L’avvocato Giuseppe Bommarito
di Giuseppe Bommarito*
La recente eccezionale operazione della Guardia di Finanza nelle campagne di Ostra (Ancona), consistita nel sequestro di 13mila piante da canapa e infiorescenze ad alta concentrazione di principio attivo già essiccate e pronte per lo smercio, per un peso di oltre 14 tonnellate e un profitto garantito di circa un milione e mezzo di euro, ha confermato in modo palese a livello regionale la “svolta” della ‘Ndrangheta e delle altre mafie verso le coltivazioni di cannabis, divenute ormai per la malavita organizzata una vera miniera d’oro (ogni pianta coltivata all’esterno ha infatti un valore medio sul mercato di circa mille euro). In particolare, gli ‘ndranghetisti, per accumulare contanti utili per l’acquisto di grandi quantità di cocaina, non potendo contare in maniera massiccia in queste zone su tradizionali fonti di approvvigionamento quali l’estorsione e il pizzo, hanno da tempo deciso di puntare sulle coltivazioni di cannabis, indoor o a cielo aperto.
Il sequestro di cannabis della Finanza
Il fenomeno, considerato anche il riscaldamento generalizzato della penisola, peraltro riguarda ormai tutta l’Italia: coltivazioni sono state scovate dai finanzieri e dai carabinieri in Calabria, in Toscana, in Lombardia, in Sicilia, in Sardegna, in Campania, in Puglia, in Emilia, a Bolzano. E anche nelle Marche, ancora prima dell’operazione citata sopra, a Penna San Giovanni nel 2022, a Pergola, a San Benedetto, nel fermano, a Sassoferrato. I semi di piante “femmine”, quelle che danno l’infiorescenza più ricca di cannabinoidi – hanno accertato i finanzieri -, sono solitamente acquistati on line nei negozi di cannabis light (che in teoria potrebbero vendere solo semi da collezione, non certo per coltivazioni).
Tutto ciò ha fatto sì che in pochi anni la ‘ndrangheta, a livello nazionale, sia ormai diventata il primo coltivatore di canapa indiana e quindi di marijuana, prodotta a chilometro zero e quindi meno costosa di quella albanese e marocchina. Un business criminale di narcotraffico ormai strutturato e dalla portata enorme, che richiederebbe un contrasto attivo delle forze dell’ordine, soprattutto con droni per il telerilevamento aereo, effettuato in realtà solo raramente per l’imperdonabile sottovalutazione a livello repressivo per tutto ciò che riguarda la cannabis, di per sé devastante soprattutto per gli adolescenti e frequentemente porta di ingresso verso altre sostanze, nella tendenza ormai prevalente del policonsumo.
Le Marche si prestano in modo particolare a questo tipo di coltivazione, svolta quasi sempre al coperto nella zona costiera in quanto maggiormente antropizzata (in cantine o in capannoni industriali dismessi, con filtri per l’abbattere l’inconfondibile odore e allacci abusivi all’alta tensione per non evidenziare il notevole consumo di elettricità necessario per l’areazione, la temperatura e la luce) e quasi sempre all’aperto nelle aree più interne, dove c’è un favorevole microclima. Molte zone di campagna nel cratere del sisma del 2016, da Tolentino e San Severino in su, dove ci sono centinaia di case ormai abbandonate dai proprietari spostatisi verso il litorale o nelle casette di emergenza, sono infestate da coltivazioni di cannabis predisposte dalle ‘ndrine che operano in provincia, abilmente occultate da altra vegetazione. Del resto, all’aperto, pur garantendo una sola fioritura all’anno, sono anche più convenienti perché occorrono poche cose: un buon irraggiamento solare, un terreno umido e aria fresca, un semplice impianto di irrigazione, teli mimetici per rendere più difficile la rilevazione aerea, un casolare per consentire l’essiccazione del prodotto, utile alla bisogna anche quale deposito di sostanze stupefacenti, armi e soldi, e naturalmente il pollice verde di chi segue la crescita delle piante e funge da custode.
