«Si parla di strategia dell’abbandono, ma non è arrivato l’invito al Governo per la partecipazione ad un evento che più mediatico non si può né da parte delle istituzioni cittadine né da parte di quelle vaticane, con cui stiamo lavorando settimanalmente all’ordinanza sulla ricostruzione delle chiese. Sono un rappresentante del Governo, come avrei potuto partecipare in forma strettamente personale?». Piero Farabollini, commissario alla Ricostruzione, replica così alle critiche mosse da Fabrizio Cambriani nell’articolo apparso ieri su Cronache Maceratesi per la mancata partecipazione del commissario alla visita di Papa Francesco a Camerino.
A parlare di strategia dell’abbandono era stato il rettore Unicam Claudio Pettinari con un’analisi sulle problematiche della ricostruzione rilasciata a Cm domenica ai margini della visita di Papa Francesco (leggi l’articolo). Tesi rilanciata il giorno successivo dai sindaci del cratere che continuare a dire di esser stati lasciati soli (leggi l’articolo).
«La mia assenza – dice il commissario Farabollini, docente di geologia a Unicam – non va tacciata di arrogante protagonismo. Altro che “lei non sa chi sono io” e inadempienza a fronte di lauto compenso come scrive Cambriani: ho agito nel rispetto del ruolo e dell’istituzione che me ha assegnato e non ho lo stipendio parlamentare, ma una retribuzione inferiore a quella di un professore universitario».
Per Farabollini «parlare di assenze imperdonabili e strategia dell’abbandono fa guadagnare qualche applauso di piazza o un paio di likes, ma è irrispettoso dell’impegno costante e fattivo che il Governo e il Parlamento stanno mettendo nella ricostruzione. Basta sparare sui pianisti che compongono faticosamente il nuovo arrangiamento di una partitura scritta male e finora suonata ancora peggio. Quale “strategia” impone di accusare di lontananza dai territori l’unico commissario che dopo la nomina ha incontrato tutti i comitati dei terremotati? Percorro in lungo e largo i circa 8mila chilometri quadrati di cratere senza scorta e auto blu e non per rincorrere i riflettori, ma per essere a disposizione di istituzioni, cittadini e imprese dei 138 comuni – prosegue Farabollini –. Perché lamentare che, rispetto ai miei predecessori, ho prodotto poche ordinanze visto che un’ordinanza è una norma e le norme vanno fatte quando servono, non giusto per sentirsi Mosé. Combatto ogni giorno per adeguare le ordinanze alle esigenze del territorio: ne ho emesse 12 (il ritmo è di una ogni 20 giorni circa) che vanno a sanare, modificare o integrare situazioni di criticità di quelle già esistenti. Senza parlare del decreto legge 189 del 2016 che è la bibbia della ricostruzione, scritto per il cratere della scossa di agosto 2016 (territorio di un numero ridotto di comuni) e che Governo e Parlamento stanno cercando ad ogni occasione di adeguare alla realtà determinata dalle successive (territorio di 138 comuni)».
Farabollini invita «a non indulgere in atteggiamenti pretestuosamente polemici che servono solo a costruire quella visibilità mediatica di cui sono accusati i miei predecessori. Per quanto mondiale, la visibilità mediatica è per sua natura effimera e non aiuta i terremotati di cui ci si erge a paladini – conclude il commissario – È falso oltre che ingeneroso dire che questo Governo non abbia cambiato marcia alla ricostruzione. Il decreto sblocca cantieri è solo l’ultimo dei frutti di un approccio fattivo alla rinascita dell’Appennino centrale attraverso misure di ogni tipo, disponibilità finanziaria compresa. Però ad oggi è stato presentato meno del 10 percento delle richieste di contributo su danni ad edifici privati. Ci concentriamo sui nuovi strumenti legislativi ci daranno una mano a far spingere ulteriormente e speriamo, definitivamente sull’acceleratore».
Il Papa incita alla ricostruzione e prende per mano una terra dimenticata
Se la "politica" non vuol cambiare le leggi, ha perfettamente ragione il commissario straordinario Farabollini.. ci sono già 15.000 pratiche arrivate agli uffici per la ricostruzione, ma non vanno avanti..
Ma perché per andare a messa serve un invito?
