di Laura Boccanera
«Al momento non intendo rilasciare dichiarazioni». Il presidente della Civitas Antonio Carusone non fornisce spiegazioni in merito al caso, che negli ultimi mesi, ha tenuto banco e che si è aggravato dal licenziamento in tronco della funzionaria del servizio tributi che aveva fatto denuncia per mobbing. La donna è stata licenziata per giusta causa dopo un provvedimento disciplinare che era partito il 10 dicembre scorso. All’origine di tutta la faccenda non c’è la questione Tari-Tasi per la quale pure sono in corso accertamenti, ma la sparizione di alcuni documenti ritrovati poi all’interno di uno zainetto di un altro dipendente della società comunale che ha riferito di averli prelevati su ordine della stessa funzionaria. Sarebbe proprio questo presunto “furto” la motivazione del licenziamento. Lo scorso 10 dicembre la prima contestazione: il presidente Carusone contesta alla funzionaria la sparizione di alcuni documenti che conterrebbero corrispondenza di 10 anni prima. Nella ricostruzione fatta dal Cda la funzionaria avrebbe richiesto ad un dipendente della Civitas di prenderli e metterli in uno zainetto che è stato ritrovato nell’auto di un dipendente Atac che lavora nella stessa palazzina. I fatti sarebbero avvenuti il 9 dicembre, mentre era in corso la furibonda riunione negli uffici. La dipendente dopo la contestazione disciplinare in cui si parla di “violazioni agli obblighi di fedeltà che minano il vincolo fiduciario” è stata sospesa dal lavoro. Lei in una lettera ha rigettato in toto la ricostruzione fatta dal presidente sulla sparizione dei documenti, asserendo inoltre che il giorno stesso della sparizione lei era in riunione, inoltre quei documenti spariti non hanno alcun legame con le vicende Tari e Tasi, nè con la causa per mobbing e sono quindi di totale inutilità. Da qui l’ipotesi di un complotto ordito ai suoi danni secondo il legale Italo Pierdominici che ha impugnato la lettera di licenziamento arrivata il 24 gennaio e che fa riferimento proprio alla contestazione disciplinare. Licenziamento che invece non è arrivato all’altro dipendente, l’esecutore materiale del presunto trafugamento di documentazione che è stato sottoposto ad una contestazione disciplinare. Su tutta la vicenda si è chiusa anche l’indagine dei carabinieri, chiamati ad intervenire a seguito dei fatti. I militari hanno ascoltato le dichiarazioni di tutti gli attori coinvolti nella vicenda e il fascicolo si trova ora in Procura. Al momento non sembrano esservi evidenze di responsabilità della funzionaria, solo la parola del collega contro la sua.
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