Un recente flash mob contro le lottizzazioni a Civitanova
I soldi derivanti dalla cessione di marijuana vengono poi dirottati dalle ‘ndrine sull’acquisto di cocaina venduta agli albanesi e ad altri clan operanti in provincia, soprattutto sulla costa, e, in una sorta di anomala economia circolare, gli enormi profitti illeciti così ricavati vengono poi fatti confluire, come si è già illustrato, nell’edilizia, settore che a Civitanova sembra ormai essere del tutto fuori controllo, anche per le opinabili scelte dei tecnici e degli amministratori comunali, i quali sembrano muoversi al di fuori di qualsiasi regola e di qualsiasi controllo, così di fatto favorendo il riciclaggio immobiliare speculativo in mano ad un oligopolio di imprese (in gran parte caratterizzate da un articolatissimo sistema di società partecipate) che acquistano dappertutto e in continuazione, e poi costruiscono o ristrutturano con cubature aggiuntive spropositate.
L’area Santini a Civitanova
Da segnalare, a mo’ di esempio dell’anarchia amministrativa dilagante sulla costa, lo sblocco ormai in arrivo, ovviamente a fini edificatori, della vicenda Santini, area sul lungomare sud originariamente destinata a verde pubblico e a parcheggi e oggetto di una dura battaglia dei cittadini delle aree limitrofe un paio di anni addietro, nonché gli espropri notevolmente bassi della ex lottizzazione Sabatucci, finalizzati a favorire una colata di cemento che mette paura in una zona già caratterizzata da una altissima densità commerciale e da ingorghi automobilistici a ripetizione. Indicativa, inoltre, per definire l’atteggiamento delle autorità comunali, l’interpretazione oltremodo estensiva degli uffici circa la normativa sul piano casa (160 piani casa presentati a Civitanova a dicembre 2023).
Un’immagine di Civitanova dall’alto
Avvalendosi di una scellerata legge regionale della giunta Ceriscioli dell’aprile 2019, la n. 8/2019 (il che costringe ora la sinistra civitanovese ad un silenzio di tomba, complice e imbarazzato), non applicata in nessuna altra realtà regionale per un parere della stessa Regione, legge che definisce come non volume i volumi tecnici sia nelle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni (piano casa demolizione e ricostruzione), anche quelli di collegamento verticale (in pratica, le trombe delle scale, i vani ascensore e gli androni condominiali), oggi a Civitanova chi costruisce o ristruttura si avvale di un incremento volumetrico che arriva sino all’80 per cento, il doppio in pratica del limite massimo ritenuto invalicabile del 40per cento, consentendo così, contro le interpretazioni iniziali della stessa Regione Marche e successive del ministero competente, che, al posto di villette a due piani, sorgano addirittura edifici condominiali a sei piani. Una distorsione paurosa. Facile quindi immaginare gli ingentissimi profitti speculativi di chi, con metodi non sempre ortodossi, sta rastrellando, a prezzi molto favorevoli e senza sosta, immobili su immobili, anche approfittando di molte situazioni di bisogno. Insomma, riciclaggio a tutto spiano a Civitanova e dintorni, tanto che il report nazionale del 2022, non a caso, pone la provincia di Macerata, in questa drammatica graduatoria di ripulitura del denaro sporco, al diciannovesimo posto in Italia, il più alto di tutte le Marche, superiore di quaranta punti rispetto alla media regionale. Veramente un dato di cui la Las Vegas delle Marche può gloriarsi.
* Giuseppe Bommarito, presidente Associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
Operazione ‘Free Camp’: maxi sequestro da 14 tonnellate e un valore di oltre 1,5 milioni di euro
Cocaina e crack a Macerata, ecco come viene gestito lo spaccio
Area Santini, Corvatta allerta: «Al vaglio una variante che viola il volere del Consiglio»
Palazzina di 4 piani nell’area Santini: il Consiglio boccia la variante, solo quattro i favorevoli
Bommarito sempre grande
Basterebbe poterla comprare dal "tabaccaio" come si fa anche in alcuni paesi europei , ma nn si può in itagliafia
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Che cosa è stato ottenuto con il flash mob?
https://www.civitanovalive.it/sostenibilita-urbana-flash-mob-contro-la-variante-al-piano-regolatore-di-civitanova/
Forse niente, visto il potere corruttivo di certe realtà presenti sul territorio.
La malavita dove può trovare interlocutori se non fra chi sta al comando ?
Vedo, in giro per Civitanova Marche, circa da 5 anni, un crescendo di cubature impressionanti, essendo io del posto, e quindi ricordando quello che c’era prima della demolizione e ricostruzione. Se non erro il massimo incremento permesso da Piano Casa + Protocollo Itaca Marche dovrebbe essere del +40%. Vedendo il proliferare di palazzine e palazzoni in giro, e ricordando appunto l’immobile precedente, in molti casi, faccio veramente fatica a far rientrare l’incremento che vedo nel +40%, sembra molto maggiore. Una spiegazione tecnica a questo punto potrebbe essere riportata proprio alla fine di questo articolo, insieme magari ad altre norme aggiuntive, che non conosco, o ad altro non di mia conoscenza, varianti di cui non ho letto, piani di recupero ecc….
