sarò andato, magari, a Piediripa, potrò disinteressarmi tranquillamente della sorte di Macerata.
Qui non si tratta di un dibattito ideologico, sui massimi sistemi (cosa nella quale i maceratesi eccellono: qualcun altro infatti invitava a smetterla con le c.d. “pippe mentali”), ma di una normalissima questione pratica superabile con un mezzo tecnico: siccome fare una salita è scomodo, ovunque al mondo si sono trovati dei sistemi per evitare all’uomo di fare la salita.
Gli ascensori, le funivie, le ferrovie a cremagliera, sono tutti sistemi che devono risolvere il medesimo problema.
La Svizzera, paese civile come pochi al mondo e … guarda un po’! – tutto in salita, è pieno di queste cose.
Una questione banale, si direbbe …. ovunque, ma non a Macerata, dove si tirano in ballo le pigne delle scalette, la Macerata d’antan, etc. etc.
Ecco, questa mentalità è ciò che ha portato Macerata ad essere quel “cimitero a cielo aperto” che è oggi ……..
Quando si sarà consentito un facile accesso al centro storico, il resto verrà.
Fino a quando sarà blindato, le varie “iniziative” forzate – che ricordano le “adunate” di vari regimi, o le parate sulla Piazza Rossa ….. quanto meno per l’artificialità della loro stessa concezione – serviranno a ben poco, soprattutto nella normalità della vita quotidiana dei cittadini.
Gentile Signor Golini
ha compiuto un’ analisi molto lucida ma allora il problema non sono le scale mobili ma i maceratesi.
Qualsiasi cosa si possa fare per migliorare questà città
incontrerà sempre l’inclinazione degli abitanti alla critica, al pensare male, con una accentuazione ad un campanilismo che non ha origine dal senso della bellezza.
E questo succede perchè non ci sono più uomini illuminati a governare, a gestire la res pubblica.
Si va avanti senza progettualità, con la logica di non essere parte di un mondo ma di sentirsi al centro del mondo. Credo che il problema dele scale mobili sarà da affrontare quando saranno risolti gli altri centomila problemi che sovrastano Macerata.Uno fra tutti quello dell’accoglienza.Macerata è una città universitaria antichissima ma non si pensa mai a renderla un polo universitario, Macerata ha due teatri meravigliosi ma non si pensa a renderla una città culturalmente appetibile, Macerata è difficilmente raggiungibile attraverso strade e ferrovie ma non si pensa a migliorare il sistema ferroviario.I fasti del passato hanno suscitato invidia e allora si è finiti con il bloccare l’ascesa arroccandosi di nuovo nel “stiamo bene così”.
Chi vive bene a Civitanova è una tipologia di persona che non può amare Macerata. Io a Civitanova ho lavorato, non ci abiterei MAI! Caos assoluto, traffico da metropoli (in alcuni orari ci vogliono 30/40 minuti per attraversarla), architettura da 3° mondo, inquinamento altissimo, cultura ZERO nonostante qualcuno pensi il contrario, densità di abitanti per KM quadrato da far invidia a Hong Kong. Curioso che tanti che non sono di Macerata verrebbero ben volentieri a vivere nella nostra bellissima città
da una proposta che personalmente ritengo più “impraticabile” della stessa Piaggia della Torre è nato un dibattito quantomai aperto ed interessante che non può di certo ridursi al solo aspetto tecnico (mi sembra sterile parlare del come e del quando e persino del se, piuttosto che del più utile perchè)
Il tema è quello ormai generale per tante città che hanno un centro storico (e quello di Macerata è tra i più ricchi e importanti delle Marche ed oltre) : di come non farlo morire di una malattia lenta ed irreversibile : una sorta di “alzheimer urbano” che inesorabilmente svuota la parte più bella e accogliente delle città senza che nessuno si accorga delle cause del male o che sia in grado di proporre cure adeguate
Quando non si sa da dove cominciare spesso è utile guardarsi intorno per capire se altri hanno affrontato, e magari risolto, il problema, prima di proporre cure parziali ed improvvisate..
L’accessibilità è solo uno degli aspetti del declino dei centri storici e neppure il più importante; per troppi anni i Comuni hanno pensato che puntare tutto su di uno sviluppo urbanistico esterno alla città storica fosse la soluzione migliore per rispondere alla richiesta dei cittadini di residenza, di servizi, di lavoro, di benessere, di tempo libero, a volte persino di cultura.
E questo in nome di uno sviluppo e di un progresso che riteneva (e purtroppo ancora in grande misura ritiene) che il vecchio sia sinonimo di scomodo, di difficile, di povero, di obsoleto…
Ora in tanti (tra cui pochi amministratori) si stanno rendendo conto che assistere indifferenti all’abbandono dei centri storici significa perdere non solo un pezzo di storia e di passato ma la stessa possibilità di progettare ed avere un futuro migliore.
