Una manifestazione del comitato Pro ospedali pubblici Marche prima delle misure di contenimento
«La Regione Marche ha destinato alle cliniche private ben 2 milioni di euro dei 5 totali stanziati alle strutture per l’emergenza Covid-19. Agli ospedali dell’Asur (esclusi Pesaro e Torrette) va un milione di euro da ripartire. Siamo increduli, l’ennesimo schiaffo alla sanità pubblica». A denunciarlo il comitato regionale Pro ospedali pubblici Marche che per voce di Beatrice Marinelli, componente del direttivo del comitato, punta il dito contro un provvedimento regionale risalente al 18 marzo.
Nella delibera di Giunta (leggi il testo completo) si assegnano circa «400mila euro all’Inrca, 800mila euro all’Azienda ospedaliera Marche Nord, 3 milioni di euro all’Asur, di cui 2 milioni per gli accordi di convenzione straordinari stretti tra Regione e Ville private e 1 milione di euro residuo da far bastare per tutti gli altri ospedali regionali facente capo all’Asur, ossia da ripartire tra tutti gli ospedali marchigiani ad eccezione di Torrette e di Pesaro – spiega Marinelli -. Un impegno di spesa fortemente asimmetrico ed ingiustificato dal momento che in base ai dati aggiornati al 30 marzo pubblicati dal Gores, dei 1.165 pazienti ricoverati per Covid nella Regione Marche attualmente sono accolti negli ospedali pubblici 1.095 persone di cui 167 in terapia intensiva e 307 in semi intensiva, mentre nelle cliniche private convenzionate sono ricoverati solo 70 pazienti di cui nessuno in terapia intensiva ed 8 in terapia semintensiva».
I componenti del comitato si dicono «increduli ed amareggiati, sia perché avvolta da parecchi giorni in un silenzio generalizzato, sia perché costituisce l’ennesimo schiaffo da parte della presente amministrazione regionale alla sanità pubblica che proprio in questa emergenza sta profondendo il massimo dell’impegno, con uomini e donne sul campo che spesso con turni massacranti e dispositivi di protezione personali centellinati, affrontano quotidianamente, con dedizione e senso del dovere, il pericolo della vita propria e dei propri cari».
Vergogna
Una domanda Perchè si fa così
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Meraviglia chi ancora si meraviglia di questo scandalo a cielo aperto, con la giunta regionale che sin dall’inizio (2015) si è incessantemente impegnata a favorire, costi quel che costi, la sanità privata rispetto a quella pubblica.
Di questo disegno “strategico” fanno parte la chiusura dei piccoli ospedali, gli esami specialistici nel pubblico sempre più contingentati e diluiti nel tempo, la mitologia dei megaospedali di zona (che non si sa quando – e con quali costi – arriveranno, ma che nel frattempo portano ad abbattere la funzionalità delle strutture esistenti nel territorio).
Mica si è capita questa ripartizione.
La sanità va tolta dalle mani delle regioni e va depoliticizzata in toto.
l’articolo 32 della nostra Costituzione, che tutela il diritto alla salute, è più che mai
discusso, non si determina una visione obiettiva dell’insieme perché, spesso, l’interesse dei politici si stratifica
delegittimando di conseguenza il futuro in sanità di cui non esiste un progetto valido, perché non policentrico.
Siamo convinti che gli ospedali, oltre ad essere potenziati, debbano interagire in una sorta di patto etico –
di rete, come si usa dire – tra la costa e la montagna, patto che escluda la competizione campanilistica. Infatti,
tutti i nosocomi sono strategici e importanti, per cui è necessario avere una visione d’insieme che non includa
il profitto.
Ci congratuliamo con chi espone i numeri dei finanziamenti, non facilmente reperibili, con precisione e
dovizia di particolari ma ci dispiace che se ne siano accorti proprio ora. Da molto tempo, almeno dal 2010,
stiamo evidenziando che noi paghiamo il servizio sanitario almeno 2 volte, uno con le convenzioni che si
sostanziano nei finanziamenti pubblici, l’altro quando paghiamo le prestazioni ( o il ticket).
Sono lontani i tempi di Tina Anselmi e il suo S.S.N. pervaso dalla profonda determinazione di raggiungere
il bene comune. I finanziamenti asimmetrici non sono nulla rispetto al futuro della sanità che si preannuncia
grigio senza prospettive.
Le cliniche private dovevano, a nostro avviso, essere (se necessario) precettate per ospitare i pazienti “covid
19” anche se spesso non hanno reparti di terapia intensiva, al massimo, di semintensiva.
Ci sono state grandi perplessità nei trasferimenti dei pazienti, costretti a fare pericolosa transumanza da
una struttura sanitaria ad un’altra: inoltre, anziché spendere risorse per realizzare il progetto dell’ospedale in
fiera sarebbe stato assai più opportuno attivare le cure domiciliari e spendere denaro per effettuare dei
tamponi, se necessario porta a porta.
Egregi Signori, non demonizziamo neanche i privati e, in questo momento di necessità, ci sono anche gli
ambulatori privati di analisi, usiamoli!.
Per questi motivi, condividiamo quanto affermato Dal dott. D’Ambrosio, Maffei e la segretaria CGL
Barbaresi sulla necessità della trasparenza e sui numeri dei malati, che naturalmente conosceremo solo alla
fine.
I tamponi devono essere effettuati, per primi, al personale sanitario deve avere però, in ogni caso, i mezzi
per difendersi, cioè tutti i presidi sanitari adeguati.