Mi stupisce però l’atteggiamento remissivo della cittadinanza, soprattutto quello dei vicini nei paraggi e di quelli proprio con il confine in adiacenza che si vedono chiudere la vista da questi enormi incrementi di cubatura soprattutto in altezza.
Magari qualcuno si dovrebbe interrogare su quante valeva il proprio appartamento prima che edificassero di fianco o di fronte o nelle vicinanza tali cubature (es per l’aumento dei posto auto e la scarsità dei parcheggi), e quanto vale il proprio appartamento dopo, soprattutto se la nuova edificazione preclude una vista, e se la vista è addirittura panoramica o su un giardino pubblico o su un borgo caratteristico.
Riguardo al borgo caratteristico, quando queste operazioni avvengono all’interno di tale borgo, sempre i vicinati si dovrebbero interrogare su quanto vale il proprio appartamento prima e quanto vale dopo, se la nuova costruzione vicina o di fronte o adiacente oltre ai problemi di incremento di cubatura aggiunge quelli di NON rispettare lo stile del borgo caratteristico, che essendo storico e caratteristico, di solito ha un proprio piano particolareggiato che vincola architettonicamente con l’uso di determinati colori, pietre, e tutto ciò che riguarda vincoli sullo stile.
Poi se ad uno, non interessa che il proprio appartamento, ad esempio vista mare, perda la vista mare e quindi si svaluti di qualche decina di migliaia di euro o più…… liberissimo di farlo con i suoi soldi ed il suo patrimonio.
Non esiste solo la classica malavita che potrebbe essere vicina alle Istituzioni. Ci sono “Organizzazioni” di insospettabili all’interno di condomini che gestiscono, con il supporto di “amici”, traffici importanti di cocaina senza interferenze. Quindi…..di cosa vogliamo parlare..
Ma se hanno rieletto Ciarapica evidentemente ai civitanovesi piace. Contenti loro…….
Pierpaolo Iacopini
Il problema della maxicubature, come è evidente, non è solo quello dei contenziosi tra vicini, che già sono cominciati.
Il problema di fondo, che solo un cieco può non vedere, è che lungo la costa civitanovese c’è una enorme attività di riciclaggio nel settore edilizio, in parte dovuta al nero di molte attività e in misura molto maggiore dovuta ai profitti illeciti della malavita organizzata, specie della ‘ndrangheta, nascosta a livello imprenditoriale dietro una selva di piccoli e grandi prestanome.
Tutto questo riciclaggio trova, con tutta evidenza, più di una sponda in chi governa la città e negli uffici tecnici, che hanno agevolato il riciclaggio, rendendolo poi non solo molto esteso, ma anche particolarmente redditizio se non proprio altamente speculativo: la normativa sul piano caso, assurdamente fatta dal centrosinistra e applicata a tappeto e solo dal Comune di Civitanova Marche, ne è la riprova più lampante.
Scusate non ho specificato, parlavo dei “Nuovi Tossici”, visto il mix di bimbo minkia ed anziani a Macerata.
@Avvocato Bommarito
Il mio commento non voleva essere assolutamente riduttivo, anzi integrativo. Ho ben letto il suo articolo dall’inizio, ed oltre ai problemi ben più gravi qui illustrati (criminalità organizzata e riciclaggio), volevo esprimere un mio commento ad un livello molto più elementare rispetto alla sua inchiesta, sulla quale non ho alcunché da obiettare.
In sintesi mi chiedevo per quale motivo un cittadino è disposto a fare causa per danni economici derivanti da lavoro (mancati pagamenti, fornitura di prodotti difettosi), da incidenti stradali, da liti per eredità e di vario genere, insomma per i motivi più svariati, e lo stesso cittadino è poi riluttante a promuovere cause o semplicemente fare accessi atti chiarificatori, per capire ed eventualmente fare opposizione quando sorge di fianco alla propria casa una cubatura completamente nuova o in ampliamento che svaluta il proprio immobile spesso di decine di migliaia di euro.
