Piero Farabollini
Migliorare il decreto sisma anche attraverso le ordinanze. Questa in sostanza la proposta di Piero Farabollini, commissario alla Ricostruzione, oggi intervenuto nella Commissione ambiente del Senato. «Quanto di buono fatto fino ad ora da Governi e Parlamento, crediamo possa, con integrazioni minime ma sostanziali, mettere finalmente sul piatto tutte le carte necessarie a completare il gioco della ricostruzione più vasta, impegnativa e problematica degli ultimi 300 anni di storia italiana», dice il commissario.
La relazione che lo stesso Farabollini ha prodotto per la Commissione ambiente fotografa le preoccupazioni che agitano il territorio da ormai oltre tre anni. Nelle Marche sul fronte della ricostruzione privata, su oltre 41mila pratiche attese, al 30 settembre di quest’anno ne sono state presentate solo 5.904 di cui accolte ancora meno: 2.457. Oltre 3mila restano quindi “in lavorazione”. A queste si aggiungono le pratiche arrivate da fuori cratere: su 3.736 attese ne sono state presentate 449 di cui 106 accolte. Caso esemplare Camerino, dove erano attese 2.389 domande (sempre per la ricostruzione privata) e ne sono arrivate solo 289, poco meno del 10 percento. La previsione di spesa per la ricostruzione pubblica all’interno del cratere (che comprende sia scuola che, ad esempio, dissesti idrogeologici) è di oltre un miliardo di euro. Fuori cratere di circa 156 milioni di euro.
I dati della ricostruzione privata nelle Marche e dentro il cratere al 30 settembre 2019
L’auspicio di Farabollini è che nel nuovo decreto trovino risposta anche criticità specifiche come «l’acquisizione dell’autorizzazione paesaggistica in sede di conferenza permanente (dove è prevista la presenza del Mibac) e la risoluzione della questione dei collabenti il cui ripristino attualmente non è previsto se non per quelli di interesse culturale. E’ nelle possibilità del commissario, attraverso le varie ordinanze, attivare percorsi e procedure che consentano una migliore applicazione dei dettami del Decreto legge – precisa Farabollini -. In questo senso si sta operando per arrivare a percorsi che facilitino i professionisti nella presentazione delle istanze e, conseguentemente, a predisporre procedure che consentano gli Uffici Speciali della ricostruzione di avviare istruttorie adeguate e consone con le tempistiche richieste dal territorio».
La zona rossa di Visso
Farabollini ritiene che «con adeguata declinazione in ordinanza della norma primaria si possa far fronte alle criticità legate ai vuoti che generano instabilità indotta nei borghi dove gli edifici sono strettamente connessi. La problematica delle “grandi luci” che già è stata evidenziata nelle schede Aedes e che sia necessario dettagliare con ulteriori azioni gli interventi di ricostruzione delle scuole nei centri storici con riferimento alla definizione della destinazione d’uso in caso di delocalizzazione obbligatoria. L’applicazione dell’articolo 97 del dl 50/2016 in merito all’aggiudicazione dei servizi tecnici al minor prezzo in quanto consentirebbe il riconoscimento della qualità dell’offerta ed il controllo sulle offerte anomale. L’estensione ai liberi professionisti della ricostruzione delle misure di rilancio economico come Resto al Sud (già attiva in Abruzzo ed ora estesa a Lazio, Marche e Umbria così da costituire un importante incentivo all’azione. La possibilità di individuare azioni mirate per i territori maggiormente colpiti e danneggiati, attraverso procedure snelle e comunque rispettose delle norme».
Altri temi su cui intervenire secondo il commissario: «l’ammissione a contributo delle “murature portanti di elevato spessore” (a sacco, caratteristiche dell’appennino centrale, non erano state previste dal computo nel decreto 189/2016) e la priorità della ricostruzione delle scuole da mantenersi, dove possibile, all’interno dei centri storici in quanto volano della microeconomia locale. L’autocertificazione da parte dei professionisti che ha sollevato alcune perplessità ma che non è altro che la sistematizzazione di una procedura già esistente ai sensi del dpr 380/2001 (caldeggiata dai professionisti stessi). Il completamento della rimozione delle macerie e infine l’individuazione delle modalità di costituzione del fondo di rotazione necessario all’erogazione dell’anticipo del 50% delle parcelle professionali previsto dal dl 55/2018».
(Fe. Nar.)
Le previsioni di spesa nel cratere marchigiano sul fronte della ricostruzione pubblica
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Ma per domande non accolte che s’intende? Si aspettano migliaia di richieste che non ci sono. Qualcuno si sarà informato del perché? Forse di quest’articolo non c’ho capito niente? Non vogliono tornare a Camerino quindi non fanno nessuna domanda? C’è da caccia li sordi e questo spiegherebbe? Mah?!?!
DOVETE PAGARE LE IMPRESE !!!!, ma lo capite o no. Per le “B” l’anticipo, dopo che hai fatto la polizza a garanzia, se va bene viene pagato dopo 3/4 mesi che si è iniziato il lavoro; il SAL al 50% dei lavori eseguiti se si va a rompere all’Ufficio Ricostruzione di Caccamo si ha quando hai finito il lavoro e per il saldo minimo devi aspettare 6/8 mesi da quando hai ultimato i lavori.QUESTO VUOL DIRE FAR FALLIRE LE NOSTRE IMPRESE, ALLA FACCIA CHE I LAVORI “PUBBLICI” DEVONO ESSERE PAGATI MASSIMO ENTRO 60 GIORNI. A QUESTO PUNTO CREDIAMO CHE NON CI SONO I SOLDI.