Jocate co la vita de li puritti..
Forza Piero.
10% chiaro...... Dopo quasi 3 anni solo il 10%, per le B le ordinanze c'erano e come per chi aveva voglia di rientrare a casa....
9 mesi di silenzio in ogni caso
Quale utilità avrebbe avuto questa visita del pontefice? La santa sede potrebbe donare parte delle sue immense ricchezze per aiutare la ricostruzione, ma invece sono i primi a chiedere soldi pubblici per la ricostruzione di chiese e seminari. Scusate ma di ipocrisia non ne sentiamo il bisogno.
Ma come mai non ci spiega perché su quel misero 10% le percentuali di approvate sono bassissime e per approvare ci impiegano un anno? Incompetenti e presuntuosi
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Concordo pienamente
Finalmente qualcuno che va al sodo convinto che la mediaticità è solo apparenza e non sostanza; chi ha bisogno di essa sono politici e sindaci che debbono difendere il loro orticello e mascherare la loro mediocrità incapace di fare squadra e andare al sodo. Bene un prof. Farabollini che non partecipa alla passarella con il papa e che magari sta approfondendo qualche regola che snellisca la ricostruzione. E poi non capisco tutto questo clamore mediatico per la visita del papa come se fosse in grado di ricostruire con la bacchetta magica territori devastati e abbandonati. Ad Amatrice non mi sembra abbia portato tanta fortuna.
Che cosa resta della visita del papa? Nulla. Il dr. Farabollini non deve essere valutato in relazione a quella visita, ma per quello che ha fatto, fa e farà per la ricostruzione post-terremoto.
Bravissimo, Commissario Farabollini, nella replica a chi rispetto a lei non ha un incarico così importante ma vive di sole parole, di suggestioni, di fanatismo partitico e/o religioso ,di semplici opinioni espresse sui giornali, e che pure si sente giudice e giudicante . Con lo sblocca cantieri dell’altro ieri ,in Gazzetta Ufficiale n. 140 del 17 giugno 2019, finalmente avrà gli strumenti legislativi adatti per poter dare il via alla ricostruzione, perché finora è valso il detto ” chi mal fa mal pensa”, e da qui ogni zeppa, ogni intralcio burocratico, firmato Partito Democratico e suoi precedenti commissari nullafacenti, che conoscendo bene tutti il sistema degli appalti, vedi Coop , vedi ultimi scandali Consip, hanno pensato bene di paralizzare tutto a prova di ladro. Da qui il fermo ricostruttivo, costato milioni di euro solo per la messa in sicurezza degli edifici tra strutture in legno e acciao, quando se si procedeva direttamente alla demolizione e ricostruzione si sarebbe speso quantomeno la metà e le persone tutte sarebbero già tornate nelle loro case. Per non parlare delle “alte scelte” in ragione turistica nelle zone terremotate coi fondi degli sms solidali del Presidente di Regione Marche, Ceriscioli, con le piste ciclabili, per fortuna ritirate dallo stesso. Le auguro buon lavoro Commissario, ché ne ha!
…. Che, sia detto per inciso, tra un rimpallo di responsabilità, fra una parte politica e l’altra, da quasi tre anni è ancora fermo ancora alle macerie….
…Entrando nel merito dei fatti, Farabollini con le sue parole riesce pure a trasformare il presidente Ceriscioli ¬ uno dei principali responsabili responsabile del disastro delle lungaggini post sisma, in vittima…
Somo queste due frasi estratte dall’articolo di Cambriani se proprio vogliamo eliminare tutto il resto ad dover essere analizzate e discusse con i terremotati che ancora non sono scappati via forse più per l’età e affezione al territorio che altro.
Farabollini qui parla per quello che è, un incaricato dal Governo, Forse prima dell’incarico era un altro uomo, adesso è un burocrate al servizio dello Stato e molto vicino al governo. Meglio o peggio dei predecessori, fin qui c’è chi dice si e c’è chi dice no come Vasco Rossi. Fatti non chiacchiere e questi non più su carta canta ma scritti a caratteri “edili ” sul territorio. Io faccio qua, quello ha fatto là e tutti insieme finora che abbiamo fatto? E basta con i rimpalli, chi li sente ha già la sensazione di ascoltare la voce dell’ennesimo perdente.