La locandina di Meet
Un’esplorazione di opere d’arte in 3d, tutta online, per riflettere su arte, distanziamento fisico e lockdown. Questo è “Meet, virtual tour scuola di Scultura Abamc”, in programma giovedì alle 16.
Nato da una riflessione sull’esperienza della “didattica a distanza”, dall’impossibilità di un reale contatto laboratoriale, personale e con le opere, Meet si configura come un progetto interdisciplinare che ha visto la collaborazione degli studenti della Scuola di Scultura con quelli del Corso di Fotografia della Scuola di Progettazione artistica per l’impresa e del Corso di Metodologie della Comunicazione per le arti multimediali della Scuola di Nuove tecnologie per l’Arte, maturato attraverso un percorso di analisi e consapevolezza delle varie criticità legate alla fruizione virtuale dell’opera. Tali criticità, cuore di quest’originale e inedita esposizione, sono state affrontate in via sperimentale con piena coscienza che il contatto reale e fisico con l’arte non possa in alcun modo essere sostituito. Meet, il cui nome fa chiaramente il verso alla piattaforma Google utilizzata in questi mesi, propone pertanto quindici stanze virtuali, raggruppate in un’originale e apposita location 3d, che rispecchiano la condizione d’isolamento in cui ognuno degli artisti-studenti si è trovato a lavorare in questo tempo, frutto degli incontri che, nell’assenza di partecipazione attiva e condivisione tipica dei laboratori dell’Accademia, hanno tracciato nuove vie di creazione e condivisione dell’opera. Meet nasce da un’idea della scuola di Scultura, dai docenti Giuseppe Pietroniro, Chiara Valentini, Antonio De Marini e Francesco Tognocchi, vede per la progettazione e realizzazione della location virtuale 3d, il fondamentale contributo degli studenti Pierpaola Reato del corso di Fotografia che ha supervisionato l’intero progetto virtuale, la fotografia e la fotogrammetria e Beatrice Ferretti del corso di Comunicazione visiva e Multimediale, che hanno sviluppato la parte 3d della galleria, con la collaborazione del professore Matteo Catani.
Determinante, in questa esperienza, è stato l’approcciarsi alle nuove problematiche emerse durante il lockdown e inerenti, per l’appunto, l’improvvisa mancanza dello spazio pubblico nel mondo delle arti visive. Da qui l’approfondimento nel campo della realtà virtuale e dei sistemi interattivi, che hanno condotto al ripensamento dei consueti parametri di allestimento degli spazi, definizione dei colori delle superfici, forme delle stanze, giungendo all’idea di una planimetria generale strutturata a labirinto. Nella successiva analisi delle opere realizzate dagli studenti di Scultura, è maturata l’ipotesi di concretizzare una singola stanza per ciascun artista, sicché da valorizzare, anche attraverso un’illuminazione che ricordasse il più possibile quella di una vera installazione luminosa, la digitalizzazione delle opere stesse, ovvero l’aspetto tridimensionale degli oggetti che comunque e in ogni caso mantiene la propria concretezza nella realtà.
Per partecipare all’opening di Meet – Virtual tour scuola scultura Abamc il 4 giugno alle 16 collegarsi attraverso il seguente link.
Opere in mostra: Lucia Andreozzi – Resiliae – enthys; Dölgön Bajgal – Sandbox; Krisztina Bóka – Il mondo che passa; Roberta Brugnola – I passi dell’ombra; Coptil Sebastian Cadmiel – Carrier Oyster; Elisabeth Castelletti – Non sei nulla di speciale…hai avuto un infanzia difficile e ora non puoi vedere nessuno e stai perennemente scazzata…niente di strano, come la maggior parte delle persone che hanno riportato traumi ; Luca Cerioni – Art.591; Teodora Csucsak – Another one; Stamira D’amico – Out of order; Federico Galdiero – Billboard; Stefano Iampieri – Noi; Monia Mazzarini – The sound; Raffaella Pierdominici – Parole; Alessia Rinaldi – Sensitive space: the in diversi paesi; Isabella Torregiani Ståhl- Sintonia.
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