L’intervento di Giorgia Meloni
di Nicoletta Paciarotti (foto di Giusy Marinelli)
Giorgia Meloni si gioca il jolly ad Ancona. Alla Mole Vanvitelliana, davanti a un auditorium Orfeo Tamburi gremito, la premier è tornata in regione per sostenere la ricandidatura del presidente Francesco Acquaroli. Un appuntamento che ha riunito i vertici del centrodestra: in sala il ministro degli Esteri Antonio Tajani, mentre l’altro vicepremier Matteo Salvini è intervenuto in collegamento video.
Dal palco, Acquaroli ha sciorinato i risultati ottenuti nei cinque anni di mandato, grazie anche al sostegno del governo nazionale. Un intervento che ha fatto da preludio alle parole della premier: «E ora faremo un passo in più». Ma il governatore è andato anche all’attacco dell’Europa: «Dal 2018 l’Europa ci ha fatto retrocedere a Regione di transizione. Noi non ci sentiamo un territorio così, le imprese non se lo sentono, i giovani non se lo sentono. Vogliamo scrivere una nuova pagina. Grazie all’annuncio che la premier sta per fare torneremo ad essere una delle regioni più produttive d’Italia».
Meloni è entrata subito nel merito con un annuncio accolto dagli applausi. «Oggi il Consiglio dei Ministri approverà la norma che estende anche alle Marche la zona economica speciale. Nelle aree dove è già attiva, la Zes ha sbloccato 26,7 miliardi di investimenti e creato 35 mila nuovi posti di lavoro. Ci permetterà di completare un disegno di sviluppo già iniziato».
Poi il tema delle infrastrutture: «Questa regione vive il paradosso di essere al centro dello Stivale, e così difficilmente raggiungere. Questo ci dimostra che non c’è solo il divario tra nord e sud, ma anche quello della costa tirrenica con quella adriatica da sanare. Con Acquaroli abbiamo già messo in moto cantieri strategici: dalla pedemontana alla Salaria, alla Guinza, al potenziamento dell’aeroporto all’arrivo dell’alta velocità. Investimenti e risorse che non hanno precedenti e che abbiamo la responsabilità. Le Marche sono una terra manifatturiera, senza la quale non esisterebbe il Made in Italy, e questo non può prescindere da un’ottima infrastruttura».
Antonio Tajani
In chiusura, Meloni ha voluto legare il presente alla storia e all’identità marchigiana: «Questa terra è un esempio di creatività e concretezza. Come diceva Enrico Mattei, “l’ingegno è vedere possibilità dove altri non ne vedono”. Il nostro impegno è dare alle Marche tutti gli strumenti per trasformare queste possibilità in sviluppo duraturo e nuove opportunità per tutti».
Francesco Acquaroli
Tajani ha invece annunciato che a Recanati e Macerata verrà organizzato un incontro per rendere omaggio a Leopardi con tutti gli addetti culturali del mondo.
Matteo Salvini
Il sindaco di Falconara, Stefania Signorini
Carlo Ciccioli
Giorgia Meloni
Antonio Tajani e Francesco Acquaroli
Giorgia Meloni
Francesco Acquaroli
Meloni e Acquaroli
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E Salvini che ha detto di bello?
…purtroppo il suo falegname ancora non ha fatto in tempo a fargli il crocifisso e poi sfiga nella sfiga batteria scarica della ruspa…
Fa piacere che cita spesso Enrico Mattei, un partigiano. Lo ricordo soltanto per puntualizzare.
Secondo me il Ponte sullo Stretto comincerà dalle Marche che riscuoteranno i pedaggi.
Giorgia , una autentica forza della natura , primo Presidente donna del Consiglio dei Ministri che non solo non viene scalfita da critiche sterili quanto inutili ma addirittura le sa trasformare in aumento del consenso continuando a pensare ed agire orgogliosamente per il bene di questa nostra Patria , con competenza e determinazione . Finchè c’è Lei alla guida della Nazione e del Partito i consensi per Fratelli d’Italia saranno in progressivo aumento. Per buona pace dei tantissimi sinistrorsi che non lo vogliono ancora comprendere.
Lei ha la classe d’una Catherine Deneuve e la forza viscerale d’un’Anna Magnani messe insieme, bisogna solo stare attenti che Hollywood non ce la porti via.
Evvai Giorgia a tutta semplicemente travolgente !!!!
Era una promessa della campagna elettorale del 2022. Ad ottobre dello stesso anno l’istituzione della Zes va avanti per il Mezzogiorno ma non per le Marche . Nel 2023 un emendamento del Pd in Parlamento per includere le Marche viene bocciato dal governo nel silenzio della giunta regionale che continua nel 2024 quando vengono erogati i primi fondi a regioni come l’Abruzzo. Oggi nuova campagna elettorale e nuova promessa. Nel frattempo il nostro governo ringrazia Trump per averci accollato solo il 15% di dazi (quelli per ora più reali della Zes)