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Salvatore Giuliano
di Marco Ribechi
(foto di Lucrezia Benfatto)
Il bandito Salvatore Giuliano rivive allo Sferisterio di Macerata per un gesto di solidarietà. Grande successo di pubblico per il musical di Dino Scudieri con la regia di Roberto Rossetti, andato in scena ieri sera all’arena come atto conclusivo della Sibillini e dintorni. La splendida carovana di auto d’epoca, terminata per il nono anno consecutivo nel tempio della lirica maceratese, registra il tutto esaurito per il suo evento di punta nonostante i rinvii causati dal sisma e l’incertezza della data inizialmente fissata al 17 settembre (leggi l’articolo). I ricavati delle offerte del pubblico, destinati alla Croce Rossa, sono quanto mai necessari e imprescindibili visto che serviranno per gli aiuti alle popolazioni colpite dal terremoto. Il bandito Giuliano, simbolo di libertà e di rivalsa per una Sicilia sfruttata, diventa così anche l’emblema di un territorio che vuole rialzarsi dalla catastrofe naturale che lo ha colpito. Nei molti interventi delle autorità e degli organizzatori le parole d’ordine sono “tendere una mano”.
Andrea Angeli e Rosaria Del Balzo Ruiti
La serata si apre con l’inno italiano o l’inno degli italiani, come aveva preferito chiamarlo Ezio Bosso nella sua recente apparizione allo Sferisterio (leggi l’articolo) e come lo stesso sindaco Romano Carancini tiene a ricordare. «Ascoltare la composizione di Mameli e Novaro non è mai banale – spiega il primo cittadino – è un elemento che unisce il popolo italiano e che ci fa sentire, soprattutto nei momenti più difficili come quelli che stiamo vivendo, che siamo fratelli. L’amministrazione appoggia e sostiene gli eventi che non sono autoreferenziali, che servono per stare insieme e costituire la nostra comunità. Ringrazio per questo la Scuderia Marche e la Croce Rossa per dimostrare a chi è nel dramma che non è solo, per far sentire la nostra vicinanza a chi ha perso tutto». Sul palco anche Adalberto Beribè presidente del club di motori storici. «La Scuderia Marche è sensibile alla solidarietà e da anni continuiamo questa felice collaborazione con la Croce Rossa – spiega il presidente – a cui sono legato da forti vincoli di amicizia con la presidente Rosaria Del Balzo Ruiti. Chiedo a tutti i presenti di essere generosi e di aiutare il più possibile chi è stato meno fortunato».
Le parole di Beribè sono state seguite da un toccante minuto di silenzio che poi ha lasciato spazio alla musica. Quasi due ore di musical dedicate a una delle figure più conosciute dell’Italia del dopoguerra. E’ la storia del bandito di Montelepre, impersonato da un brillante Francesco Properzi, che ha diviso sulle cronache di tutto il mondo milioni di persone: da un lato benefattore e idolo di una classe sociale sfruttata, dall’altro piegato agli interessi della mafia e dallo Stato che con un complotto ne architettano ascesa e declino. Giuliano, fiero, indipendente e amato dal gentil sesso è affiancato per tutto il corso della sua vita da una donna da cui non si seprara mai: sua sorella, di cui prende le vesti Monia Celsi, che continuerà a difenderlo fin dopo la sua morte. A ritmi, rock, jazz, swing e di dolci ballate le imprese del bandito eroe vengono rappresentate nello Sferisterio con brillantezza e grandi doti tecniche sia canore che scenografiche.
Ottima realizzazione quella della Compagnia della Marca che con 48 attori in scena regala forti emozioni al pubblico dell’arena. Nell’intervallo, oltre al ringraziamento all’assessore Alferio Canesin che si è prodigato per la realizzazione della serata, anche la presidente della Croce Rossa che, accompagnata da volontari appena rientrati da Pescara del Tronto e Arquata del Trono, ha ulteriormente ringraziato il pubblico cingendolo in un abbraccio immaginario così come lo Sferisterio cinge la platea. «Gia vi do appuntamento al prossimo anno – dice Rosaria Del Balzo Ruiti – quando vi porterò i ringraziamenti di tutte le persone che avremmo aiutato grazie ai vostri contributi e alla vostra generosità. Le Marche sono un territorio solidale che risponde sempre quando è necessario un impegno collettivo».
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Bello spettacolo che, a suon di musica, ripercorre la storia del bandito Giuliano.
Bravissimi i cantanti e le coreografie.
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Interessante come è stata sottolineato, per l’epoca, il tentativo (riuscito, a quanto sembra) di trattativa Stato-Mafia, con l’autonomia siciliana e gli accordi sottobanco tra i vari “protagonisti” (burattini e burattinai) dell’epoca.
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Forse, per meglio enfatizzare il teatrino dei burattinai (e dei burattini, forse a voltre inconsapevoli di giocare un gioco più grande di loro), c’era forse da spiegare che la giornalista svedese (che si dice abbia avuto una relazione con il bandito), molto presumibilmente, era anche un’agente della CIA (oltre che giornalita).
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L’interrogativo (ancora aperto) nonostante le inchieste, i reportage giornalistici e i molti approfondimenti degli ultimi 40 anni e CHI ha effettivamente sparato a Portella della Ginestra???? Visto che, all’epoca (e come viene sottolineato anche nello spettacolo) il bandito doveva solo spaventare (colpi in area) e non uccidere…
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Nel 2016, se non erro, dovrebbe essere tolto il “segreto di Stato” su quegli avvenimenti.