Ex cantiere Santini, ritorno in Consiglio?
Accordo di vendita milionario
e con una clausola: la variante

CIVITANOVA (di Giuseppe Bommarito) - A dicembre una società emiliana ha comprato l'area sul lungomare sud per oltre 4 milioni (i venditori la pagarono 167mila euro nel 2012). Intanto in città un agente immobiliare da qualche mese sta proponendo a potenziali clienti di comprare appartamenti nei lotti (tutti da costruire). La questione torna alla ribalta mentre ci sono accese discussioni sul riciclaggio nel settore edilizio e sulle volumetrie esagerate consentite dal piano casa.

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L’avvocato Giuseppe Bommarito

di Giuseppe Bommarito

Torna prepotentemente d’attualità la questione dell’ex cantiere Santini sul lungomare sud di Civitanova, davanti alla discoteca Shada (leggi l’articolo), e si intreccia con le accese discussioni attualmente in corso sul riciclaggio nel settore edilizio e sulle volumetrie esagerate consentite dal piano casa, così come interpretato dall’ente comunale (a tutto favore dei costruttori), e da varianti ferocemente contestate dall’opinione pubblica e caratterizzate da clamorose spaccature all’interno del più grande partito di maggioranza, cioè Fratelli d’Italia. Un breve riepilogo si impone. L’area in questione, va subito detto, è individuata dal piano regolatore Secchi del luglio 2007 come zona attrezzata di 3.250 metri quadri da destinare a parco giochi, sport, spazi pedonali, aree per parcheggio (strutture tutte notoriamente carenti sul lungomare). Il Comune avrebbe potuto fare propria gratuitamente nel 2010 l’area in questione, interamente di proprietà del Demanio statale, grazie alla normativa sul federalismo fiscale allora appena emanata, che consentiva agli enti locali di acquisire a costo zero immobili di proprietà demaniale per motivi di pubblica utilità.

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L’area dell’ex cantiere Santini in via Mazzini, sul lungomare sud di Civitanova

Quale occasione migliore per soddisfare il bisogno stringente di quella zona di verde e parcheggi pubblici? Ma l’amministrazione comunale, allora a guida di Massimo Mobili, ritenne l’area priva di rilevanza, ne rifiutò inspiegabilmente l’acquisizione e dette formale assenso alla vendita a privati, che subito, come da copione, si fecero avanti.

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Il cantiere Santini

E così l’Agenzia del Demanio nel 2012 vendette l’area in questione, previo frazionamento, al complessivo prezzo di 167mila euro alle ditte private che già l’occupavano in regime di concessione: la Cantiere Navali Santini di Santini Gerardo & C. s.n.c. e l’A.M.G. Yacht (porzione poi rilevata nel febbraio 2017 da Gian Luigi Boschi e Pierpaolo Lattanzi a seguito di successiva compravendita non adempiuta e di sentenza traslativa del Tribunale di Macerata). I neo proprietari, sempre secondo copione, a fine novembre 2019, questa volta sindaco Fabrizio Ciarapica, poco dopo l’acquisto presentarono una richiesta di variante parziale che in prima battuta venne approvata con un solo voto di scarto e sul filo di lana dal Consiglio comunale con la delibera n. 92 del 29 novembre 2019. Non fu un’approvazione facile. In realtà successe di tutto: la maggioranza si spaccò, alcuni consiglieri arrivarono trafelati all’ultimo minuto utile, vi furono minacce di querele da parte dell’allora assessore all’urbanistica Fausto Troiani (Gian Luigi Boschi era il suo avvocato e le insinuazioni all’epoca fioccavano) nonché assenze strategiche e di peso tra le file dell’opposizione di centrosinistra. Un affare colossale, veramente milionario, che sembrava ormai cosa fatta: circa 30mila metri quadri di edilizia commerciale e residenziale, per un valore di mercato allora stimato in 13 milioni di euro, a fronte di un acquisto per meno di 170mila euro. Ma all’epoca, grazie anche a questo giornale, si sollevò, nell’inquietante silenzio dei partiti sia di maggioranza che di opposizione, una fortissima opposizione popolare e furono presentate molteplici e fondate osservazioni da parte dei cittadini, che nella seduta consiliare dell’11 dicembre 2020 impedirono l’adozione definitiva della variante. Sembrava una questione ormai felicemente risolta, per una volta una sfrontata operazione edilizia ai danni della collettività non era passata, era stata stroncata. Ma era una pia illusione.

