Caro Paolo, il post-terremoto
è soltanto un grande bluff

30 OTTOBRE  - Lettera semiprivata al presidente del Consiglio per ricordagli che nell’anniversario dimenticato del sisma qui monta la protesta. Nonna Peppina subisce l’ennesimo sequestro che è un esproprio e intanto nessuno controlla i cantieri della casette.  Questa data passerà senza che nulla sia cambiato perché la montagna non pesa né elettoralmente né economicamente. Le troppe zone d’ombra sulla mancata ricostruzione

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Carlo Cambi

 

di Carlo Cambi

Caro Paolo,

accetta questa mia lettera in nome dei vecchi tempi. Forse non ti ricorderai, ma quando eri direttore di Nuova Ecologia c’incrociavamo spesso per le scale di via Indipendenza e poi quando eri assessore al Turismo a Roma e io dirigevo i Viaggi di Repubblica abbiamo passato molte ore a discutere e a raccontarci cosa si poteva fare per il nostro Paese. Forse non ti ricorderai di quando con Ermete Realacci e con Legambiente si portavano avanti ragionamenti su come tutelare il valore Italia. Ebbene in nome di quella vecchia frequentazione e di alcuni ideali che condividevamo, sia pure da posizioni politiche diverse, ora che sei Presidente del Consiglio mi permetto di darti un consiglio: occupati della gente, occupati delle comunità di cui hai cenno nel nome della tua famiglia.

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Paolo Gentiloni in visita a Tolentino

Tu sei Paolo Gentiloni di Macerata, Cingoli e Filottrano, ebbene sappi che in questo pezzo di Marca maceratese si sta male, ci si sente traditi, traditi da quello Stato che tu oggi rappresenti. Ti scrivo in occasione dell’anniversario del terremoto. Vi siete ricordati di Amatrice – tu per la verità anche di Arquata – il 24 agosto perché fa notizia, ma già il 26 ottobre quando la terra tremò togliendoci il fiato è passato senza che nessuno dicesse un fiato. Ora è arrivato il 30 e devi sapere che da quella mattina le nostre vite sono state cancellate come comunità. Certo non abbiamo contato vittime sotto le macerie – ed è stato un miracolo – ma poi i morti li abbiamo dovuti piangere: sono i nostri vecchi che non hanno retto alla deportazione, sono gli imprenditori travolti dallo tsunami della crisi e del terremoto, sono i troppi che hanno deciso di lasciare questo mondo suicidandosi perché gli era crollato il loro mondo.

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Il premier Gentiloni a Sarnano

Vedi Paolo si fa fatica a piangere quando sai che ti stanno togliendo tutto. Se non mi ricordo male tu sei di un’altra pasta. Lo hai dimostrato con la nomina di Ignazio Visco a Governatore di Banca d’Italia: alle convenienze hai contrapposto le competenze e il senso delle istituzioni. Tra i nostri morti ci sono anche quelli che hanno perso tutto per la fretta con cui è stata liquidata Banca Marche in quel guazzabuglio demagogico che è stato il salvabanche. La situazione di Banca Marche era diversa, hanno ceduto i crediti a due soldi per fare in modo che tutti i gatti fossero bigi nella stessa notte: quelli di Etruria e quelli di Jesi, ma non è così. Noi ci siamo convinti – e forse ne abbiamo le prove – che la ricostruzione del terremoto va come va perché bisogna fare un piacere alle grandi banche che sono grandi creditrici delle cooperative rosse. Così le casette le costruisce il Cns, così le ordinanze del Commissario Straordinario (sì proprio straordinario) impediscono alle nostre ditte edili di fare i lavori. Sai quelle dite edili lì sono quelle che erano affidate da Banca Marche, ma avete deciso di ammazzarle due volte. E poi dicono che non abbiamo avuto vittime.

