Marco Gasparrini
«Mi sento in dovere, come cittadino maceratese e operatore musicale, di portare all’attenzione pubblica la necessità che un teatro come lo Sferisterio esplori con maggiore consapevolezza il tessuto storico-culturale in cui opera». E’ il prologo di un articolato intervento del musicista Marco Gasparrini, maceratese di Villa Potenza, fondatore e presidente dell’orchestra Salvadei, già consigliere comunale del Pd nel primo mandato Carancini.
«Un’idea che rimanda a un tempo in cui il teatro non era solo luogo di fruizione artistica — lirica o ballettistica — ma spazio vivo di aggregazione e identità comunitaria. Non è un caso che, se nel Settecento i teatri venivano costruiti per iniziativa dell’aristocrazia, nell’Ottocento fu la borghesia a tassarsi per dotarsi di un proprio palcoscenico di riferimento: basti pensare ai tanti teatri storici delle Marche, voluti e sostenuti dai cittadini stessi. L’indirizzo culturale intrapreso dagli attuali gestori sembra puntare a un profilo alto, proprio in un momento in cui Macerata è chiamata ad assumere un ruolo di rilievo internazionale nel panorama culturale. Lo Sferisterio può diventare un vero e proprio modello culturale, in un’ottica di auspicabile “specializzazione”, capace di coprodurre per ridurre i costi e, allo stesso tempo, di individuare un ambito d’azione che lo caratterizzi con originalità. Il cartellone di quest’anno prevede l’operetta “La vedova allegra” di Franz Lehár come titolo d’apertura, seguita da due opere verdiane, “Rigoletto” e “Macbeth”, già proposte in stagioni precedenti. “Macbeth” è un titolo di straordinaria bellezza, che tuttavia non riesce ancora a conquistare appieno il pubblico estivo dei teatri d’opera all’aperto».
Il sogno di Gasparrini: «Propongo di sviluppare una programmazione più strutturata attorno al teatro maceratese, capace di generare una ricaduta reale e duratura sulla città, ben oltre i 20 giorni dell’attuale stagione. In quest’ottica, auspico che le realtà culturali del territorio vengano coinvolte in una discussione collegiale, finalizzata ad ampliare l’offerta teatrale durante tutto l’anno. Infine, un appello sulla qualità esecutiva: sarebbe profondamente triste ricorrere a tagli lineari ai danni dei lavoratori dello spettacolo, come purtroppo si paventa. Il palcoscenico dello Sferisterio ha ospitato alcuni tra i migliori interpreti e musicisti del mondo, e questo lo ha reso, nel corso degli anni, un festival di alto profilo, punto di riferimento per innovazione e sperimentazione artistica, con produzioni entrate nella storia. Un’ultima osservazione riguarda le coproduzioni con i teatri asiatici, in particolare con gli Emirati Arabi Uniti, troppo spesso lasciate all’iniziativa di altri teatri d’opera italiani. Sarebbe auspicabile che anche lo Sferisterio valutasse con maggiore attenzione queste opportunità di collaborazione internazionale».
(L. Pat.)
Sarebbe una bella idea,finalmente.
Concordo.
Finalmente ben detto bisogna Sfruttare questo bellissimo posto
Mia madre mi dose una volta che morì anni fa venne fatta una proposta di coprire lo sferisterio con un tetto apribile e magari trasparente molti anni fa era una cosa futurista ma ad oggi con le tecnologie e i materiali innovativi credo che potrebbe essere fattibile .. magari sviluppato da un architetto di fama internazionale per esempio Renzo Piano . Darebbe lustro al già famoso sferisterio ma sopratutto darebbe allo sferisterio e alla città una continuità di programmazione e quindi tutto l indotto dei lavoratori nell ambito lirico e teatrale e non per ultimo turistico .
Verissimo!
Ci vorrebbe il ritorno al gioco del bracciale e una rievocazione storica...può essere che non ne abbiamo?
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Bello a dirsi..difficile a farlo !!
Sarebbe bello anche x me gli spettacoli tutto l’anno allo SFERISTERIO.
Una programmazione almeno semestrale sarebbe già eccellente ma anche la qualità esecutiva dovrebbe cambiare, la stagione lirica in corso si apre con…un operetta, il Rigoletto, una trilogia Verdiana, già proposta nel 2015 riveduta e corretta: con il Circo “Takimiri” al posto del palazzo di Mantova e il cassettone per la vendita della …porchetta al posto della casa di Gilda. Infine il Macheth che certamente non riesce a conquistare il pubblico dei teatri dell’opera per la sua difficoltà di esecuzione e quindi assai soporifera. Concordo pienamente con il musicista Marco Gasparrini.
Caro Marco ottimo intervento…soprattutto giusto sottolineare che il taglio ai lavoratori va assolutanente evitato..
Le spese reali della vita sono in aumento e tagliare a chi permette la messa in opera degli spettacoli e’ delittuoso.
Ogni stagione la stessa storia. Quella passata con le recriminazioni per un adeguamento dello stipendio , questione annosa. Questa volta vogliono tagliare direttamente i lavoratori, spero come metafora. C’è ancora troppo d’aspettare per liberarsi de se pagacce renfresciate.