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Una protesta nel 2020

Succede infatti che da qualche mese un agente immobiliare che va per la maggiore (uno dei componenti della cupola urbanistica, quella che a Civitanova fa il bello e il cattivo tempo in materia edilizia, comprendente anche un paio di politici di peso della maggioranza, due e o tre tecnici onnipresenti negli affari di maggior valore e i rappresentanti di alcune imprese trasformate – come oggi va di moda per motivi intuibili – in reticoli di società, in vere e proprie galassie societarie), inizia stranamente a proporre a potenziali clienti di comprare appartamenti nei lotti tutti da costruire dell’area Santini. Ma come? Non c’era stato nel 2020 il rigetto dell’adozione definitiva da parte del Consiglio comunale? Sembra incredibile, eppure è vero. Ma non finisce qui, perché poi, a forza di cercare le carte giuste, viene fuori che con due atti a cura nel notaio Michele Gentilucci, entrambi del 29 dicembre 2023, l’area in questione viene ceduta dai vari proprietari (che – come si ricorderà – l’avevano acquistata al complessivo prezzo di 167mila euro) ad una società di Sasso Marconi (Bologna), la Giorgio Neri s.r.l., al prezzo di 4.120.000 euro. Insomma, diciamo la verità, già un discreto affaruccio per i venditori solo con la plusvalenza dell’area.

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Da notare che nel caso dei promittenti venditori Boschi e Lattanzi viene in effetti inserita, a tutela della società acquirente, una clausola risolutiva espressa, consistente nella mancata definitiva adozione entro il 30 giugno 2025 del cambio di destinazione d’uso dell’immobile e dell’area pertinenziale, mentre nella compravendita del Cantiere Navale Santini tale clausola prudenziale nemmeno figura. In definitiva, sia pure con qualche cautela per la compravendita tra il duo Boschi-Lattanzi e la Giorgio Neri s.r.l., anche questi atti pubblici sembrano confermare che negli ambienti che contano si dia per scontato che la questione dell’area Santini tornerà in Consiglio Comunale e questa volta la variante sarà adottata in via definitiva, alla faccia dell’interesse pubblico e dell’originario pronunciamento negativo, sia pure formulato in extremis, dell’assise consiliare.

A questo punto sorgono spontanee almeno un paio di domande. La prima: chi è questa società denominata Giorgio Neri s.r.l., sbucata all’improvviso dall’Emilia e destinata a cuccarsi, allo stato solo potenzialmente, la parte grossa dell’affare, cioè l’edificazione (con tanto di successivi appalti e subappalti privati) e la conseguente vendita a terzi di un edificio di quattro piani con una cinquantina di appartamenti di elevatissima prezzatura al metro quadrato in quanto situati sulla fascia parallela al lungomare?

manifesti-futuro-in-comune-cantiere-santini-civitanova-FDM-2-325x217E’ una società costituita nel bolognese (a Sasso Marconi) nel giugno 2022 con un capitale sociale di appena 38.700 euro e con presidente del consiglio di amministrazione una signora rumena di nome Carmen Urziceanu, una società che a sua volta fa parte di un vasto e complicato intreccio di strutture e di partecipazioni societarie che fa girare la testa, tanto che alla fine è veramente difficile capire chi in questa grande galassia abbia il pallino veramente in mano. La seconda domanda: come fanno lorsignori ad essere certi che la vicenda Santini si sbloccherà nel senso da loro desiderato, cioè con l’ennesima colata di cemento al posto dei parcheggi e del verde pubblico sul lungomare? Diciamo che possono nutrire più di una speranza, in quanto, in occasione del voto consiliare sulle ultime pesantissime varianti (la variante Cristallo e la variante Agriforest), tutti i consiglieri del gruppo di Fratelli d’Italia – ad eccezione del capogrupo Pantella – hanno inopinatamente appoggiato, contro l’orientamento ufficiale del partito e così aderendo alla linea speculativa delle altre forze di maggioranza, tali operazioni immobiliari, mentre nella precedente occasione riguardante la Santini, nel 2020, avevano invece tenuto botta e votato compattamente contro, risultando infine decisivi per il rigetto. E nonostante questa vera e propria insubordinazione sui casi Cristallo e Agriforest, gravissima in quanto riguardante questioni cruciali per la città, si è registrato il silenzio tombale, ma certamente significativo, dei responsabili provinciali e regionali del partito, con grande delusione della maggioranza degli iscritti. Vedremo come la questione andrà a finire. Di certo, almeno un nuovo passaggio in Consiglio Comunale la variante dovrà pur farlo e allora i nodi verranno finalmente al pettine e si capirà se gli indizi di una approvazione definitiva ampiamenti circolati in questi mesi si concretizzeranno e riusciranno a prevalere per l’ennesima volta sugli interessi generali della collettività.

 

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