Individuato il nome del commissario che traghetterà i Democrat maceratesi verso il congresso di circolo che dovrebbe svolgersi nel prossimo mese di settembre: si tratta di Francesco Giacinti, commercialista di 59 anni, fermano di Monte Urano e con una relativamente lunga storia di amministrazione alle spalle avendo fatto per dieci anni il primo cittadino della cittadina calzaturiera e nella scorsa legislatura il consigliere regionale per il Partito democratico. La nomina non è ancora stata ufficializzata, ma quello citato è il nome su cui punta il Pd del capoluogo per cercare il filo perso dalle elezioni scorse che hanno portato il centrodestra al governo della città dopo decenni di centrosinistra. Il fatto che il commissario arrivi da Monte Urano, che non è in capo al mondo per la verità, dice già quale sia ancora oggi il clima all’interno del Partito democratico e non solo di quello cittadino. Divisioni, ricerca di capri espiatori cui far scontare un devastante risultato elettorale. Anche per la scelta del commissario, la solita logica delle correnti sembra aver prevalso sull’esigenza di una candidatura maceratese che desse il senso agli iscritti di un partito capace di tornare in partita: non che Giacinti non sia capace di giocare in squadra, il problema è che la dirigenza maceratese non ha ancora trovato una linea unitaria da percorrere e ci si affida alle iniziative dei singoli. Dunque Giacinti per gestire il partito fino al prossimo settembre. Vista la nomina fermana, è logico attendersi un Pd impegnato a ricostruire il fronte interno in attesa del congresso cittadino che porterà ai nuovi vertici. Un commissario fermano per il Pd maceratese, anche se maliziosamente un esponente Democrat osserva: «Monte Urano è al confine con la nostra provincia, i partito del centrodestra i commissari sono andati a prenderli in Lombardia, in Umbria e nel Lazio».
(l. pat.)
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Leggo e non mi meraviglia che un circolo del PD abbia bisogno di un “commissario” extraprovinciale per prendere tre decisioni e organizzare un congresso. I danni fatti da una feroce logica di correnti che si sono combattute fin dai primi vagiti del PD non sono sanabili. Il “commissario” farà quello che deve fare e un’ora dopo la musica ricomincerà. Questo vale non solo per Macerata ma per tutte le Marche e non solo. Allora, assolutamente consapevole di dirla grossa ma a volte nel paradosso può nascondersi una verità, propongo un “Daspo politico” per tutti coloro che negli ultimi 10 anni hanno capeggiato le fazioni. 5 anni di divieto assoluto di essere tesserati al PD in modo che qualcuno di buona volontà abbia modo e tempo di provare a ricostruire qualche cosa senza l’ombra dei “capi” dietro le spalle. Seconda proposta (qui qualcuno l’aveva accennata ma è rimasta senza seguito): 10 anni massimo in incarichi o scranni elettorali a tutti i livelli poi “a casa senza se e senza ma”: indispensabile per un ricambio che non sia frutto di “cursus honorum” precostituiti; politica per impegno ideale non un “mestiere”.