«All’inviolabilità della difesa per chiunque, sancita dall’art 24 della Costituzione, corrisponde la dignità assoluta dell’espletamento dell’incarico da parte dell’avvocato, fiduciario o d’ufficio che sia». Interviene anche Cristina Ottavianoni, presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati di Macerata, sul polverone sollevato dalla Lega, in particolare dal senatore Paolo Arrigoni, dal deputato Tullio Patassini e dal coordinatore provinciale Simone Merlini. Il casus belli riguarda la difesa assunta dall’assessore Narciso Ricotta (candidato alle prossime primarie per Macerata 2020 per il Pd), in qualità d’avvocato d’ufficio, del nigeriano Viktor Okerefe, il 23enne che aveva colpito con un ombrello un carabiniere durante un controllo a San Severino. I leghisti avevano chiesto le dimissioni di Ricotta, che a loro avviso avrebbe dovuto rinunciare all’incarico. Da qui il mare di polemiche, un vero e proprio boomerang per il Carroccio. Non solo lo stesso Ricotta, ma anche il presidente della Camera penale, l’avvocato Renato Coltorti, aveva già chiarito su Cronache Maceratesi che l’assessore non avrebbe potuto rinunciare all’incarico e che la Lega aveva commesso un errore, nell’identificare il ruolo del difensore con quello dell’imputato. Ora anche la presidente del Consiglio dell’ordine, ribadisce a chiare note il concetto.
Narciso Ricotta e Paolo Arrigoni
«In alcun modo può essere consentita l’identificazione del legale con il suo assistito – aggiunge Ottavianoni – ovvero concepita una presunta solidarietà con il reato che eventualmente sia stato commesso, così palesemente equivocando il significato del mandato ricevuto. “L’avvocato tutela, in ogni sede, il diritto alla libertà, l’inviolabilità della difesa, assicurando, nel processo, la regolarità del giudizio e del contraddittorio”, recita nel suo incipit il Codice deontologico cui ciascun avvocato si deve attenere – specifica ancora la presidente – oltre che alla legge ovviamente; norme stringenti, quelle deontologiche, che garantiscono la collettività circa la correttezza del comportamento professionale dell’iscritto, che è chiamato ad un ministero di vigilanza dei più alti principi che caratterizzano la società civile. E’, pertanto, a sua volta fondamentale che tutta la comunità tuteli il libero ed autonomo svolgimento della professione forense, senza alcun condizionamento in nessuna sede, che non sia il rispetto delle regole». Sul caso interviene anche il procuratore Giovanni Giorgio: «Condivido pienamente le affermazioni del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Macerata. “Dimmi chi difendi e ti dirò chi sei” non ha alcuna cittadinanza nel nostro ordinamento giuridico – ha sottolineato Giorgio – che tutela come valore essenziale il ruolo del difensore – d’ufficio o di fiducia – nel procedimento penale».
Inoltre, a difesa di Ricotta e a condanna dell’uscita scomposta della Lega sono arrivati tantissimi commenti dei nostri lettori e sui social. Ma la Lega ha continuato, come se nulla fosse, sulla stessa linea, intervenendo con un altro comunicato sempre a firma di Arrigoni, Patassini e Merlini (già riportato integralmente come commento sotto il precedente articolo): «A nulla servono le smentite a colpi di codice e pareri di augusti colleghi – avevano scritto i leghisti – da assessore Ricotta ha sbagliato nel principio. Lo sdegno dei cittadini resta lo stesso, mentre la difesa a colpi di codice per smentire la Lega allarga le falle anziché otturarle». Qualcuno l’ha definita la classica pezza peggiore del buco.
(redazione CM)
***
Di seguito alcuni dei commenti di questi giorni, tutti dalla parte di Ricotta:
Asfaltatore? No, conciliatore Narciso Ricotta studia da sindaco: «Non prenderemo lezioni da Lecco»
Polemica inutile
Come mai il Consiglio dell’Ordine non ha detto una parola sulla vicenda dell’incarico dell’avvocato Betty Torresi, moglie del Sindaco Carancini, in merito all’incarico dato dalla ditta Paci e legato inequivocabilmente alla transazione beffa con la Fontescodella Spa?
Capre, capre, capre! Ignoranti in tutto e per tutto; buoni solo ad alzare la polvere ed a spargere letame...
