
Vincenzo Ramovecchi
di Luca Patrassi
L’altroieri, vigilia di Natale, è entrato per l’ultima volta nella “sua” camera operatoria, quella dell’unità operativa complessa di Oculistica dell’ospedale di San Severino: dal prossimo 31 dicembre Vincenzo Ramovecchi lascia la sanità pubblica e se ne va in pensione. Si chiude un pezzo di storia non solo dell’Oculistica ma della sanità maceratese, una storia che, racconta l’interessato appena lasciato, il bisturi per l’ultima operazione di una seduta – quella del 24 dicembre appunto – iniziata alle 8,30 e finita alle 16,30 e che ha conosciuto un intervento di assoluto rilievo, due trapianti di cornea, due vitrectomie per distacco di retina.
«Sono diventato primario – ricorda Ramovecchi – nel 2001 all’età di soli 39 anni dopo 10 anni di attività ospedaliera e lo sono diventato senza sponsor alcuno che non fosse l’amministrazione ospedaliera di allora che fece una scommessa su di un giovane arrembante oculista innamorato della propria professione e alla luce dei fatti credo che la scommessa quanto meno non sia stata persa. Sono fino ad oggi l’unico primario oculista ad aver avuto l’onore e l’onere di unificare nel 2010 e di dirigere da allora in poi i due reparti provinciali di oculistica di Macerata e San Severino che prima avevano sempre avuto due primari».
La casistica: «Ho effettuato più di 50mila interventi di chirurgia oculare in tutti i settori della chirurgia oculistica: cataratta con impianto di lenti premium, glaucoma con le più moderne tecniche chirurgiche mini invasive, chirurgia vitreoretinica per puker, foro maculare e distacco di retina, chirurgia refrattiva per la correzione di miopia, astigmatismo e ipermetropia, cross-linking corneale e trapianto di cornea per il cheratocono e altre patologie corneali».
Gli effetti indiretti della casistica: «Ho fatto di San Severino il principale centro per il trapianto di cornea della regione dove, da 25 anni, ogni anno ho sempre effettuato più della metà di tutti i trapianti che vengono eseguiti nella nostra regione e recentemente, tra i primi chirurghi in Italia, ho iniziato l’impianto di cornee artificiali, l’ultima, con successo, la settimana scorsa. Inoltre ho fatto di San Severino il centro di riferimento regionale per il cheratocono e il reparto oculistico di San Severino è il solo reparto oculistico ospedaliero marchigiano a far parte di uno studio su un importante farmaco anti vgf per il trattamento della maculopatia umida».
Ramovecchi continua: «Sono l’oculista italiano ad aver effettuato il maggior numero di impianti di Stent della nuova chirurgia filtrante mini invasiva del glaucoma: sono venuti a San Severino ad imparare le nuove tecniche chirurgiche sul glaucoma illustri colleghi provenienti da tutta Italia».

La credibilità scientifica: «Ho avuto l’onore di operare in diretta nei principali congressi oftalmologici nazionali e nelle sale operatorie delle più prestigiose cliniche universitarie italiane: al congresso Soi di Milano nel 2011 e più recentemente nelle sale operatorie della clinica oculistica universitaria di Catania nell’ambito del congresso Sicsso nel 2024, nelle sale operatorie della clinica oculistica di Pisa nell’ambito del congresso Sigla 2025, nelle prestigiose sale operatorie del Gemelli di Roma nell’ambito del congresso Siso nel 2024. Lo scorso anno ho avuto l’onore e l’onere di ospitare nella mia sala operatoria la sessione di chirurgia relive sulle nuove tecniche chirurgiche del glaucoma nell’ambito del congresso nazionale Siso, principale congresso nazionale di oftalmologia. Sono socio fondatore e uno dei venti consiglieri del consiglio direttivo della Siso, Società di scienze oftalmologiche, la nuova società che in pochi anni è diventata la principale Società oftalmologica italiana e annovera tra i propri iscritti tutti gli esponenti del mondo universitario e la maggior parte dei primari ospedalieri e recentemente sono stato nominato referente Siso per la chirurgia refrattiva». Ramovecchi esercita anche in ambito privato: «Infine Il mio centro privato di Morrovalle, quest’anno a luglio, è stato acquisito dal gruppo Sanoptis che gestisce più di 200 cliniche e ambulatori oculistici in tutta Europa e annovera tra le sue fila alcuni dei migliori oculisti europei. Portare il gruppo Sanoptis a Morrovalle è stato per me motivo di grande orgoglio».
La riconoscenza: «Il mio più grande rammarico è che mio zio, Gino Dichiara, sia scomparso troppo presto e non abbia potuto vedere quanto di buono io abbia fatto nella professione sino ad oggi: mi piace pensare che, nonostante i passati e temporanei dissapori, sarebbe stato orgoglioso di me».
La pensione al 31 dicembre: «con ben sette anni di anticipo. Sarei potuto rimanere in sella per ancora sette anni se avessi voluto e sono stato sollecitato da più parti a restare: dalla direzione generale, dalle autorità comunali, da numerosi collaboratori e collaboratrici. Sono due le principali motivazioni che mi hanno spinto a lasciare l’ospedale, una delle cose che ho amato di più nella vita. Da un lato l’impossibilità a continuare con ritmi di lavoro difficilmente sostenibili per una persona normale. Lavorare 14 ore al giorno, dalle 8 alle 22, dal lunedì al venerdì ed il sabato dalle 8 alle 15, sono orari che poche persone sarebbero disposte ad accettare. L’altra principale motivazione è rappresentata dal personale disagio etico e morale derivante dall’essere primario a mezzo servizio essendo, negli ultimi anni, presente in ospedale solo pochi giorni la settimana, in quanto impegnato nel mio centro privato, e per me, che in passato andavo ad operare i distacchi di retina di sabato pomeriggio e di domenica mattina, questo non è eticamente accettabile e tollerabile. L’ospedale si merita un primario a tempo pieno presente tutti i giorni della settimana. Inoltre l’inevitabile apparente conflitto tra pubblico e privato consente allusioni tanto maligne quanto antipatiche e false che, personalmente, non sono più disposto ad accettare».
