«Camerino commissariata per colpa nostra?
No, Sborgia ha fatto tutto da solo:
decisioni sbagliate e dannose per la città»

SCONFITTA IN COMUNE - Gli ex consiglieri di maggioranza dimissionari Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi al contrattacco: «Il sindaco era perfettamente a conoscenza di tutto al punto da aver cercato perfino contatti con Pasqui e Lucarelli. Troppi errori, a partire dal progetto di ricostruzione»

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Da sinistra Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi

 

«Un commissario, che non è il finale che auspicavamo, nominato in attesa delle elezioni non ferma niente. Gli uffici hanno lavoro da portare avanti in autonomia per anni e il commissario con la sua firma sostituisce sindaco, giunta e consiglio. Così come andranno avanti le pratiche della ricostruzione che sono istruite dagli uffici. Mancherà l’indirizzo politico, ma finora non c’è stato perché l’ex sindaco agiva in quasi completa autonomia, con il supporto di qualche “esterno” che operava dietro le quinte. Noi abbiamo provato inutilmente per mesi a convincere a cambiare metodo di lavoro a farci partecipi delle decisioni, abbiamo tentato in tutti i modi, in ultimo anche creando un gruppo consiliare a parte, facendo capire al sindaco che alla fine la politica è fatta anche di numeri e che non si può non tenerne conto andando avanti senza ascoltare nessuno, ma di contro abbiamo subìto un’ulteriore chiusura. Sarebbe stato più facile conservare la poltroncina da assessori e consiglieri e continuare a prendere l’indennità, accettando qualsiasi tipo di proposta, anche con la consapevolezza che alcune erano profondamente sbagliate, ma il bene della collettività non si persegue di certo in questo modo. A differenza di quanto leggiamo, il sindaco era perfettamente a conoscenza di tutto al punto da aver cercato perfino contatti con i consiglieri di Radici al futuro, Pasqui e Lucarelli».

Con queste parole Marco Fanelli, Giovanna Sartori e Riccardo Pennesi, gli ormai ex consiglieri comunali del gruppo “Per Camerino” respingono le accuse loro rivolte dall’ex sindaco Sandro Sborgia e da alcuni assessori, nel corso della recente conferenza stampa con cui hanno sostenuto le loro ragioni (leggi l’articolo). I tre consiglieri dimissionari spiegano le motivazioni che li hanno indotti a dimettersi: «Con tanta sofferenza, ma con altrettanto senso di responsabilità, consapevoli che andando avanti in questo modo avremmo solo arrecato danno alla città, abbiamo deciso che lasciare la parola ai cittadini tra qualche mese fosse la cosa migliore. Il dispiacere e la delusione sono stati immensi, avendo contribuito in modo importante ed in prima linea alla formazione del comitato elettorale con un lavoro lungo mesi. Siamo convinti che la continuità non si possa garantire ad ogni costo e anche l’ex sindaco dovrebbe prendersi delle responsabilità: era stato chiamato a guidare la squadra con equilibrio e saggezza e non lo ha fatto. Troppo facile scaricare la colpa additando tre persone, come se fossero matte, che non hanno a cuore la città dove sono nate e cresciute, dove stanno lavorando e crescendo i propri figli».

Nella lunga nota Fanelli, Sartori e Pennesi analizzano la situazione che si è venuta a creare, portando all’epilogo con le recenti dimissioni ed il commissariamento dell’ente. «Ad onore del vero dobbiamo anche raccontare anche questo fatto: dopo una discussione avvenuta su argomenti lungi dall’essere così importanti, il sindaco ha parlato con i restanti consiglieri di maggioranza e quindi per ultimo con Riccardo (Pennesi) dicendogli che aveva assunto la decisione di revocare le deleghe a Fanelli e Sartori, il quale però, da persona estremamente onesta e leale gli ha detto che il legame profondo di sincerità e stima che aveva con noi era troppo forte. Nonostante tale inqualificabile atto siamo andati avanti lo stesso, anche se chiaramente questo non era quello che auspicavamo, in barba a tutti i buoni propositi e la disponibilità a lavorare in squadra promessa quando è venuto a presentarsi come potenziale candidato. Anche la convocazione della giunta comunale veniva fatta spesso in giornata».

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Il sindaco decaduto Sandro Sborgia

Un altro punto di critica riguarda il metodo di governo di Sborgia, giudicato troppo accentratore: «Le scelte portate avanti incondizionatamente e senza possibilità di confronto alcuno, non condivise nel merito ci hanno fatto riflettere e preoccupare da più di un anno. Di questo ne era a conoscenza anche l’ex sindaco al quale da tempo avevamo rappresentato la nostra contrarietà alle modalità per niente democratiche con cui venivano portate avanti le decisioni, soprattutto perché eravamo fortemente convinti che alcune di queste fossero sbagliate e dannose per la città. La più grave riguarda il progetto di ricostruzione. Appena insediati tramite Marco Fanelli, assessore ai lavori pubblici, iniziarono una serie di colloqui con diversi progettisti ed esperti urbanisti che concordavano sulla necessità di avere un piano di recupero della città e un dettagliato piano di cantierizzazione. Vi fu così la proposta di individuare allo scopo un pool di esperti come era stato fatto nel 97. La proposta dell’assessore Fanelli fu subito bocciata in favore della regola del “chi primo arriva, parte con i lavori. Non c’è stato ascolto neanche dopo aver suggerito di coinvolgere i progettisti privati sin da subito in questa partita. All’assessore ai lavori pubblici, visti i consigli non richiesti, il sindaco comunicò formalmente (quindi per iscritto) che non aveva voce in capitolo per tutto ciò che riguardava la ricostruzione pubblica e privata».

