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Un traffico di droga milionario
tra doppie vite, pentiti e auto usate:
12 arresti, Civitanova chiave dello spaccio

DOPPIO GIOCO - La Guardia di Finanza ha smantellato una banda con base nelle Marche per un giro di 700 chili tra cocaina e hashish in poco più di 2 anni e incassi per 35 milioni. Il filo tra Civitanova-Porto Sant'Elpidio e Aquisgrana. Le misure cautelari eseguite ad Ancona, nel Maceratese e nel Fermano. Sequestrati immobili, auto e preziosi. Il comandante regionale Alessandro Barbera: «Riversavano fiumi di sostanze stupefacenti in tutta la regione»

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Traffico milionario di droga, chi sono gli arrestati

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di Alberto Bignami

«E’ una delle operazioni antidroga più importanti degli ultimi anni, sviluppata dalla Guardia di finanza in questa regione, che ha permesso di stroncare un vasto traffico internazionale di stupefacenti con base nelle Marche, permettendo di ricostruire traffici, dal 2020 al 2022, per circa 700 chili tra cocaina e hashish; per un giro di affari complessivo, al dettaglio, pari a circa 35milioni di euro».
Così, il comandante regionale Marche della Guardia di Finanza, Alessandro Barbera, ha definito l’operazione denominata “Doppio Gioco”, scattata questa mattina con l’esecuzione delle misure cautelari eseguite questa mattina.

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Un momento della conferenza stampa

«Un’operazione importantissima – ha proseguito il generale -, che ha dei caratteri di transnazionalità tali da aver visto non solo il coinvolgimento anche del Scico, del Goa, sotto l’egida della Dda di Ancona, ma anche organi collaterali belgi e olandesi, che ha permesso di disarticolare questa organizzazione di matrice albanese, affiancata da alcuni italiani, che riversava nelle Marche fiumi di cocaina, con centro e base di interesse sia a Civitanova che a Porto Sant’Elpidio, e che ha permesso nel ristretto tempo di un biennio, di individuare i corrieri, gli organizzatori e le basi logistiche in modo tale da intervenire in modo efficace e dirompente» permettendo l’arresto di 12 persone (2 italiani e 10 albanesi) e la denuncia di altre 22 con le accuse, a vario titolo, di “traffico di stupefacenti” e “associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti”. Sequestrati beni per oltre un milione di euro tra immobili, auto e preziosi.
La nostra regione, con questa operazione, si è scoperta essere dunque non solo un punto di consumo, ma anche di trasporto.

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Lo schema del modus operandi

Ricostruendo nel dettaglio la filiera, si è scoperto che la base logistica si trovava in Germania, da cui poi partivano i corrieri che stabilmente vivevano a Civitanova. Dal Maceratese, dunque, partivano per Aquisgrana dove, da un alloggio in affitto, attendevano gli ordini per andare a prelevare i quantitativi di droga direttamente in zona o spostandosi in Belgio o in Olanda.

«Non a caso – ha commentato Barbera – questi sono i punti di arrivo della droga proveniente dal Sudamerica con navi portacointainer».
La cocaina poi veniva trasportata nelle Marche e dipanata in tutta la regione. Ciò avveniva utilizzando auto con la droga nascosta nel doppiofondo.

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La droga nascosta nel doppiofondo di una delle auto scoperte e sequestrate

Le indagini erano iniziate nel 2020 quando emerse la figura di un ex collaboratore di giustizia campano che gestiva un gruppo di spacciatori nelle province di Ancona, Macerata, Fermo e Pesaro-Urbino. Si è ricostruito che la droga veniva importata con regolarità nelle Marche, tramite un’organizzazione albanese che si avvaleva di due connazionali, ufficialmente lavoratori nel settore edilizio, nella zona di Montemarciano, nella provincia dorica, e con i quali concordavano gli approvvigionamenti.
Le menti erano invece due fratelli, anche loro albanesi, che da Porto Sant’Elpidio gestivano il mercato dietro la copertura di una rivendita di auto usate, le stesse utilizzate per il trasporto dei carichi. Da qui, oppure dalla medesima ditta a Civitanova, prendevano appuntamenti per concordare il quantitativo da vendere e farlo prelevare dai vari depositi che avevano in varie cittadine marchigiane. La droga veniva quindi prelevata e consegnata.

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Alcuni dei panetti di droga sequestrati durante l’operazione

Tutta la sostanza stupefacente arrivava a Civitanova tramite i viaggi di altri due albanesi, un uomo e una donna incensurati, per i quali era stata costruita una vita parallela e fittizia per giustificare i ripetuti viaggi verso il Nord Europa. A questi veniva affidato tutto il denaro necessario all’acquisto della droga e delle auto per il trasporto, da immatricolare in Germania e portare poi ‘cariche’, in Italia. Per questo motivo, anche la rivendita di auto usate.
Tutti i contatti, gli spostamenti e gli ordini venivano organizzati al telefono ma utilizzando delle particolari app in grado di criptare il segnale in modo tale da non essere intercettabile rendendo il lavoro degli investigatori più difficile ma non impossibile, «essendosi avvalsi delle più moderne tecniche investigative».
Un traffico di droga che rendeva bene e che neanche la pandemia del Covid era riuscito a fermare ma, al massimo, solo a rallentare.
Nel corso delle indagini sono stati sequestrati oltre 50 chili di cocaina e 5 auto con doppiofondo, ricostruendo traffici per 700 chili tra cocaina e hashish.

(Aggiornamento delle 13.45)

 

 

 



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