La ringrazio inoltre per aver citato una delle leggi/norme che permette tutto questo, e che c’è altro oltre a quel +40% che ad occhio mi sembrava non quadrare.
Saluti
“QUINDI”. CARO BOMMARITO. QUESTO MI VIENE DA DIRE. QUANDO GRIDO AI QUATTROVENTI CHE IL “MODELLO DI SVILUPPO” CHE QUESTI AMMINISTRATORI “SENZA AGGETTIVI ADEGUATI” CI IMPONGONO, PURTROPPO LE CONSEGUENZE SONO ANCHE QUESTE. LA CITTA BENGODI, I FACILI CONSENSI LEGATI ALLA FELICE POSIZIONE DELLA CITTA’, IL TERREMOTO, E ALTRO ANCORA. SECONDO ME IL PROBLEMA E’ POLITICO, E SE DUBITO CHE LE COSE CAMBINO A BREVE, MANTENGO LA SPERANZA CHE VENGANO AL PETTINE PRECISE RESPONSABILITA’ DI QUESI AMMINISTRATORI. E SE POI LE FORZE DELL’ORDINE FARANNO IL LORO LAVORO BEN VENGA. MA SE NON CAMBIA IL VENTO…
Veramente vomitevole!
Tutto causato da un’intera classe dirigente di traditori della Patria, che rappresenta meno del 30% dell’elettorato, nel silenzio assordante del resto della cittadinanza e delle istituzioni di controllo.
Quando leggo gli articoli dell’avv. Bommarito, sempre precisi e dettagliati con fatti concreti che tutti possono vedere, mi viene in mente Danilo Masotti. Giornalista, sociologo e non so cos’altro, Masotti conduce anche lui inchieste varie in quel di Bologna e dopo le denunce di rito, conclude i suoi articoli con un “E domani non succede mai un c…!”.
Ecco, Bommarito segnala, denuncia, fornisce indicazioni precise, ma domani…,
Complimenti a tutta la società civile marchigiana.
Per Luigi Franceschetti
La speranza è che i miei articoli forniscano informazioni alla cittadinanza, che in gran parte non vuole vedere e comprendere ciò che sta accadendo e comunque è tenuta all’oscuro della gravità della situazione grazie alla stantia favoletta dell’isola felice riproposta con mille sfumature.
Al contempo si spera essi servano da sprone per le autorità istituzionali e le forze dell’ordine, affinchè facciano ancora di più il proprio dovere.
I cittadini escano dall’omertà, escano allo scoperto e segnalino, magari in maniera anonima, i casi di estorsioni, di usura, di racket, di spaccio e di traffico di droga.
Non bisogna darla vinta a questi delinquenti che attentano alla salute dei nostri figli e a tutti coloro che li aiutano e li coprono.
*GIANFRANCO VALLESI ED IL SOTTOSCRITTO DENUNCIAMMO PUBBLICAMENTE QUASI DUE ANNI FA QUESTO FENOMENO. NON SOLO NON FUMMO ASCOLTATI MA CON LE ULTIME VARIANTI SI E’ ARRIVATI AD UNA SITUAZIONE INSOSTENIBILE. QUALCUNO DOVREBBE RILEGGERSI LE CONCLUSIONI DELLA COMMISSIONE D’INDAGINE DEL CONSIGLIO COMUNALE SUI SUPERMERCATI (E NON SOLTANTO) CHE CONCLUSE I SUOI LAVORI NEL MAGGIO 2017 E CHE FU PROPOSTA DAL SOTTOSCRITTO IN QUALITÀ DI PRESIDENTE. LE ATTENTE E PUNTUALI CONSIDERAZIONI CHE BOMMARITO FA IN QUESTO ARTICOLO LI SONO CONTENUTE IN TOTO. E’ ARRIVATO IL MOMENTO DI RIMUOVERE L’ASSURDA SECRETAZIONE DECISA DAL CONSIGLIO COMUNALE ELETTO PROPRIO NEL GIUGNO 2017 CON IL PARERE “LEGALE” DEL SEGRETARIO COMUNALE CHE È ANDATO IN PENSIONE VENTI GIORNI FA. BASTA CHE LO CHIEDA FORMALMENTE UN CONSIGLIERE IN CARICA OPPURE LO FAREMO NOI ATTRAVERSO GLI STRUMENTI PREVISTI DALLO STATUTO COMUNALE. PER FERMARE LA CEMENTIFICAZIONE SERVE INNANZITUTTO TRASPARENZA*