La sala del Consiglio provinciale
Tre liste, 25 candidati per 12 posti, 697 “grandi” elettori e un’affluenza del 63,85%. Sono questi, in sintesi, i numeri delle elezioni provinciali del nostro territorio. Le urne sono state aperte oggi dalle 8 e si sono chiuse alle 20, mentre lo spoglio inizierà domani alle 9. Si è votato solo per il rinnovo del Consiglio, visto che il presidente Antonio Pettinari è stato eletto nel 2016 (in quel caso l’affluenza aveva raggiunto il 79%) e rimarrà in carica fino al 2020. Alle urne sono stati chiamati sindaci e consiglieri comunali di 54 Comuni, è escluso Montefano perché commissariato. Ed è proprio questo il punto che ha portato il Movimento 5 stelle a non presentarsi, secondo i grillini infatti si tratta di un festival dei partiti e non di elezioni popolari.
I CANDIDATI E LE LISTE – Lista Centrodestra Macerata: Fabrizio Ciarapica (sindaco di Civitanova), Filippo Saltamartini (sindaco di Cingoli), Flavio Zura (sindaco di Mogliano), Debora Brugnola (consigliere comunale di Esanatoglia), Paolo Renna (consigliere comunale di Macerata), Sonia Dignani (consigliere comunale di Tolentino), Deborah Pantana (consigliere comunale di Macerata). Lista Territori Maceratesi per il centrosinistra: Cristina Arrà (consigliere comunale di Urbisaglia), Giulia Foglia (consigliere comunale di Potenza Picena), Andrea Marinelli (consigliere comunale di Recanati), Paolo Micozzi (consigliere comunale di Macerata), Anna Quercetti (consigliere comunale di Tolentino), Stefania Settimi (consigliere comunale di Corridonia), Francesco Acquaroli (consigliere comunale di Morrovalle), Enrico Marcolini (consigliere comunale di Macerata), Tommaso Claudio Corvatta (consigliere comunale ed ex sindaco di Civitanova). Lista “Per la nostra terra delle armonie” di area centrista: Monia Prioretti (consigliere comunale di Tolentino), Valeriano Ghezzi (sindaco di Monte San Martino), Tarcisio Antognozzi (consigliere comunale di San Severino), Leonardo Lippi (consigliere comunale di Cingoli), Rosalba Ubaldi (consigliere comunale di Porto Recanati), Maria Teresa Biondi (consigliere comunale di Sefro), Ivano Tacconi (consigliere comunale di Macerata), Rossella Ruani (consigliere comunale di Morrovalle), Sauro Frapiccini (consigliere comunale di Recanati).
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Le province, da 48 anni a questa parte: sono diventate la vergogna della politica italiana.
Di solito sindaci e consiglieri comunali tra cui spesso ex sindaci, passano alla storia più per quello che non hanno fatto, non sono riusciti a fare o non dovevano fare. Non mi sembra che sia la platea ideale dove pescare per un ulteriore consiglio addirittura provinciale. Che sia un festival di partiti non c’è dubbio. E sarà un ” festival ” anche dopo e di solito non è che da consigli provinciali e di questi tempi da quello regionale marchigiano,[ (chissà perché quando parlo di quest’ultimo mi vengono sempre in mente la Giannini e Comi assegnati ai posti di combattimento con una forte presa di posizioni da parte dei colpevolisti, innocentisti purtroppo non ce n’erano. Triste presago che qui sta andando in crisi tutto quanto anche quelle cose che non ci costavano niente come appunto dividerci in pro e contro su questi casi mozzafiato e che poi, ritorno ai due, sarebbero peccatucci veniali, gli unici peccati ancora esistenti in politica ) e dato che non hanno acquistato una caterva di pacchi natalizi con soldi pubblici, quest’ultimi vengono garantiti almeno per la signora dalla presenza del governatore perché caduto lui cadrà anche lei, certo che in senso metaforico, mica dalla sedia o dalle nuvole accorta