L’attuale sede del Filelfo
di Francesca Marsili
Le tempistiche sulla realizzazione del Campus scolastico di Tolentino, come annunciato dal sindaco Pezzanesi nell’ultimo consiglio comunale, non prima del 2025, a nove anni dal sisma, mettono in stato di agitazione il Collegio dei docenti dell’ Istituto d’istruzione superiore “Francesco Filelfo” di Tolentino.
I docenti hanno formalizzato una mozione in cui chiedono che gli studenti delle classi presenti nel plesso dei licei in via Ficili, nei locali dell’ex Quadrilatero, in attesa della costruzione del ‘Campus scolastico’, vengano al più presto trasferiti in una sede provvisoria più consona dell’attuale all’ordinato svolgimento dell’attività didattica. Inoltre, che la formazione delle classi avvenga in deroga alla normativa attuale persistendo lo stato di emergenza post sisma a seguito dei tagli alle classi ad opera dell’Ufficio Scolastico Regionale. Il documento è indirizzato a al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi al direttore dell’ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti e Roberto Vespasiani, al commissario straordinario del Governo per la Ricostruzione Giovanni Legnini, al presidente della Regione Francesco Acquaroli, all’assessore regionale all’Istruzione Giorgia Latini oltre che ai capigruppo del Consiglio regionale Marche, al presidente della Provincia Sandro Parcaroli, al sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi. «Le nostre aule sono state ricavate in locali originariamente previsti per ospitare uffici, bar, negozi, addirittura il salone di una concessionaria di automobili – si legge nel documento – Le strutture sono state progettate per contenere qualche decina di persone, mentre attualmente vi sono dislocati circa 450 tra studenti e personale scolastico».
Giuseppe Pezzanesi, sindaco di Tolentino
I docenti ritengono inoltre che l’ulteriore permanenza delle classi dell’Istituto nell’attuale sede “provvisoria”, individuata immediatamente dopo le scosse, possa mettere in discussione addirittura la sopravvivenza della scuola.
«Ciò appare evidente dal continuo e significativo calo delle iscrizioni – sottolineano, e questo genera un’ulteriore problematica, quella dell’accorpamento dei ragazzi e la riduzione del numero delle classi ad opera dell’Ufficio Scolastico Regionale per il prossimo anno».
Nella mozione chiedono anche che i rappresentanti istituzionali a vario livello, per quanto di loro competenza, vigilino sul rigoroso rispetto del cronoprogramma del costruendo ‘Campus scolastico’ delle scuole superiori, informando costantemente gli organi di rappresentanza della scuola e l’opinione pubblica sullo stato di avanzamento della progettazione e della realizzazione degli edifici. La necessità di trovare una sede temporanea più adeguata rispetto a quella attuale, era stata sottolineata anche dalla minoranza Pd e 5 Stelle, nel corso del consiglio comunale di mercoledì scorso. Nel documento i docenti elencano una lunga lista di criticità legate ad una sede che doveva essere temporanea e emergenziale. Che i servizi igienici appaiono inadeguati ai parametri richiesti da un edificio scolastico e risultano insufficienti in rapporto alla popolazione studentesca. Che si riscontrano inoltre notevoli problemi di sicurezza data la dislocazione delle aule in locali distanti tra loro che costringono a continui spostamenti all’esterno degli edifici in presenza di traffico automobilistico. Spiegano anche che diverse aule, per di più, hanno delle porte che danno direttamente nei parcheggi adiacenti al centro commerciale. Aggiungono che la ristrettezza degli spazi comuni nonché l’assenza di atrii o cortili adibiti alla ricreazione hanno causato negli anni evidenti problemi di socializzazione degli alunni. E come la posizione periferica e penalizzata della struttura, situata a circa sei chilometri dal centro storico, è notevolmente aggravata dalla inadeguatezza dei trasporti sia a livello comunale che interprovinciale. Gli orari delle navette del mattino costringono ad adattare l’orario scolastico riducendolo di 40 minuti al giorno (circa 130 ore di attività didattica in meno ogni anno scolastico); al pomeriggio, poi, non è possibile svolgere attività didattica per assenza totale di mezzi di trasporto.
