Scrive Paolo Cotognini, segretario comunale dell’Udc Macerata:
“Tanto tuonò che piovve!” Solo il Maestro Pizzi, direttore artistico dello Sferisterio, nonostante si addensassero nubi foriere di drammatici tagli per la stagione lirica maceratese, ha continuato imperterrito e sordo ad ogni voce nella sua strategia di “dorato svuotamento “dello Sferisterio ( in due lustri siamo passati dalle 39.382 presenze alle 14.286 di quest’anno) . Di fatto proponendo per la stagione 2010 un cartellone che, numeri alla mano, è risultato tra i più deludenti che lo Sferisterio ricordi.
Come se non bastasse nonostante le difficoltà economiche che sappiamo, per il 2011 di nuovo un’opera al Teatro Lauro Rossi ( circa 200 paganti a spettacolo) che tanto piace al regista Gasparon.. e udite udite l’idea di utilizzare il teatro Romano Helvia Recina, ..Si può continuare a proporre spettacoli a dispetto della città, del pubblico e degli operatori che vi lavorano?
Concordo con Deborah Pantana, si è imboccata la strada del declino e quello che fa ancora più male, ai molti maceratesi che come me hanno a cuore lo Sferisterio è l’autoreferenzialità di chi si occupa direttamente delle sue sorti.
Sappiamo però che le persone passano, le strutture restano…..come può allora il nostro sindaco non capire che lo Sferisterio sta imboccando una strada senza ritorno e che sia urgente un appello a tutte le forze politiche e a “tutti gli uomini di buona volontà “(del settore pubblico e privato) per salvare questo inestimabile patrimonio comune?
Ho personalmente sentito i consigli ed i suggerimenti di operatori economici e turistici, melomani ,che conoscono lo Sferisterio e ne parlano senza secondi fini, come se fosse la loro seconda casa, al contrario delle vuote e interessate lezioni da parte di chi più che alle sorti dello Sferisterio pensa alle proprie e dei suoi amici.
In merito al calo di presenze dei fruitori della lirica c’è da dire ad esempio che l’Arena di Verona ha confermato i circa 440.000 spettatori dell’anno precedente.
Quanto alla “struttura” Sferisterio, come auspica la Pantana mi auguro che si possa presto definire una nuova veste giuridica che veda finalmente la presenza del pubblico e del privato.
Una struttura quindi che sappia essere al passo con i tempi, capace di programmare progetti artistici pluriennali, che possa essere nell’arco dell’anno a disposizione della città e del territorio nell’offerta di eventi culturali e di spettacolo non solo di lirico .
Concordo infine con Debora Pantana nella necessità di arricchire l’offerta degli spettacoli allo Sferisterio, come già avvenuto con grande successo negli anni precedenti, allargandone la possibilità di fruizione da parte di un pubblico diverso e per un periodo più ampio dell’anno, ponendo tra gli obiettivi urgenti, un concorso di idee a livello europeo per la sua copertura.
In conclusione, auspico si possa lavorare per mettere in campo collaborazioni con altri prestigiosi teatri lirici all’aperto, con caratteristiche simili allo Sferisterio, per studiare fattive azioni di partenariato.
Lo Sferisterio torni ad essere un reale volano economico per la città e per il territorio riappropriandosi del sua storia e della sua tradizione lirica apprezzata in tutto il mondo.
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Lei ha assolutamente ragione, veramente sconcertante che la prossima “sragione” preveda solo 2 opere; e comunque è assolutamente evidente sia l’autorefenzialità come dice nell’articolo, sia, secondo me, la mancanza di un progetto per il futuro, problema questo che purtroppo è anche quello della città.
mi sembra di vedere l’orchestra che suona sul titanic che affonda.
non ho mai sopportato pizzi, anche se forse in parte a diminuito il deficit dell’arena, dall’altra parte a aumentato le sue tasche…..non ho parole..
Caro Vittorio,
non hai parole e qua e là ti è sfuggita pure qualche acca. Ti vorrei ricordare che, tra tutti quelli che hanno prestato le proprie competenze allo Sferisterio, Pizzi non è l’unico che ha introitato per sé belle cifre. Poi, c’è pure da dire che almeno lui ha un retroterra esperienziale “vasterello”… (un po’ più di me e te, ne convieni?).
Ovviamente, se l’Arena Sferisterio avesse un Consiglio d’Amministrazione reale e realmente competente, potrebbe far presente al Direttore Artistico che, per le esigenze della città e dei suoi operatori, a fianco di opere di nicchia, pregiate e di rara esecuzione, andrebbe messo un bello specchietto per le allodole (sempre che possa definirsi così l’allestimento di un’opera di larga e collaudata fruizione), in grado di attirare la clientela (e foraggiare così, con gli introiti, l’allestimento degli spettacoli più aulici).