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Cantiere casette a Visso

Le casette intanto non arrivano. La Regione dice che ce l’ha con Arcale: ma si può? Quelli sono amici intimi di Matteo Renzi, figurati se gli torcono un capello. Ma forse tu puoi. Forse tu puoi renderti conto che nei cantieri lavorano operai non in regola, che i cantieri peraltro sono fermi, forse tu puoi renderti conto come scrive Panorama che le casette che costano 1.200 euro al metro quadrato più 600 euro al metro quadrato di oneri di urbanizzazione – tradotto: uno sproposito – fanno pietà e terrore. Vuoi che ti citi qualche esempio? Ad Arquata non ci sono i riscaldamenti, a Norcia volano via i tetti, a Preci mancano gli scarichi. Vedi Paolo se tu invece che Presidente del Consiglio facessi il tuo vero mestiere che è anche il mio, quello del giornalista dovresti prendere atto di questo. Il post-terremoto è il grande bluff: quello delle casette che dovevano essere pronte – parola di Matteo Renzi, allora presidente del Consiglio – a Natale scorso e che ancora non ci sono, è il grande bluff dove tutto è stato accentrato in nome della trasparenza che è nascosta da quattro decreti legge, 39 ordinanze contradditorie e nessun progetto approvato, ma che ha finito per favorire le cooperative rosse della Lega. E’ il grande bluff delle dichiarazioni roboanti e della ricostruzione zero; con le macerie che sono ancora tutte lì, con le strade ancora interrotte. Tutti sanno che si è deciso di non ricostruire Castelsantangelo sul Nera, Gualdo di Macerata, Arquata e Pescara del Tronto, eppure continuano a dire che va tutto bene. E’ la sindrome di Matteo Renzi: una bugia tira l’altra.

22751365_10213878646270009_1509099637_o-325x183Così un anniversario è trascorso in silenzio. Ma scemerà nell’oblio anche quello del 30. C’è stata la passerella il 24 agosto ad Amatrice (nessuno dal Generale Cordoglio all’Ufficiale Sdegno che si sia ricordato anche dei morti di Accumuli, di Arquata e di Pescara del Tronto), poi di nuovo silenzio. Diciamoci la verità del terremoto non frega più nulla a nessuno tranne che a quelli che ci devono guadagnare sopra. Disse il Presidente della Repubblica: non vi lasceremo soli, vigileremo. E’ passato il 26 ottobre è arrivato il 30, ma Sergio Matterella ha altro a cui pensare. E allora cerchiamo di fargli tornare la memoria, come primo degli italiani. Su 138 comuni colpiti il 67% sta nelle Marche. Ebbene nelle Marche su 1857 casette richieste ne sono state istallate 231, in tutto il “cratere” (pessima espressione) su 3100 casette ne hanno consegnate meno di 700. E quelle che hanno montato fanno già acqua, perdono il tetto, non hanno il riscaldamento. Le ha costruite il Cns, un colosso della Lega Coop, che in realtà si occupa di pulizie, che ha subappaltato i lavori. Nessuno che abbia collaudato le casette: se le consegna una Coop rossa devono andare bene per definizione. E invece i primi fortunati, si fa per dire , che le abitano sono pronti a denunciare tutti e non vogliono rimanerci. Nessuno ne parla, nessuno lo scrive, ma la rivolta dei terremotati sta per esplodere. E viene il sospetto che gli appalti siano finiti alle grandi cooperative per far affluire i soldi alle banche creditrici. A un anno dal sisma ci sono ancora 29 mila persone sfollate, ci sono ancora poco meno di 6 mila persone ospitate negli alberghi, su due milioni di tonnellate di macerie ne sono state smaltite appena 200 mila e ci sono interi paesi come Visso, Castelsantangelo sul Nera, Arquata e Pescara del Tronto, Pieve Torina, Muccia, Caldarola, Bolognola, Fiastra, Ussita, Preci per un totale di centomila abitanti che sono totalmente zona rossa e città come Camerino dove solo l’Università ha ricominciato a funzionare nelle sedi che stanno lontano dal centro storico che è completamente devastato e dove da un anno non è stato fatto nulla.

