Cinzia Maroni e Pasquale Stoppelli
di Giulia Mencarelli (foto Falcioni)
«Non basta una donna per fare il Don Giovanni». Così si presenta l’ospite di questo penultimo appuntamento degli aperitivi culturali targati #biancocoraggio, Pasquale Stoppelli. Già ordinario di filologia della letteratura italiana all’università “La Sapienza” di Roma, il critico letterario si è cimentato in un esercizio di comparazione, tra il Don Giovanni e l’emblema del Manzoni, I Promessi Sposi. Opere differenti ma con sottili linee di confine, hanno saputo tenere l’attenzione sulla platea in questa calda giornata di aperitivi. Un appuntamento che ha evidenziato la presenza del signorotto mozartiano nel romanzo italiano per eccellenza con Don Rodrigo, Lucia e Frate Cristoforo. «Cosa possono avere in comune i Promessi Sposi con un’opera buffa? Tecnicamente nulla» ha spiegato Stoppelli. Ha poi proseguito con un primo confronto quello tra Lucia, che non riesce ad affermarsi come eroina nei romanzi “non-romanzeschi” e il Don Giovanni che suscita, invece, ammirazione dagli autori romantici. A tal proposito, il critico ha aggiunto «durante le mie lezioni, raccontare il Don Giovanni suscitava, spesso, curiosità da parte delle ragazze. Interesse e desiderio di vivere, almeno per una volta, l’esperienza del dongiovannismo». E ancora il rapporto intertestuale tra servo e padrone. Soprattutto in quest’ultimo un’affinità, Don Rodrigo come Don Giovanni seduce, abbandona e cambia. Con i video clip di Riccardo Minnucci e le intense letture di Gabriela Lampa si è arrivati al tema della punizione. Offerta e poi rifiutata, la punizione trova dei contesti apparentemente simili. Un Don Giovanni che riceve l’invito al perdono da parte del commendatore, prima al cimitero e poi nell’incontro-scontro durante la cena. Sempre dinanzi ad un banchetto Fra Cristoforo si avvicina a Don Rodrigo. È la totale assenza della seduzione, nei Promessi Sposi, a differenziare le due opere. «Don Rodrigo riprende sì, la figura del mito mozartiano ma la perde quando ricorre all’uso della forza» ha riportato Stoppelli. A conclusione dell’opera e dell’incontro stesso, la resa dei conti. Di fronte ad un Don Rodrigo morente e ad un Don Giovanni disperato, i personaggi principali fanno capolino per accompagnarli verso la tragicità, invocando «questo è il fin di chi fa mal». Sponsor della giornata l’azienda agricola Sigi con il Ribona dei colli maceratesi.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati