L’assessore Stefano Aguzzi
«Le Marche possono vantare buoni livelli di raccolta differenziata, ma sono carenti negli impianti per il riutilizzo dei rifiuti. Appena insediatomi ho notato una serie di ritardi su questa materia e sull’attuazione della legge. Potenziare le discariche non è un orientamento attualmente efficace, nemmeno secondo le direttive europee, semmai rinnovarne le funzioni, ma il problema vero sono gli impianti di gestione perché vogliamo che sia davvero un’economia circolare principalmente a guida pubblica». I “Comitati Uniti” (di cui fanno parte tra gli altri Nuova Salvambiente, i comitati di Corridonia, Matelica e Pollenza) contrari ai criteri utilizzati per individuare la nuova discarica della provincia di Macerata, apprezzano le parole pronunciate il 12 gennaio dell’assessore regionale all’Ambiente Stefano Aguzzi. È il punto di partenza del loro intervento.
Un precedente incontro del comitato
«Anche noi siamo per un’economia circolare, che parta dalla riduzione della produzione di rifiuti, la raccolta differenziata spinta e lo smaltimento in mano pubblica. Tutte valide alternative all’incenerimento. Purtroppo stiamo vivendo sulla nostra pelle un altro scenario, fatto di ritardi ed errori che ancora non conoscono la parola fine, ma che portano un nome e cognome. Nel suo doppio ruolo di presidente della Provincia e di presidente dell’Ata 3, il signor Antonio Pettinari lo scorso 26 giugno ha proposto ai sindaci, che hanno votato a maggioranza, l’approvazione di una graduatoria di 70 siti potenzialmente idonei ad ospitare la discarica provinciale di rifiuti urbani.
Antonio Pettinari
La notizia, data a caldo dalla stampa, non certo dal signor Pettinari o dai sindaci ai loro cittadini, ha permesso alle persone di attivarsi per la consultazione degli atti. I pochi resi accessibili, nonostante le delibere riguardassero tutti soggetti pubblici. Abbiamo così scoperto, con orrore, che le aree giudicate idonee ad ospitare la mega discarica si sovrappongono con inquietante precisione a luoghi dove oggi sorgono abitazioni familiari con i loro giardini, floride aziende agricole, spesso a conduzione biologica, aree archeologiche e luoghi storici, stalle di centinaia di capi di bestiame, ristoranti, agriturismi, vigneti di altissimo pregio che valorizzano vitigni autoctoni e non solo (un esempio per tutti, il Verdicchio di Matelica) e perfino i luoghi leopardiani – si legge nel comunicato -. È evidente che anche il più pacifico dei cittadini, o la più comprensiva delle aziende agricole, di fronte alla possibilità concreta di vedere il proprio ambiente di vita e di lavoro diventare l’immondezzaio provinciale, siano spinti a reagire. E non per una presa di posizione egoistica, sintetizzata con l’acronimo “Nimby” (non nel mio giardino), come si vuole far credere, ma perché con una procedura silenziosa avviata nel 2017, sono stati calpestati i più elementari diritti civili. Tutto questo è inaccettabile. Non è un caso, quindi, che l’opaca, illogica e carente procedura adottata per l’individuazione dei siti, da parte della Provincia e dell’Ata 3, guidate entrambe dal signor Pettinari, sia stata impugnata con ben 12 ricorsi al Tar».
Un altro incontro del comitato
I 12 ricorsi al Tar sono stati depositati da enti locali, comitati di residenti, aziende, titolari di attività economiche che vedono compromesso il loro stesso futuro. «Una dopo l’altra hanno denunciato le numerose e gravi illegittimità commesse dalla Provincia prima e dall’Ata 3 poi. I ricorsi parlano chiaro: sono state violate o falsamente applicate leggi e decreti legislativi, è stata portata avanti una procedura con la massima disinvoltura, manifestando eccesso di potere per difetto di istruttoria, manifesta illogicità e irragionevolezza, omessa integrazione del contraddittorio e per mancata preliminare valutazione ambientale strategica. Sono stati quindi violati i principi di economicità, efficienza, efficacia, trasparenza, legalità, buon andamento, imparzialità e trasparenza. Alla luce di quanto sopra, noi sottoscritti “Comitati Uniti”, chiediamo che Antonio Pettinari riconvochi immediatamente l’assemblea Ata 3 e metta all’ordine del giorno la revoca delle delibere numero 9 e 10 del 26 giugno 2020, in quanto atti da rivedere nella loro interezza – conclude la nota dei quattro comitati -. Crediamo infatti che questo gesto da parte di Pettinari, prima dell’ormai imminente termine del suo mandato, permetta ai cittadini di non perdere definitivamente la fiducia nelle istituzioni, consentendo al tempo stesso allo stesso Pettinari di congedarsi senza lasciare, come segno indelebile del suo passaggio, tonnellate e tonnellate di rifiuti dove oggi prosperano rigogliosi vigneti, si assaporano saperi e sapori locali e dove una popolazione tenace e operosa vorrebbe realizzare un sano sviluppo sostenibile».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
La diabolica strategia del “divide et impera”, con la creazioni di 70 siti sparsi per 22 comuni (come se il maceratese fosse una terra perfetta per piazzare il pattume dietro ogni angolo), ha avuto come contraltare che s’incazzassero tutti.
Singoli e gruppi di cittadini, aziende, privati ed amministrazioni locali.
Complimenti per il capolavoro di malapolitica.
Decisioni strane degne di ricorsi? ….Cui prodest?
lo smaltimento dei rifiuti è stato sempre sfruttato dai politici disonesti a favore dei soliti …. e contro il bene comune.