Secondo i tre consiglieri l’azione amministrativa portata avanti dall’ex sindaco Sborgia ha contribuito ad isolare Camerino: «La grave lacuna della mancata redazione del piano di recupero poteva essere colmata con il programma straordinario di ricostruzione, senonché anche in questo caso, non si è voluto ricorrere a professionisti esperti in cantieristica, pertanto il psr, seppure abbia portato a dei finanziamenti, non ha colmato il vuoto nella programmazione ed organizzazione degli interventi di ricostruzione. Ciò non ha aiutato i progettisti che non hanno potuto procedere in modo ordinato alla predisposizione dei progetti: aprire cantieri in modo casuale in centro storico ed innescare una ricostruzione “non ordinata” rischia di causare ritardi clamorosi come accaduto in altri casi, oltre a problematiche nelle forniture. Accanto a ciò si sono aggiunti altri fondamentali aspetti di tipo strategico gestiti senza mai condividere scelte e metodo, che hanno contribuito a isolare e danneggiare la città. L’ex sindaco non ha mai saputo portare avanti rapporti proficui e funzionali con le istituzioni, fondamentale quando si amministra, e soprattutto con gli organi elettivi regionali: non è un caso se Camerino è stato tra i pochissimi comuni del cratere sismico a non ricevere le adeguate e sostanziose risorse economiche dei fondi del Pnrr, per i progetti che spettano ai Comuni. Così come per la guerra portata avanti dentro l’Unione Montana della Marca di Camerino senza strategia che, come finale, ha visto il comune di Camerino isolato in consiglio».

I tre accusano la maggioranza di averli progressivamente esautorati: «Non siamo mai stati ascoltati. Per gli incontri importanti la linea politica e amministrativa da tenere non è mai stata condivisa, discussa o decisa all’interno del gruppo di maggioranza, anzi, noi non eravamo nemmeno messi al corrente dei vari incontri istituzionali. L’attività dell’assessore ai lavori pubblici è stata ben presto limitata alla gestione della manutenzione stradale, verde pubblico e poco più, ma i soldi messi in cascina grazie alla partecipazione a tanti bandi, non hanno mai avuto la giusta priorità, venendo così meno all’impegno che ci eravamo presi nel programma, di prestare particolare attenzione alle frazioni. Il volersi imporre spesso con autoritarismo, soprattutto all’interno degli uffici, ha generato molte tensioni ed in alcuni casi un pessimo ambiente lavorativo, tanto che qualcuno stava pensando di andare a lavorare altrove. Perdite di professionisti seri e preparati in questo momento non ce lo possiamo permettere perché inciderebbero profondamente sulle tempistiche di ricostruzione. Pari difficoltà a lavorare hanno incontrato l’assessore alla cultura ed al turismo Giovanna Sartori, ed il consigliere alle politiche giovanili Riccardo Pennesi, nonostante il grande impegno ed entusiasmo profusi, sempre nel bene della collettività, perseguendo il solo interesse della città di Camerino. Nonostante il serio e quotidiano lavoro sindaco e vice sindaco hanno sempre cercato di osteggiarci o frenarci, senza alcuna valida ragione amministrativa o politica, tacciandoci di essere troppo esposti mediaticamente e di perseguire non meglio precisati interessi personali», concludono i tre consiglieri. Per il settore cultura si ricorda nella nota il gruppo di lavoro creato con dipendenti comunali e Pro Loco ha realizzato la mostra “Camerino fuori le mura” con oltre 5mila visitatori.

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L’avvocato Sabrina Carnevali

Riguardo alla richiesta di variante alle Mosse, l’avvocato Sabrina Carnevali: «Vorrei puntualmente chiarire la vicenda che ha riguardato la società mia assistita Cabeca Srl e l’assenza di connessione in merito alle vicende politiche che interessano il Comune di Camerino. Non è corretto parlare della richiesta di variante al Prg come di un “atto assunto per rispondere a sollecitazioni private” .Era stato semplicemente chiesto, da mesi, di dar corso a una pratica urbanistica che, da tempo, aveva i pareri favorevoli del dirigente tecnico del Comune di Camerino e della Provincia di Macerata e che, come da norma, doveva essere portata all’esame del Consiglio per l’approvazione. Atto dovuto, che non è stato eseguito. E’ sorprendente che si debba apprendere dai giornali, che la proposta non fosse nell’interesse generale ma per il perseguimento di interessi personali. Nonostante il tempo trascorso, ad oggi, non è stata fornita “valida e formale” motivazione circa il fatto che la variante non sia stata ancora “portata” in esame, con conseguente mancanza di adozione e approvazione della stessa . come previsto dalla legge».

(m. or.)

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