Rottura in maggioranza, la guerra dei civici:
«Parcaroli ha tradito il programma elettorale,
suicidio politico sulla delibera Simonetti»

MACERATA - Gianluca Micucci Cecchi, coordinatore dell'ex lista Parcaroli, torna a contestare il primo cittadino («Il Comune non è un'azienda, aveva messo nero su bianco il no a nuove cementificazioni») e ribadisce che gli assessori Iommi e Cassetta non rappresenterebbero nessuno: «Hanno deciso di abbandonare il loro gruppo di provenienza, abbiamo diritto a due posti in Giunta». Ecco com'è ora la situazione in Consiglio comunale

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Gianluca Micucci Cecchi, coordinatore della civica Pensiero e Azione

di Luca Patrassi

Un piccolo preambolo di Gianluca Micucci Cecchi per “coinvolgere” l’appena nominato Papa Leone XIV a proposito del centro commerciale Simonetti: «All’indomani della delibera sulla questione Simonetti, mi risuonano forti e chiari alcuni passaggi di un recentissimo discorso di Papa Leone XIV che riferendosi alla parola “verità” osserva che quando manca “ vengono meno le premesse oggettive reali della comunicazione”». Poi il coordinatore dell’ex lista civica Parcaroli (quella che da alcuni mesi ha cambiato nome in “Pensiero e Azione”) ed ex presidente dell’Apm Gianluca Micucci Cecchi attacca frontalmente: «Le recenti affermazioni del sindaco mi lasciano molto amareggiato ma soprattutto mi suscitano una serie di interrogativi che scaturiscono dal ricordo di verità, appunto, storiche ma che il primo cittadino non menziona o forse ha dimenticato. E infatti, è verità che il sindaco a suo tempo ha proposto un programma elettorale dove a pagina 16 dichiarava di non volere nuove cementificazioni nella frazione di Piediripa. Poi all’improvviso si converte e diventa grande sostenitore di un nuovo centro commerciale proprio lì. Eppure quel programma, ancora visibile su internet, che tutte le forze di centrodestra hanno condiviso, lo ha sottoscritto proprio lui. E i civici invece che hanno mantenuto fede al programma vengono criticati proprio da colui che quel programma lo ha scritto ma non mantenuto». Alla parola nuova cementificazione diversi esponenti della maggioranza, quelli rimasti fedeli al risultato elettorale del 2020, avevano timidamente fatto notare in Consiglio che non si trattava di nuova cementificazione visto che l’area in questione è edificabile da una ventina di anni con una volumetria addirittura superiore al progetto bocciato nei giorni scorsi in aula.

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Il sindaco Sandro Parcaroli in aula durante la discussione della delibera Simonetti

Aggiunge Micucci Cecchi: «È verità che, prima del consiglio comunale, confrontandosi le forze di maggioranza abbiano riscontrato che difficilmente ci sarebbero stati i numeri per approvare la delibera, allora perché il sindaco non ha voluto rinviarla ed eventualmente valutare in maniera più approfondita le motivazioni ? Portare con queste premesse la proposta di delibera in consiglio comunale è stata una sua scelta ma anche, per quanto mi riguarda, un suicidio politico o un gravissimo errore di valutazione, forse pensando che l’opposizione lo appoggiasse. Dunque se il sindaco vuol trovare un responsabile, se volessimo parlare assurdamente di responsabilità, non perda tempo a puntare il dito contro chicchessia e non cerchi lontano perché non deve far altro che guardarsi allo specchio».

Prosegue l’attacco diretto al primo cittadino Sandro Parcaroli: «E’ verità , basta leggere gli articoli sui quotidiani, che il sindaco non perde occasione di rappresentare la lista civica come un qualcosa che gli appartiene e che gli avrebbe voltato le spalle, ma si è dimenticato che proprio lui, prima civico, si è iscritto alla Lega?» Infine si tocca l’apice con Parcaroli accusato lui di aver cambiato linea. «E’ lui che ha cambiato casacca abbandonando i civici al loro destino, sacrificandoli senza battere ciglio alle sue ragioni politiche, e ora cosa pretende? Gratitudine? Oppure che anche i civici diventino leghisti? E’ verità , inoltre, che ogni volta che il gruppo dei civici esprime un proprio orientamento in ordine a una delibera di consiglio comunale il Sindaco tiri fuori la questione incarichi».

Una ripicca a fronte del mancato esautoramento, chiesto dalla civica, degli assessori in quota Civica dal 2020? Ecco l’opinione di Gianluca Micucci Cecchi: «Aldilà del fatto che non c’entra nulla con quanto accade in consiglio, verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere. Ma non ha argomenti politici seri per spiegare le sue posizioni invece di spostare sempre il fuoco del discorso su un argomento che tutto sommato non interessa a nessuno, tantomeno noi? Ma se vuol parlare di questo non c’è problema, precisato che oggi, sia come gruppo che personalmente dopo lo speciale trattamento riservatomi in questi mesi, ci guarderemmo bene dall’accettare qualsiasi offerta, i tentativi di svilire le problematiche relative al rapporto con i civici riducendole a una mera questione personale sono ridicoli per non dire tristi».

