«Abiti consoni per chiese e cimiteri?
Ognuno è libero di indossare
ciò che vuole, questa norma
viola la Costituzione»

MACERATA - I consiglieri del M5S Roberto Cherubini e Roberto Spedaletti criticano il nuovo Regolamento sulla sicurezza approvato dal Consiglio comunale. Contestano sia la sostanza: «Un vigile urbano cattolico potrebbe reputare che, indossare il burka, violi la dignità di un luogo», che la forma: «E' mancata la condivisione»

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Consiglio-Comunale_FF-9-325x217«Vogliamo pensare e ci auguriamo che si siano usate parole errate per voler sancire qualcos’altro, perché, viceversa, sarebbe molto grave aver voluto sanzionare quelle persone che “non si comportino in modo consono alla dignità dei luoghi” senza aver tenuto in conto che ogni individuo ha la propria idea su cosa sia o no consono». Continua a far discutere il nuovo regolamento di polizia locale approvato dall’ultimo Consiglio comunale. A prendere posizione e spiegare i motivi del voto contrario sono i consiglieri del M5S Roberto Cherubini e Roberto Spedaletti. I due esponenti contestano sia la forma che la sostanza di alcuni articoli contenuti nel documento. «Siamo stati costretti a votare contro il Regolamento sulla sicurezza – premettono – per due ragioni che si è cercato di esporre dettagliatamente in un Consiglio comunale che si è protratto fino alle 23.00 per discutere gli emendamenti (10 in totale) presentati da noi con il solo intento di aggiustare taluni strafalcioni».

Partendo proprio dalla sostanza, «sicuramente la nostra Costituzione – spiegano – è pesantemente violata dall’art. 32 del Regolamento che martedì la maggioranza di governo della città di Macerata ha votato, quando alla lettera d) del comma 1 recita “è vietato visitare i luoghi destinati al culto o alla memoria dei defunti indossando indumenti o compiendo atti o assumendo comportamenti che non siano consoni alla dignità dei luoghi”. Garantendo la Costituzione la massima libertà per ognuno, purché non si violi la libertà altrui, non è possibile in alcun modo “soggettivizzare” la conformità degli indumenti che si indossano in un luogo di culto, in quanto ognuno è liberissimo di indossare ciò che vuole. Questo articolo attribuisce una “soggettività” nella valutazione, che la Costituzione rigetta – continuano i due consiglieri del M5S – Tanto per fare un esempio: con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento, un vigile urbano cattolico potrebbe reputare che, indossare il burka, violi la dignità di un luogo. Così come lo stesso vigile, se fosse musulmano, potrebbe reputare che la presenza di una persona che abbia volto e gambe scoperte, violi la dignità di un luogo. Facciamo ancora un esempio per farci capire: se per onorare un defunto a Macerata un gruppo di africani canta, perché nella loro religione è usanza farlo, nessuno può vietarlo. Le leggi già esistenti perseguono tutti coloro che in qualsiasi luogo cagionino danno ad altri, per cui è assolutamente inutile aggiungere altre norme».

Poi la questione di metodo. Cherubini e Spedaletti parlano di una «voluta mancata condivisione con i consiglieri, con eccezione per la sola consigliera Fornaro che ha avuto la possibilità di mettere mano a questo Regolamento che, sostituendo il precedente risalente al 1926, dovrebbe stabilire regole che possano durare decenni e appartenere a chiunque senza alzare bandiere. La sicurezza è di tutti, non è né di destra, né di sinistra né di centro – stigmatizzano – Per questo abbiamo esaltato la procedura del Presidente Luciani che avvierà un percorso condiviso per il Regolamento del Consiglio comunale che andremo a discutere nelle prossime settimane, mentre abbiamo fortemente criticato il processo che ha portato alla redazione di questo Regolamento dal quale sono stati esclusi la gran parte dei Consiglieri comunali ed addirittura la competente Commissione “Affari istituzionali” che il nostro consigliere Roberto Cherubini ha l’onore di presiedere».

 

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