Non sono ancora in grado di individuare eventuali ricette specifiche per rivitalizzare/rigenerare il centro storico di Macerata (da troppo poco tempo ho modo di frequantare la città) ma credo che occorra cominciare con una vera e propria “conferenza programmatica” aperta a tutta la città per capire dove siano le cause del declino e solo dopo ipotizzare le soluzioni.
Mi sembra che l’importanza della questione richieda un’ oculata scelta del metodo di lavoro prima ancora della proposizione di soluzioni più o meno estemporanee che, comunque, sono state utili a provocare questo dibattito..
Golini… il mio obiettivo in realtà sarebbe quello di riportare lei (e magari anche quelli un pò più giovani , mi scusi) a vivere nel centro storico , e certo anche a lavorare li. Perchè le metto a disposizione agevolazioni per ristrutturare abitazione ed ufficio; perchè avrebbe infrastrutture informatiche e soluzioni organizzative per ottenere e stampare tutti i documenti che vuole senza andare avanti e indietro per la piaggia; perchè mezzi pubblici piccoli, frequenti ed ecologici le permettono di muoversi rapidamente ; perchè se ne fregherebbe della macchina di proprietà (magari..) avendo a disposizione un efficente sistema di car sharing . A questo punto vuole mettere passeggiare la sera per le nostre piazze e palazzi in confronto a qualche anonimo centro commerciale ? A quel punto se ne andrebbe a Civitanova … solo se fosse un inguaribile amante del mare! E a quel punto ,se dovesse servire, va bene anche la scala mobile! Non è facile in tmpo di vacche magre , ma è anche una opportunità di sviluppo, sosteniible.
Anche oggi ho scarpinato lungo l’inaccessibile cucuzzolo ….. e mentre tutti parlano (giustamente) ed esprimono la loro, continuo più di prima a desiderare che l’amministrazione faccia finalmente qualcosa per evitarmi questo oggettivo fastidio.
D’altra parte, proprio il compito dell’amministrazione è quello di risolvere problemi: per una volta quindi, opererebbe pure all’interno delle proprie attribuzioni e competenze.
Altrimenti, l’ho già detto, farò io qualcosa, togliendo il disturbo.
Prendo atto infatti che a Macerata si è creata una nuova “Accademia”, capace di spaccare il capello in quattro sul perchè e sul percome, ma anche sul siccome, sul perchenò, e tutte le varie sfumature della dialettica, ivi compreso un moto di orgoglio campanilistico (al quale volutamente non replico se non per chiedere a chi attribuisce ad altri una “cultura ZERO” in quale università tenga la cattedra di filologia bizantina ……) su di un mero problema pratico risolvibile “a prescindere” da come la si pensi sui massimi sistemi.
Mentre l’Accademia specula, la gente se ne va altrove …… ed ai maceratesi “doc”, evidentemente felici e realizzati di passare tutta la propria esistenza all’ombra della Torre civica, mèta agognata dopo tanta salita (e credi di saperne qualcosa pure io ….), non resta che suggerire, con Nanni Moretti, il più classico degli auguri: “Continuate pure a farvi del male” ……..
sig.golini leggo che ne ha per i maceratesi e per maceratama mi viene un dubbio?forse dovrebbe ringraziare i maceratesi e macerata che ancora le danno da magna’ visto che qui lavora,se le fa tanto schifo prenda baracca e burattini e vada a citano’
Perché identificare macerata solo con il centro storico?
Anche nelle nostre periferie, nei nostri tre borghi cittadini (villa potenza, piediripa e sforzacosta) si vivono problemi di affitto di case, parcheggi, inquinamento, negozi che chiudono, etc.
Perché pensare solo in modo “centro-centrico”? (è un termine brutto, lo so…:-)
In virtù dei cambiamenti storici avvenuti e delle cambiate abitudini personali e collettive (riportate in modo interessante da tutti gli interventi precedenti) potrebbe essere utile ragionare se sia meglio investire solo sul centro storico (perché abbandonato, perché difficile da raggiungere….) o anche sulle frazioni.
E’ necessario avere le piscine a fontescodella? Perché non a piediripa dove esistono già spazi piani, forniti di parcheggi e strade e spesso di capannoni anche abbandonati? Ci arriva anche il treno!
E’ necessario avere il mercato del mercoledì nel centro storico trafficato, convulso e faticoso? Perché non a sforzacosta lungo la via principale, traffico deviato e ci arriva anche il treno!
E’ necessario avere la pista ciclabile a ridosso delle mura storiche? Perché non a villa potenza al centro fiere e lungo l’acquedotto (qui il treno non ci arriva…).
Sono tutte ipotesi che possono essere lacunose come fortunate, irrealizzabili come già esistenti ma che possono aiutare a vedere la città di macerata nella sua totalità-complessità, non solo come centro storico rappresentativo dell’intera comunità