com’è. Non mi ricordo perfettamente la posizione contrattuale dell’altro. E chissà perché e per quale affinità, mi tornano in mente quei due signori, uno di Treia e l’altro di Civitanova che a schiodarli dai posti che una volta condannati non potevano usurpare, troppo ce n’è voluto. Per il civitanovese si è rischiata anche una guerra ma di quelle vere, se non avesse alfin mollato, perché fortemente sorretto dal “ principe “ più da chiavistello che machiavellico momentaneamente al potere ( e neanche poco, almeno per altri quattro anni dove forse sapremo se ha capito quello che non deve ma dovrebbe fare) , ahimè, si sarebbe scatenata una battaglia furiosa che avrebbe visto in campo ( beh, meglio non dirlo sennò darei l’impressione di buttarla a vino e tarallucci mentre lì sarebbero sicuramente volati stracci da tutte le parti e l’esito della pugna sarebbe stato molto incerto se qualche cittadino, mosso a compassione per quanto costretto a vedere e sopportare, non avesse con qualche sacchetto di cemento usato alla Manzoni/Monaca di Monza, messo fine alla disputa). Non so perché, anzi lo so benissimo, parlare della politica civitanovese mi fa pensare a quel matto che guardando la gente passare davanti alle sbarre che davano sul viale, chiedeva ai passanti: Ehi, come si sta lì dentro? Ah, voglio tornare ai due per il momento condannati e poi si vedrà che come dice uno di loro, quello civitanovese e lo dice proprio qui su CM, che non ama essere chiamato “ ladro “ questo perché come tutti sappiamo i processi sono mediatici e anche dopo la cassazione rimane la sentenza data ancora prima del primo processo ed è assolutamente indelebile quella che segue al primo processo che nemmeno con la calce viva puoi più cancellare. Ma come siamo fatti male noi italiani? Mi sono perso ancora. Ah, volevo semplicemente dire ai due che quando ci si presenta davanti ad un tribunale, qualunque sia l’accusa, bisogna dimostrare di essere innocenti, in qualsiasi modo ma mai dicendo che la legge è sbagliata. Ma non perché potrebbe anche esserlo, ma se è andata bene fino a ieri, per carità con le giuste argomentazioni si può vedere, poi magari qualche giurista la prende in considerazione e via. Ma qui si contestava la legge solo perché con l’arroganza acquisita e consolidata in tanti anni di duro “ lavoro “ non poteva essere giusta se con la stessa ancora in codice, si rischiava di condannare chi, sia a torto o a ragione diceva di essere perfettamente estraneo ai fatti contestati da una legge imperfetta e che se io fossi stato il giudice, magari colto da dubbi, avrei persino cominciato a dubitare e della mia intelligenza giuridica e dal dubbio di chissà quante volte avevo condannato un innocente. Un’ultima cosa, ma questa è dovuta alla mia curiosità: “ Ma tutti quei pezzi di porci, diventati ormai salumi, con panettoni ecc. In numero di quindici per il civitanovese, e in numero non pervenuto per l’altro, anzi non so se si trattava proprio di cesti, ma a chi erano indirizzati? Su questo si sarebbe dovuto indagare, allora sì che magare poteva scoppiare qualcosa che ci avrebbe nuovamente trasformato in colpevolisti e innocentisti come una volta.
@Lucio Tranzocchi, aggiungerei anche le Regioni, entrambi “stipendifici” e “greppie” per trombati vari senza scrupoli e soprattutto senza un minimo di vera professionalità nello svolgere il lavoro a beneficio del POPOLO che li ha eletti.
Cambiano i suonatori ma la musica è sempre quella.
Il proverbio oggi vale più che mai, visto che stavolta elettori sono sindaci e consiglieri comunali.
Magari prossimamente i politici si eleggeranno proprio da sé: eletti = elettori. Autocrazia perfetta.