Piccolo è bello, il perchè di una scelta di vita in provincia: «Ho sempre prediletto i piccoli centri ai grandi. Come principale sede dell’oculistica provinciale ho scelto San Severino e non Macerata e ho costruito il mio centro privato a Morrovalle e non in città più note come Macerata o Civitanova per esempio. Anche qui due sono le principali motivazioni. La prima è di origine affettiva: amo Morrovalle il paese dove sono nato e ho sempre vissuto e di cui sono fiero e amo San Severino, la cittadina dove ho iniziato nel 1990 la mia attività lavorativa ospedaliera e dove ho sempre lavorato fino ad oggi, pur lavorando dal 2010 anche nel presidio ospedaliero di Macerata e dal 2012 anche a Recanati. La seconda deriva dall’applicazione pratica di una citazione attribuita a Giulio Cesare, una frase che mio zio ripeteva spesso: “meglio primi in Gallia che secondi a Roma”. A San Severino, dove ci sono pochi pochissimi reparti ospedalieri, le esigenze e le richieste del reparto oculistico erano in cima a tutte le altre mentre a Macerata, dove ci sono numerosi e più importanti reparti, rischiavano di venire prese in considerazione dall’amministrazione ospedaliera solo dopo quelle di altri reparti».
L’orgoglio delle radici territoriali: «Quando un paziente di Pescara, di Ancona, di Perugia, di Roma o Bologna viene a visitarsi o ad operarsi a Morrovalle o a San Severino questo per me è motivo di grande soddisfazione professionale e mi riempie di orgoglio».
Il futuro: «Benché da gennaio percepirò la pensione per la mia attività ospedaliera svolta fino ad oggi, io non mi sento affatto un pensionato e ho una voglia di fare, di lavorare, un entusiasmo per la mia professione che non sono inferiori a quelli che avevo trent’anni fa e sono attualmente molto preso ed entusiasta di questa nuova avventura professionale con Sanoptis».
L’ultimo gesto ospedaliero: «Ho voluto concludere la mia attività chirurgica ospedaliera con un intervento di alta complessità chirurgica in un caso umano: una persona che a causa di un trauma da scoppio del bulbo sul lavoro aveva avuto distacco di retina, la perdita del cristallino e dell’iride e un’ampia lacerazione corneale centrale. La moglie, disperata per le ripercussioni psicologiche e lavorative sul marito mi ha supplicato di completare l’iter chirurgico che avevo iniziato prima di andare in pensione. Il 24 dicembre gli ho effettuato la rimozione dell’olio di silicone che gli avevo impiantato nel precedente intervento per distacco di retina, ho eseguito inoltre un impianto di cristallino artificiale e di iride artificiale e ho concluso con il trapianto di cornea. Un intervento di alta complessità chirurgica che richiede una competenza specifica in ogni settore della chirurgia oculare e che rappresenta il frutto di una vita spesa in sala operatoria».
Siamo ai titoli di coda, i ringraziamenti: «Voglio ringraziare le autorità sanitarie e politiche regionali e quanti si sono succeduti alla direzione della sanità provinciale, i vari direttori generali, le autorità politiche locali, sindaci e assessori alla sanità dei comuni di Macerata e San Severino che negli anni non mi hanno mai fatto mancare il loro appoggio e la loro stima e grazie ai quali ho potuto svolgere con successo la mia attività professionale ospedaliera. Un grande rammarico è quello di non poter continuare a collaborare con l’attuale direttore generale dell’Ast Alessandro Marini, che ho conosciuto solo nell’ultimo anno della mia attività, ma di cui ho subito potuto apprezzare le doti di equilibrio, di signorilità dei modi e di efficacia e lungimiranza nelle scelte operative; ma il rammarico più grande di tutti è quello di dover abbandonare e non più rivedere quotidianamente sul lavoro colleghi ed infermiere con i quali ho collaborato a lungo e che ringrazio pubblicamente per avermi supportato e sopportato per tanti anni: essi rimarranno per sempre nel mio cuore».
Coltiva un desiderio, una speranza sul profilo del suo successore? Una risorsa interna o una professionalità che coltivi ancora e faccia crescere il “suo” reparto? «Ovviamente spero che il mio successore sia un collega che ha lavorato con me nella mia equipe, sicuramente tifo per una soluzione interna e non potrebbe essere diversamente ma sono consapevole che non compete a me la scelta e sono sicuro che il direttore generale Alessandro Marini saprà fare la scelta migliore per l’oculistica provinciale maceratese».
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Complimenti al Dottor Ramovecchi per la sua carriera ,un grande professionista, poche parole e tanti fatti. Sarà una grande mancanza per la nostra sanità ma so che a San Severino Marche ha lasciato un ottimo staff molto preparato ed un reparto di eccellenza. Bene anche sapere che continuerà la sua carriera privatamente.
MI HA CURATO SIN DA GIOVANE SUCCESSORE DEL PROF.DI CHIARA. ONORE ALLA PERSONA E AL PROFESSIONISTA! BENVENUTO TRA NOI DIVERSAMENTE GIOVANI!