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Mattarella alla scorsa inaugurazione dell’anno accademico

Tu sarai a Camerino il 6 novembre per l’inaugurazione dell’anno accademico. Ti prego fai un giro prima nella zona rossa e stupisci: ci sono le erbacce, le macerie, ci sono ancora le macchine in mezzo alla strada sventrate dai massi caduti. Abbi il coraggio di dire la verità: Camerino è una città perduta. E voi che siete al potere avete scelto di perderla perché non puoi tenere una città per due tre quattro anni senza abitanti e poi pretendere che rinasca. Vedi Paolo quando eravamo ragazzi avevamo in testa l’idea che l’ambiente, che la natura, che l’Appennino da cui entrambi proveniamo fossero la scommessa per una nuova umanità. Ebbene con Ermete Realacci abbiamo rimesso in piedi il progetto Ape: Appenino Parco d’Europa. E postuliamo che l’Appennino senza presenza antropica muore. Ora ci devi spiegare se stai con noi o stai con chi crede alla via ferroviaria al consenso e siccome il treno non arriva né a Visso né a Muccia si può anche farne senza. E’ questo che avete deciso? Che siccome la montagna ha pochi abitanti e dunque pochi voti, che siccome sulla montagna non si può speculare bisogna chiuderla e benedetto il terremoto che ha portato via la gente?

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Il governatore Luca Ceriscioli

Sai da cosa mi nasce questo sospetto. Da tre considerazioni. La prima è che la Regione Marche ha molto insistito per convincere gli sfollati del terremoto a comprarsi un po’ di case invendute. Lontano dai vecchi paesi. Non è che volevate pigliare due piccioni con una fava? Fare un piacere a qualche costruttore – magari a qualche cooperativa – amico che ha un po’ di appartamenti invenduti e togliervi di mezzo il problema della ricostruzione? La seconda considerazione è che non si come mai ma le aree per tirare su le casette non vanno mai bene. Insomma ho come l’impressione che si debbano scegliere anche in quel caso i terreni degli amici che così una volta che smonti le casette (ma anche se non le monti va bene lo stesso) diventano edificabili. Ti chiedo: ma le casette non si potevano fare a due piani? O non si poteva usare quelle del ’97 che sono ancora tutte lì belle in piedi e in venti anni – nonostante allora le abbiano costruite in tre mesi – non hanno fatto una piega mentre quelle poche montate oggi sono già da buttar via. A questo proposito ti chiedo: ma c’è qualcuno che controlla?

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Emanuele Orsini, presidente di FederlegnoArredo alla festa nazionale dell’Unità

Perché sai visto che quest’appalto alle Coop e agli amici di Renzi Matteo visto che uno dei capi di Arcale (quelli che costruiscono, si fa per dire le casette nelle Marche) è Emanuele Orsini finanziatore e organizzatore dei comitati pro Renzi, viene dalla Consip guidata allora da Luigi Marroni altro sodale del giglio magico, il sospetto che si chiudano gli occhi viene. In verità ti dico, caro Paolo, ho anche un altro sospetto: che le cose vadano a rilento perché non avete i soldi per ricostruire, né i soldi per intervenire. E come nello stile del tuo predecessore, e dei suoi lacché locali, state da un anno facendo ammuina per evitare che si sappia la verità. Mi sbaglio? E poi c’è il terzo indizio: i contadini, gli agricoltori li avete lasciati soli. Le stalle non sono arrivate, gli aiuti nemmeno. E per questa stessa via non parlate più di zona franca, né di cancellazione dei tributi. Sembra che l’idea di sfrattare la gente dalle zone terremotate sia il vostro faro. E i soldi dell’Europa che fine hanno fatto? Non sarà che con la scusa della massima trasparenza- la scusa che Vasco Errani ha sempre trovato per non fare nulla salvo una montagna di ordinanze inutili e contradditorie – tenete tutto nascosto?