Rivendichiamo la necessità di eseguire tamponi “a tappeto” e di conoscere se i posti letto – finita
l’emergenza – saranno poi restituiti all’ospedale di Civitanova, nonchè di essere informati sulla fine che faranno
i finanziamenti al privato se, malauguratamente, i previsti 100 posti non saranno realizzati.
Il fare – senza discussione, senza dibattito e senza i numeri, (se paragoniamo la totalità dei marchigiani ai
milioni della Lombardia) – induce una profonda tristezza dettata dal comune sentire il diritto alla salute come
patrimonio della nazione non come cavallo di battaglia, più o meno nascosto, di campagna elettorale
mascherata da buone intenzioni.
Signori, il fare e, soprattutto, il fare male, potrebbe pregiudicare l’obiettivo principale che è garantire il
diritto alla salute come esigenza primaria dei cittadini, esigenza che il nostro ministro ha a cuore anche in
maniera garbata, specifica e puntuale.
In conclusione, intendo fare un doveroso ringraziamento a tutto il personale sanitario (medici, infermieri
,OSS, autisti) che, con spirito di sacrificio ed abnegazione, Fanny quotidianamente il proprio dovere pur
correndo il rischio di contagiare i propri cari.
Lavorando uniti, insieme, sono sicura che ce la faremo!
Comitato Provinciale Pro bene Pubblici
Giovanna Capodarca-Agostinelli
Vice presidente pro ospedali pubblici regione marche
La sanità pubblica è il massimo centro di potere politico, perché rappresenta mediamente il 70/80% del bilancio regionale, fonte di inefficienze, scandali ed incarichi non meritocratici, come spesso è successo in varie regioni, che penalizzano i cittadini sia come utenti che contribuenti.
In sintesi, 800mila per Torrette e Marche Nord, 400mila per Inrca e un milione per tutto il resto dell’Asur destinati all’acquisto di materiale sanitario (e già qui si vede un certo favoritismo “casalingo”), invece i due milioni, sempre pro-Asur, servono a coprire i costi derivanti da un precedente accordo (il Dgr 359/2020 che integra il 346/2020). Visto che avevano già stanziato, ad inizio emergenza, 1 milioni per tutte le strutture Asur, in soldoni abbiamo 4 milioni per il pubblico e 2 milioni per il privato (che ospita no-covid e, forse, qualche post fase acuta). Bello fare i … col … degli altri.
PS. E’ pensate che in Lombardia stanno pure peggio, da questo punto di vista.
Per Perri. Niente può essere sottratto ai politici, se no come fanno a campare?
Per Concetti. 4+2 fa 6.
Almeno sui numeri è utile non fare confusione: per l’emergenza Covid-19 stanziati 1 milione con DGR del 2 marzo e altri 5,5 con DGR del 18 marzo; di questi: 4,5 milioni alle strutture pubbliche e 2 milioni a quelle private con posti letto per Covid positivi.
i dati dati non sono avvallati dagli organi competenti sono notizie trafugate dalla regione e da siti troll molto bene camuffati….per questo il governatore ha ritenuto opportuno intervenire per chiarezza.Continua il disaccordo del comitato civitanovese e della provincia di Macerata per il piano sanitario regionale con la speranza che la pandemia faccia ragionare i vertici regionali coinvolgendo anche i ns comitati.
SE SI LEGGE APPROFONDITAMENTE LA D.G.R.n°360 del 18/03/2020 e QUELLE PRECEDENTI, SONO MOLTI DI PIU’….
Il Comitato Regionale Pro Ospedali Pubblici Marche apprende con perplessità e stupore che la Regione Marche con Delibera di Giunta Regionale n.360 del 18/03/2020 ha destinato alle cliniche private ben 2 milioni di euro dei 5 milioni totali stanziati alle strutture per l’emergenza Covid-19. Questa la ripartizione delle risorse nella predetta deliberazione:
– 400 mila euro all’INRCA;
– 800 mila euro all’Azienda Ospedaliera di Ancona;
– 800 mila euro dall’Azienda Ospedaliera Marche Nord;
– 3 milioni di euro all’Asur, di cui 2 milioni vincolati agli accordi di convenzione straordinari stretti in data 16 e 17 marzo tra la Regione e le Ville private, ed 1 milione di euro residuo da far bastare per tutti gli altri ospedali regionali facenti capo all’Asur, ossia da ripartire tra tutti gli ospedali marchigiani ad eccezione di Torrette e di Pesaro.
Un impegno di spesa fortemente asimmetrico ed ingiustificato dal momento che in base ai dati aggiornati al 30 marzo pubblicati dal GORES, dei 1.165 pazienti ricoverati per Covid nella Regione Marche attualmente sono accolti negli ospedali pubblici 1.095 persone di cui 167 in terapia intensiva e 307 in semi intensiva, mentre nelle cliniche private convenzionate sono ricoverati solo 70 pazienti di cui NESSUNO in terapia intensiva ed 8 in terapia semintensiva.
La questione ci lascia increduli ed amareggiati, sia perche’ avvolta da parecchi giorni in un silenzio generalizzato, sia perché costituisce l’ennesimo schiaffo da parte della presente amministrazione regionale alla sanità pubblica che proprio in questa emergenza sta profondendo il massimo dell’impegno, con uomini e donne sul campo che spesso con turni massacranti e dispositivi di protezione personali centellinati, affrontano quotidianamente, con dedizione e senso del dovere, il pericolo della vita propria e dei propri cari.
BEATRICE MARINELLI
Membro del direttivo tecnico del
COMITATO PRO OSPEDALI PUBBLICI MARCHE — con Carlo Ruggeri.