Uno dei nastri blu in centro
di Monia Orazi
Nastro adesivo azzurro sui portoni e sulle vetrine di palazzi e negozi inagibili, tra qualche giorno i tombini al suolo saranno saldati per impedirne l’apertura: Camerino diventerà una città blindata per la visita di Papa Francesco, prevista domenica 16 giugno.
Fervono gli ultimi ritocchi. Nel pomeriggio di mercoledì si stava sistemando la rotatoria dell’Archeoclub a Madonna delle Carceri, con la scritta Camerino, alcuni operai hanno piantato piccole piante e fiori. Si sta ampliando il sistema di videosorveglianza, con una centrale operativa che funzionerà alla Contram. Per ragioni di sicurezza dal 10 giugno, a domenica 16 giugno compresa, non sarà possibile l’accesso alla zona rossa della città. In modo certosino, è stato messo dovunque il nastro azzurro alle porte di tutto quello che è inagibile, per segnalare eventuali manomissioni.
Dall’una del 16 giugno piazza Cavour sarà chiusa, dalle tre chiuderanno tutte le strade, l’accesso dei pellegrini, che verranno in migliaia dalla vicina Umbria, dal resto della Regione, sarà rigidamente regolamentato, secondo le misure e l’itinerario del Papa, che sono stati decisi dalla gendarmeria vaticana.
Tra la gente c’è attesa per questa giornata, in piazza difficilmente per ragioni di sicurezza e legate alla presenza di edifici instabili, potranno entrare più di cinquecento persone, oltre a rappresentanti del clero ed autorità civili. Per gli altri ci saranno dei maxischermi. Tra coloro che assisteranno alla celebrazione di Papa Bergoglio in piazza Cavour, nel cuore della città ferita, vi sarà una piccola rappresentanza delle suore del monastero di Santa Chiara, che dalla clausura irradiano la memoria e la testimonianza della vita della Santa di Camerino.
«La visita del Santo Padre è un dono, una grande grazia, per questa terra che fa i conti con le fatiche e le ferite del post terremoto, la paura di essere dimenticata – spiega suor Laura Cristiana, che parla a nome delle consorelle – è un dono, le istituzioni a volte non ricordano il cratere in ginocchio, per il Papa non ci sono figli di un Dio minore, per Dio siamo tutti importanti, lui guarda gli ultimi. La sua visita è il rinnovarsi del gesto che ha compiuto appena nominato, l’inginocchiarsi, rivolgendosi agli ultimi, verrà come un buon Samaritano che si piega su di noi». In preparazione dell’incontro, nel monastero provvisorio in legno, in cui le suore sono volute tenacemente tornare, si fanno preghiere e ringraziamenti. «Qui gli spazi sono piccoli, per una città terremotata non è facile gestire un evento simile. Ci sarà anche una piccola rappresentanza di noi sorelle, per dire grazie al Pontefice ed attingere speranza – racconta la religiosa – lui è uno dei pochi che nel marasma di un mondo pieno di conflitti, sa restituire sorriso e speranza. Prima di ricostruire fuori, occorre ricostruire dentro i cuori delle persone, questa visita asseconda la prospettiva di ricostruire i cuori, le speranze ed i desideri della gente. La sua presenza tra noi è un modo di essere uniti, di recuperare quel senso di comunità che si sta sfaldando».
Suor Laura Cristiana lancia un appello, ricordando che ogni Pontefice giunto a Camerino, ha sostato al monastero delle sorelle povere di Santa Chiara: «Abbiamo lottato per tornare a Camerino, se il Santo Padre vorrà venirci a trovare nel nostro monastero, saremo contente. Sarà un grande dono poterlo accogliere. Lanciamo un appello con sfrontatezza ed umiltà, è l’amore che ci fa osare. Il Papa potrebbe compiere un gesto di devozione verso Santa Camilla Battista, una donna forte che nella sua vita ha lottato e combattuto, un esempio da cui ripartire. Nonostante le tribolazioni Santa Camilla ha lottato per ricostruire la vicinanza e l’unione della chiesa, con l’amore. In città, nella diocesi c’è un movimento frenetico per l’organizzazione della visita, lui camminerà per le strade della città, ma l’essenziale è che arrivi ai cuori il suo messaggio di speranza». Anche il rettore Unicam Claudio Pettinari, camerte cresciuto all’ombra della basilica di San Venanzio, vede nella visita del Pontefice un’occasione per riflettere sul futuro: «Una grande emozione e speranza, la voglia di ascoltare una persona che può farci pensare a quello che siamo, a ciò che siamo stati, a quello che saremo. Sarà un bellissimo momento in cui la comunità potrà ricompattarsi, riallacciarsi e vivere un’esperienza di unità importante, all’interno della città. La presenza del Santo Padre farà sì che i riflettori su Camerino ed il territorio del sisma si riaccendano e magari farà in modo che la gente comprenda quanto questo polmone, il cuore d’Europa, sia fondamentale per la rinascita di un nuovo umanesimo».
