Mancato finanziamento della pista ciclabile, c’è chi rientra tra gli scontenti. Tra questi Giampiero Feliciotti, presidente dell’Unione montana dei Monti Azzurri, con sede a San Ginesio. Feliciotti e Matteo Cicconi, presidente dell’Unione montana di San Severino si uniscono nel chiedere fondi per i Gal, i Gruppi di azione locale, a cui competono una serie di interventi di valorizzazione turistica, fondamentali per rilanciare il turismo nelle zone del cratere “otto Comuni, prima del terremoto, hanno sottoscritto un protocollo di intesa ed hanno indicato l’Unione montana dei Monti Azzurri quale capofila del progetto unitamente alla fondazione Bandini e l’opera e’ stata appaltata dall’Unione che ci ha investito 28mila euro – spiega Feliciotti – questo tema è l’asse portante del piano strategico di sviluppo dei venticinque comuni della vallata: sulla provinciale 78 c’è questo corridoio ecologico, da cui a pettine si raggiungono tutti i comuni mentre sulla vallata del Chienti da Tolentino si raggiungono cinque comuni fino a Valfornace e Fiastra. Con un’altra dorsale, ambedue a cascata produrrebbero sviluppo alle aziende accedendo a misure del Gal coordinate dai Piani di iniziativa locale, in fase di costruzione”. Anche l’Unione montana di San Severino chiede di essere inserita nella ripartizione dei fondi da sms solidali, ricordando di aver presentato da tempo un progetto di pista ciclabile, per la valorizzazione del cicloturismo.
“I comuni dell’Unione montana alte valli del Potenza e dell’Esino sono stati gravemente colpiti dal terremoto, siamo profondamente sconcertati nell’apprendere l’esclusione di questo territorio dalla ripartizione dei fondi derivanti dagli sms solidali”, spiega Matteo Cicconi presidente dell’Unione Montana di San Severino. Cicconi conclude: “Chiediamo un’immediata redistribuzione delle risorse del terremoto implementando i fondi strutturali per lo sviluppo turistico delle aree interne tramite i Gal, intervento urgente e necessario per sostenere insieme alla ricostruzione, la ripresa e lo sviluppo economico, turistico ed ambientale del territorio”.
(M. Or.)
Così spariscono meglio.
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Dovendo provvedere lo Stato alla ricostruzione non era scandaloso destinare proventi solidali ad opere accessorie che non avrebbero avuto sostegno immediato, considerato che non siamo più in emergenza. Ricostruire ma cercare anche nuove fonti economiche è doveroso altrimenti avremo paesi inutili perché vuoti. Camerino senza studenti non avrebbe senso così come Ussita senza gli impianti da sci……ci ritroveremo con 7 eliporti in più, una Valdaso rimessa a nuovo così come gli edifici pubblici di Arquata, che però erano già inseriti nel piano di ricostruzione.