Il sindaco Mauro Falcucci
di Monia Orazi
Ritardi della ricostruzione a Castelsantangelo: l’85% degli immobili privati sono bloccati dalla mancata approvazione dei progetti di intervento sul rischio idrogeologico e sulle opere di urbanizzazione.
Ad affermarlo in una nota il sindaco Mauro Falcucci: «I ritardi sono ascrivibili prevalentemente alla mancata approvazione ad oggi di due progetti importantissimi: il primo relativo agli interventi di salvaguardia geologico-idraulica, il secondo riguardante le opere di urbanizzazione. Questi progetti costituiscono il presupposto indispensabile per l’avvio della parte più consistente della ricostruzione: in mancanza della loro approvazione, infatti, l’ufficio tecnico comunale è costretto a respingere le pratiche di ricostruzione in quelle zone (quasi tutte) del territorio comunale incluse in detti progetti».
Il commissario Guido Castelli
Il sindaco fa presente di aver sollecitato più volte l’approvazione: «Le criticità sopra rappresentate sono state più volte segnalate dall’amministrazione e vengono costantemente sollecitate, per quanto di rispettiva competenza, al commissario, al vicecommissario e al sub-commissario. Il perdurare di tale situazione, purtroppo, vanifica l’enorme ed eccellente lavoro, riconosciuto da tutti, in ambito di pianificazione e programmazione e ritarda ulteriormente la ricostruzione privata e pubblica. Confidiamo in un tempestivo intervento volto a rimuovere gli oggettivi impedimenti che riguardano oltre l’85% degli immobili inagibili su un territorio che ha registrato un danno del 96,38% dell’intero patrimonio pubblico e privato».
Falcucci ricorda che il Comune è stato il primo ad approvare i piani attuativi, che avrebbero dovuto spianare la strada alla ricostruzione privata: «Giungono continue richieste sui ritardi della ricostruzione privata alle quali è opportuno fornire chiarimenti. Corre l’obbligo ricordare che il consiglio comunale, nella seduta del 12 agosto 2021, ha approvato il piano urbanistico attuativo di tutto il territorio comunale (primo comune dell’intero cratere) che rappresenta un essenziale strumento in ambito di pianificazione e programmazione della ricostruzione pubblica e privata. L’approvazione di tale fondamentale atto pianificatorio avrebbe dovuto aprire la strada ad un rapido avvio sia della ricostruzione pubblica che di quella privata, essendo state esattamente individuate sia le modalità della riedificazione che l’ubicazione di ciascun immobile. Ma a distanza di quasi tre anni possiamo purtroppo constatare che ciò non si è verificato.
».
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