L’indirizzo generale, voglio dire, spetta alla Sovrintendenza (che non c’è) e al Consiglio d’Amministrazione (che se c’è non si vede). La Direzione artistica è tenuta a tradurre artisticamente quello che Sovrintendenza e Consiglio d’Amministrazione progettano a livello di indirizzo.
Pizzi fa da parafulmine (intanto, nei decenni precedenti, molti altri hanno depauperato le casse aggravando il deficit che la giunta Meschini ha provveduto a ripianare coi soldi della cittadinanza; ma di questo non parla più nessuno…), ma la situazione non cambia.
Ben venga, dunque, la sollecitazione di Pantana e Cotognini: purché applicata non solo a ciò che appare, ma anche a ciò che è.
Secondo me la diatriba (non nuova) sulla “veste giuridica” della struttura che dovrebbe gestire lo Sferisterio è strumentale e lascia il tempo che trova. Ma questo non mi è importante ora.
Condivido la necessità di costruire un’offerta più ricca, sia di eventi di alta qualità (anche se di nicchia) che più popolari, con tutto il rispetto per la cultura popolare.
Il problema fondamentale però rimane un altro: lo Sferisterio intorno a sé ha il vuoto assoluto.
Abbiamo una pietra preziosissima, ma per valorizzarla dobbiamo montarla su un gioiello di pari pregio, altrimenti ci rimane chiusa nel cassetto.
Dobbiamo costruire un “sistema” di cui lo Sferisterio sia solo la punta di diamante. Ma questo significa scegliere quale vocazione dare a Macerata, e purtroppo non vedo interesse in questo senso.
Sacrosanto, caro Dantini: non posso che associarmi totalmente.
Condivido nella sostanza la tesi di Paolo Cotognini. Davoli mette in luce e chiarisce il “morbo” sferisteriale: vacuità del Consiglio di amministrazione, debolezza dela “reggenza” politica. Già, perchè sono prppruio queste due “figure” giuridiche a dovere\potere determinare l’andamento di un programma, la sua finalità pubblica, finalità che deve essere “circoscritta” alla fruibilità popolare, Non poò lo Sferisterio diventare un “laboratorio” il cui valore resta intrinseco ( dico della sua autonomia estetica). La “fuizione” pubblica e quanto “gira intorno” a tale funzione “sociale” ( dunque politica) è la chiave di lettura giusta per lo Sferisterio.Non sono in accordo con Dantini il quale sospetta che la discussione sual “cambio” della figura giuridica sia “anche” o “solamente” uno spostamento del problema.La mia ipotesi va verso la “privatizzazione”. Lo Sferisterio “non è” l’acqua pubblica che deve rimanere in mano al pubblico,ma, al contrario, si presta o si adatta ad una flessibilità privata. Non si deve aver timore o pregiudizio nei confronti del privato, alemno in questa direzione. Semmai deve essere lanciata una “sfida” al privato. Accertare se esiste o no un gruppo di privati che abbia a cuore la cultura. Non sarebbe male che partisse tale dinamica.Con Dantini mi trovo, invece, in accordo quando suggerisce la tesi di uno Sferisterio come “vetta” o “pretesto” per costruire un Sistema capace di definire la “vocazione” di e per Macerata. Anzi, direi che questo è il nodo.
Io non ce vado a vedè l’opera perché non c’ho li sordi e come me tanti artri. Se spenne li sordi nostri per mannà a vedè l’opera quilli con lu portafoglio pieno e nojartri paghimo li debiti. Chiudimulu se non ce potimo permette l’opera!
condivido quanto detto da Cotognini, sono però scettico sulla gestione dei privati, vedo meglio una loro posizione come sponsor, in quanto non potrebbero mai garantire la continuità dello svolgimento delle stagioni liriche. Quanto alla figura del Direttore Artistico, non mi permetto di giudicare l’operato del Maestro Pizzi, non sono un esperto in materia, però vorrei sapere come si fà a mettere in cartellone opere che il “popolino” come me non conosce e sperare di riempire l’Arena, mentre al consiglio di amministrazione vorrei dire… Da quanto esiste la stagione lirica non ho mai visto iniziative per far crescere una cultura dell’opera lirica nel nostro territorio, tutto viene lasciato alla passione dei singoli, non sarebbe male fare delle iniziative nelle scuole per far avvicinare i giovani alla lirica, e magari dirottare i biglietti omaggio che ogni anno vengono distribuiti agli “amici di amici” verso queste iniziative… c’è molto da fare ma non vedo nemmeno un piccolo passo… Altrimenti meglio utilizzare l’Arena per altri scopi!!!
