di Laura Boccanera
Respinta l’adozione definitiva della variante per gli ex cantieri Santini, 17 i contrari, favorevoli solo in 4, 2 gli astenuti. Alle 2.30 della mattina è arrivata la votazione su uno dei punti più controversi all’ordine del giorno del consiglio comunale che si è svolto ieri sera in streaming a Civitanova. Un punto che ha messo in torsione la maggioranza e che rappresenta una vittoria dell’opposizione che sulla vicenda si era schierata in maniera netta, ma anche di una parte della maggioranza che aveva già fatto capire un anno fa che quell’operazione non piaceva. E non hanno convinto neanche il “rinforzino” che la proprietà avrebbe versato come surplus, una lettera arrivata proprio pochi giorni prima del consiglio e che faceva lievitare a 1 milione e 760mila euro gli introiti per l’Ente in caso di adozione, come ha precisato alla fine il vicesindaco nel tentativo di convincere la maggioranza. Che il voto non sarebbe andato come l’amministrazione sperava è stato chiaro già dal voto sulle osservazioni, 13 quelle presentate da privati cittadini, esponenti di lista, ma anche dai residenti della zona. La maggior parte delle obiezioni avevano come tema la mancanza di una finalità pubblica e gli standard e la monetizzazione su park e verde. L’ufficio tecnico ha effettuato delle controdeduzioni alle osservazioni, respingendo in toto quasi tutte e accogliendo in parte per un punto quella dell’ingegner Giorgio Medori. Al voto sull’esito delle controdeduzioni dell’ufficio però il consiglio si è mostrato compatto e ha respinto sempre a larga maggioranza (oscillando fra gli 8 e gli 11 voti fra contrari e astensioni) le deduzioni dell’ufficio tecnico. La variante, ricordiamo, avrebbe dato il via alla trasformazione di un’area da attrezzature (con destinazione a parcheggi prevista) a residenziale con l’edificazione di una palazzina di 4 piani e di almeno 40 appartamenti.
L’ufficio con il dirigente Paolo Strappato ha giustificato il vantaggio pubblico con la riqualificazione della zona e dell’area e l’introito fino a 1 milione e 750mila euro di cui 705.534 euro per la plusvalenza calcolata a cui si aggiungeva la monetizzazione del verde per 95mila euro, di parcheggi per 120 mila euro e altri oneri concessori per 300mila euro. Il 4 dicembre poi la proposta dei proprietari dei due lotti, cantiere Santini, l’avvocato Gian Luigi Boschi e Pierpaolo Lattanzi di integrare la somma delle plusvalenze fino alla concorrenza complessiva di 1 milione e 250 mila euro.
Critica l’opposizione che se la prende anche con l’ufficio tecnico: «in molti casi dà giustificazioni che posso definire bizzarre e appaiono come prese in giro – commenta Pier Paolo Rossi (civico) – si dà una risposta politica all’osservazione su mancanza di una finalità pubblica. Si porta a giustificazione il fatto che la variante porti una riqualificazione all’area che è pressoché dismessa, ma altrove si dice che chi chiedeva un esproprio deve capire che oltre al valore immobile c’è anche una valutazione dell’attività che va valutata. Le due dichiarazioni sono in contrasto. Si afferma poi che l’interesse pubblico risieda anche in un calmiere dei prezzi per le nuove edificazioni. Ma ricordo a tutti che la previsione edificatoria del Prg Secchi non è stata attuata neanche per il 20% e le abitazioni previste da Secchi sono costruite solo in piccola parte e c’è tanto potenziale da completare ancora, ma noi noi andiamo ad aggiungere altro potenziale togliendo degli standard. Andiamo a riempire una zona destinata a parcheggi con soluzioni abitative e con i soldi pensiamo di realizzare altri parcheggi multipiano quando potremmo farli a raso». Addirittura Giulio Silenzi (Pd) arriva a ipotizzare di fare ricorso al Tar se la variante passa: «la motivazione sull’ interesse pubblico è inconsistente e mina le altre». In blocco Fratelli d’Italia, così come votato un anno fa quando la variante fu presentata continua la linea del no, ma senza commentare.
A sorpresa contrario anche il presidente del consiglio Claudio Morresi: «è la prima volta che voto contro la maggioranza – afferma – ma sono 3 giorni che passo lì davanti e immagino 4 piani e 60 appartamenti e non mi piace. Però questa variante si porta dietro anche altre cose. Forse ci sarebbe da rivedere anche il regolamento sul plusvalore delle aree perché alcuni calcoli e meccanismi non solo adeguati a tutta la città. Però dico anche che quel capannone non può rimanere li e la destinazione di quello spazio deve essere diversa». Dopo il voto sulle deduzioni che ha fatto percepire l’aria che tirava l’assessore all’urbanistica non ha commentato le prese di posizione, cercando di ricordare che quella è una riqualificazione rispetto “ai topi e alle bisce che ci sono ora” mentre il sindaco, a voto effettuato non ha che potuto constatare che la presa d’atto: «Il consiglio comunale è sovrano – ha detto Ciarapica – però non ho gradito gli interventi arrivati da Pier Paolo Rossi sul fatto che qui non si persegue l’interesse pubblico perché riqualificare un’ area dando la possibilità di creare una struttura ricettivo turistica e incamerare risorse lo vedo come interesse pubblico.
E non apprezzo che si dica che si venda la città da chi ha venduto Gas marca e stava per vendere farmacie, il consiglio decide ma nessuna lezione di moralità». Voto finale: Ciarapica favorevole, Morresi contrario, Monia Rossi favorevole, Simone Garbuglia favorevole, Marino Mercuri favorevole, Giuseppe Baioni astenuto, Costantino Cavallo contrario, Paolo Nori contrario, Pino Beruschi contrario, Roberto Pantella contrario, Enzo Pizzicara contrario, Fabiola Polverini contrario, Armando Lazzarini astenuto, Laura Marinelli contraria, Piero Croia contrario, Tommaso Corvatta contrario, Giulio Silenzi contrario, Yuri Rosari contrario, Mirella Franco contraria, Marco Poeta contrario, Stefano Mei contrario, Stefano Ghio contrario, Pier Paolo Rossi contrario. 17 no, 4 sì, 2 astenuti.
Il consiglio si era aperto anche con la mozione per la richiesta di intitolazione del Varco sul mare (poi emendata dalla proponente nell’impegno di individuare un’area idonea della città), da dedicare a Nilde Iotti nel centenario della nascita. Il sindaco, pur riconoscendo il valore della figura ha affermato che il luogo deputato alla discussione fosse la commissione toponomastica e non il consiglio. La mozione è stata respinta con 16 no e 8 favorevoli. Dopo la discussione al vaglio il punto sul mercato ittico, punto rinviato per difficoltà nell’interpretazione della proposta di delibera.
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