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Sigilli ai cancelli dell’orto di nonna Peppina

Bene allora caro Paolo ascolta questo. Conoscerai la storia di Nonna Peppina: vuoi sapere l’ultima? Sono tornati due mattine fa all’alba i Carabinieri Forestali a mettergli altri sigilli. Stavola non alla famosa casetta abusiva (si fa per dire) che per noi è però la Maginot dei diritti dei terremotati, la fortezza della nostra dignità, ma al cancello che dà accesso al suo campo. Beh sa tanto di persecuzione questa storia. Anche perché stavolta mi sa che sono i mandanti dei Carabinieri ad aver violato la legge: non possono impedire a nonna Peppina di accedere alla sua proprietà privata, il campo che non è posto sotto sequestro. Pare anche che Nonna Peppina alla quale manca poco veniva un colpo alla vista dei militari – quelli della Forestale un tempo erano civili, ma li avete militarizzati a forza con il famoso decreto Madia tanto per dire quanto rispetto della legge e delle prerogative costituzionali avete voi al Governo – abbia fatto presente di essere circondata e minacciata dai cinghiali, ma le hanno risposto che i cinghiali sono protetti. E’ questa l’ecologia per la quale ci siano battuti Paolo? E sai che nell’ordinanza del Tribunale del riesame con la quale hanno respinto il ricorso di Nonna Peppina contro il sequestro della sua casetta è scritto testualmente: “Si respinge il ricorso perché la presenza umana aggrava la turbativa dell’ecosistema”.

sequestro-area-orto-peppinaCapisci? I Sibillini sono il cuore dell’Appennino, sono popolati da migliaia di anni e ora si dice che la presenza umana aggrava l’ecosistema. Dunque ho ragione io a sospettare che volete cacciare tutti dalla montagna così vi risolvete un problema. E come la mettiamo col fatto che attorno a Nonna Peppina è pieno di casette abusive, ma quelle non si sequestrano in attesa di sviluppi legislativi? Abbiamo capito che la legge è – in questo paese – diseguale per tutti! Ah dimenticavo: questo è il paese che tutela i boschi. Sia quelli con la b minuscola, sia quelli con la B maiuscola. I Boschi vanno fatti stare bene, come la sottosegretaria alla quale puliscono la strada di Ercolano dove alloggia con i soldi del contribuente perché il sindaco del Pd deve fare bella figura con l’altrettanto bella Elena. A noi però la strada della Val Nerina – e ne dico solo una – ce la tenete chiusa da un anno!

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La lapide che ricorda i moti carbonari del 1817

Vedi caro Paolo potrei continuare a lungo, ma non voglio farti perdere tempo. Ah scusa: ho un’altra cosa che devo dirti. Tu e Padoan continuate a dire che l’Italia è in ripresa, che i conti sono a posto. Se è così ti dispiace farci sapere se il 28 febbraio quando scade l’emergenza che avete dovuto prolungare per i vostri ritardi ci toccherà di pagare tutte le tasse e tutte insieme? Ti dispiace farci sapere se ci considerare cittadini o sudditi? Ti dispiace farci sapere con Cantone se è davvero tutto regolare? Ti dispiace far dare una controllata ai cantieri, ai fondi, alle casette, agli appalti? Sai Paolo il 30 ottobre è l’anniversario del terremoto che ci ha distrutto le vite, ma l’anno 17 è anche il bicentenario dei moti rivoluzionari che per primi da Macerata infiammarono l’Italia con l’idea di libertà. Mi pare di capire che dalle tue terre quelle di cui sei signore per dinastia – di Filottrano, Cingoli e Macerata – stia spirando lo stesso vento di allora. Diceva Giuseppe Mazzini: negare e reprimere è la formula dei tiranni che cadono. State reprimendo le nostre comunità e i nostri diritti, state negando i vostri ritardi e l’equità e imparzialità della legge, state togliendo a noi e ai nostri figli anche solo l’idea di futuro. Caro Paolo pensaci. E per favore quando vieni a Camerino: fatti non parole.

Con ossequi.

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