di Gianluca Ginella
«Ero esasperato, nessuno mi ha trovato la comunità dove andare, volevo andare in carcere e così iniziare un programma con gli assistenti sociali perché in questo modo non potevo più andare avanti». Così l’aggressore di Gianni Giuli, il 36enne R. C., settempedano, nel corso della convalida dell’arresto nel corso della quale ha patteggiato 2 anni e andrà ai domiciliari con braccialetto elettronico.
Il giovane, assistito dagli avvocato Barbara Recanati e Rossano Romagnoli, oggi ha risposto alle domande nel corso dell’udienza che si è svolta al tribunale di Macerata e si è conclusa nel pomeriggio. Ha detto «non ho usato il martello per colpire ma i pugni. Il martello l’avevo appoggiato a terra» ma la ricostruzione fatta dagli inquirenti è diversa: secondo le indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Macerata e del Nucleo operativo e radiomobile il 36enne ha usato un martello per colpire il direttore Giuli. Sui motivi il 36enne ha detto: «Ero esasperato dalla situazione, che va avanti da anni. Nessuno mi ha trovato una comunità dove iniziare un nuovo percorso di vita, nessuno mi segue» e ha detto inoltre che ieri cercava un medico ma non l’ha trovato e se l’è presa con Giuli «sostiene che gli ha fatto delle perizie in cui dice che è pericoloso socialmente» dice l’avvocato Recanati. Il 36enne, che ha problemi di tossicodipendenza ed è seguito dal Sert ha detto che «Sono arrivato a fare questo gesto perché preferivo andare in carcere per iniziare un percorso con gli assistenti sociali». L’aggressione è avvenuta intorno alle 12,30 di ieri al Sert di Macerata. L’uomo è entrato con il martello nell’ufficio del direttore e ha sferrato dei colpi. Giuli si è difeso ed è stato aiutato dalla caposala e da altri utenti presenti a quell’ora. Per il 36enne la contestazione è di lesioni pluriaggravate, violenza a pubblico ufficiale, porto di oggetti atti ad offendere.
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Da come c'è scritto, l' aggressione è avvenuta a mani nude, non con il martello...forse il giudice ha considerato questo
Bhe si dai... Merita il perdono, lui nn voleva prendere a martellate la testa, deve essere perdonato, era esasperato.... Quindi chi è esasperato può prendere a chiunque e poi può patteggiare
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Ascoltando tutte e due le campane come può cambiare la prospettiva. Comunque per farla corta, nei Sert, di incomprensioni ne nascono. Da chi? C’è il punto interrogativo….
L’unica speranza, l’unico rifugio, l’unica salvezza è il carcere… chi è onesto non ha nessuna assistenza, il delinquente sì… è il liberismo, bellezza.
dateje due martellate in testa pure a lui e mannatelo in comunità
Bruno, si rende conto o no che ha detto una frescaccia?
Se tutti quelli esasperati cominciassero a menare , scoppierebbe la guerra civile !!
Nessuna giustificazione al 36enne per il gesto compiuto.
È anche vero le lamentele da tempo dello stesso riscontrate da famigliari di altri pazienti.
Spero che il ragazzo abbia un buon avvocato disponibile ad approfondire il discorso.