di Giuseppe Bommarito*
La situazione regionale continua ad aggravarsi e a preoccupare: il 10 marzo una nuova overdose mortale da eroina ha ucciso a Vallefoglia un uomo di 38 anni, consolidando ancora di più il triste primato delle Marche, a livello nazionale, quanto al tasso di mortalità per droga. Siamo sempre più i primi assoluti, e non possiamo certo vantarcene. Ma, in questo già fosco quadro regionale, bisogna riconoscere che Macerata e provincia se la passano particolarmente male.
Anzi, forse sarà il caso, dopo una morte e tre overdosi che solo per miracolo non hanno avuto un esito fatale, tutte avvenute a Macerata città da gennaio ad oggi, che qualcuno si ponga il problema della qualità dell’eroina che sta girando da queste parti negli ultimi tempi, forse tagliata poco (e quindi troppo forte) o forse tagliata con sostanze particolarmente nocive.
Nel caso dell’ultima overdose non mortale, avvenuta nei bagni pubblici di viale Trieste, a pochi metri dallo Sferisterio, in un sito che peraltro era stato precedentemente segnalato come luogo di spaccio e di immediata assunzione, solo il tempestivo intervento di un poliziotto, che ha effettuato, in attesa del 118, le manovre di emergenza per riattivare la respirazione, ha evitato la morte del giovane 34enne che si era iniettato l’eroina ed aveva già perso conoscenza.
Lo spaccio, d’altra parte, prosegue a Macerata, perché è ampia la platea, lo zoccolo duro dei consumatori, sempre più giovani, solo che, mentre prima avveniva a cielo aperto in zone centrali e in maniera anche provocatoria nei riguardi degli inquirenti (“Sarò in ufficio dalle 16 alle 18”, scriveva beffardo ai suoi clienti via whatsapp qualche anno fa uno spacciatore nigeriano, prima di recarsi al suo solito posto nei pressi dei giardini Diaz, baldanzoso e pronto a cedere il veleno ai tanti tossicodipendenti maceratesi), ora, dopo l’epoca di Pignataro, viene effettuato particolarmente nelle frazioni, comunque in periferia (anche lungo la vecchia strada provinciale per Civitanova), lontano da occhi indiscreti. Gli spacciatori sono itineranti e si spostano velocemente, sempre portando addosso (il resto della dotazione giornaliera da piazzare è ben nascosto nei pressi del luogo principale di spaccio) non più di una o due palline di eroina, per ricadere nel consumo personale qualora venissero fermati dalle forze dell’ordine e cavarsela con un semplice buffetto sulla guancia.
Se a Macerata città e dintorni il problema principale è rappresentato dall’eroina, il cui spaccio è saldamente in mano ai clan nigeriani, a Civitanova è la cocaina a scorrere notoriamente a fiumi, favorita anche dal malefico abbinamento con il gioco d’azzardo, sul quale da anni la città costiera ha dissennatamente puntato.
E qui, sulla costa, sono i clan albanesi che gestiscono il mercato della coca, tutta di buona qualità, ed anche dell’hashish e della marijuana (l’Albania, ormai da qualche anno, oltre ad essere un punto di transito per eroina e cocaina, è il più grande produttore europeo di cannabis, che da sola genera un reddito illegale che si stima pari ad un quarto del Pil albanese).
Tra le sponde dell’Adriatico c’è infatti un gran traffico di droghe di ogni tipo verso le coste del centro-sud Italia (tramite potenti gommoni o corrieri che si servono di auto private o delle navi di linea), realizzato in modo sistematico e protratto nel tempo; e, al contempo, ma in senso inverso, un gran traffico di ingenti quantità di euro che raggiungono quello che una volta era chiamato il Paese delle Aquile e che velocemente vengono investiti nel settore edile, nella ristorazione, nei pubblici esercizi, in auto potenti, nella corruzione, nel rafforzamento e nella migliore strutturazione dei clan.
Del resto, così come facevano le cosche siciliane sul finire degli anni Settanta e in tutti gli anni Ottanta utilizzando i legami parentali con la Cosa Nostra stanziata negli Stati Uniti e in Canada (cosche anche loro in quell’epoca partite dalla precedente esperienza del contrabbando di sigarette per approdare poi all’eroina), da tempo i clan albanesi, generalmente costituiti su base familiare, ormai interlocutori privilegiati e riconosciuti delle nostre organizzazioni criminali, sono in grado di movimentare grandi quantitativi di sostanze e di assicurare prezzi di vendita molto competitivi, perché sfruttano abilmente le facilitazioni logistiche e operative offerte dalla rete di connazionali stanziati in Italia ormai da circa trenta anni (coinvolti nel trasferimento, nello stoccaggio, nella distribuzione ai grossisti, nei trasporti su auto con doppi fondi,nelle spedizioni punitive per gli incassi difficili). Pesano, in questo grande business criminale, i rapporti di parentela e quelli commerciali intessuti instancabilmente negli ultimi decenni, a partire dal primo sbarco di massa degli albanesi in Italia nella primavera del 1991.
La zona di Civitanova sembra essere gestita soprattutto da basi criminali albanesi (ma pure da entità delinquenziali legate alla camorra) site a Porto Sant’Elpidio e dintorni, che sfruttano, per meglio eludere le indagini, la posizione di confine, seppure con totale continuità costiera e residenziale, tra la provincia di Fermo e quella di Macerata.
Del resto, a conferma di quanto sopra, di recente la Guardia di Finanza di Fermo ha comunicato di aver sequestrato nelle ultime settimane ben 249,6 grammi di hashish e 28,9 grammi di marijuana, mentre, a loro volta, i carabinieri proprio di Porto Sant’Elpidio hanno comunicato di aver rinvenuto pochi giorni addietro complessivamente circa 220 grammi di cocaina e 610 grammi di hashish.
