di Alessandra Pierini
Tutto scorre con la tranquillità di sempre a Montefano: il fatto che la città sia oggi apparsa in una pagina intera de La Stampa di Torino e che anche il Tg Com abbia parlato della diatriba tra preti e frati che da mesi ha spaccato il paese in due fazioni non sembra aver in alcun modo influenzato il pacifico svolgersi degli eventi. Basta però approfondire un po’ per scoprire gli indizi di una tensione tutt’altro che sedata. Così nella bacheca della parrocchia di San Donato si trova una lettera aperta alla cittadinanza in cui si spiegano le motivazioni del Vescovo Monsignor Giuliodori, intervenuto in favore dei preti e contro i frati nel giorno della festa del patrono. Ancora girando in paese si scopre che in questo periodo sono state divulgate delle pubblicazioni con le quali l’ex Sindaco Pier Marino Simonetti e la minoranza comunale hanno espresso la loro solidarietà ai “Servi di Maria”. Arriviamo fino al convento e anche qui, il fatto di essere apparsi sui media nazionali non ha scalfito più di tanto i padri Alberto Maggi e Ricardo Perez.
Il convento, oggi sede del Centro Studi Biblici Vannucci è un pululare di attività: muratori e carpentieri stanno lavorando nel cantiere per il recupero del chiostro, al piano di sopra degli esperti stanno catalogando i testi in biblioteca , nella sala degli incontri domenicali, dei tecnici stanno lavorando per piazzare una seconda telecamera che servirà durante il nuovo ciclo di incontri che prenderà il via da ottobre e in Chiesa arrivano le signore che danno una mano a pulire e tenere in ordine.
Padre Alberto ha appena terminato di registrare l’omelia della domenica che sarà tradotta in inglese, francese, spagnolo e indonesiano e ci riceve con Ricardo Perez, suo compagno di viaggio nella creazione del Centro Studi Biblici: <<Quello che mi dispiace in questa storia – ci dice Padre Ricardo – è che con la parrocchia si potrebbe collaborare. Basta pensare che per tutta la settimana della festa del patrono io ho detto messa in parrocchia, invitato dal parroco. Poi la sera il Vescovo ha parlato di noi durante l’omelia invitando a non frequentare la nostra chiesa ma allora, se non siamo in grado di far conoscere il Vangelo, non dovevo neanche essere in grado di dir messa. Noi non abbiamo messo veti ai parrocchiani, scelgano liberamente dove andare ma la cosa più triste è vedere il paese spaccato.>>
Anche Padre Alberto ha delle precisazioni da fare: <<Le mie omelie sono state tutte registrate e non ho mai fatto omelie sui gay, ho solo dato la mia opinione in merito quando mi è stato chiesto a Uno Mattina. Questo convento era abbandonato da 10 anni quando abbiamo avuto l’idea di fondare un Centro Studi Biblici e ce lo affidarono per scoraggiarci. Oggi il convento è in ottime condizioni e sarà per sempre un patrimonio di Montefano. In base all’Istat il nostro comune è primo in provincia per flusso turistico e questo è l’effetto delle 600 persone che vengono in media ogni mese per gli incontri della prima e seconda domenica e alloggiano in zona, mangiano e comprano prodotti tipici. La bontà di una dottrina si vede dagli effetti che produce e noi vediamo che il messaggio che diffondiamo produce vita, quindi viene da Dio>> Tra gli abitanti di Montefano più che una presa di posizione netta, si avverte un desiderio di conciliazione.
Franco ha una sartoria in centro, proprio di fianco alla Chiesa si San Donato e ci racconta la storia del Convento: <<Quaranta anni fa lì c’erano le scuole medie e abitavano 70 fraticelli che poi se ne sono andati e l’hanno lasciato vuoto. Ora ha ripreso vita e molti anziani vanno anche tutti i giorni. Questa polemica è sbagliata.>>
Anche Attilio Paccamiccio dell’omonimo negozio di elettrodomestici la pensa così: <<Questa storia mi sembra più accanimento da parte di un piccolo gruppo di parrocchiani molto vicini alla chiesa tradizionale che uno scontro reale. Il fanatismo scatena la polemica. Ci sono persino dei parrocchiani che vanno a contare quanti sono i presenti alla messa dei Servi di Maria. Così si perde il significato della fede.>>
Claudio Silvestroni ha pubblicato la sua opinione in merito agli articoli apparsi su Cronache Maceratesi sulla bacheca della chiesa di San Donato e, intervistato telefonicamente lo ha ribadito: <<Sono uno dei referenti dell’oratorio ed ho una mia opinione personale sulla vicenda, si devono conoscere bene le cose per parlarne. La mia opinione è stata resa pubblica in bacheca, andate a leggerla.>> Dobbiamo necessariamente sintetizzare il contenuto delle due cartelle scritte da Silvestroni il quale difende la posizione di Monsignor Giuliodori che non ha ripetuto quanto gli è stato riferito da alcuni fedeli ma ha esercitato il suo ministero pastorale con delle precisazioni di fede. Dopo che alcuni fedeli avevano partecipato alle messe dei Servi di Maria e alla messa vespertina di Padre Ricardo Perez hanno manifestato le loro perplessità, di conseguenza il vescovo, secondo Silvestroni, ha dovuto chiedere maggiore cautela nelle interpretazioni.
