di Claudio Ricci
(foto di Lucrezia Benfatto)
“Faremo in modo che terminata la fase elettorale, qualunque sia il governo che ci sarà, continui ad occuparsi di questi territori perché c’è una sofferenza importante e abbiamo contezza di una situazione grave”. Parola del vice presidente della Camera Simone Baldelli oggi a Macerata per una conferenza stampa sul no al referendum organizzata dal coordinamento provinciale di Forza Italia, prima del pomeriggio che ha visto il premier Matteo Renzi protagonista del confronto con i sindaci al teatro Don Bosco (leggi l’articolo). Lo stesso Baldelli primo firmatario di una risoluzione approvata all’unanimità alla Camera per destinare i 47 milioni di risparmio dei parlamentari alle popolazioni terremotate.
Jessica Marcozzi, Lorena Polidori Simone Baldelli e Alessandro Bettini per il no all’hotel Claudiani
Ma l’argomento dell’incontro con la stampa all’ hotel Claudiani, a cui hanno preso parte anche la capogruppo regionale Jessica Marcozzi e i coordinatori provinciali di Macerata Lorena Polidori e di Pesaro Alessandro Bettini resta la riforma per cui si voterà domenica. Il no di Baldelli è di merito e di metodo: “Sul metodo si tratta di una riforma fatta unilateralmente che ha visto la maggioranza respingere centinaia di emendamenti di notte, in assenza delle opposizioni. Già su questo bisognerebbe fare una riflessione. Tutte le opposizioni sono contrarie. Non sono un fronte di governo ma concordano sul fatto che è scritta male. Anche quelli più a favore. Costituisce una riduzione della nostra democrazia con il senato che diventa il dopolavoro di consiglieri regionali e sindaci”. Il deputato punta poi l’attenzione sulle Marche nel caso dovesse vincere il sì: “Ci sarebbe un problema di rappresentanza. La provincia di Bolzano conta quanto tutte le Marche esprimendo due senatori”.
Quindi Baldelli scende nel merito: “Avremmo un conflitto permanente tra Camera e Senato. Basterebbero 30 senatori per rimandare una legge alla Camera, cosa che oggi non accade. Tutto questo problema dei tempi lunghi sono solo balle raccontate da Renzi”. L’affondo al premier: “Il no è nei confronti di uno che ha detto ‘se perdo vado a casa’. Nessuno glielo ha imposto. Un premier che utilizza il potere in maniera spregiudicata e interessata. Dire sì a questa riforma significa non solo trasformare la costituzione in qualcosa che funziona peggio ma anche regalare a questo signore anni di potere incontrastato. Si intesterebbe una vittoria che ha già spaccato il Paese a metà. Ha lasciato credere a mercati e speculatori che con la vittoria del no ci sarà una crisi economica. Ho fatto interrogazioni su questo e sono andato negli USA a dire che non era vero. Questo è un comportamento irresponsabile”.
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