Anna Menghi come dicono a Napoli...:”A chi figli ...a chi figliastri ...”!!!
Beh la difesa è obbligatoria per tutti ed anche il nigeriano non fa eccezione. Poi però ci sono questioni di opportunità che andrebbero valutate. Purtroppo in questo paese non si è mai affrontato il problema del conflitto di interessi. Si fa politica, di fa la professione, ed altre 100 cose insieme che poi hanno poco senso.
Gli investimenti vanno tutelati, finché reggerà l'accoglienza indiscriminata dei clandestini Macerata si batterà per far incassare soldi per loro. Non c'è niente altro da capire.
Polemica stupida, basata sulla non conoscenza della legge e delle sue dinamiche. Ma una volta spiegata, se la polemica continua e la "gente" continua a vomitare accuse... Allora c'è un problema di post verità e di fake news che è fuori controllo ed a totale vantaggio di chi suddetto sistema di fake news lo controlla e dirige.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Dire ‘La politica non influenzi la professione’ è un eufemismo. In realtà quelli della Lega non sanno niente e allora è bene che si informino presso gli esperti prima di esprimersi, se no perdono tutti i (pochi) consensi che hanno.
Prima che si capisse che Ricotta aveva agito come difensore d’ufficio, un po’ tutti, mica solo la Lega, erano saltati sulla sedia leggendo l’articolo di CM e vedendo la foto dello stesso Ricotta. Pochi di questi, purtroppo, apprezzando il coraggio civile di un assessore comunale, e pure aspirante sindaco, che non aveva timore di sfidare l’impopolarità e qualche inevitabile polemica politica per garantire il diritto alla difesa del giovane Victor Okorefe, ventitreenne, nero, nigeriano, niente precedenti, documenti regolari, un lavoro fino a poco tempo fa, vive a San Severino con i familiari, passeggiava in viale Mazzini cuffiette e musica nelle orecchie, arrestato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale durante un controllo; molti di questi, chiedendosi invece se Ricotta non fosse impazzito ad associare la sua immagine ad un extracomunitario lanciatore di ombrelli contro i carabinieri nella famigerata notte di Halloween. In tre, infine, a nome della Lega, hanno pensato, e ce lo hanno fatto sapere con un primo comunicato, che ci fossero un “messaggio politico sulla gestione dei migranti da parte del Pd” e dei “deplorevoli fini dimostrativi”. Il caso dunque c’era, o meglio, ci sarebbe potuto essere, ma poi in qualche modo c’è stato: nel modo scombiccherato che sappiamo. In seguito, nel secondo comunicato, la Lega, dopo aver ammesso tra le righe di aver preso un granchio sulla circostanza di fatto (“la stampa ha omesso la parola d’ufficio”), ha rilanciato criticando sia l’inopportunità che Ricotta si fosse iscritto o comunque avesse mantenuto nel tempo la sua iscrizione nell’elenco dei difensori d’ufficio, non considerando egli che da amministratore comunale avrebbe potuto trovarsi in situazioni di conflitto o contro il buon senso eccetera; sia rimproverando Ricotta per non essersi “smarcato” nominando un suo sostituto “nel rispetto della legge e delle procedure” visto che “non gli sarebbero mancate le giustificazioni…” (ma un difensore d’ufficio, se accettasse un consiglio del genere incorrerebbe, quantomeno, in una grave violazione deontologica, non ricorrendo nel caso specifico alcun motivo di incompatibilità e conflitto, impedimento o altro, non essendoci alcun giustificato motivo per una sostituzione, non esistendo alcuno spazio per una sorta di obiezione di coscienza o di valutazione preventiva…). Facile prendersela con la Lega quando si butta su certe questioni in questi modi, da boomerang appunto; più difficile argomentare e sostenere una linea davvero diversa da quella della Lega sui temi ad esempio dei riti alternativi, della riforma dell’ordinamento penitenziario, della realtà carceraria, di un diritto penale sottratto alle incursioni demagogiche… Che le Camere Penali predichino nel deserto, ci può stare; che nella politica e nel dibattito pubblico una visione garantista e liberale sia ridotta, quando va bene, anche per sua responsabilità, a complemento d’arredo, no. D’altronde, Angela Azzaro osservava come nella fiction di Imma Tataranni gli avvocati fossero tutti presentati in modo negativo e caricaturale…