Lo swami presiede la cerimonia dei festeggiamenti
Sabato e domenica si è tenuta tra i comuni di Camporotondo e Cessapalombo la cerimonia annuale in onore della nascita del santo e profeta Valmiki, autore del Rāmāyaṇa, il più antico poema scritto in sanscrito, caposaldo dell’induismo, risalente a oltre 10mila anni fa. Dai comuni limitrofi, Caldarola e San Ginesio, dove risiedono diverse comunità di indiani, sono giunti numerosi fedeli per rendere omaggio al santo.
La cerimonia si è svolta in un capannone attrezzato a tempio, con canti, discorsi e un grande bhandara finale, un pranzo rituale offerto a tutti i partecipanti. Valmiki compose oralmente il Ramayana, il più antico poema epico dell’induismo, che per molti secoli fu tramandato a voce da studiosi e saggi che lo imparavano a memoria. Nel testo vengono narrate le avventure del principe Rāma, Avatāra di Viṣhṇu, ingiustamente esiliato e privato della sua sposa. Alla cerimonia presenti anche diversi italiani che, a gambe incrociate e seduti sui pavimenti ricoperti di stoffe, hanno avuto così il piacere di trovarsi in un’atmosfera completamente indiana, con colori, odori ed sapori tipici. Coloratissime le donne, agghindate negli abiti della tradizione, mentre i bambini giocavano vivaci tra gli uomini con il capo coperto da turbanti e fazzoletti. A presiedere la cerimonia uno swami, un monaco, con lunga barba bianca.
Oltre 250 i presenti, con volontari che offrivano il tipico prasad, una pasta dolce ed acqua fresca. Il pranzo è stato ricco di gusti dell’India, dal piccante al dolce e frutta compresa, tutto contornato da acqua, tè e succhi di frutta, vista la severa proibizione di ogni tipo di bevanda alcolica. Alla cerimonia del sabato hanno partecipato anche tre sindaci: Giuseppina Feliciotti di Cessapalombo, Giuliano Ciabocco di San Ginesio e Massimiliano Micucci di Camporotondo. Durante la cerimonia della domenica, la comunità indiana ha consegnato all’architetto Antonello Andreani, vicepresidente del club per l’Unesco di Tolentino e delle terre maceratesi, la targa della fratellanza, un esempio di integrazione fra culture diverse, per superare le distanze culturali e rafforzare il senso di fratellanza universale.
(foto Antonello Andreani)
L’architetto Antonello Andreani, insignito di una targa, insieme agli organizzatori
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati