Da sinistra in alto: Andrea, Franco ed Aurora Gazzani, Daniela Perroni, Rossano Orso e Alessandro Teodori
di Alessandra Pierini e Laura Boccanera
Partecipazioni di nozze? Ormai superate. In tempi di Covid quello che serve è il green pass. Il certificato personale si ottiene con l’avvenuta vaccinazione, la guarigione dal Covid nei sei mesi precedenti o ancora effettuando un tampone rapido negativo nelle 48 ore precedenti. E chi si occuperà di controllare che tutti gli invitati siano in regola? Il o la covid manager, figura inedita e forse anche inattesa nel mondo del wedding. Professionista a carico delle strutture che ospitano cerimonie. Con queste e con molte altre novità sono alle prese gli operatori della provincia di Macerata che si stanno preparando alla ripartenza a partire dal 15 giugno.
Certo, quando si arriva a pronunciare il fatidico “sì”, l’amore che si prova è così forte da riuscire a superare ogni ostacolo, non c’è norma anticontagio che tenga. Così, in un regime piuttosto rigoroso, il 15 giugno in zona gialla riprenderanno le cerimonie al chiuso o meglio i matrimoni visto che l’ultimo decreto del presidente del Consiglio non fa riferimento ad altre tipologie di feste, quali battesimi, cresime e compleanni. E sarà un’estate di fuoco. «Tra luglio e agosto c’è una concentrazione paurosa di matrimoni, molti sono quelli rinviati lo scorso anno. Chi invece aveva fissato il 2021 come prima data ha rinviato al 2022. C’è persino chi ha spostato la data 5 volte». Riguardo le regole: «Ad oggi non ci sono ancora le linee ufficiali – spiega la wedding planner Daniela Perroni – comunque il green pass servirà solo in zona gialla e decade in zona bianca dove rimarrà in vigore il distanziamento tra i tavoli. I balli invece sono consentiti solo all’aperto e in zona bianca». E il covid manager? «E’ la nuova figura che si occupa dei documenti legati al Covid, controlla il rispetto delle regole e deve conservare per 14 giorni l’elenco degli invitati. Dovrà essercene uno ogni 50 persone». Una gestione tutt’altro che semplice, anche per i futuri sposi. «Come Federmep Marche – sottolinea Perroni – abbiamo stipulato convenzioni con i laboratori di analisi per avere tamponi validi e certificati ma a prezzi contenuti e ci stiamo battendo perché venga rimborsato almeno il 50% del costo del tampone».
La mancanza di programmazione di protocolli esatti sta mettendo in difficoltà le strutture. «Ormai per i primi eventi siamo sotto data – sottolinea Alessandro Teodori di Villa Anitori a Loro Piceno – e ancora non abbiamo certezze. C’è il green pass che vedo come un provvedimento punitivo, sarebbero bastati i protocolli che applicano i ristoranti. Per quanto riguarda il covid manager ad oggi non esiste un corso professionalizzante, quello che è certo è che rappresenta un costo in più per noi». Il rinvio di cerimonie nell’ultimo anno ha comportato un’alta concentrazione nei mesi estivi: «Soprattutto ad agosto avremo matrimoni tutti i giorni della settimana, il che comporta una riorganizzazione del lavoro. Stiamo facendo un salto nel buio, spendendo in nuove attrezzature perché la nostra priorità è comunque non sfigurare con gli sposi che ci hanno dato fiducia». Da una parte amarezza, dall’altra fiducia nel futuro per Riccardo Castellani, titolare dell’omonima villa a Mogliano e presidente della Federmep Marche: «Ci siamo mossi con largo anticipo nel chiedere norme e protocolli ma siamo arrivati al 21 maggio senza regole chiare. Ora finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel dopo mesi difficili. Non facciamo eventi da ottobre e siamo fiduciosi nella ripartenza, per fortuna saranno mesi intensi».
Andrea, Franco ed Aurora Gazzani
«Stiamo aspettando il documento ufficiale e al momento se ne sentono tante, quello che appare ormai certo è l’uso del green pass o del tampone negativo. Certamente la sicurezza sanitaria dell’evento aumenta, ma le spese per l’invitato diventano maggiori – spiega Aurora Gazzani responsabile di Villa Gazzani – location di Civitanova che si occupa di banchetti e catering – la voglia di ripartire è tanta, ma questa indecisione con le informazioni distillate un poco per volta un po’ amareggiano. Soprattutto gli sposi, ho avuto coppie che sono al terzo rinvio. In questo periodo molto del mio lavoro è stato cercare di rimanere vicina al loro sentire, per rassicurare che, nonostante le nuove regole, avranno comunque delle nozze che possano definirsi tali e che nulla potrà rovinare il loro giorno». Per la categoria è comunque un ulteriore costo in più dopo un anno e mezzo di stop: «sicuramente dovrò aumentare il personale che si occupa della sala e i camerieri perché ad esempio sembra che il buffet vada servito al tavolo. E poi il Covid manager? E’ un’ulteriore incombenza e ovviamente questi costi non posso ricaricarli sulla coppia, alcuni hanno preventivi fatti nel 2018».
Rossano Orso titolare del Ristorante Orso
Più critico Rossano Orso dell’omonima sala banchetti che è anche vicepresidente del Mio, Movimento imprese ospitalità. In particolare la figura del Covid manager appare totalmente staccata rispetto all’organizzazione di chi si occupa di matrimoni: «non sono questi i presupposti per ripartire – afferma – a che titolo dovremmo gestire i dati sanitari delle persone, e poi chi verifica che siano veri e originali e non falsificati? Il Covid manager praticamente diventerebbe un vigile urbano all’interno della sala. E ancora abbiamo solo informazioni fuorvianti e nessuna notizia certa. L’unica vero protocollo da seguire dovrebbe essere quello del limite di capienza della sala e con le linee guida simili a quelle dello scorso anno. A maggio abbiamo già perso 4mila persone per le cerimonie mentre i colleghi ristoratori hanno lavorato, adesso basta o tutti o nessuno, altrimenti nulla ha più senso, veniamo trattati come untori».
Una cosa incostituzionale che si sbandiera come giusta. Vergognosi. E poi...il tampone a carico di chi dovrebbe essere? Degli sposi, del ristoratore, del prete che li sposa?
Grande rossano
Dopo a prima bottiglia de prosecco va a fini' a botte
Il green pass e' fuori legge
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