Il sindaco Sandro Sborgia
Impegnato nella complessa macchina organizzativa, il sindaco Sandro Sborgia: «La visita del Papa è un’occasione importantissima e bellissima, che rimette Camerino ed il territorio al centro dell’attenzione dei responsabili di governo. Testimonia la grande attenzione e la vicinanza del Santo Padre ai bisogni e alle sofferenze della gente, gravemente colpita da questa calamità. La città deve stringersi intorno a lui, che può risvegliare le coscienze e l’attenzione di chi è impegnato nella rinascita post terremoto di questi territori. Siamo orgogliosi del fatto che Papa Francesco, nonostante sia di recente venuto nelle Marche, durante la visita a Loreto, abbia deciso di tornare a Camerino. Celebrerà l’Angelus nel cuore della città, è motivo di grande gioia, è il modo con cui Camerino si presenta al mondo ed alla comunità cristiana, ci fa molto piacere. Il ringraziamento va all’arcivescovo monsignor Francesco Massara per questo evento molto atteso».
Angelo Goretti
Tra i terremotati che vivevano ad un passo dal centro, il camerte Angelo Goretti spiega: «Noi terremotati siamo dovuti emigrare dalle nostre case, abbiamo perso i punti di riferimento e l’abbandono da parte dello Stato ha fatto il resto. Oggi il nostro coraggio vacilla, e ritrovare unità e determinazione è difficile. Per questo la visita del Papa è molto importante, può essere per noi un punto di riferimento, per ripartire, per riscoprire i valori dell’uomo, della solidarietà, del costruire ponti. La sua non è una passerella, ci spingerà a riflettere su chi siamo, cosa faremo. Il senso della sua presenza va ricercato nell’interrogarci su come stiamo spendendo il nostro tempo. Ci sentiamo abbandonati dallo Stato, lui può aiutarci a ricostruire un ponte tra noi e le istituzioni. La sua presenza ci deve infondere coraggio, affinchè riusciamo a spazzare le tante incertezze, per ritrovare l’unità perduta».
Anche tra i commercianti la visita del pontefice è molto attesa, come spiega il macellaio Gilberto Astolfi: «Noi siamo contenti che venga, perchè riaccende i riflettori su una zona in ombra. Di Camerino se ne parla sempre poco, disastrato così nessuno lo sa.
Gilberto Astolfi
Arriva gente proveniente anche da un raggio di cento chilometri, si sorprendono che Camerino sia zona rossa, tutta chiusa. Verranno anche le telecamere, il Pontefice celebrerà l’Angelus in piazza, andrà in mondovisione, dunque la gente si renderà conto di come è Camerino, ci saranno le inquadrature del duomo, della piazza, di quanto è stato messo in sicurezza. Speriamo che si muovano le amministrazioni locali, regionali e lo Stato, che cambi qualcosa e solleciti la ricostruzione». Un camerte che ha chiesto di rimanere anonimo osserva: «In piazza entreranno poche persone, non sarebbe stato meglio fare la messa alle Calvie? Nel campo sportivo ci sarebbe entrata più gente. Capisco le misure di sicurezza, ma così avrebbero potuto vederlo più persone. Non riuscirò a portare mia madre ottantenne, dovrà vederlo dalla televisione».
Papa di cui è attesa la telefonata in occasione della marcia Macerata-Loreto che si svolgerà questa sera. Monsignor Vecerrica aveva detto che il pontefice si è appassionato all’iniziativa, giunta alla 41esima edizione.
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Abemus papam, finché c’è vita c’è speranza. Mi raccomando inquadrature dall’alto con i droni così da far vedere la situazione e il casino che ancora c’è nella zona. Fino ad ora la fede non ha aperto nessuna breccia nelle tasche dello stato.
Abemus?
A Camerino con le amministrative e a giorni con l’arrivo del papa , non ci sta piu’ un filo d’erba in piedi e le strade sono tornate asfaltate !!!
Che immagine vogliamo dare ??
La visita del Papa a Camerino come il vecchio spot di Luisa: “arriva presto, va via presto, e non pulisce il water”: lo profuma solo!
https://www.youtube.com/watch?v=i6wfsR2X9cI
…a quando, invece, il “pappaday”!? Ah, qualcuno mi sta suggerendo che quello non serve, tanto ce l’abbiamo quasi tutti i giorni!! gv
Camerino è blindata da 3 anni per la zona rossa, anche senza l’arrivo del Papa per la gioia, anche, delle 7 /8 o quante sorelle rinchiuse in monastero, che della vita fuori sanno quanto? Camerino, come tutti i nostri centri terremotati, altro che vita da clarisse da 3 anni!Con la differenza, che i loro cittadini non hanno fatto voto di clausura. Spero, che almeno il Pontefice si porti dietro il suo elemosiniere elettricista che qui serve davvero, e più che legalmente.
Per Moroni. Krajewski è CEI, ma non “Comitato Elettrotecnico Italiano”, bensì “Conferenza Episcopale Italiana”. Una bella differenza. E’ come CE, uno pensa che sia il marchio “Commissione Europea” e invece è il logo “China Export”.