Anche Giovanni Fermani, giornalista montefanese ha seguito la vicenda da vicino e si è fatto una sua idea personale: <<Il Vescovo nell’omelia per la festa del patrono ha detto cose giuste perchè i libri vanno interpretati senza mettere in discussione i dogmi della Chiesa. Nelle omelie di Padre Maggi si trova la facilità ad esempio di ottenere il perdono dei peccati. Non è neanche vero che la Chiesa di san Donato si è spopolata, c’è un oratorio che funziona, nel quale è cresciuto anche Stefano Filipponi che sta partecipando a X-factor e nel quale Don Andres si dà molto da fare. Poi che molti ragazzi siano passati al Centro Studi dipende proprio da questa facilità con cui si concede il perdono. L’interpretazione dei Servi di Maria è a mio avviso tutta personale e diversa da quella di molti altri teologi.”
Le campane suonano e la sensazione che lasciano è che Montefano, nonostante i 3000 abitanti e l’estensione ridotta del territorio, sia abbastanza grande ed accogliente per dare spazio a tutti.
(Foto di Guido Picchio)
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Giovanni Fermani si sveste della sua qualficia di giornalista ed esprime una netta opinione (“L’interpretazione dei Servi di Maria è a mio avviso tutta personale e diversa da quella di molti altri teologi”) molto partigiana.
Il duello fra parrocchie, prima dell’intervento del Monsignor Giuiliodori non c’era mai stato, in realtà era una mera invenzione madiatica fomentata da qualche “fedain” della parrocchia di S. Donato, che ha trovato libero sfogo nelle righe scritte da un giornalista di cronaca locale ( cronaca cartacea), attento alla firma e alla faziosità, molto meno alla correttezza e all’imparzialità nel riportare una notizia. Tanto da farne una questione personale e fondare, previo Facebook, un gruppo contro il Convento. Il magro bottino dell’operazione “contro” ad oggi conta una decina di iscritti nel forum ad esso riservato, a fronte dei 1200 del forum del Convento dei Servi di Maria (parlando unicamente del forum principale, poichè ne esistono altri non ufficiali che contano altri centinaia di iscritti).
La Curia di Macerata si è ritrovata, oggi, per le mani, una patata bollente che scotta così tanto che non sa più dove posizionarla, infatti il richiamo uffiale del Monsignor Giuliodori ha scatenato fra i fedeli di ogni estrazione culturale, anagrafica e sociale un autentico coro di sdegno, manifestatosi (e quì gli organi di stampa locali hanno lasciato un autentico vulnus, senza mai informarsi riportando la notizia, ma evidentemente non faceva comodo a nessuno) per mezzo di lettere e mail di protesta che hanno letteralmente tempestato la Curia, tutte firmate con nome e cognome, un autentico “j’accuse” che ha trasformato la vicenda, nel classico boomerang che torna fra le braccia di chi lo ha improvvidamente lanciato.
