Foto d’archivio
«Lo Stato ha condannato a morte l’entroterra e le imprese del comparto turistico, produttivo, artigianale». Sono stanchi gli albergatori del cratere, rappresentati da Pietro Scipioni, coordinatore delle strutture ricettive del cratere dei Sibillini e titolare dell’hotel Eden e Andrea Valori, presidente dell’associazione di promozione turistica di Sarnano e titolare del parco hotel La Sibilla. I due, nei giorni scorsi, avevano lanciato alcune proposte allo Stato e alla Regione per far sopravvivere gli alberghi e le aziende dei territori dell’entroterra (leggi l’articolo). Richieste che, secondo Scipioni e Valori, sono state completamente ignorate. La loro condanna alle autorità deriva «dal rifiuto dell’applicazione dell’area “No-tax” e della richiesta di annullamento delle quote fisse relative alle utenze per almeno 3 anni a tutte le attività produttive e ai cittadini residenti nel cratere. Questi emendamenti – secondo gli albergatori – rappresentano l’unica speranza di far ripartire territori letteralmente a terra dopo le scosse e di dare occupazione alle comunità di cui si teme lo spopolamento. In Emilia sono state fatte le zone franche urbane, guarda caso per noi tutto ciò non è stato possibile. Quando rispetto a loro abbiamo comuni completamente distrutti».
L’hotel Domus Laetitiae crollato a Frontignano dopo i terremoti di ottobre
Secondo gli albergatori, senza sgravi fiscali resta solo una prospettiva per il futuro, «il fallimento di tutte le attività ricettive e non e relativo spopolamento dei comuni del cratere, dove l’80 per cento degli abitanti vivono di solo turismo, agricoltura, artigianato, commercio e cultura». Dal terremoto del 24 agosto «le nostre attività – sottolineano – non hanno più fatturati e i costi fissi quotidiani vanno avanti imperterriti. Queste spese fisse dobbiamo comunque pagarle. Ad esempio, per le fatture del gas e della luce solo il 30 per cento del costo è addebitabile ai consumi effettuati, tutto il resto se ne va in quote fisse, accise, iva». «Lo sappiamo benissimo che i Comuni del cratere vi interessano poco – spiegano gli albergatori in riferimento allo Stato -. Il motivo è semplice: hanno poca popolazione e questo per coloro che intendono governarci equivale a dire pochi voti e pochi consensi. Lo Stato ci ha abbandonato completamente dicendo grandi bugie sui mass media: “è tutto a posto, è tutto sotto controllo”. Non è vero niente di ciò che comunicate, tutte falsità». Il grido d’aiuto degli albergatori è rivolto invece «a quei pochi politici, locali e non, che dicono di avere realmente a cuore il destino dei propri concittadini: aiutateci. Aiutateci perché il futuro delle attività del cratere è nelle vostre mani».
Le pesantissime problematiche delle aziende e gli alberghi dell’entroterra culminano nell’accordo stabilito circa un mese fa con la Regione. «Le strutture della zona del cratere – riepilogano Scipioni e Valori – hanno aderito su richiesta della Regione Marche di proseguire e/o ampliare l’offerta di posti letto per ospitare gli sfollati del sisma. Ci hanno chiesto di comunicare i posti disponibili di ogni singola struttura dato che avevano urgente bisogno di liberare le strutture del mare e riavvicinare gli stessi ospiti ai loro comuni. Il risultato di questa loro richiesta è che la situazione è rimasta pressoché immutata. Le nostre strutture sono vincolate fino al 31 dicembre 2017 con la Regione Marche. Con questo vincolo non possiamo prendere prenotazioni da parte di turisti. Risultato: fatturati azzerati, strutture utilizzate solo in minima parte ed a prezzi di sopravvivenza, perdite gestionali che si stanno accumulando». Gli albergatori promettono di dare seguito a «ogni forma di protesta lecita e pacifica, ma sicuramente ben visibile e tanto rumorosa, per denunciare a tutta Italia come stanno veramente le cose. E’ ora che ognuno si assuma le responsabilità del proprio operato».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
in questi mesi non ho letto di prese di posizioni a favore della categoria da Associazioni Provinciali ne Regionali e neanche da Federalberghi,il commercio lasciato solo dalle associazioni di categoria tipo Confcommercio,,,sarà dura sopravvuvere
Le quote fisse delle bollette dei servizi di acqua, luce, gas e telefono sono incostituzionali e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Quindi, non dovrebbero essere sospese per tre anni, non si sarebbero dovute pagare mai e mai si dovrebbero pagare, perché tutti i costi del servizio di gestione dovrebbero essere compresi sul prezzo al Mc, al KwH, a secondo del servizio che si richiede e quando non c’è consumo il senso logico vuole che non ci sia nemmeno fattura. Né più né meno di quanto avviene per qualsiasi altro oggetto che si compra.
Per Tranzocchi. Quali sarebbero gli articoli della Costituzione violati? Grazie.
Condannati a morte, Sì, ma dopo quindici anni passati in isolamento nel braccio della morte.
Scopero fiscale da parte di tutti i cittadini del cratere!!!!
Per Iacobini; è l’art. 3 che sancisce che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali avanti alla legge.Ma se per lo stesso scopo ,come in questo caso che si tratta di pagare i costi per mettere il prodotto sul mercato, si applica una legge diversa per ogni categoria di commercio, significa che i nostri S/governanti: la carta costituzionale se la sono messa sotto i piedi. Non esiste al mondo che un produttore o venditore vi beni e servizi non abbia delle spese per produrlo e metterlo sul mercato. Mentre per tutti vale la regola che detti costi devono essere applicati sul costo finito del prodotto qualunque sia l’unità di misura; per le aziende fornitrici di beni che il cittadino non può fare a meno, e che la politica ladrona fa da padrona si applica la regola del ricatto che dice: se vuoi il mio prodotto, la regola me la faccio da solo. E i diritti garantiti dalla Costituzione? “BOOOO….”
Per Tranzocchi. Ma allora bisogna mettere in evidenza non che i cittadini tout court sono uguali davanti alla legge, ma i fornitori di beni e servizi. Ad ogni modo la disparità che andrebbe veramente superata è quella per cui il costo dell’energia elettrica (parte fissa e parte proporzionale al consumo) per i non residenti è maggiore di quello per i residenti.
Fatevi sentire allora
Iacobini, la carta costituzionale è stata fatta per tutti. Altrimenti, ritorniamo alla scritta sui tribunali che dice: la legge è uguale per tutti. Ma spesso, non viene applicata per tutti alla stessa maniera. E l’ultima trasgressione è stata fatta qualche giorno fa proprio dai senatori della Repubblica non applicando la legge Severino nel caso Minzolini com’è sta applicata ad altri senatori. Il fatto che l’energia elettrica costa di più per quelle che ingiustamente vengono chiamate seconde case, si tratta a tutti gli effetti di un abuso perpetrato dalla delinquenza politica. Il kilowh è un prodotto che si compra come si compra um kilo di patate e nessuno che vende le patate ti chiede il certificato di residenza per sapere se te le mangi nella prima o la seconda casa. Questa famigerata legge è stata introdotta a ridosso dell’anno 70 in concomitanza con l’entra in vigore delle regioni, ma è totalmente incostituzionale perché è priva di senso logico. anzi un senso logico lo ha, quello di mantenere il carrozzone pubblico parassitario che sta portando il paese in fallimento.
E’ evidente che quello che scrivo non può piacere a coloro che sono abituati a vivere una vita da nababbi sfruttando i sacrifici degli altri. purtroppo, è cosa vecchia che il ladro vorrebbe essere considerato persona onesta.