Allargando un po’ il quadro prima di chiudere (in cauda venenum, cioè nella coda sta il veleno), merita di essere segnalata la clamorosa approvazione da parte del Consiglio comunale di Milano di un ordine del giorno finalizzato a sollecitare il Parlamento affinchè approvi quanto prima la legalizzazione della produzione e del consumo di cannabis e derivati. Ora, qui il problema non sta nella velleità di questo consiglio comunale, seppure importante, e dell’incredibile e risibile ordine del giorno che è riuscito a partorire, che fa scompisciare dalle risate, quanto nel fatto che l’ordine del giorno in questione è stato proposto dal Pd e approvato anche – udite udite – con i voti di Forza Italia. E qui torniamo, stupiti dall’atteggiamento totalmente antiscientifico in materia del Pd e ancor più di Forza Italia (che mai aveva assunto una tale posizione), ai pareri assolutamente contrari alla legalizzazione della cannabis dell’Istituto superiore della sanità, della Società italiana di psichiatria, della Società italiana di neuropsichiatria infantile, della Società italiana dipendenze patologiche, della Società italiana di neurofarmacologia, espressi ripetutamente soprattutto per i gravi e irreparabili danni che questa sostanza arrecherebbe ai più giovani, in particolare agli adolescenti, che ne sono, e ne sarebbero anche dopo l’eventuale legalizzazione, i maggiori consumatori. E ancora una volta occorre sottolineare la contraddittorietà di tali velleitarie posizioni del Pd e di Forza Italia a fronte dell’atteggiamento tutto a favore dell’opinione scientifica mantenuto da questi partiti a proposito del covid e contro i no vax, bollati più volte e con supponenza come immaturi e irresponsabili detrattori della scienza. Forse che per la cannabis questo discorso a tutela della scienza non vale?
*Presidente Associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Purtroppo stiamo assistendo ad un declino delle nostre zone che fa pensare ad una volonta’ di non intervenire verso questi allarmanti scenari dovuti alla droga Dopo che in passato si erano visti risultati incoraggianti all’epoca Pignataro, ora quella parte politica battuta a livello regionale e comunale sembra stia remando contro e addirittura gioire della situazione pur di screditare per fini politici chi si trova ad affrontare questo nemico senza appoggi istituzionali.
…Le Marche, una regione, di droghe, al plurale!!! Purtroppo. gv
Come sappiamo, se la droga esiste ed avanza è perchè una parte, magari occulta della politica ha interesse a drogare la società e a farci i soldi. Una società non deve pensare per decidere. Deve essere tenuta in pugno con la paura e con un problema irrisolvibile.
Oltre alla droga abbiamo avuto il fallimento delle cure governative contro il Covid. Insieme a molta paura, che ha causato uno sbando mentale della società. Adesso hanno introdotto la paura della guerra. E per meglio ottenere il terrore, abbiamo dichiarato guerra alla Russia, inviando armi che uccidono i russi. Non solo militari, ma anche quelli civili del Donbass, ammazzati per anni dalle squadre mercenarie naziste, nella nostra indifferenza.
Che sono i pochi morti per droga, dopo quelli procurati dalla cecità politicamente voluta dal ministero della Sanità conro il Covid?
Dopo l’addio del questore PIGNATARO nella provincia di MACERATA lo spaccio di droga si e’ riattivato.
Alcuni amici mi hanno chiesto cosa c’entra la cocaina con il gioco d’azzardo.
Ebbene, è notorio che il gioco d’azzardo legale o illegale (a Civitanova prosperano entrambi) si “sposa” facilmente con l’alcol, il tabacco, il fumo, la cocaina, per reggere la tensione, durare sino ad ora tarda e trovare il coraggio di fare puntate sempre più alte nel tentativo di recuperare le puntate precedenti andate male.
Ma in verità le ultime amministrazioni civitanovesi hanno complessivamente realizzato una città non certo a misura d’uomo (non a caso si parla di Las Vegas delle Marche), ma una città basata a tutti i livelli sugli eccessi, dove la cocaina si inserisce perfettamente nello stile di vita prevalente.
Quell che mi chiedo è come sia possibile che noi cittadini vediamo con chiarezza punti di spaccio (bar in corso cairoli, passaggio da via Marchetti ai palazzi dell’inail, i bagni pubblici ecc.) e non ne sa niente la polizia! Capisco che sia frustrante rischiare per arrestarli e vederli fuori il giorno dopo grazie a leggi indegnamente garantiste e all’operato degli avvocati! Ma allora? Aspettiamo che i nostri figli muoiano come mosche? Se non fermiamo questi degenerati seminatori di morte, ci ritroveremo con una società di zombi!!
La lotta all’alcolismo è iniziata con una proibizione dell’alcol e poi con la rinuncia alla proibizione.
Pensare di fare una guerra a sostanze stupefacenti con il solo vietarle è storicamente stupido e inutile.
Stupido e inutile.
Gli effetti sono devastanti e l’unico modo di evitare morti è nell’analizzare i motivi per cui una persona inizia… e non è perchè ci sono gli spacciatori, questi sono la conseguenza di una richiesta, continua e massiccia.
Vanno analizzate le cause del perchè una persona sceglie di estraniarsi dalla vita.
Cocaina, gioco, alcool, eroina… sono solo mezzi che la persona utilizzerà per evadere da una situazione familiare e sociale insostenibile.
Questori e cazzate varie non sono mai servite e non serviranno mai, è da 60 anni che le sostanze stupefacenti circolano indisturbate anche contro miliardi di lire ed euro impiegati dalle forze dell’ordine.
Ci si droga perchè genitori ed adulti non sono all’altezza.
Che tristezza, non c’è rimasto più niente, solo da drogassee !!