di Alessandra Pierini
Potranno essere usate già sabato sera, in occasione della prima di Avvento, le novità introdotte dalla Chiesa nel messale. I parrocchiani di don Egidio Tittarelli del Buon Pastore di Collevario a Macerata non arriveranno impreparati. «Sono già 20 giorni – racconta il sacerdote – che sto utilizzando i video social della mattina per la catechesi della liturgia». Tutti i giorni infatti don Egidio pubblica un video su Facebook e su Youtube. Si tratta di due minuti e mezzo in cui si rivolge ai fedeli e commenta il Vangelo del giorno o appunto parla di Papa Francesco e delle novità introdotte dalla Chiesa. Una abitudine quella del collegamento social mattutino iniziato in epoca di lockdown e mai più smesso. Si affianca alle messe in diretta.
Per quanto riguarda i cambiamenti, don Egidio li ha salutati con entusiasmo e con la positività che lo contraddistinguono. «Sono piccoli cambiamenti – dice – che da tempo stavamo aspettando. Nessuno sconvolgimento ma un linguaggio più vicino al tempo che viviamo. La Chiesa fa piccoli aggiustamenti passando dal latino alle lingue dei vari popoli, come cambia il linguaggio così cambia la liturgia. La sfida è aiutare le persone a vivere l’incontro con il Signore non rimanendo standardizzati in una formula ma vivendo una relazione viva con la comunità».
Nel Padre Nostro ad esempio si reciterà “Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male”. Spiega don Egidio: «Viene ricondotto al senso della preghiera originale. L’intenzione è quella di dire Signore è accompagnaci nella prova e non dubitare di un Dio che ci mette alla prova. Si inserisce poi accanto alla richiesta di perdono anche l’impegno a vivere noi stessi il perdono».
Il nuovo messale potrà essere utilizzato a partire da sabato ma entrerà definitivamente in vigore per Pasqua, quando anche i sacerdoti più legati alle formule in uso fino ad oggi dovranno adeguarsi.
Don Egidio Tittarelli è tra i 34mila preti diocesani segnalati dalla Cei nella campagna di raccolta offerte attivata per il sostegno dei sacerdoti “Il parroco, uno di famiglia”.
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Vangelo di Matteo
E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 6Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. 8Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Per Gesù le parole sono irrilevanti, per Bergoglio no.
Ma che è scaduto il contratto con i panettieri??