Grazie a questa storia, e quì che la vicenda assume secondo me le connotazioni migliori rispetto a quelle della solita polemica, molti giovani, molte famiglie, digiuni alla parola della Bibbia, hanno trovato le motivazioni e l’interesse per avvicinarsi alla stessa, frequentando sempre con maggiore entusiasmo e in numero sempre più consistente, gli incontri di Padre Alberto, dando vita ha una nuova primavera culturale, nonchè spirutuale e letteraria… Ma si sa di questi tempi chi apre un nuovo varco deve fare i conti con il passato e la forza rezionaria di chi vuol mantenere lo status quo ad ogni costo, questa sfumatura antropologica e ancor prima squisitamente culturale, è nel Dna della nostra penisola e dei suoi uomini: parte da qui la spiegazione di un paese vecchio, ancorato al passato, dove le innovazioni devono migrare per trovare il giusto compimento e il diritto al sostegno dello stesso. La piccola storia di provincia acciuffata dal grande quotidiano nazionale è una storia comune a molte altre. Però, care lettrici e cari lettori l’impronta della news non può e non deve essere inficiata dalla sfumatura della macchietta, della storia stile commedia di Giovannino Guareschi, “Don Camilo e l’onorevole Peppone” tanto per intenderci, quì non siamo e non dobbiamo credere di essere di fronte a una comica rissa che vede contrapposti I “Preti” vs “Frati”. Dietro questa vicenda cari amici c’è molto di più, molto probabilmente un vizio “antico” che condiziona il malessere dei nostri giorni e dei nostri miseri costumi…
QUESTA E’ LA LETTERA INVIATA AL VESCOVO DA ME ED ALTRI:
A nome degli Amici di Ronzano, associazione di laici che seguono e animano la vita e le attività dell’Eremo di Ronzano (Bologna), esprimo la nostra gratitudine più intensa ai frati Servi di Maria fra Alberto Maggi e fra Ricardo Perez, animatori del Centro Studi Biblici di Montefano, per l’attività di studio e divulgazione della Parola di Dio che svolgono sia a Montefano che a Bologna e in altre città d’Italia.
Sono oltre venti anni che abbiamo la fortuna all’Eremo di Ronzano di usufruire del ricco patrimonio biblico che questi frati ci mettono a disposizione. Grazie a loro l’auspicio del Concilio Vaticano II per un accesso dei laici cristiani alla Parola di Dio si realizza; centinaia di noi dedicano a questi incontri le domeniche, occasione preziosa per una crescita umana e spirituale, che ha riavvicinato alla passione cristiana anche persone che si erano allontanate, deluse da una certa sclerosi della predicazione tradizionale.
Nella Chiesa italiana, grazie agli studi biblici, portati avanti da una scuola di ricerca seria e documentata, non inferiore a quella di altri Paesi, stanno crescendo i laici che riscoprono la grande attualità dell’annuncio di salvezza di Gesù nel mondo di oggi.
Pensiamo che la nostra Chiesa debba assicurare spazi a tutti; quelli che trovano nella tradizione il loro respiro spirituale, ma anche a quanti, spinti dal rinnovamento conciliare, trovano in Gesù un annuncio di pace, di gioia, di fraternità, quanto mai importante in un mondo attraversato da nubi oscure di odi, discriminazioni, infelicità.
Come vescovo di Macerata, nel cui territorio opera il Centro di Montefano, Le chiediamo di garantire quel sano pluralismo, che dai primi tempi ha caratterizzato, tra luci e ombre, il cammino delle comunità cristiane.
Certi che vaglierà con attenzione questo nostro appello, Le porgiamo fraterni saluti.
Mi associo in toto alla lettera di Chiara Sibona.
Buon giorno Marche!!!! E’ la prima volta che partecipo a commenti/dibattiti virtuamente, (58 anni ora a Roma aertigiano, intreccio vimini e parole all’occasione), ma l’urgenza di imparare ad usare questo strumento si è fatta impellente come la spinta che riceve il pallone in mare. Perché?
Senza dubbio perchè la cosa mi tange sia come appartenente, per origine, alla cultura semplice dell’entroterra maceratese, sia per il mio essere (con molta umiltà) un dichiarato cattolico praticante sia per la frequenza saltuara ma impegnata al Centro Studi in oggetto.
Prima di ferragosto, ho inviato anchh’io uno scritto alla curia maceratese in favore dei frati Alberto e Ricardo, nel quale evidenzio che il servizio e la pedagogia dei frati non opprime ne offende la mia ignoranza
(termino il mio precedente commento saltato x cause atmosferiche) […], ne scalfisce la mia sensibilità, mentre accresce un concetto di Verità x il quale la parola concetto risulta stretta.(Esperienza del Sé).
Così come non si può impararare a danzare da un libro, altrettanto non si può imparaare ad amare dallo stesso, ma poichè è stato possibile leggerlo in altre lingue e cominciare ad imparare “una/la sequela” interpretandolo, l’intelligenza suggerisce di continuare in quella direzione. E’ sbagliato? Per alcuni si!, che ci sia un interesse diretto?, un profitto?, un frutto?, Allora è normale che vi sia anche il verme! Il frutto contiene il verme! grazie dell’accoglienza enzo