Già… perché il teatro pieno non necessariamente corrisponde a pubblico pagante…
Il problema sta tutto nel fatto che Macerata e il suo territorio non si meritano lo Sferisterio.
Il disinteresse del tessuto economico-sociale nasce da generazioni passate, dall’invidia, dal fatto che siccome la cosa allora era gestita dalla DC, allora al PCI non andava bene, dal fatto che siccome poi la cosa era gestita dalla sinistra maceratese, allora alla destra non andava bene, dall’assoluta ignoranza che sta non nel fatto che bisogna conoscere l’opera lirica per forza (se a me non piace, perché devo subirla per forza?), ma nel fatto che, per il solito vulnus provincialista, non si vuole capire che lo Sferisterio rappresenta un’occasione e una RISORSA per il territorio, chiunque governi, guelfi e ghibellini, orazi e curiazi, Coppi e Bartali.
Quando si legge che un candidato sindaco non eletto ha organizzato una gita in Arena con i suoi candidati di lista (siamo a livelli altro che scolastici), quando si legge dello stupore fanciullesco di un sindaco neoeletto entrato per la prima volta in Arena (dopo anni dall’unica volta in cui vide il concerto dei Nomadi, gruppo rispettabilissimo, ci mancherebbe!), allora ti viene da dire che:
se il pubblico cala;
se si lascia il tutto nelle mani di Pizzi la cui visione delle cose sfiora il parossismo con la vicenda del baritono non sostituito ne La Forza del Destino e col continuare a proporre cose senza che nessuno gli faccia presente la necessità di coniugare qualità e quantità;
se nessuno pensa a fare sistema tra cultura, turismo di qualità e territorio;
se gli stessi amministratori, sindaci ed e consiglieri regionali, con i loro comportamenti ammettono l’ignoranza;
allora è giusto così,
è giusto che questo territorio si meriti una gestione del genere,
è giusto che si meriti amministratori del genere,
è giusto che si meriti direttori artistici “monopolizzatori” e ai quali nulla si può dire.
Ciò è indice di incapacità generale.
E non usatemi il solito paravento che siccome c’è la crisi…
Ps: sul dato degli spettatori sicuramente mi è sfuggito qualcosa. Si può sapere se le associazioni musicali, i gruppi di appassionati della lirica, i club tipo il tedesco “Viva Verdi” sono intervenuti? Negli anni in cui ho collaborato con lo Sferisterio mi ricordo di pullman pieni che arrivavano dalla Germania, dalla Svizzera, dall’Austria…Siccome l’allora Direttore Artistico non trovava collaborazione col territorio per fare sistema (e ti pareva…), almeno riempiva l’Arena anche con opere non proprio ultrapopolari e con pubblico PAGANTE…
Ps: spesso ho letto di articoli sullo Sferisterio in cui si parlava del fatto che negli anni ottanta l’Arena era SEMPRE piena (Verdenelli è un maestro nell’incensare quel periodo d’oro). Lancio un sondaggio dalla colonne di Cronache Maceratesi per ritrovare coloro che, come me, assistettero ad opere bellissime come Tahnhäuser, Elettra, Il Flauto Magico, Kovancina, seduti nelle poltronissime di 3^-4^ fila dopo aver pagato il biglietto dell’allora settore C, visto che parlare di 100 spettatori a serata significava “robba grossa”…
Mi ricordo quattro gatti nel 2008 alla Maria Stuarda e nel 2005 Andrea Chénier, entrambe con Pizzi.La Kovancina non l’ho vista, avevo tre anni. Ricordo la magnifica Kovancina del 2005 al Maggio.
Gentile Signot Cotognini devo intervenire per correggere un dato inesatto del Suo intervento: Verona da tre anni ha perso 60.000 spettatori pur avendo raddoppiato quest’anno il flusso del turismo.
Una serata ero insieme ad altri 5000 spettatori.
Eppure anche li’ avevano dato la ricetta del “tutto Zeffirelli” proprio come a Macerata dove il “tutto Pizzi”
è sembrato ad alcuni l’antibiotico ad ampio spettro.
Sono un medico e non mi permetterei MAI di parlare di come si fa il Teatro senza prima circondarmi di persone che ne capiscano….ma non artisti, cantanti o scenografi…operatori culturali ed organizzatori seri.