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Gli assessori civici Silvano Iommi e Katiuscia Cassetta

Mentre gli assessori Iommi e Cassetta ripetono da anni che loro sono sempre rimasti fermi al loro posto dalle elezioni del 2020, il coordinatore Gianluca Micucci Cecchi è di opinione contraria: «La richiesta per il nostro gruppo di restituzione degli assessorati, ripeto ancora una volta, è arrivata al sindaco dopo che gli assessori di provenienza civica hanno deciso di abbandonare il loro gruppo di appartenenza. Come qualunque altro normale rappresentante politico, io ho solo esplicitato al sindaco il fatto che quei due assessori in quel momento, ed in questo momento, non rappresentavano nessun altro se non se stessi e che, dunque, perché i civici fossero correttamente rappresentati andavano individuati due nuovi assessori tra i civici. Quando non ha ritenuto di ristabilire gli equilibri tra le forze che hanno appoggiato la sua candidatura (replicando un comportamento inconcepibile già adottato quando ha perso ben cinque consiglieri e probabilmente ora sei), è lui che non ha rispettato il suo gruppo e soprattutto i cittadini perché ha disatteso la loro volontà che era quella di dare anche ai civici una voce e una rappresentanza non solo nel consiglio comunale, ma anche nelle altre istituzioni che fanno parte dell’ente comune. Ma le decisioni in consiglio non hanno nulla a vedere con questa vicenda».

Il messaggio finale: «Se posso permettermi un suggerimento, ma certamente avrà già fior fiore di persone che lo consigliano, gli direi di pensare che il Comune non è un’impresa, soprattutto non è la sua impresa, e lui deve essere il garante del rispetto della volontà dei cittadini non della sua volontà, e quando, sostenendo di aver perso un’occasione con la questione Simonetti, elenca una serie di possibili entrate finanziarie perse, devo ricordargli che il ruolo degli amministratori non è tanto quello di procurare i denari, ma un po’ più ampio, e cioè quello di recepire le istanze dei cittadini, analizzare i bisogni, e agire di conseguenza migliorandone la qualità della vita. Di una cosa però devo ringraziarlo e cioè dell’invito a candidarmi alle prossime elezioni. Ci penserò naturalmente, e chissà magari il mio contributo, piccolo ma certamente sincero, da persona normale, potrebbe servire per una riflessione a volte più umana e meno tecnica delle cose».

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Alessandro Bini e Cristina Cingolani, i consiglieri rimasti dell’ex lista Parcaroli

LA SITUAZIONE – Il ruolo del sindaco dunque non è “tanto quello di procurare denari”, però anche ai non imprenditori che fanno gli amministratori dovrebbe essere noto che gli investimenti si possono fare con le voci in entrata e non con le spese fisse, non con le indennità ai consiglieri per una media di due sedute al mese  qualche volta anche senza delibere, non con le importanti indennità agli assessori e ai presidenti delle municipalizzate. Il problema politico legato ai numeri (che non ci sono) della maggioranza come si è visto sulla delibera Simonetti bocciata da 15 consiglieri contro i 14 favorevoli, un astenuto di Fdi e uno (la famosa civica Pensiero e Azione) che ha scelto di uscire dall’aula. Con questi numeri la maggioranza non è nemmeno in grado di garantire il numero legale delle sedute di Consiglio che è di 17 consiglieri e l’imminenza delle elezioni regionali accentua la litigiosità interna in vista delle candidature. A parte i tre consiglieri fuoriusciti dalle liste che li hanno eletti (Carbonari, Ripa e De Padova), ci sono appunto i due consiglieri della civica Pensiero e Azione che nelle ultime sedute hanno brillato per il silenzio fino all’ultimo istante sulle decisioni clou per poi non partecipare alle sedute o uscire dall’aula come nel caso Simonetti. Ora però  sono i due civici – appunto Bini e Cingolani – decisivi al fini dell’approvazione o meno degli atti. Senza trascurare il fatto oramai evidente che alcuni esponenti della maggioranza siano convinti di poter fare a meno del Parcaroli bis e vogliano loro candidarsi a sindaco alle prossime elezioni. Un film che si era già iniziato a vedere nel 2020 prima del materializzarsi della candidatura di Parcaroli: tutti contro tutti con Marchiori, Sacchi, Fratelli d’Italia e diversi altri pronti a chiedere la candidatura In più c’è l’evidenza che i gruppi di maggior peso – Lega e Fdi – non sono sincronizzati al loro interno: di tutta evidenza tra i meloniani il voto contrario di Blarasin e l’astensione di Bravi su Simonetti.

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