Un tecnico dell’Arpam davanti alla Orim durante l’incendi del 6 luglio
«Uno stato di grave contaminazione» principalmente dovuto a solventi organici aromatici e a clorurati. Lo ha messo nero su bianco l’Arpam dopo le analisi condotte nelle acque del sottosuolo all’interno della perimetrazione della Orim, l’azienda di Piediripa che si occupa di smaltimento rifiuti interessata da un devastante rogo il 6 luglio scorso. E’ stata la stessa agenzia poi a specificare che l’inquinamento dovuto a superamenti «numerosi e consistenti» della soglia di contaminazione è «verosimilmente correlato agli esiti dell’incendio o alle attività svolte all’interno della ditta». Visti gli esiti delle analisi e la conseguente riunione in prefettura di lunedì tra tutti gli enti coinvolti, il sindaco di Macerata Romano Carancini ha disposto con un’ordinanza «il divieto di captazione e utilizzo delle acque sotterranee a scopo idropotabile e irriguo da pozzi privati in un’area cautelativamente compresa tra 300 metri a monte e 800 metri a valle della ditta». Questa al momento la situazione, l’Arpam ripeterà poi la analisi anche la nelle centrali di collevamento dei comuni di Corridonia e Morrovalle.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
anche e seppur pian pianino, il quadro presentatoci inizialmente stà assumendo altre colorazioni… o mi sbaglio?
La contaminazione del suolo è pericolosissimo perché causa l’inquinamento delle falde acquifere che vengono utilizzate principalmente per l’irrigazione, contaminando le produzioni agricole sia dirette all’uso alimentare umano che animale. Tutto questo è dovuto solo all’incendio o anche ad attività ordinarie dell’azienda? La sicurezza delle attività dell’azienda erano controllate? Sono domande inquietanti a cui si deve rispondere.
SPERIAMO CHE LE AUTORITA’ AGISCANO AD AMPIO RAGGIO NON PERMETTENDO LA VENDITA DEI PRODOTTI NATI CRESCIUTI ED ANNAFFIATI CON LE ACQUE INQUINATE