Sandro Parcaroli, presidente della Provincia
Elencano come enormi sono apparse negli anni le difficoltà ad accogliere gli alunni diversamente abili nell’ambito di un percorso di inclusività che presuppone lo svolgimento di attività laboratoriali e la creazione di aule dedicate e spazi all’aperto destinati al potenziamento dell’autonomia. A ciò sottolineano come si aggiungono gli antichi e mai risolti problemi delle palestre risultano aggravati dalla attuale lontananza delle aule dei licei dalle strutture sportive presenti nel centro urbano o nelle sue immediate vicinanze. Il ricorso alle navette comporta un’ulteriore perdita di tempo scuola. La promiscuità di utilizzo dell’Aula magna della sede Ite-Coreutico (ad uso anche di sala danza) e di quella dei licei in contrada Rancia (ad uso anche di aula scolastica), l’assenza di spogliatoi per gli studenti dell’indirizzo coreutico, la distanza di alcune sale danza dalla sede della scuola contribuiscono ad alimentare un disagio ormai non più sostenibile a distanza di oltre cinque anni dagli eventi sismici dell’ottobre 2016. A tutte queste criticità sottolineano come si aggiunga il fatto che nella fase emergenziale post sisma si era tenuto conto della precarietà della nostra sistemazione concedendo la formazione di classi in deroga ai parametri previsti dalla normativa. «Appare quindi inaccettabile il piano classi recentemente presentato dall’Ufficio Scolastico Regionale per il prossimo anno scolastico che vede il nostro istituto fortemente penalizzato con l’accorpamento di due classi intermedie e la formazione di una prima di trenta studenti anche in presenza di alunni diversamente abili». I docenti hanno ripercorso poi lo storico di una situazione partita con il sisma del 2016 e ora non più sostenibile.
«L’emergenza Covid degli ultimi anni – hanno concluso – ha poi drammaticamente aggravato la situazione, aggiungendo ai problemi già presenti quello del rispetto delle misure per il contenimento del contagio. Appare evidente quanto siano risultate preoccupanti le dichiarazioni del presidente della Provincia di Macerata e del personale dell’ufficio tecnico provinciale, emerse durante la riunione del 22 febbraio 2022 alla presenza dei componenti del consiglio di Istituto: nella più ottimistica delle ipotesi, l’inaugurazione del nuovo ‘Campus scolastico’ avverrà non prima di 4/5 anni, ovvero nell’arco di tempo di un altro intero ciclo scolastico. Svolgere le lezioni nelle odierne strutture renderebbe infatti impossibile continuare ad offrire ai nostri alunni un’attività didattica efficace e svolta in sicurezza, se l’orizzonte temporale davvero fosse quello prospettato». Infine hanno anticipato che si riservano, nei prossimi giorni, di organizzare iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza ed eventi che possano avere una più ampia risonanza mediatica.
Classi tagliate al Filelfo e all’Ipsia, Pezzanesi: «Filisetti venga rimosso»
fategli la scuola che nè tenete tanti di capannoni abbandonati e terreni incolti
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Guarda caso a Tolentino si va al voto a breve !!!! Sarà un caso ?
Un confronto/colloquio, con il Commissario straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini e con i Ministri Bianchi, Bonetti e Carfagna i quali in conferenza stampa hanno dichiarato che per gli Enti locali ci saranno semplificazioni e strumenti di supporto per la realizzazione delle opere scolastiche, lo proverei a chiedere. Questa zona terremotata, alla luce di quanto accade, è rimasta in penombra. Come se le soluzioni stabilite a suo tempo dopo 7 anni fossero state portate a compimento. Però non è così. Le Istituzioni devono svolgere il loro ruolo e anche se con insormontabili difficoltà portare a compimento gli adempimenti presi. Vogliamo giustamente e orgogliosamente restare nei nostri territori, per questo non dobbiamo smettere di far sentire il disagio in cui vivono e si confrontano tutti i giorni gli operatori scolastici e gli studenti.