Emergenza sede per il Galilei,
“Aspettiamo da 15 anni”

MACERATA - Il preside del liceo scientifico e gli insegnanti scrivono al presidente della Provincia Antonio Pettinari. "Nessuno si preoccupa di noi". La scuola, con la succursale in centro, è in difficoltà per spazi e didattica. Manca una palestra, aule a rischio sicurezza

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Ferdinando Romagnoli, preside del liceo scientifico Galilei

di Marina Verdenelli

«Nessuno sembra preoccuparsi di noi, eppure aspettiamo una sede nuova da 15 anni». Pausa estiva per le scuole, esami di maturità in corso e il preside del liceo scientifico Galilei di Macerata che interviene così sull’edilizia scolastica supportato anche dal collegio dei docenti. La spinta ad esporsi è il silenzio seguito all’annuncio del presidente della Provincia Antonio Pettinari, più di un mese fa, su importanti interventi in materia (leggi l’articolo). «Dove noi non rientriamo – incalza Ferdinando Romagnoli – anche se aspettiamo una nuova sede da 15 anni. Con tutte le difficoltà della succursale in centro che non può contare nemmeno in una palestra». Preside e docenti dell’istituto di via Manzoni hanno scritto anche una lettera al presidente Pettinari per sottolineare come «nessuno si preoccupa di quel migliaio di persone fra studenti, famiglie, insegnanti e personale Ata, che da moltissimi anni vive quotidianamente il disagio ed il limite della doppia ubicazione dei locali». Nel documento viene sottolineato come nel quadro di interventi per tutti gli istituti scolastici l’assenza di attenzione e proposte che riguardino il Galilei è una ferita profonda per la cultura di tutta la provincia. «Quando sono arrivato io – aggiunge Romagnoli – 9 anni fa, la Provincia aveva fatto un progetto per la nuova scuola, dopo altri anni passati ad attendere. Non se ne fece più nulla». Preside e docenti elencano le difficoltà che il liceo affronta quotidianamente. «La presenza di due sedi lontane l’una dall’altra provoca da parte delle famiglie la convinzione che si tratti di due scuole distinte – dicono –  disarticolate, con metodi e obiettivi diversi. Altro effetto negativo è l’appesantimento della gestione economica per la didattica (doppi laboratori, biblioteche, servizi di segreteria e impianti sportivi). Le risorse limitate hanno impedito di acquisire e fornire equamente tutte le attrezzature necessarie e moderne che una didattica avanzata richiede. Non esiste una sala per ricevere visitatori o per poter parlare con i genitori nel rispetto della privacy, né un’aula magna».  E ancora, la sala “Giovannetti”, realizzata anche con il contributo della scuola, verrebbe concessa per un numero limitato di giorni previa sottoscrizione di una convenzione nella quale il dirigente si fa carico di tutte le responsabilità di gestione. Le aule, molte delle quali avrebbero bisogno di interventi di ordinaria manutenzione, sono, sempre a detta della scuola, numericamente insufficienti a consentire lavori differenziati per gruppi di studenti con tempi e metodi di apprendimento disomogenei e, troppo spesso, non sono neppure adeguate a contenere classi sempre più numerose con grave rischio per la sicurezza. La scuola lamenta anche la mancanza di parcheggi. «Ci chiediamo perché – dice il preside – in tutti questi anni non si è pensato anche a noi. Sappiamo che la Provincia ha i suoi problemi però è troppo tempo ormai che dobbiamo cambiare sede».



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